Archivio mensile:Gennaio 2019

_Where Mathematics Comes From_ (libro)

La prima sensazione che ho avuto leggendo questo libro (George Lakoff e Rafael E. Núñez, Where Mathematics Comes From, Basic Books 2000, pag. 512, $32, ISBN 9780465037711, link Amazon) è il famoso detto “quando uno ha in mano un martello, vede ovunque chiodi”. Lakoff è un cognitivista: per lui dunque la matematica non può che essere il risultato delle connessioni neurali umane, se parliamo a basso livello, o delle analogie che noi umani facciamo se parliamo ad alto livello (Gli autori preferiscono il termine “metafore”, ma il concetto di base è lo stesso). Il problema che vedo io è che è indubbio che noi ci facciamo delle idee mentali sui concetti matematici, ma questo non significa che i concetti siano il risultato di queste metafore. Pensiamo per esempio ai numeri immaginari e complessi: sono nati seguendo un certo tipo di formalismo (“facciamo finta che esistano e si comportino come i numeri usuali”), ma poi la metafora è mutata (“l’unità immaginaria corrisponde a una rotazione antioraria di 90 gradi nel piano cartesiano”) senza che le proprietà cambiassero: banalmente, ora vediamo gli stessi oggetti in un altro modo più semplice. Gli autori partono dai (minimi) risultati cognitivi ottenuti a proposito della matematica, o meglio sui concetti come la subitizzazione e le somme di piccoli numeri; da lì costruiscono una cattedrale di filosofia della matematica, affermando che tutte le correnti attualmente esistenti, dal platonismo al formalismo al costruttivismo alla matematica sociale, non colgono la vera essenza della matematica. Occhei, atteggiamenti di questo tipo sono la norma in filosofia, quindi non c’è da stupirsi nel trovarli; ma da qui ad affermare di avere trovato la Verità ce ne corre. Un platonico standard quale io sono pensa che i concetti matematici esistano “da qualche parte”, ma che non sono mappati perfettamente sul nostro mondo empirico; quindi tutte le pagine che gli autori usano per “dimostrare” che il continuo non è continuo e che per esempio gli infinitesimi hanno pieno diritto di esistenza sono per me puri esercizi intellettuali. Detto questo, è comunque importante leggere un punto di vista diverso dall’usuale e bene argomentato, anche per chiarirsi meglio le idee.

Ultimo aggiornamento: 2019-05-31 22:00

No more (magic) Moments

Leggo che il mese prossimo Facebook chiuderà la sua app Moments. Due rapide considerazioni. La prima è che a quanto pare non è solo Google a dismettere roba (se non sbaglio la prossima vittima sarà Hangouts). La seconda è che non ho mai visto Moments. Sono ragionevolmente certo di averne sentito parlare, ma se qualcuno mi avesse chiesto a che servisse avrei fatto scena muta. Certo, io e le immagini non andiamo troppo d’accordo. Certo, è probabile che io sia invecchiato e non sia più al passo con tutto quello che succede. Ma in ogni caso mi pare ci sia anche una componente interessante. Perché Facebook, che pure possiede Instagram, dovrebbe avere una seconda app per le immagini?

_Sherlock Holmes, Padre Brown e il delitto dell’indemoniata_ (ebook)

Ho sbagliato. Quando attratto dal titolo ho acquistato questo ebook (Rino Casazza, Sherlock Holmes, Padre Brown e il delitto dell’indemoniata, Algama 2016, pag. 30, € 2.99, ISBN 9788899801397, link Amazon) non avevo notato che per tre euro mi sarei ritrovato con 30 pagine di testo: già questo basterebbe a sconsigliarlo. È vero che l’ho pagato 1,99, ma secondo me è già troppo così. Passando alla storia vera e propria, mi aspettavo un apocrifo in cui i due detective si alleavano, o magari si scontravano, su un caso. Macché. Casazza evidentemente non sopporta Holmes e lo fa diventare una macchietta, anche se comunque è lui a risolvere il caso… ma noi lo sappiamo solo attraverso la rilettura di Padre Brown. Quest’ultimo assomiglia più al personaggio di Chesterton, e in effetti a una sua affermazione ho riso di gusto immaginandomi la scena. Però, diciamocelo, è davvero poco.

Ultimo aggiornamento: 2019-05-31 21:58

il mio primo sondaggio politico

Io sono iscritto a Google Opinion Rewards, i sondaggi da pochi centesimi somministrati via Google. Con quegli spicci ogni tanto mi compro un ebook da leggere :-) Generalmente mi arrivano sempre le stesse domande, e quando dico “stesse” non penso solo a quelle sulle recensioni dei posti che ho visitato ma proprio domande ricorsive identiche: devo avere già scritto di quella che mi chiede se sono sposato e poi passa al neerlandese per chiedere qual è il mio reddito familiare. Però, a differenza di altri miei amici, non mi era mai arrivato un sondaggio politico… fino a stamattina.

La domanda era su come io giudicavo Matteo Renzi: non so chi abbia commissionato il sondaggio. Ho risposto “Altro” e specificato qualcosa tipo “sarebbe bravo, se non fosse troppo pieno di sé”. L’unica cosa triste è che questo mio sforzo ha prodotto un guadagno di 8 (otto) centesimi e probabilmente la fine della mia carriera di opinion maker in trentaduesimo: dare una risposta diversa da quelle precotte implica troppo lavoro da parte di chi gestisce i risultati…

Ultimo aggiornamento: 2019-01-24 12:49

Proposte di amicizia facebookare

Nelle vacanze di Natale ero senza computer e quindi accedevo a Facebook dal tablet, usando l’apposita app, anziché dal PC. L'”esperienza” cambia molto: da desktop devo per esempio avere messo in un qualche momento del passato un’estensione di Firefox che elimina i post sponsorizzati (credo sia il Facebook Container, per i curiosi). Ma la cosa più interessante è che l’app mi mostra i nomi dei possibili nuovi contatti insieme ai commenti dei miei amici, e quindi scopro cose nuove.
Come ben sanno i miei ventun lettori, il mio approccio con Facebook è abbastanza particolare. Tutti i miei post sono pubblici, il che significa che non scrivo mai nulla di davvero personale; in compenso i miei “amici” sono quasi tutte persone che ho conosciuto de visu, salvo qualche rarissima eccezione proveniente dai tempi eroici della telematica amatoriale e quindi da un quarto buono di secolo. Inoltre non aggiungo mai nessuno spontaneamente: se qualcuno con quei requisiti chiede l’amicizia la accetto, altrimenti vivo tranquillo. Questo significa che da desktop non clicco mai sull’icona degli amici; ma l’altra settimana in vacanza avevo solo il tablet con l’app, che mostra i possibili contatti insieme alle altre notifiche, e quindi ho fatto caso a chi c’era. Tra i vari nomi mostratimi da Zuckerberg c’erano colleghi vari, gente che stava su Friendfeed, amici sconosciuti di amici conosciuti… e signorine.
Attenzione: per esempio uno dei miei contatti, amico di infanzia che abitava al piano sopra casa nostra, è un fotografo di moda, e quindi ogni tanto mi trovo signorine che condividono con me la sua amicizia FB. Nulla insomma di strano. Ma queste altre signorine sono puri suggerimenti senza alcuna ragione esplicita e senza nulla che mi faccia capire cosa dovremmo avere in comune. A volte il loro profilo non ha nulla di pubblico e un numero quasi nullo di amici, e qui posso immaginare che magari pagando il giusto qualcuna di loro possa chiedere di essere presentata a gente a caso. Altre volte però ci sono post pubblici, magari condivisi da altri perfetti sconosciuti ma senza alcuna relazione con quello che seguo io, e i profili sembrano assolutamente reali. Gli ultimi nomi? Lisa Beltramello, Fabiana Eroico, Valèria Cipriano (con l’accento, sì), Eliana Fares, Elisa Napulè, Lara Biasi, Elena Gambacurta, Rosamaria Cardone, Alina Inayna, Itza Marie Sánchez. Appaiono e scompaiono esattamente come le altre proposte: dopo qualche giorno vengono eliminate dalla lista senza che io faccia nulla. Sono sempre donne; no, nel mio profilo non ho scritto di essere “in cerca”. Qualcuno ha idea del perché Mark me le presenti?

La diffusione dei quotidiani

Invece che parlare del titolo odierno di Libero, Marco Mazzei ha pensato bene di pubblicare gli ultimi dati sulla diffusione (cartacea + elettronica) dei quotidiani italiani. Era un po’ che non guardavo cosa succedeva, e in effetti di cose ce ne sono. Il Corriere della Sera ha ripreso di gran lunga il primo posto, e diffonde il 30% di copie in più di Repubblica: in compenso la Gazzetta dello Sport è molto scesa, pur restando il quinto quotidiano più letto. Il Sole-24 Ore ha ripreso la terza posizione dopo lo scandalo delle copie gonfiate. Il Fatto Quotidiano è in caduta libera, anche se quello messo peggio è Tuttosport. Ma quello che è più interessante è che ormai Avvenire si trova saldamente al sesto posto, con un numero di copie vendute molto importante nell’asfittico panorama italiano. Insomma, essere all’opposizione e non filogovernativi aiuta ;-)

Ultimo aggiornamento: 2019-01-23 18:28

_Numeralia_ (libro)

Vabbè. Ormai avete fatto l’abitudine ai miei libri. È però anche vero che ciascuno di essi ha qualcosa di diverso dagli altri, anche perché altrimenti non avrebbe molto senso continuare a scriverli. Stavolta, per esempio, di matematica vera e propria ce n’è poca. Sì, se proprio volete ne trovate anche, ma garantisco che potete leggere ed apprezzare Numeralia (Maurizio Codogno, Numeralia, Codice Edizioni 2019, pag. 206, € 16, ISBN 9788875787554, link Amazon) anche saltandole a piè pari. Quando Codice mi chiese se avevo un soggetto “pop” per un nuovo libro, ero a corto di idee. Ho fatto così un brainstorming con mia moglie Anna che mi ha suggerito di parlare dei numeri “interessanti” da un punto di vista non matematico. In fin dei conti noi usiamo i numeri per tantissime cose: per indicare le linee degli autobus, per dare i voti a scuola, per giocare a tombola. Partendo da lì mi sono messo a divagare – il titolo di lavoro del libro era “Divagazioni numeriche”: quello definitivo è molto meglio – tra storia, letteratura e scienza, scoprendo tante cose. Per esempio, non è vero che la carta bruci a 451 gradi Fahrenheit, checché ne pensasse Ray Bradbury; la storia secondo cui il nome Google nacque perché chi doveva registrare il sito googol.com aveva capito male lo spelling è probabilmente falsa, anche se riportata nel sito stesso di Google, e che i traduttori di Guerra e pace hanno corretto una frase riportata in francese rendendo però sbagliato il calcolo numerico sottostante che non dà più 666. Ma quest’ultima cosa non è un grande problema: è probabile infatti che il vero numero della Bestia sia 616…
Spero insomma che il libro vi piacerà e vi divertirà almeno quanto mi sono divertito io a scriverlo!