Archivi annuali: 2013

come si pronuncia GIF?

Il mondo si divide in tre categorie. Quelli che dicono “i gif” (in inglese, “jif”; in IPASCII, /dzif/); quelli che dicono “i ghif” (in inglese, “gif”; in IPASCII, /gif/); quelli che dicono “usate piuttosto i PNG”. Io sono passato dalla prima alla seconda alla terza categoria.
Finalmente l’inventore del formato GIF ci dice una volta per tutte come si pronuncia: guardatelo su dotTech.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-23 07:00

l’apologia del giocare sporco

Avete visto l’ultimo post di Alessandro Gilioli? Se vi serve un executive summary, eccovelo qua: “Berlusconi delendus est”. Non importa che chiaramente la legge del 1957 sull’ineleggibilità non si possa applicare a Berlusconi, come anche Gilioli è costretto ad ammettere arrampicandosi poi sugli specchi della «evidente intenzione del legislatore». Quello che importa è che «In questo caso però abbiamo di fronte un capo politico che non ha mai giocato corretto, anzi: […]» e quindi «Di fronte a un avversario che ha corrotto l’arbitro, minacciato i guardalinee e truccato le linee della porta, magari dopo essersi pure dopato, non ci si ferma ad aspettare che si rialzi con un fair play che va oltre le regole.» (quelle regole che appunto devono essere viste secondo l’idea del legislatore, non certo sulla lettera). D’altra parte, meno di una settimana fa Gilioli rimarcava la stessa cosa: dal mio punto di vista Giorgio Pagliari ha dimostrato tutta la sua intelligenza firmando un appello sull’ineleggibilità di Berlusconi senza sapere cosa stava firmando, e il fatto che quando gli tocca provarci davvero vuole “mettersi a leggere le carte” è il minimo sindacale.
Giusto per mettere le cose in chiaro: il mio punto di vista è che sono diciannove anni che in Italia non si è fatta una legge sul conflitto di interessi che renda impossibile che un membro del governo abbia partecipazioni azionarie superiori a chessò 100.000 euro, e nel caso debbano essere immediatamente lasciate a un blind trust. Il mio punto di vista è anche che la giunta per le autorizzazioni a procedere (che è sempre questa) sia oramai obsoleta, e soprattutto che non abbia senso che debba dare autorizzazioni per reati contro lo Stato (corruzione e concussione, giusto per nominarne due). Ma ridefinire il significato delle regole per me è mettersi esattamente alla pari dei Berlusconi vari, e allora davvero tanto vale che io vada a votare Pdl, no?

Ultimo aggiornamento: 2013-05-22 11:36

quanti gradi!

[una virata a 360 gradi] Pietro mi segnala questo articolo della Gazzetta del Sud che inizia con uno dei classici topoi del giornalismo che ha paura dei numeri: una “virata a 360 gradi”.
Basta pensarci un attimo e il concetto di virata a 360 gradi fa subito venire in mente quello di “inversione a O”: però bisogna appunto pensarci su, e non far partire immediatamente il neurone che si è attivato al pensiero di frasi tipo “le indagini sono condotte a 360 gradi” – frase questa che ha indubbiamente un senso, almeno se si vogliono escludere interventi divini o infernali e quindi ci si limita a indagini sul piano.
Kudos a Pietro per essersi immediatamente accorto della frase!

Ultimo aggiornamento: 2013-05-22 10:02

sogni

Stanotte (quasi stamattina, a dire il vero) ho sognato che non so perché ma parlavo con beppegrillo(tm). Non erano cose che riguardavano M5S, se ben ricordo erano sì “politiche” ma di massimi sistemi. La cosa più strana però era che il vate di Sant’Ilario era insolitamente tranquillo, si stava proprio chiacchierando amabilmente.
Mi sono svegliato un minuto prima che la sveglia non suonasse (non so perché, ma segnava le due del mattino. Dovrò chiedere a Jacopo cosa fa con quella sveglia). Ci dev’essere una logica in tutto ciò, ma mi sfugge.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-21 12:34

Ma non basta Google?

Leggo da Mazzetta dell’appello dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e per le Informazioni bibliografiche (www.iccu.sbn.it), che non dispone più dei finanziamenti necessari alla gestione del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). L’appello lo trovate qua: ai miei ventun lettori non penso sia necessario spiegare cos’è l’OPAC-SBN, ma forse questo post può essere letto da qualcun altro, e quindi due parole sono utili.
In Italia ci sono tante biblioteche. Non tutte hanno naturalmente gli stessi libri, non foss’altro che perché non avremmo spazio a sufficienza; quindi ognuna di esse deve fare un qualche tipo di scelta, che dipende dal pubblico della biblioteca stessa. Quando ero ragazzo io, ogni biblioteca aveva i suoi schedari: file di cassetti con una scheda scritta a macchina per libro, ordinate per autore e per classificazione Dewey. È poi nato uno standard che si chiama OPAC (On-line Public Access Catalogue), che fa la stessa cosa, anzi meglio, in elettronico; e man mano che le biblioteche convertivano in elettronico i loro cataloghi hanno anche pensato di metterli insieme, come per esempio hanno fatto le biblioteche lombarde. Migliaia di biblioteche in tutta Italia si sono poi accordate per fare un gigantesco catalogo elettronico unico: ora è possibile scoprire in quali biblioteche d’Italia si trova il libro che si sta cercando, e se si è fortunati anche ottenerlo con il prestito interbibliotecario. Quando si parla di possibilità di diffondere la cultura, l’OPAC-SBN è insomma uno strumento preziosissimo.
Tutto questo però non funziona da solo: occorrono persone che mantengano l’OPAC, e servono tra l’altro competenze non esattamente banali – e non automatizzabili – per fare un lavoro che sia utile per chi i libri li cerca. Detto in altri termini, non basta prendere Google e dirgli “toh, indicizzami questo”. Non servono tantissimi soldi: le macchine non devono essere supercomputer e anche il software è standard. Però bisogna pagare gli stipendi a chi queste cose le gestisce in pratica, e con gli ultimi tagli al Mibac soldi per loro non ce n’è più. Il guaio è che una biblioteca si vede, ed è facile spiegare cosa succede se non ci sono soldi; un OPAC non si vede, e quindi spiegarlo è più difficile. Iniziamo a parlarne un po’ tutti?
Aggiornamento: (h 20) Sembra che l’allarme stia rientrando almeno in parte, si veda qui.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-21 07:00

Informatica dilettevole e curiosa

Io ve lo dico adesso, così non potete dire che non lo sapevate. Mercoledì 29 alle 16 sarò a Informatica qui a Milano (in via Comelico) a tenere un seminario dal titolo come questo titolo. Il seminario è pubblico: sapevatelo :-)
Aggiornamento: le slide annotate del seminario le trovate qui.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-20 07:00

Quizzino della domenica: Divinazione

Lo scorso mese ho incontrato per caso una vecchia conoscenza con cui avevo perso i contatti dai tempi dell’università. Chiacchierando, abbiamo scoperto tra l’altro che ci siamo sposati lo stesso giorno, anche se a cinque anni di distanza. Mi ha poi presentato sua figlia, una bimba carina che aveva appena compiuto sette anni. Le ho chiesto “Ciao! Come ti chiami?” e lei mi ha risposto “Alessandra”. “Ah”, replico io, “come la tua mamma!”
Come ho fatto a esserne così certo? Non ci eravamo più sentiti da anni, ben prima anche del suo fidanzamento, e non avevo nemmeno avuto sue notizie da conoscenti comuni.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p102.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-02 22:11

_Linee tranviarie a Torino_ (libro)

[copertina]Ognuno di noi ha i suoi interessi, più o meno inconfessabili. Tra le molteplici cose che mi piacciono ci sono le linee tranviarie: essere nato e cresciuto a Torino ed essermi poi trasferito a Milano, due città che nonostante tutto hanno mantenuto una rete abbastanza capillare, probabilmente ha favorito questa mia mania. Se poi aggiungete la mia mania classificatoria, comprenderete senza dubbio quanto io abbia apprezzato questa opera (Antonio Accattatis, Linee tranviarie a Torino : l’evoluzione della rete tranviaria cittadina dalla Sbt al GTT, Phasar edizioni 2007, pag. 236, ISBN 9788885068384).
Accattatis ha raccolto e ordinato tutte le informazioni possibili sull’evoluzione della rete tranviaria di Torino: per dire, in un’appendice vengono persino indicate soppressioni e riparazioni dovute ai bombardamenti alleati nella seconda guerra mondiale. Il libro è diviso in tre parti: la prima tratta del periodo fino agli anni 1920 in cui c’erano ben tre concessionarie, ciascuna con i propri binari che correvano in vie assolutamente improbabili; la seconda racconta della nascita dell’Atm e dell’evoluzione (e successiva involuzione…) della rete fino alla famigerata rivoluzione del 1982, quella per cui si diceva che l’assessor Rolando avesse scoperto che la linea più breve tra due punti fosse il gomitolo; la terza parla della rete a griglia con le modifiche successive fino al 2007, data di pubblicazione del libro. Nella seconda parte si racconta anche delle tranvie intercomunali, che ebbero una vita piuttosto effimera ma lasciarono tracce durature (come mai per esempio i binari in corso Francia erano posizionati su un solo lato della carreggiata?)
Una caratteristica positiva del libro è la visione di insieme, associata poi ad alcune minuzie davvero curiose: per esempio tra le due guerre c’erano vari capolinea “a cappello di prete” dove il tram faceva un piccolo tratto in retromarcia per riposizionarsi, ma con il vantaggio di occupare molta meno sede stradale. L’unico appunto che farei è la mancanza di cartine cittadine per mostrare la rete in momenti topici della storia di Torino, per esempio prima del taglio del 1966. Mi sa che non si può pretendere proprio tutto.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-18 07:00