Archivi annuali: 2016

_Il mio Leo Longanesi_ (libro)

[copertina] Non ho ben capito perché nella sua lunga introduzione Pietrangelo Buttafuoco abbia dovuto ripetere alcune delle frasi di Longanesi che sono poi riportate in questo libro (Leo Longanesi, Il mio Leo Longanesi, Longanesi 2016, pag. 255, € 18,60, ISBN 9788830444942). Capisco invece perché la scelta che ha fatto dei lunghi brani qui presenti è forse un po’ troppo tendente alla politica: ma qui devo concordare, perché il coinvolgimento in politica di Longanesi, dal fascismo all’antifascismo di destra, è sempre stato molto importante. Penso comunque che la lettura di queste pagine possa permettere a tutti di leggere una prosa incredibilmentecontemporanea a più di sessant’anni dalla sua prematura morte, e dalle battute spesso fulminanti, come si può anche vedere nella raccolta delle ultime pagine.

Chiude MATE

Con un’immagine (nemmeno un post…) sulla pagina Facebook e una cancellazione totale della sua esistenza dal sito di Centauria, ho scoperto che con il 2017 MATE chiude le pubblicazioni: l’ultimo numero insomma è l’8, di dicembre, pubblicato il 20 novembre. Il motivo della chiusura, sempre a detta del comunicato, sembrerebbe essere la mancanza di inserzioni pubblicitarie; evidentemente non si aspettavano di andare in pareggio con le copie vendute, ma a questo punto mi chiedo su quali inserzionisti pensavano di puntare.

Anche se ho comprato tutti i numeri usciti per sostenerla, non è che la rivista mi abbia mai attratto più di tanto: la mia sensazione è che tendesse più a cercare di essere l’equivalente di Voyager. C’erano degli articoli interessanti, ma in generale mi pareva che si cercasse di stupire il lettore con effetti speciali, come se più che di matematica si parlasse di magia. Intendiamoci: non pensavo affatto a una rivista in cui si facesse matematica, per quanto semplice la si potesse presentare. È chiaro che l’idea era quella di un rotocalco, e di per sé lo capisco anche. Ma almeno dare un’idea di cosa sia in pratica davvero la matematica poteva esserci, no?

Prendiamo l’ultimo numero uscito, per esempio, e lasciamo da parte le mie idiosincrasie personali, tipo la rubrica Lo Smatematico e il giallo matematico; a me non piacevano, ma avevano comunque un loro senso. Le news matematiche iniziali erano come al solito più o meno matematiche (a meno che voi non siate pitagorici e pensiate che tutto sia numero), ma sicuramente mancano di un link di approfondimento alla notizia originale, come appunto se non fosse importante far capire quanto stupire. L’intervista (in questo numero a Cabezón) è stata come quasi sempre un punto positivo, perché permette di far capire cosa fa un matematico; il day-by-day sul problem solving è sufficiente, a parte il riquadro gossip… ehm, celebrities, come anche quello su Micmath: ma mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca. Molto bella l’intervista a Simone Lepore, del tutto inutile (matematicamente parlando…) l’esperimento sull’altezza.

Veniamo ora allo speciale, in questo caso sui risparmi. Secondo voi, se uno trova scritto «Tali modelli sono basati sulla specificazione di un processo stocastico esogeno che governa l’evento default: tipicamente si assume che si tratti di un processo di tipo Poisson e spesso si ipotizza che il tasso di recupero sia esogeno al modello», uno che non sappia già di che si parli capisce qualcosa? Se l’idea era “abbiamo mezza pagina per scrivere un articolo, perché sennò diventa troppo complicato”, tanto vale lasciare perdere. Che ci siano pezzi come il paradosso dell’agente immobiliare che siano molto più chiari non basta ad apprezzare il tutto.

La parte sulle università mi pare più che altro una marchetta; la pagina di didattica sugli equivoci geometrici era interessante, come anche il paradosso dei troppi antenati; la parte di storia dei matematici (Abel, Peano e Cardano in questo numero) era sicuramente adatta al taglio della rivista, mentre per Lamarr avrei almeno aggiunto qualche dettaglio sul FHSS; l’articolo su Joyce (ciao Popinga!) era carino. Comoda la pagina sulle uscite librarie, del tutto inutili le due pagine sulle fiabe sonore, e infine i giochi confesso di non averli mai provati (ne devo già cercare troppi per i quizzini), ma penso fossero comunque un buon asset.

In definitiva un risultato che sarebbe potuto andare bene per il numero 1, ma che almeno a mio parere arrivati al numero otto mostra di non aver trovato una propria strada. Né mi pare di aver mai visto il tentativo di chiedere ai lettori cosa fare; può darsi che abbiano cercato un campione di non-lettori (che è l’altra cosa che si può immaginare per creare una linea editoriale vendibile), ma ovviamente non lo so. Chissà se ci sarà mai un altro esperimento di questo genere…

Piero Torasso

Il giorno di Natale è morto Piero Torasso. Il nome non vi dirà molto, a meno che non siate informatici torinesi: Torasso è stato uno dei primi laureati in informatica a Torino, dove poi ha presto avuto una cattedra che ha mantenuto fino alla fine. (Nota: la prima facoltà di informatica in Italia è stata a Pisa nel 1969: sono poi seguite Udine, Salerno e appunto Torino nel 1971)
Il campo di studi di Torasso è stato l’intelligenza artificiale, materia sulla quale teneva l’omonimo corso universitario che ho “seguito” anch’io mentre prendevo la seconda laurea in informatica. Le virgolette stanno a significare che non ho mai seguito una lezione a informatica, per il banale motivo che stavo lavorando: mi limitavo a presentarmi agli esami e sperare in bene. In questo caso, Torasso mi chiese tra le altre cose di parlare di un sistema di inferenza, di cui ovviamente mi sono scordato il nome, basato sulle proprietà “is-in” e “has-attribute”, o qualcosa del genere. Io me ne ricordavo una sola, e sono andato avanti per un po’ con lui che cercava di farmi usare la seconda e io che facevo equilibrismi per usare sempre solo la prima: col senno di poi, avrei dovuto capire che quei sistemi avevano dei problemi di base se potevano essere usati in modo diverso dal voluto :-) Ad ogni modo alla fine ho preso 29, che da un certo punto di vista è una medaglia al valore…

Ultimo aggiornamento: 2016-12-28 10:57

_Il magico mondo dei numeri_ (libro)

Quarto volume della collana La scienza per gioco, questo libro (Johnny Ball, Il magico mondo dei numeri [Think of a Number], Le Scienze 2015 [2005], pag. 96, € 9,90, trad. Mauro Gurioli) è pensato per i ragazzi delle medie, raccontando con tanti colori e figure alcune curiosità della matematica, a partire dalla definizione dei numeri all’aritmetica e alla geometria, terminando con le minischede biografiche di alcuni matematici e scienziati del passato. D’altra parte Ball non è uno scrittore, ma un presentatore televisivo britannico: Think of a Number era il nome di una trasmissione televisiva che lui presentava negli anni ’80 sulla BBC.
L’idea probabilmente è sensata, così come la scelta di aggiungere molti fattoidi; peccato che ci siano alcuni punti che mostrano una scarsa attenzione al risultato finale. Per esempio i numeri invisibili sotto il riquadro nero a pagina 22, o il concetto di infinito “quantificabile” a pagina 39 (sarebbe “numerabile”, o anche solo “contabile” – e comunque fi anche se irrazionale non dà problemi per la numerabilità…) o ancora la “spiegazione” di come Archimede “dimostrò” quale sia l’area sottesa da un arco di parabola. Peccato, perché macchiano un’opera che ha un’indubbia utilità.

Stazione Centrale e controlli

Dicono di avere filmato Anis Amri alla Stazione Centrale di Milano, mentre stava uscendo. Certo, la Centrale è piena di polizia, ed entrare ai binari è difficile (ma non impossibile: se uno vuole ammazzarsi con una bomba non è che gli costi tanto comprare un biglietto del treno ed esibirlo ai controlli…). Ma uscirne come capita spesso non è un problema. Dunque mi spiegate perché ci sono tutti questi controlli?

Ultimo aggiornamento: 2016-12-27 19:01

messaggi

Ieri sera mi è arrivato un messaggio da info@spinoza.it, con questo testo.
Ciao .mau.,

hai ricevuto un nuovo messaggio privato da parte di "CliftonImink" nel tuo
account su "Spinoza" e posta il seguente oggetto:

Adult Dating

Puoi vedere il tuo nuovo messaggio privato al link seguente: [link espunto]

A questo punto mi chiedo un po’ di cose. La prima non è perché mi arrivi un messaggio da Spinoza: quando non era ancora famoso ho persino visto pubblicate un paio di mie battute. Arrivato il pienone di gente ho lasciato perdere (adesso sono entrato e ho trovato scritto “Ultimo accesso: 22 giu 2010, 12:30”, tanto per dire), ma come capita spesso non ho disiscritto l’utenza del forum. La prima domanda è se qualcuno sta ancora usando quel forum. Ma è la seconda cosa quella che mi turba di più: che diavolo significa “e posta il seguente oggetto”?

Ultimo aggiornamento: 2016-12-27 13:52

letture (mie) del 2016

Dopo aver completato la lettura ai bimbi di Harry Potter e la pietra filosofale sono arrivato a 80 libri terminati nel 2016 (aNobii ne segna 78 perché uno è Kindle only e un altro non è ancora stato aggiungo alla base dati). L’anno scorso ero arrivato a 78, ma con più pagine: 21260 contro 19200. Come sempre trovate l’elenco delle recensioni (tranne le ultime due che appariranno prima di capodanno, e un paio che usciranno l’anno prossimo)
Però mi sa che non riuscirò a mantenere questo ritmo anche nel 2017…

Quizzino della domenica: du’ du’ du’

Data l’espressione
2 × 2 − 2 × 2 − 2 × 2 − 2 × 2 − 2 × 2
inserite una coppia di parentesi (in modo che l’espressione abbia senso…) per ricavare il massimo valore (positivo) possibile.

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p223.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Andrew Liu, Arithmetical Wonderland)