Stamattina Anna stava ascoltando il podcast di Luca Bizzarri “Non hanno un amico” e così ho scoperto i gadget elettorali che alcuni candidati alle regionali venete stanno regalando: pacchi di pasta e di caffè con l’effigie del candidato sulla confezioni, accendini-doppiette e set da manicure. A parte gli slogan da brivido («Sono il sindaco della pasta giusta», «Una miscela tostissima», mi sembrano tutti dei dilettanti. Achille Lauro (non il cantante…) sì che ne sapeva!
Codice Edizioni è stata comprata da Feltrinelli
Ieri è apparsa (come fulmine a ciel sereno, almeno per me) la notizia che Feltrinelli ha comprato le quote di maggioranza di Codice Edizioni. Io Codice la conosco piuttosto bene, considerando che sono stato uno dei traduttori dell’hofstadteriano Superfici ed essenze e ho pubblicato per loro Matematica in pausa pranzo, il povero Numeralia che non si è filato nessuno e naturalmente Matematica in pausa caffè, un successo minore con traduzioni in turco, russo, cinese e coreano. Che posso dire? Il cofondatore Vittorio Bo ha ormai passato la settantina (Maria Perosino è morta nel 2014), e già da alcuni anni stava lasciando la cura al figlio Marco, che continuerà a essere il direttore editoriale. Il problema di una casa editrice piccola, in Italia ma penso anche all’estero, è la scarsa visibilità. Anche se Codice è quasi sempre stata finalista se non vincitrice dei premi letterari di divulgazione scentifica, non è certo facile sgomitare tra le decine di migliaia di proposte pubblicate ogni anno. La speranza è che finalmente almeno nelle librerie Feltrinelli si riescano a trovare i libri. L’altra informazione che si legge nel comunicato stampa è che Feltrinelli era interessata alla parte di gestione di eventi, che Codice aveva ripreso da alcuni anni. Certo che è triste, almeno per me, vedere un altro pezzetto di torinesità che ne va via…
RSA non è più quello di una volta (II)
La scorsa settimana ho scritto che anche se la struttura logica dell’algoritmo RSA ha cinque parametri, la chiave di cifratura e è quasi sempre settata a 65537, per ragioni di efficienza computazionale e perché non dovrebbe dare problemi di sicurezza (almeno nei casi normali). Ma c’è anche un’altra modifica che è stata fatta negli anni, sempre per ridurre il costo computazionale (che nel caso della crittografia a chiave pubblica è molto più alto che nei sistemi di crittografia simmetrici).
Ricordo che nell’algoritmo RSA viene calcolato φ(n) = (p−1)(q−1), dove p e q sono i numeri primi di partenza, il cui prodotto è n, e φ(n) è la funzione φ di Eulero, cioè quanti sono i numeri minori di n e che non hanno fattori primi in comune con n. Nel nostro caso è facile calcolare il “toziente” (altro nome con cui è nota la funzione φ di Eulero), proprio perché p e q sono primi.
Non è però necessario usare φ(n) per scegliere un d tale che ed = 1 (mod φ(n)). È infatti sufficiente usare la funzione di Carmichael λ(n), definita come il più piccolo intero positivo m tale che am ≡ 1 (mod n) per ogni a coprimo con n. Si può dimostrare che λ(n) è un divisore di φ(n), e quindi è un numero più piccolo e pertanto le operazioni di computazione sono più brevi. Ma di quanto lo sono? Di un fattore MCD(p−1, q−1). Chiaramente entrambi i numeri sono pari e quindi c’è un fattore 2, ma si potrebbe sperare che ci sia qualcosa in più. John Cook ha fatto qualche prova, e ha trovato che su 100 coppie di numeri generati casualmente, la mediana del MCM è 2 (quindi in almeno metà dei casi il fattore è effettivamente 2); c’è stato un caso in cui si è arrivati a 2370, mentre il valore medio (poco utile in questo caso, perché a noi serve una sola coppia) è stato 35,44. In pratica, insomma, abbiamo quasi sempre 2 o 4 come fattore comune, In altri termini, se dobbiamo usare spesso una chiave può valer la pena di cercare una coppia di primi per cui λ(n) è effettivamente molto minore di φ(n), altrimenti possiamo far finta di niente.
In effetti…
Lo scorso giugno avevo scritto un post chiedendomi perché mai il palazzo dove c’era la sede di Altroconsumo veniva dipinto di verde. Ho scoperto l’arcano: Altroconsumo si è spostata in Bicocca, e in quel palazzo arriverà la CISL milanese, che lascia la sede di via Tadino che era indubbiamente vecchiotta. Fosse rimasto blu ci si sarebbe confusi con la UIL…
(ps: ricordo che io tra le tante cose che faccio sono un RSU della Fistel-Cisl: se volete fare battute, insomma, fatele direttamente contro di me)
Wikipedia e l’IA
L’altro giorno, parlando di Grokipedia, ho accennato al fatto che Wikipedia deve per forza fare i conti con l’intelligenza artificiale. Qui provo a spiegare come io vedo la situazione. Premetto che tutto quello che scrivo riflette esclusivamente il mio pensiero, non quello della comunità di Wikipedia in lingua italiana, di Wikimedia Italia o tanto meno della Wikimedia Foundation.
Il primo punto da considerare è capire perché usare l’IA. Attenzione: non sono luddista, e non ho nulla a priori contro il suo uso. Spero però che nessuno creda davvero che gli LLM siano creativi, riuscendo quindi a scrivere qualcosa di davvero nuovo e non rimasticato (pur molto bene): d’altra parte se ci riuscissero il testo sarebbe considerato una ricerca originale (RO) che in Wikipedia è assolutamente vietata, perché tutto deve essere verificato indipendentemente. (Nota: mentre sto scrivendo c’è una curiosa convergenza tra utenti destrorsi e sinistrorsi che stanno cercando di far passare il concetto che le ricerche originali si possono usare). E taciamo sul fatto che le “ricerche originali” degli LLM sono spesso cose che non stanno né in cielo né in terra: ultimamente abbiamo avuto l’utente LugAIno che scriveva testi più o meno casuali sulla città di Lugano. Aggiungiamo poi che c’è il gtrande rischio che il testo generato, specialmente se si parla di un argomento di nicchia, potrebbe essere troppo simile alla fonte originale e pertanto essere una violazione di copyright. Non sapere quali siano le fonti non ci permette nemmeno di scoprirlo.
Da qui si passa al secondo punto: Wikipedia richiede di inserire le fonti delle affermazioni indicate, cosa che di solito non si ha con gli LLM: ci sono delle eccezioni, come Copilot e Perplexity, ma anche se loro affermano di indicare da dove hanno preso le informazioni questo non significa molto. L’altra settimana per esempio, chiedendo a Perplexity quando una chiesa milanese era stata eretta come basilica minore, Perplexity mi “citò una fonte” secondo cui il decreto relativo era stato emesso nel luglio 2025… da papa Francesco.
Ciò detto, non c’è nessuna ragione intrinseca per vietare tout court l’uso dell’IA per migliorare le voci: quello che serve è che non si copincolli il testo creato ma lo si controlli e lo si corregga dove necessario. Alcuni esempi di uso dell’IA? Il recupero di fonti (reali…) che possono utilmente ampliare quanto già scritto; la revisione di un testo in modo che sia più scorrevole; la traduzione di quanto già presente in un’altra edizione linguistica di Wikipedia (ma in questo caso ricordatevi di citarla come fonte!). L’IA è molto brava a fare il lavoro sporco, proprio perché in pancia ha una quantità enorme di informazioni. L’importante è appunto non dimenticarsi che l’intervento umano continua a essere necessario.
Quizzino della domenica: Non-divisori
772 – teoria dei numeri
Quanti interi maggiori o uguali a 0 e minori di 9261 non sono divisibili né per 3 né per 7? E qual è la loro media aritmetica?

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p772.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema 4 da Stephen Siklos, Advanced Problems in Mathematics.)
Il canto dei telai (libro)
Livio Galla, a parte fare l’avvocato, è uno scrittore molto eclettico: in questa sua opera si è cimentato nel romanzo storico, partendo dalla storia di Alessandro Rossi che prese l’azienda laniera paterna e la fece diventare la più grande d’Italia (avete presente la Lanerossi?) pensando contemporaneamente al benessere degli operai, perché potessero lavorare più tranquilli. La storia intreccia fatti reali, anche se modificati (l’incontro tra Rossi e Garibaldi, o il soprano Teresita Stolzi la cui nascita è stata anticipata) con altri inventati, come la famiglia Sella e la loro sartoria le cui storie si intrecciano con quella dei Rossi. Sullo sfondo troviamo anche l’occupazione austriaca del Veneto: il lanificio Rossi si trova infatti a Schio. Il racconto è avvincente: unica pecca che ho trovato sono le note sui pensieri e comportamenti dei protagonisti, che sono un po’ troppo di maniera.
Livio Galla, Il canto dei telai : L’avventura di Lanerossi, Mondadori 2025, pag. 252, € 19, ISBN 9788804791195 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5
Grokipedia
Finalmente – si fa per dire – Grokipedia. Che cos’è? La definizione che essa si dà è “Grokipedia is an open source, comprehensive collection of all knowledge.” Quello che non dice – ma si può intuire dal nome – è che la raccolta di tutta la conoscenza avviene attraverso Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk.
Che dire? Al momento c’è ancora poco materiale, e solo in inglese; la sensazione, leggendo Wired in inglese, è che per i temi non controversi (dal punto di vista di Elonio…) prenda direttamente il contenuto di Wikipedia, mentre quelli che Elonio ritiene più interessanti, a partire da sé stesso, hanno un trattamento personalizzato, e sicuramente diverso da quanto si legge su altre fonti, anche se per Larry Sanger (il Pete Best di Wikipedia) anche Grok e quindi Grokipedia non vanno bene perché sono sinistrorsi. Non è che uno si aspettasse qualcosa di diverso, a dire il vero.
Grokipedia surclasserà Wikipedia? Ho dei forti dubbi, ma non per il motivo che forse pensate: è probabile che la gente comincerà a fare ricerche attraverso l’AI, ma a questo punto sarà proprio il concetto di enciclopedia che non varrà più e quindi Wikipedia e Grokipedia moriranno assieme. Vedremo.