Addio alla circonvallazione

Con la scusa dell’inizio dei lavori per la seconda tratta della linea cinque della metro (il cui colore a quanto pare si è stabilizzato: non più fucsia, ma lilla) oggi ATM ha dato il colpo di grazia a quella che era un’istituzione: il tram 29/30, che verrà definitivamente soppresso.
(Nota a margine: mentre a Torino la circonvallazione ha lo stesso numero nelle due direzioni e c’è il 16 c.d. e il 16 c.s. – “così detto” e “così sempre”, come dissero scherzosamente nel 1982 – a Milano le circonvallazioni hanno sempre avuto due numeri distinti: così c’è la 90/91 e un tempo ci fu il 25/26, l’interstazionale)
La circonvallazione tranviaria è rimasta sullo stesso percorso per quasi un secolo. Le altre linee sono state modificate e affettate: quando alla fine degli anni ’20 eliminarono il carosello in piazza Duomo, molte vennero unite a due a due con un percorso a V per evitare che qualcuno potesse risparmiare un biglietto prendendo una linea al posto di due; quando venne istituito il biglietto orario, le linee divennero diametrali. Ma la circonvallazione restò sempre la circonvallazione, e sempre su quel tracciato. Il tracollo iniziò alcuni anni fa, con i contemporanei lavori a Garibaldi e XXV Aprile che bloccarono sia il percorso ufficiale che l’alternativa; da allora la linea non circonvallò più, avendo un buco tra la Centrale e via Messina. Sì, si sarebbe potuto trovare un percorso un po’ più periferico, al prezzo al più di uno scambio tra Marche e Zara: ma sarebbe stato troppo. Ma adesso, all’interno della fanfara con tutti i nuovi lavori, si scopre che il collegamento bus viene promosso a rango di linea 37 e allungato, in modo da spostare il 19 sul quarto di anello ovest e lasciare il 9 sul semianello est. L’eterno vicesindaco De Corato ce l’ha fatta un’altra volta.

gioco della domenica: Pumpkin Remover 2

Halloween è passato, ma vi lascio ancora un gioco collegato: Pumpkin Remover 2, dove bisogna far fuori in qualche modo le zucche stando attenti a fare le mosse giuste (nella quantità giusta, naturalmente). Vi aiuteranno le gravità e un modo un po’ poco ortodosso di eliminarle. Per la cronaca, c’è anche la versione 1 del gioco; alcuni schemi però sono simili.
(via Passion for Puzzles)

La congettura di Poincaré (libro)

[copertina] Quando Grigori Perelman rifiutò il milione di dollari che il Clay Institute gli aveva assegnato per la dimostrazione della Congettura di Poincaré, la notizia raggiunse le prime pagine di tutti i giornali. Non che la gente sapesse che diavolo fosse questa congettura, a dire il vero; ma l’idea di tutti quei soldi li stuzzicava. Fortunatamente ci sono stati alcuni matematici che hanno pensato non tanto di raccontare la dimostrazione quanto di riuscire a dare uno sguardo generale sui temi trattati, per dare almeno un’idea di quello di cui si stava parlando. Donal O’Shea ci è riuscito benissimo con questo suo libro (Donal O’Shea, La congettura di Poincaré [The Poincaré Conjecture], Rizzoli – BUR, 2008 [2007], pag. 360, € 10,80, ISBN 978-88-17-02357-3, trad. Daniele Didero): dopo l’incipit molto americano ero un po’ prevenuto, ma lo stile del resto dell’opera è molto chiaro, e conduce man mano il lettore a capire il contesto in cui il problema nacque e fiorì, comprese le implicazioni con la relatività generale; il tutto con un ampio apparato di note utili per chi volesse saperne di più. In fin dei conti la congettura di Poincaré parla anche del nostro universo: afferma infatti che se il nostro universo non è infinito e si comporta come pensiamo faccia allora è in un certo senso l’equivalente quadridimensionale di una sfera. Servirà a qualcosa? Probabilmente no, ma la matematica non si preoccupa certo della cosa. La traduzione è scorrevole, ma in qualche punto (non matematico, a dire il vero) mi ha dato l’idea di essere stata tirata un po’ via, come nelle “poesie in cinque versi” che probabilmente sono limerick. Troppa semplicità fa male…

Se ne accorgono adesso?

In questi giorni a Radio Popolare viene trasmessa una pubblicità dove la CGIL avvisa i lavoratori non iscritti al sindacato che grazie al silenzio-assenso dovranno pagare trenta euro come contributo ai sindacati per le spese sostenute nella trattativa per uno dei contratti di settore, contratto che la CGIL non ha firmato. Viene quindi spiegato che devono avvisare il datore di lavoro per non farsi trattenere quei soldi.
Tutto santo e tutto bello. Potremmo forse discutere se effettivamente è giusto che i non iscritti paghino per un risultato portato avanti indirettamente degli iscritti; ma se per questo potremmo anche discutere se è giusto che chi non ha mai scioperato ottenga gli stessi soldi di chi ha pagato del suo per rinnovare il contratto. Quello che però mi preme far notare è che almeno per il mio contratto – quello delle comunicazioni – è già due volte che capita questa cosa, e in nessun caso la CGIL (o se per questo un altro sindacato) ha vociato contro la cosa. Diciamo insomma che fino a quando i soldi andavano anche a loro non c’erano troppi problemi…

Titoli e traduzioni

In occasione della nuova edizione del capolavoro di Thomas Mann e del cambio di titolo, da La montagna incantata a La montagna magica (nota a latere: nel 1932 l’opera mozartiana Die Zauberflöte” era già nota come Il flauto magico: chissà perché questa scelta traduttoria…) Repubblica ha pensato bene di preparare un’infografica con una lista di libri e opere il cui titolo non è tradotto per nulla letteralmente.
Possiamo discutere sulle scelte: per quanto mi riguarda, “The Catcher in the Rye” non avrebbe avuto alcun senso tradotto letteralmente (e comunque il catcher è il ricevitore, non un semplice “giocatore di baseball”). Ma se fai una cosa del genere e metti le traduzioni letterali, magari potrebbe essere opportuno verificare che il mockingbird non è esattamente l’usignolo (che sarebbe stato il nightingale)… altrimenti qualche sorrisetto di compatimento spunterà immediatamente!

annus brevis

Lo spam che mi è arrivato ieri sulla casella di posta aziendale aveva un testo che non sono riuscito affatto a comprendere:

Dare ai nostri consulenti amichevole una chiamata ora, sono più che disposto ad aiutare a fare la maggior parte del vostro gioco.
I nostri giochi fornire intrattenimento eccezionale sia ai principianti così come i giocatori veterani – venire a dare una chance ora.

Mi chiedo se siano giochi erotici, giochi da casinò oppure qualcosa di completamente diverso, chessò roba di lavoro.
Ma quello che mi ha lasciato più perplesso è il titolo:
RE: Deliziati da un servizio clienti esemplare da uno staff di consulenti pronti a rispondere a tutte le vostre domande 24/7/265.
E gli altri cento giorni?

ospedali e computer

Stamattina ero di nuovo al Niguarda per far togliere i punti a Jacopo. Vista l’esperienza di venerdì scorso ero piuttosto tranquillo; peccato che oggi le cose non siano andate esattamente come l’altra volta. Occhei, sono arrivato alle 8:41 (come da bigliettino di prenotazione) invece che alle 8:15; però non è possibile che sia riuscito a passare all’accettazione alle 9:35. Notate che io avevo una coda separata, DB che sta per “diversamente abili – gestanti – bambini”; mentre sono arrivato chiamavano il DB-015 (io avevo lo 027) e il numero successivo è stato chiamato alle 9 passate. Dopo una decina di minuti sono passato a prendere anche un numerino di accettazione “standard”; è vero che c’erano cento persone prima di me, ma stavo rischiando di dover utilizzare quell’altro numero. Considerando che non sono servizi realmente diversi (un qualunque sportello può fare accettazione di qualunque tipo, anche se in pratica non fanno così: chissà mai perché) significa che potrebbero anche evitare di far finta di favorire i “diversamente abili”.
Ottenuto il numero, c’è stata più di un’ora e mezzo di attesa per l’ambulatorio, fino a quando Anna (che a un certo punto è venuta a darmi il cambio portandosi dietro Cecilia) ha gentilmente fatto notare che i bimbi stavano finendo l’autonomia: a quel punto miracolosamente sono passati immediatamente, molto all’italiana. Ciliegina sulla torta: non è stato fatto il foglio di dimissioni, perché “non c’era la rete funzionante”. Senza parole.

buon compleanno Ruby

Oggi Ruby compie diciott’anni, e subito Repubblica (dove evidentemente non sanno che si diventa maggiorenni a diciott’anni e un giorno) si affretta a pubblicare la foto non pixelata della fanciulla. Ma d’altra parte ieri sul giornale cartaceo hanno messo tutta la documentazione della questura pecettata per coprire i nomi della minore, salvo “dimenticarsi” di avere scritto chiaro e tondo nome, cognome e domicilio (non residenza, che paradossalmente sarebbe stata meno problematica).
Ogni tanto ho il sospetto che in realtà De Benedetti si adoperi con tutte le sue forze per tirare fuori dagli impicci Berlusconi.