Archivi annuali: 2018

C’è qualcosa che non va

Quello che si ha nel campionato di calcio italiano è uno dei pochi casi in cui si può davvero dire “solo la matematica impedisce alla Juventus di dire di aver vinto lo scudetto”. Perché non lo vinca dovrebbe infatti perdere le prossime due partite mentre il Napoli le vince, il tutto con una differenza reti totale di almeno 16 gol, tipo due sconfitte 4-0 e due vittorie con lo stesso risultato. Diciamo che è alquanto improbabile.

Il punto è che in questo modo sarebbe il settimo scudetto consecutivo per la squadra bianconera. Se volete, potete dire che sono tutti rubati: non cambia molto la cosa. Quello che penso, da persona che viene a sapere i risultati delle partite tipicamente il giorno dopo, è che se non ci sono alternative vuol dire che il calcio nostrano qualche problema ce l’ha. Posso immaginare un gruppetto di quattro o cinque squadre più forti con le altre che fanno da comprimarie, ma almeno tra di esse un minimo di alternanza ci dovrebbe essere. Così mi pare invece una roba tipo la DC nella prima repubblica. Moriremo tutti juventini?

Quale sarebbe il record?

Scopro che l’Huffington Post fa un articolo citando il Mattino che afferma che Angelino Alfano “è il ministro più longevo della storia della Repubblica”, perché “è al governo da quasi duemila giorni consecutivi”, mentre “nella sua carriera è stato ministro per quasi tremila giorni”.

Giulio Andreotti è stato ministro delle Finanze dal 6 luglio 1955 al 1. luglio 1958, ministro del Tesoro dal 1. luglio 1958 al 15 febbraio 1959, ministro della Difesa dal 15 febbraio 1959 al 23 febbraio 1966 e ministro dell’Industria dal 23 febbraio 1966 al 12 dicembre 1968, almeno secondo Wikipedia. (Per la parte del ministero del Tesoro sono dovuto andare alla pagina del Fanfani II perché non ci stava nella colonnina di destra :-) ) Tredici anni e mezzo sono quasi cinquemila giorni. Ieri sono cinque anni dalla morte del divo Giulio: l’hanno dimenticato tutti, o almeno tutti i giornalisti?

E gli altri 22 milioni?

Luigi Di Maio ha cercato per quanto gli fosse possibile di accreditarsi come politico responsabile e moderato, ma a quanto pare l’antagonismo non riesce proprio a scrollarselo di dosso. Lo si è sentito ieri nell’intervista televisiva da Lucia Annunziata, quando ha detto «Quale può essere l’effetto sul MoVimento del rifiuto di due forze politiche chiamate a dialogare con noi? E si riceve solo il due di picche, per la regia di Renzi e Berlusconi? Il grave rischio è che una forza come la nostra, votata da 11 milioni di persone, si allontani dalla democrazia rappresentativa. La disaffezione alle istituzioni della Repubblica. Non sta succedendo, ma il rischio c’è, la gente non ci crede più».

Il punto è molto semplice. Ci sono 22 milioni di persone che non hanno votato quella forza politica: rectius, che hanno votato altre forze politiche. (Dal mio punto di vista chi decide di non votare non ha nessun diritto di parola. Un paio di volte ho annullato anch’io la scheda, ma sapevo che per quel giro non avrei potuto dire nulla). Se vuoi fare un governo con i rappresentanti di alcuni di loro, devi mettere in conto che ognuno deve fare delle concessioni. M5S ne deve fare di meno perché loro sono di più, ma le deve fare anche lui: e le concessioni non sono “vabbè, non farò il premier” ma sono accettazioni di punti del programma diversi da quello loro. (E no, non vale cambiare il programma al volo :-) ) Non funziona? La colpa tipicamente è di entrambi, a meno che qualcuno non espliciti i punti del proprio programma che avrebbe lasciato perdere e quelli altrui che avrebbe accettato. Stacce.

Ah: credo che Dima tutto questo lo sappia perfettamente, e se non lo sapeva qualcuno gliel’abbia già spiegato. Ma lui sta parlando agli undici milioni di cui sopra, e purtroppo molti di loro questo non lo stanno.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-07 10:58

_Un mondo di coincidenze_ (libro)

Troviamo sempre delle coincidenze durante la nostra giornata. Ma sono davvero coincidenze oppure siamo noi che le pensiamo tali? Ennio Peres spiega in questo libro (Ennio Peres, Un mondo di coincidenze, Ponte alle Grazie 2010, pag. 249, € 15, ISBN 9788879289313, link Amazon) che non è sempre così. Il testo spazia in vari campi, dalla spiegazione della differenza tra casualità e causalità (e correlazione, naturalmente) al modo per creare artificialmente coincidenze; dai trucchi per far credere di essere un mago e tirare fuori coincidenze improbabili alle superstizioni legate alla coincidenza. L’ultima parte del libro è dedicata all’enigmistica, dove la coincidenza è sfruttata per usare il doppio senso nelle definizioni delle parole crociate o nelle crittografie, e nell’umorismo, per tirare fuori l’effetto comico volontario e involontario. Non è certo una coincidenza che Peres sia esperto in tutti questi campi…

Le colonne di via Lario

le colonne di via Lario (da Urbanfile)

Ero convinto di avere scritto qui sulle Notiziole a proposito delle due colonne di via Lario, che pensavo come tanti arrivassero dal portone di un antico cimitero che stava più o meno da quelle parti.
Invece non solo non ne ho scritto, ma immaginavo qualcosa di sbagliato! Quelli di Urbanfile hanno scoperto la vera storia di quelle colonne, che sono sempre state in quella posizione dal 1884, quando venne edificata una carboneria tra le attuali via Arese e via Lario. Le colonne indicavano probabilmente il limite dell’area privata, e non sono mai state spostate da lì, come potete leggere con dovizia di particolari nel loro sito. Quante cose si scoprono :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 15:10

L’app di PosteItaliane pensa agli umarell

Ieri mattina sono dovuto andare a ritirare una raccomandata in posta. Una volta le lasciavano in un ufficio più lontano ma che era aperto al pomeriggio: ora invece devo andare in quello più vicino che però chiude alle 13:50.
Per evitare di perdere tempo ho pensato “usiamo l’app e prenotiamo”. Peccato che alle 8:05 il primo orario disponibile fosse per le 9:00, tanto che ho fatto prima ad arrivare, prendere il mio numerino e aspettare il turno. Non pretendevo le 8:20, ma immaginavo che 35 minuti di anticipo per il turno delle 8:40 fossero sufficienti, e invece no. Per la cronaca, il numerino preso con il furbofono era A00, quindi nemmeno da dire “avevano già riempito lo slot”.
Evidentemente non vogliono dare troppo fastidio ai pensionati e agli umarell che si fiondano non appena l’ufficio postale apre”.

Il mio prossimo libro

Ci siamo (si fa per dire): stanotte ho spedito all’editore il manoscritto del mio prossimo libro. Se tutto va bene lo troverete a settembre nelle librerie reali ed elettroniche.
Una buona notizia per molti dei miei ventun lettori: di matematica stavolta ce n’è ben poca. (Un po’ ce n’è, non riesco proprio a farne a meno). Più che altro parlo di pettegolezzi su alcuni numeri, partendo dai significati non matematici, raccontando cose non sempre note e soprattutto rovinando le leggende che circolano spesso. Inutile dire che c’è un capitolo sul Quarantadue.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-02 14:32