Nel weekend il mio amico Paolo Sinigaglia ha pubblicato questa foto su Facebook. Per chi non ha voglia di cliccare, si vede una scheda elettorale che sta per essere inserita in un’urna, contornata dalla scritta (TUTTA IN MAIUSCOLO): “Al referendum non lasciare che cancellino il tuo voto! Non usare la matita che ti danno!” e “Porta con te una biro e usa quella! #iovoto”. Il post aveva anche una didascalia: “Condividi anche tu, aiuta ad annullare il diritto di voto di un analfabeta funzionale.”
Io sono sempre stato scettico sulla moda di parlare (pardon, oggi si dice “sulla narrazione”) dell’analfabetismo funzionale: persone che sanno leggere e scrivere, ma non riescono a comprendere il significato di quello che leggono. Come voi :-) potete leggere, nella didascalia del post è indicato che un simile comportamento annullerebbe la scheda; inoltre non è specificato da nessuna parte cosa votare. Diciamo che è un appello bipartisan all’ignoranza. Se però leggete i commenti troverete molte persone che se la prendono con il Sinigaglia – e in un certo senso li capisco… Ma quello che è peggio è che ho notato una fortissima correlazione nei loro comportamenti. Costoro voteranno tutti in un certo modo, e lo esplicitano nel post; si lamentano perché questo post cerca di fare invalidare i loro voti, leggendo quindi una dichiarazione di voto che non esiste; e soprattutto quando si fa loro notare tutte queste cose strepitano ancora più di prima, dimostrando di essere affetti dalla sindrome Fonzarelli. Io trovo tutto questo inquietante. Voi?
Aggiornamento: (h22:30) Poiché l’immagine è stata cancellata da Facebook ho fatto un post apposta.
Ultimo aggiornamento: 2016-11-22 22:25
(manco a farlo apposta… Sul post di Paolo avevo scritto in breve più o meno le stesse cose, e uno ha appena commentato: «Scusa ma il tag #iovotono perché ci sarebbe se non per indicare cosa vota chi posta?»)
A parte il fatto che sulla foto c’è scritto #iovoto e non #iovotono, sai che non ho capito assolutamente niente? (E ho letto fino in fondo sia il tuo post, sia quello di Paolo… sarò mica IO l’analfabeta funzionale? Aiuto.)
appunto. Il commentatore ha letto #iovotono anziché #iovoto.
Il mio post dice che quasi tutti quelli che si sono lamentati hanno immaginato che il post originale di Paolo cercasse di far sbagliare quelli che votavano no, e visto che quelli lì votavano anch’essi no hanno cominciato a inveire ed insultare.
Per me si tratta di una ulteriore versione del profondo conflitto tra qualcosa di collettivo (il voto) e estremo individualismo contemporaneo (almeno voto con una penna che ciuccio solo io prima dell’uso).
Del resto la questione rimanda al vero oggetto della votazione: la democrazia ultraliberista contemporanea è una alternanza di dittature quinquennali in cui chi ha il potere lo detiene per intero e in tutte le sue forme o tuttavia come una relazione complessa tra poteri volutamente sovrapposti e collettività nazionale?
Senza però trascurare che all’estero si vota con la penna (individuale) blu o nera, come se tutti i sacri pregi della rara matita copiativa fossero annullati. Magari come le crocette inchiostrate…
Come dice Bubbo, nelle istruzioni che ho ricevuto all’estero c’era scritto di usare una normalissima penna, anche perche’ un lapis copiativo in casa non ce l’avevo.
Perche’ annullare un voto fatto con la penna o con un pennarellone a punta grossa nero comunque?
perché prima bisogna cambiare la legge :-)
(il commento è serissimo. D’altra parte perché se sei all’estero voti per posta mentre se sei in Italia non è possibile?)
Per la verita’ avrei preferito un bel seggio, come avevano fatto per le europee.
La procedura per i referendum, che ho gia’ sperimentato per le trivelle, la trovo scomoda.
La busta con la scheda arriva per raccomandata quindi o sei in casa quando arriva o fai una fila in posta.
Poi devi rispedire indietro la busta preaffrancata e li speri che le poste locali non se la perdano :-)
L’ambasciata raccoglie le buste e le manda in italia senza aprirle/scrutinarle.
Ah, la famosa lettera di Renzi mi e’ arrivata dopo due giorni che avevo votato, in una busta anonima, senza indicazioni di governo, o partito, o comitato.
Per il voto all’estero (almeno in Svizzera) le istruzioni dicono esplicitamente di usare una penna a sfera nera o blu per votare.