Archivi annuali: 2018

Come si soffia sul fuoco

Ieri il Giornale intitolava Pacchia per 5mila rom: anche loro prenderanno il reddito di cittadinanza. In realtà potrebbero essere molti di più. Secondo Stefano Zanero, dei 140.000 rom / sinti che vivono in Italia la metà è cittadina italiana; molti di loro hanno redditi vari, ma possiamo immaginare che qualche decina di migliaia di loro rientreranno nei criteri. E no, non li si può escludere, mi spiace: è tutta colpa dell’articolo 3 della Costituzione, che immagino sia anche quello che viene citato per la decisione di introdurre il reddito di cittadinanza.

Il problema in realtà non si dovrebbe porre: per i cittadini italiani di origine rom e sinti, esattamente come per quelli di origine lombarda, napoletana o altoatesina, accedere al reddito di cittadinanza significherà anche dover accettare i lavori proposti, e nel caso di reiterati rifiuti perdere il reddito stesso. Quindi se effettivamente “i rom non vogliono lavorare” la misura sarà solo temporanea; altrimenti lavoreranno e avranno meno “tempo per rubare”. Ma tutto questo è chiaro ai lettori del Giornale? (al titolista immagino di sì)

archive.org ha “aggiustato” Wikipedia!

Sapete tutti che archive.org, tra le tante sue iniziative, raccoglie le pagine web per salvarle in modo che non si perdano come lacrime nella pioggia quando un sito viene chiuso (oppure, per i cattivi dentro come me, per verificare cosa dicevano inizialmente…)

Ordunque, lunedì gli amici di archive.org hanno annunciato di avere completato un loro meritorio progetto. Hanno scorso le voci delle 22 edizioni linguistiche di Wikipedia più importanti (tra cui quella in italiano), selezionato i link che non funzionavano più, verificato se la pagina corrispondente era salvata da loro e nel caso sostituire il link rotto con quello funzionante. Ora, è vero che i BOFH in ufficio da me impediscono di accedere ad archive.org, ma questo è un mio problema. Immaginate però quanta roba è tornata a essere disponibile – sono stati modificati nove milioni di collegamenti – e gioite con me :-)

quando Google non sa spiegare perché non funziona Google

Da ieri mattina Google Backup and Sync non funzionava più sul mio computer d’ufficio. In effetti nel weekend avevo visto che a casa stava risincronizzando tutto, ma non ci avevo fatto caso più di tanto (i vantaggi di una connessione in fibra :-) ), ma la situazione qui era molto peggiore. Mi era già capitato che non si connettesse, ma di solito erano problemi di firewall: occorre un proxy NTLM-compliant, e quindi devo fare qualche magheggio. Ma stavolta non era quello il problema.

Ho provato di tutto: sconnessione e riconnessione dell’account, reinstallazione dell’app, spegnere-e-riaccendere il computer: nulla da fare. Ho persino provato a sincronizzare un altro account, per capire se il problema ero io e non lui: nisba. Quel che era peggio è che il codice di errore – otto caratteri esadecimali – infilato nella casellina di ricerca di Google non dava nessun risultato… o meglio, dava altri problemi con Google Backup e Sync ma codici di errore diversi. Una ricerca sulla mancata sincronizzazione non aveva nemmeno lei portato risultati, se non le solite cose di cui sopra. Alla fine mi sono deciso a scrivere su Facebook. Poco dopo il mio amico Max Negro mi ha dato il link a una pagina che da solo non avrei mai trovato, che tra le altre cose suggeriva di cancellare la directory sotto %appdata% relativa a Google Drive: e in effetti è ripartito tutto. Occhei, sta ripartendo tutto, perché nei vari tentativi ho spostato la directory dove mantenevo i file condivisi che ora si stanno lentamente scaricando.

La mia ipotesi a questo punto è che sia cambiato qualcosa nell’applicazione. Ma perché allora Google non ha fatto in modo di ripulire quella directory, che tra l’altro il 99% degli utenti non vede perché di default è nascosta? Non è venutoloro in mente che questi programmi dovrebbero essere i più trasparenti possibile per l’utente finale? Qual è la deriva googliana?

Ultimo aggiornamento: 2018-10-03 08:57

Statistiche del sito per settembre 2018

Gli utenti unici continuano a esere pochi, ma ho il record annuale di pagine visitate. Per la precisione, a settembre ho avuto 20.060 visitatori con 48.265 visite; le pagine accedute sono 115.960 e gli accessi 288.184. Ecco la top 5, con due classici in testa e tre post del mese:

  1. Eupnoico: 1112 visite
  2. Centro Operativo Postale: 1010 visite
  3. Quizzino della domenica: A B C: 831 visite
  4. Dizionario degli anglicismi: 807 visite
  5. I silenzi assordanti: 797 visite

Gli altri tre post oltre le 500 visualizzazioni “native” sono la recensione di Aga Magèra Difùra con 736 visite, Italiasubs e i diritti magmatici con 607, e Non troppo buona scuola con 558. L’epub del mio microlibro su DFW è stato scaricato 100 volte, il mobi per il kindle solo 29.

(ah, per la riforma europea del copyright ho ben 30 accessi da reddit. So’ cose)

Il triste ferragosto di Rocco Casalino

Sulle frasi di Rocco Casalino riportate oggi da Repubblica avrei qualche domanda.

1. Come mai sono uscite dopo un mese e mezzo?

2. Vi ricordate che Casalino è tecnicamente un dipendente nel senso letterale della parola e non in quello pentastellato di “persona eletta”, e quindi non stiamo parlando di Gigino, Teone e quell’altro? (poi è pagato abbastanza bene per doversi anche fumare il ferragosto se serve, ma quella è un altra storia)

3. (Il vero problema) Vi rendete conto che abbiamo una classe politica che – almeno a detta di Casalino – non è capace di articolare un pensiero per conto proprio e ha bisogno di chi prepari loro la pappa pronta? (poi è vero che ad Autostrade per l’Italia sono messi ancora peggio perché non hanno neppure quello che gli articoli il pensiero, ma non stiamo a sottilizzare)

Ultimo aggiornamento: 2018-10-01 14:18

Torno a parlare a Torino

Venerdì 5 sarò al Toolbox di Torino per parlare a dig.it. L’evento di per sé è pensato per i giornalisti, e infatti parlerò della nuova direttiva copyright per i giornalisti, ma è aperto a tutti. Io sarò lì da metà mattina, ma parlerò al pomeriggio: sapevàtelo!

(ora devo solo preparare l’intervento)

Quizzino della domenica: quasi sudoku

Riempite il quadrato 5×5 che ogni riga e ogni colonna contenga i numeri da 1 a 5, e le somme dei numeri in tutte e undici le aree indicate siano diversi. Nessuna somma ha valore 3, e il triomino non contiene un 3.



(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p342.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Varsity Math)

_A Blink of the Screen_ (libro)

Partendo dal punto fermo che Terry Pratchett è morto e quindi ci siamo fermati a 41 libri del Discworld, mi sono rivolto a questa raccolta di pezzi vari scritti negli anni (Terry Pratchett, A Blink of the Screen, Corgi 2013 [2012], pag. 363, Lst 8,99, ISBN 9780552163330, link Amazon). Devo dire che leggere il suo primo racconto “ufficiale”, composto a scuola a 13 anni e pubblicato quando ne aveva 15, mi ha fatto capire che la scrittura non è proprio il mio campo (ma continuerò lo stesso a scrivere, sono testardo). Non era ancora lo stile a cui siamo abituati, ma il senso della struttura e l’umorismo di base c’erano già tutti, forse anche più dei racconti scritti quando faceva il giornalista, professione che evidentemente prosciuga le energie. La seconda metà del libro, così come le tavole a colori che lo inframezzano, è dedicata al Discworld; qua ci si trova in un ambiente più familiare, anche se nella maggior parte dei casi si hanno solo degli schizzi di due o tre pagine. Ah, sì: ogni racconto è preceduto da una sua introduzione, dove però Pratchett gioca a fare il finto modesto affermando che rileggendolo avrebbe cambiato tutto. Non ci credo, non foss’altro che perché gli sarebbe servito troppo tempo… (Un qualunque scrittore degno di questo nome rifarebbe sempre tutto: anche questo è un punto fermo).

Ultimo aggiornamento: 2019-01-06 23:07