L’Official Tim Page su Facebook ha 32000 fan. La pagina corrispondente di Vodafone (Italia) ne ha più di mezzo milione, giusto per dire. Nulla di strano, penseranno in molti: figuriamoci se i dinosauri in Telecom sono capaci a capire che esiste FacciaLibro.
Beh, oggi è stata presentata la pagina ufficiale di Telecom Italia. Al momento solo un raccogliotre di tutte le pagine delle varie iniziative di Telecom nel socialcoso da mezzo miliardo di utenti – nonostante tutti i tagli al personale, la mia azienda è ancora capace di avere più gruppi che fanno quasi la stessa cosa e non si conoscono – ma dopo le ferie ci dovrebbe essere anche la sezione relativa al fisso.
Non so se il tutto servirà, ma apprezzo il fatto che per una volta siamo entrati (ancorché in enorme ritardo) e l’abbiamo fatto a piccoli passi.
I miei ventun lettori
Chi legge il mio blog con una certa assiduità sa che io mi rivolgo spesso ai miei ventun lettori, il mio supposto folto pubblico. La scelta di ventuno come numero indicante la mia audience non è affatto casuale, e non dipende dal fatto che in questo modo ci sono 42 occhi che guardano i miei sproloqui, anche se ammetto che questa coincidenza è interessante. Ma visto che sembra che il meme “ventun lettori” stia prendendo piede, è ora che spieghi da dove deriva il tutto.
L’origine è naturalmente don Lisander, o meglio I Promessi Sposi. Tutti voi sapete dei “venticinque lettori” di manzoniana memoria: la frase effettiva, nel capitolo I del libro dopo che i bravi hanno spiegato a don Abbondio che il matrimonio tra Renzo e Lucia non s’aveva da fare, è «Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull’animo del poveretto, quello che s’è raccontato.» Ora, è chiaro che non posso pretendere di avere più lettori del Manzoni; quindi mi sono dovuto accontentare di meno. Inizialmente parlavo dunque di ventitré lettori, che è anche più carino da vedersi con quell’accento acuto che occhieggia; ma ho poi scoperto che stavo commettendo un plagio. In effetti Giovannino Guareschi conclude le “istruzioni per l’uso” del suo Diario Clandestino con queste parole: «Comunque il libro è qui. Se la vedano i miei ventitré lettori. Se non va bene, vuol dire che la prossima prigionia farò meglio.» È ovvio che Guareschi aveva avuto il mio stesso pensiero, e si era accaparrato il bel numero di ventitré togliendomelo dalle dita. (Per la cronaca, il Club dei Ventitré prende il nome proprio da quella frase!)
A questo punto, già tre anni fa, ho ulteriormente ridotto le mie pretese di audience, e in fin dei conti anche “ventun lettori” suona molto bene e pertanto ne sono affezionato. Però a questo punto rivendico il copyright :-) (no, non chiedo royalties, non preoccupatevi)
Masyu
<img src="http://xmau.com/notiziole/files/masyu.GIF" alt="[schema di Masyu]" hspace="4" align="left" Il sudoku è arrivato in Occidente, secondo la leggenda, perché Wayne Gould si trovava a Tokio e l'unica cosa che riusciva a capire di un giornale giapponese era appunto lo schema di sudoku. Ma anche il sudoku ha dei simboli particolari, vale a dire i numeri; in Giappone sono riusciti a evitare di usare persino quelli, e hanno così creato un gioco di logica totalmente globale: Masyu.
Secondo la voce su en.wiki, Masyu (“cattive influenze”) è un nome arrivato per una cattiva lettura del kanji corrispondente al nome originale, “collana di perle”. Uno schema di Masyu è una scacchiera con alcune caselle con una pedina bianca oppure nera. Come dicono le spiegazioni di Nikoli (la rivista giapponese dedicata a questi giochi), occorre creare un percorso che tocchi tutte le pedine, con le seguenti proprietà:
– il percorso è un ciclo unico e non si autointerseca
– il percorso è sempre da una casella a una adiacente (non angolare)
– il percorso deve passare dritto attraverso le pedine bianche, ma deve curvare immediatamente prima oppure immediatamente dopo (va bene anche sia prima che dopo)
– il percorso deve fare un angolo quando passa attraverso una pedina nera, ma entrambi i lati deve fare almeno due caselle in linea retta da entrambi i lati.
Se volete provare, qui ci sono vari schemi; nel caso non capiste l’Engrish delle spiegazioni, per disegnare una riga che unisca due caselle dovete cliccare sul punto centrale del loro bordo in comune – cosa che prova come il pensiero logico giapponese sia completamente diverso dal mio, tra l’altro :-)
fedeltà trenitalia
Se tutto va bene, nel momento in cui apparirà questo messaggio io sarò sul Frecciarossa per Roma, per partecipare a una riunione. Quando venerdì ho avuto la conferma della trasferta ho compilato accuratamente il mio modulino elettronico per l’ufficio viaggi, e nel campo “osservazioni” ho scritto il numero della mia CartaFreccia (la carta fedeltà di Trenitalia). Due ore dopo mi sono arrivati i biglietti ticketless: del codice non c’era traccia alcuna. A quanto pare il campo “osservazioni” non serve a nulla, e occorre una procedura esoterica perché rimanga traccia perpetua di queste notizie.
Vabbè, mi dico abituato ai biglietti aerei: mi faccio segnare il numero in un secondo tempo. In fin dei conti il treno non l’ho ancora preso. E invece no: da regolamento, “Non sarà in ogni caso possibile recuperare i punti per i quali non è stato comunicato o compilato il codice personale al momento dellacquisto.”
Poi uno si chiede come mai sto aspettando la (ancorché mi sa finta) concorrenza sui binari italiani…
(p.s.: avete mai provato a compilare un reclamo online nel sito di Trenitalia? È una procedura possibile solo per una persona molto paziente)
chilometro e mezzo quadrato
S. mi ha fatto notare due erroracci numerici in un articolo dei miei amici del Post, quello sui cinque peggiori disastri ambientali in corso. Il primo (indicare 20 tonnellate l’anno invece che venti milioni) lo faccio passare come svista, anche se non si dovrebbe; ma il secondo è molto più grave. Sì, il disastro relativo è sicuramente più grave, ma pensiamo anche ai disastri matematici.
L’isola di plastica che si è formata nell’Oceano Pacifico sarebbe infatti composta da «46 mila pezzi di plastica per chilometro e mezzo quadrato». Visto che roba? Un miglio quadrato viene fatto pari non a un quadrato di un chilometro e mezzo per lato, ma a un “chilometro e mezzo quadrato”. Confondere le misure lineari con quelle di superficie è un erroraccio da matita blu.
Ciò detto, aggiungerei che non ha un gran senso parlare di “chilometro e mezzo quadrato” (o “due chilometri e mezzo quadrati” per amor di pignoleria). O si lascia l’unità di misura originale “miglio quadrato”, correndo effettivamente il rischio che molti dei lettori non se ne facciano un’idea, oppure si scala all’unità di misura nostrana e si scrive “11500 18500 pezzi di plastica per chilometro quadrato”. Lo so, col numero più piccolo la situazione sembra meno grave, ma non è che ci si possa fare molto :-)
freschi
giusto e sbagliato
L’intervista che Repubblica ha fatto al governatore piemontese in bilico Roberto Cota è interessante per vedere come un politico – persino leghista – riesca a mischiare cose corrette e strafalcioni nella propria difesa.
La sua affermazione che se si rivotesse oggi il suo margine di vittoria sarebbe ben maggiore di quello dello scorso maggio è chiaramente fuori classifica; diciamo che è la classica frase a cui non si dà attenzione alcuna, perché è richiesta dalla posizione in cui ci si trova. Per il resto, Cota ha perfettamente ragione quando afferma che per quanti dubbi ci siano lui non si dimetterà per indire nuove elezioni: non lo deve fare non tanto per i venticinque milioni teorici di spesa di una nuova elezione, ma perché i dubbi sono appunto dubbi e finché non ci sono certezze in un senso o nell’altro il governatore è lui. Ha anche ragione quando dice che anche se putacaso tra i voti dati alle due liste cancellate ci fossero più dei novemila voti del suo vantaggio rispetto alla Bresso non significa che la vittoria passerebbe alla sua avversaria: nessuno può dire che avrebbero fatto gli elettori se quelle liste non ci fossero state. (Nemmeno nel caso della momentaneamente stralciata lista “Pensionati per Cota”, no; è vero che nel simbolo c’era scritto “Cota”, per quanto ne sappiamo potrebbero aver pensato “mi fido di una lista pensionati, non mi interessa chi appoggi”)
Però Cota ha torto quando afferma che la lista di Scanderebech ha potuto evitare di presentare le firme proprio come il PD per una leggina voluta dalla Bresso. O meglio, ha ragione da un puro punto di vista formale, e non importa se presumibilmente anche l’allora opposizione avrà votato a favore di quella legge. Però si è dimenticato di aggiungere che Scanderebech non ha presentato le firme dicendo di far parte dell’UDC, che l’aveva appena espulso dal gruppo consiliare e soprattutto aveva deciso di allearsi con l’altra fazione. Piena facoltà di scegliere in che campo appartenere, ma allora ci si prenda le proprie responsabilità. E soprattutto ha torto marcio quando dice che le elezioni sono state indubbiamente valide perché il voto è stato libero. Che vuole dire “libero”? Che nessuno ha avuto una pistola puntata alla tempia nella cabina elettorale? Facciamo un esempio probabilmente più chiaro a metà della popolazione italiana. Si gioca il campionato di calcio, e vince una squadra, diciamo la Dinamochi?[1]. Durante il campionato qualcuno si accorge che la squadra ha mandato in campo calciatori che non potevano essere tesserati, e terminata la stagione il Tas afferma che in effetti è così. Direste forse che il campionato è stato libero?
Per i miei amici e conoscenti piemontesi di centro-destra: non preoccupatevi. Finirà come nel campionato di calcio, a tarallucci e vino; qualche sentenza che sanerà il tutto la si troverà, ci potrei scommettere. E sennò il PD perseverà nell’errore e ripresenterà la Bresso, che perderà di nuovo :)
[1] “Dinamochi?” col punto interrogativo finale, sì. È un insider joke che non credo sarà riconosciuto da nessuno dei miei ventun lettori :)
gioco della domenica: Fragger
Il gioco di oggi in realtà sono due, perché a Fragger si aggiunge il nuovo livello Fragger Bonus Blast. In entrambi i casi bisogna lanciare delle granate per ammazzare i soldatini (che poi mi sembrano più che altro delle sagome, sicuramente sono poco mobili :-) ) La cosa può essere utile in questi giorni, soprattutto se non si può ammazzare fisicamente qualcuno vicino a noi…
(via Passion for Puzzles)