E gli altri 22 milioni?

Luigi Di Maio ha cercato per quanto gli fosse possibile di accreditarsi come politico responsabile e moderato, ma a quanto pare l’antagonismo non riesce proprio a scrollarselo di dosso. Lo si è sentito ieri nell’intervista televisiva da Lucia Annunziata, quando ha detto «Quale può essere l’effetto sul MoVimento del rifiuto di due forze politiche chiamate a dialogare con noi? E si riceve solo il due di picche, per la regia di Renzi e Berlusconi? Il grave rischio è che una forza come la nostra, votata da 11 milioni di persone, si allontani dalla democrazia rappresentativa. La disaffezione alle istituzioni della Repubblica. Non sta succedendo, ma il rischio c’è, la gente non ci crede più».

Il punto è molto semplice. Ci sono 22 milioni di persone che non hanno votato quella forza politica: rectius, che hanno votato altre forze politiche. (Dal mio punto di vista chi decide di non votare non ha nessun diritto di parola. Un paio di volte ho annullato anch’io la scheda, ma sapevo che per quel giro non avrei potuto dire nulla). Se vuoi fare un governo con i rappresentanti di alcuni di loro, devi mettere in conto che ognuno deve fare delle concessioni. M5S ne deve fare di meno perché loro sono di più, ma le deve fare anche lui: e le concessioni non sono “vabbè, non farò il premier” ma sono accettazioni di punti del programma diversi da quello loro. (E no, non vale cambiare il programma al volo :-) ) Non funziona? La colpa tipicamente è di entrambi, a meno che qualcuno non espliciti i punti del proprio programma che avrebbe lasciato perdere e quelli altrui che avrebbe accettato. Stacce.

Ah: credo che Dima tutto questo lo sappia perfettamente, e se non lo sapeva qualcuno gliel’abbia già spiegato. Ma lui sta parlando agli undici milioni di cui sopra, e purtroppo molti di loro questo non lo stanno.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-07 10:58

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