Archivi annuali: 2016

Facebook Post-Mortem

Ho appena detto a Facebook che quando morirò voglio che il mio account venga cancellato. Spero di non morire stanotte: semplicemente sono passato davanti a quelle opzioni, ci ho pensato un attimo su e mi sono detto “perché mai devo lasciare qualcosa di me a Zuckerberg?”
Solo che non ho mica capito come si fa a spiegare a Facebook che qualcuno è morto… mi sembra insomma che nella procedura ci sia qualche baco.

(che poi mica viene cancellato, mi sa… «Choosing to have your account deleted means no one will be able to see your profile again after you pass away.» Leggete attentamente il testo)

Ultimo aggiornamento: 2016-11-27 23:02

Quizzino della domenica: bilancia taroccata

Ho dodici monete identiche, tutte dello stesso peso tranne una che pesa un po’ di meno, e una bilancia a due piatti. E dov’è il problema, direte voi? Il problema è che è la bilancia che potrebbe essere taroccata! L’ho infatti comprata in uno di quei siti internet cinesi che hanno sostituito il catalogo “Mai più senza” Euronova. Tutto quello che fa è indicare se i pesi nei due piatti sono identici (nel limite della precisione della bilancia, ma comunque si accorge della moneta più leggera) oppure indicare qual è il piatto più pesante; solo che potrebbero avere montato alla rovescia le lucette, e quindi indicare il piatto più leggero anziché il più pesante. Certo, potrei fare una prova con dei pesi chiaramente diversi (chessò, due monete da un lato e una da un altro) e tarare così la bilancia, ma sarebbe troppo facile: io voglio mettere lo stesso numero di monete in entrambi i piatti della bilancia. Qual è il numero minimo di pesate che mi permetterà di trovare la moneta diversa?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p219.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Tanya Khovanova)

TIM, i lavoratori e i media

Stamattina qui a Milano c’è stato un presidio con corteo (presumo non autorizzato…) dei lavoratori TIM. Ne danno notizia, anche se in maniera un po’ strana, sia Repubblica che Corriere, quest’ultimo mettendo nel titolo una maliziosa parentesi “(senza i sindacati)”.
Io in effetti non ne sapevo nulla e ho avuto la notizia solo oggi pomeriggio via Whatsapp da una collega che – ma non diteglielo a quelli del Corsera – è una sindacalista UIL; poi ho incontrato per caso un altro giovane collega (cosa rarissima ormai in TIM che ci sia un collega giovane) che mi ha detto che era stato al presidio perché era stato avvisato al volo, ma che la sua impressione era stata che il passaparola non aveva funzionato poi così bene. Diciamo insomma che la manifestazione non è stata organizzata dai sindacati, il che mostra forse per la prima volta nei miei trent’anni di lavoro nel gruppo Telecom che la gente è incazzata davvero.

E perché è incazzata? Beh, basterebbe già il contratto scaduto da mo’ con le aziende del settore telecomunicazioni che non hanno nessuna voglia di rinnovarlo… e dire che ci sono riusciti persino i metalmeccanici. Ma noi abbiamo anche la disdetta del contratto di secondo livello, con il diktat – o se preferite il trollaggio – dell’azienda, come spiego sotto.

Naturalmente – pensate a tutta la pubblicità acquistata da TIM sui media – entrambi i quotidiani riportano sussieguosamente la nota aziendale di risposta. Non preoccupatevi: nessun dirigente ha dovuto scriverla di sabato mattina. Quello è il solito testo che è già propinato da due mesi. Nel merito, ditemi voi se «gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli» significa prendere gente che lavorava in staff, fargli un corso di una settimana massimo due, e mandarli a vendere… ma non come venditori standard: sarebbe stato troppo facile e probabilmente un demansionamento persino peggiore di quello previsto nel nuovo ipotetico contratto. Con il reboante nome di “Tim Personal Consultant”, il loro compito sarà quello di fare gli stalker nei negozi aziendali, circuire i clienti in coda e convincerli a sottoscrivere le offerte aziendali. Che «nella nota la trattativa sindacale è improntata ad ampia disponibilità a discutere» significa in pratica che che è arrivata con il “suo” nuovo contratto nel quale l’unica cosa lasciata in bianco era la data iniziale di validità; che la trattativa sia «ispirata a una filosofia di recupero di produttività interna» in effetti può essere visto dal togliere due giorni di ferie (e quindi avere due giorni di lavoro in più a parità di stipendio), ma non riesco proprio a vederla nell’obbligare per esempio a terminare le ferie a settembre, lasciando – bontà loro – la possibilità di prendere fino a quattro giorni di permesso non retribuito; né ancora per esempio allo spostare di un quarto d’ora l’orario minimo iniziale di lavoro e bloccare a 60 minuti la pausa pranzo (che adesso è tra i 30 e i 90, con ovvio recupero serale) per spostare di un quarto d’ora l’uscita pomeridiana, il tutto senza nemmeno modificare le fasce di compresenza. Ah sì: produttività interna vorrà dire che l’orario non è più giornaliero ma settimanale, con la presenza giornaliera tra le 5 e le 10 ore, il tutto deciso dal capo giorno per giorno. Infine, la «redistribuzione degli auspicabili risultati ottenuti» ci sarà sicuramente… per il board i cui bonus dipendono appunto dai risparmi che faranno. Ovvio, no?

Ultimo aggiornamento: 2016-11-26 23:06

_Storia del Talmud_ (libro)

Il Talmud non è un semplice libro. È parte integrante della tradizione ebraica. Ma non è sempre stato così, e la sua storia è davvero incredibile,anche se il sottotitolo di questo libro (Harry Freedman, Storia del Talmud : Proibito, censurato e bruciato. Il libro che non è stato possibile cancellare [The Talmud : A Biography], Bollati Boringhieri 2016 [2015], pag. 296, € 24, ISBN 9788833927329, trad. Gadi Luzzatto Voghera) è un po’ esagerato. Freedman ci racconta di come il corpus iniziale delle discussioni tra rabbi e rav si sia man mano coagulato in due versioni diverse (il Talmud di Gerusalemme e quello di Babilonia) che poi si sono più o meno mischiate e sono passate al testo scritto. Ma c’è anche dell’altro: nel libro leggiamo infatti la storia di due millenni dal punto di vista ebraico – e qui si comprende anche la scelta come traduttore di Gadi Luzzatto Voghera che ha ben presente quello di cui si parla. Le persecuzioni contro gli ebrei, e quindi contro il Talmud, magari erano già note: ma molto più interessante è vedere che in alcuni casi il mondo cattolico e luterano si sono avvicinati alla lettura del Talmud per capire meglio il significato della Torah. Anche le pagine su Spinoza hanno un tono diverso da quello che almeno io ho studiato a filosofia, e finalmente ho compreso la differenza tra le tre correnti moderne nel mondo americano. Un solo appunto: ogni tanto l’editing si è perso, con nomi che a distanza di poche righe sono scritti in maniera diversa.

Ultimo aggiornamento: 2016-11-26 09:34

casualità coerente

Dieci anni fa avevo scritto di come il mio lettore MP3 scrauso messo in modo “riproduzione casuale” mi avesse fatto sentire due volte di fila lo stesso brano, e che mi fossi stupito non tanto per la ripetizione quanto perché la mia sensazione è che ci sarebbe voluto molto più tempo perché capitasse una cosa del genere. Beh, oggi mi è successo per la seconda volta (il brano stavolta era la sigla di Supergulp!: don’t ask) e in effetti i tempi mi paiono più naturali, stavolta :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-11-24 14:19

Chi ha votato per Trump?

Il lavoro degli statistici non termina quando si sono completamente sbagliate le previsioni :-). L’analisi del voto effettivo è fondamentale perché serve a tarare meglio i modelli previsionali per cercare di fare meno peggio la volta successiva: sbagliare la composizione del campione elettorale porta inevitabilmente a un errore di partenza (un bias) che non può essere corretto. Ecco dunque che Nate Silver è tornato sui risultati dell’elezione del Presidente degli Stati Uniti e si è messo a cercare qualche correlazione a partire dai risultati per singola contea, prendendo i dati estremi per vedere se spuntava qualcosa. Il risultato è davvero interessante. Mentre i risultati delle contee con il reddito medio più alto e di quelle col reddito medio più basso non mostrano nessun trend specifico, se si guarda le prime cinquanta con la percentuale maggiore e minore di laureati le cose cambiano eccome. Nel primo caso Clinton ha guadagnato 8 punti e mezzo sul risultato di Obama nel 2012, cioè più del 4% dei votanti si è spostato verso di lei (escludendo in prima approssimazione gli altri candidati), nel secondo Trump ha migliorato le performance di Romney di più di 11 punti, con uno spostamento di quasi il 6%. Il bello è che queste contee a volte sono fortemente polarizzate verso un partito, ma il trend si vede ugualmente: quindi non è un problema di zone democratiche o repubblicane. Silver ha poi testato altri insiemi di contee per eliminare possibili correlazioni spurie, sia per quanto riguarda il reddito medio che per eventuali presenze di minoranze etniche, e l’ipotesi “più laureati → voto per Clinton” sembra proprio essere valida.

Silver termina facendo ipotesi su cosa può significare questo bias. No, non è necessariamente “solo uno stupido può voler votare per Trump” :-) Questo è importante da un punto di vista politico ma anche statistico, per quello che dicevo all’inizio: ma si va troppo fuori dalle mie competenze, quindi vi risparmio il pippone!

(grazie ad Alessio Bragadini per la segnalazione dell’articolo di Silver!)

Ultimo aggiornamento: 2016-11-23 15:43

Analfabeti funzionali 2

iovoto Visto che Facebook ha deciso nella Sua Infinita Saggezza di cancellare la foto incriminata di Paolo di cui avevo parlato, l’ho ricopiata qui.

La cosa più pericolosa è ovviamente il fatto che per cancellarla i peracottari hanno fatto una campagna di clic sul link “report photo” (penserete mica che Zuckerberg o chi per lui controlli quei clic). Ecco. Pensateci, quando vi fate una cultura su Facebook.

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:18

Analfabeti funzionali

Nel weekend il mio amico Paolo Sinigaglia ha pubblicato questa foto su Facebook. Per chi non ha voglia di cliccare, si vede una scheda elettorale che sta per essere inserita in un’urna, contornata dalla scritta (TUTTA IN MAIUSCOLO): “Al referendum non lasciare che cancellino il tuo voto! Non usare la matita che ti danno!” e “Porta con te una biro e usa quella! #iovoto”. Il post aveva anche una didascalia: “Condividi anche tu, aiuta ad annullare il diritto di voto di un analfabeta funzionale.”

Io sono sempre stato scettico sulla moda di parlare (pardon, oggi si dice “sulla narrazione”) dell’analfabetismo funzionale: persone che sanno leggere e scrivere, ma non riescono a comprendere il significato di quello che leggono. Come voi :-) potete leggere, nella didascalia del post è indicato che un simile comportamento annullerebbe la scheda; inoltre non è specificato da nessuna parte cosa votare. Diciamo che è un appello bipartisan all’ignoranza. Se però leggete i commenti troverete molte persone che se la prendono con il Sinigaglia – e in un certo senso li capisco… Ma quello che è peggio è che ho notato una fortissima correlazione nei loro comportamenti. Costoro voteranno tutti in un certo modo, e lo esplicitano nel post; si lamentano perché questo post cerca di fare invalidare i loro voti, leggendo quindi una dichiarazione di voto che non esiste; e soprattutto quando si fa loro notare tutte queste cose strepitano ancora più di prima, dimostrando di essere affetti dalla sindrome Fonzarelli. Io trovo tutto questo inquietante. Voi?

Aggiornamento: (h22:30) Poiché l’immagine è stata cancellata da Facebook ho fatto un post apposta.

Ultimo aggiornamento: 2016-11-22 22:25