Stavo guardando un articolo su Libero per una delle mie vignette che non fanno ridere, e mi è saltato l’occhio sulla colonna di destra, “gli articoli più letti”. Li trovate qua. (Per la cronaca, l’articolo che leggevo era nella sezione “Politica”, quindi la lista era generale e non di sezione).
Han voglia a fare acute analisi politiche: la gggente ha scelto.
In che compagnia mi ritrovo!
Stasera mi sono un attimo dedicato all’egosurf e ho provato a vedere cosa succedeva a digitare il mio nome (limitando la ricerca alle pagine modificate nell’ultimo mese). È uscita fuori tra il solito rumore di fondo questa pagina, direi generata automaticamente, dove il fatto che io mi sia laureato alla Normale mi rende ipso facto “notable” insieme a gente come Enrico Fermi, Gregorio Ricci-Curbastro, Carlo Azeglio Ciampi… e Massimo D’Alema, che però a quanto ne so mica l’aveva terminata la Normale! Mi devo preoccupare?
Quizzino della domenica: dissezione
Dividete il quadrato 6×6 mostrato qui sotto in nove parti, con i seguenti vincoli:
1. Le parti devono avere la stessa superficie
2. Le parti devono essere dei poligoni (non necessariamente regolari), con i vertici corrispondenti ai vertici della quadrettatura
3. Tutte le parti devono essere diverse (non valgono nemmeno rotazioni e riflessioni, che vengono considerate identiche al pezzo originale)
4. Ciascuna parte deve avere al più quattro lati
![[quadrato 6x6]](https://i0.wp.com/xmau.com/quizzini/q042a.png?w=625)
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p042.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)
_Mangiare banane_ (libro)
Questo libretto (Giampaolo Dossena, Mangiare banane,”Intersezioni 315″ – Il Mulino 2007, pag. 111, € 10, ISBN 978-88-15-11870-7) è stato l’ultimo scritto da Dossena prima di morire, ed effettivamente in un certo senso è un libro di ricordi della sua infanzia, insomma un epitaffio appropriato. Ci sono 45 “figurine”, in media di due pagine ciascuna, sulle più disparate minuzie. Dovete sapere, se non avete mai letto Dossena, che il suo stile di scrittura è sempre stato minimalista: un ossimoro, se pensate che scrisse un’Enciclopedia dei giochi; forse un po’ meno, se pensate alla sua Storia confidenziale della letteratura italiana. Certo che in queste pagine il minimalismo si accentua, con l’autore che recupera i ricordi peggiori della propria infanzia e si lamenta dei suoi troppi libri, che avrebbero bisogni di un cimitero (una biblioteca, fuor di metafora). Spesso i capitoli si chiudono con un anticlimax; ma è anche vero che se uno prende un libro di Dossena, in fin dei conti se lo aspetta, no?
In definitiva, una piacevole lettura di una serata (non di più, non serve).
L’Alta Matematica è troppo alta
Leggo da Silvia Bencivelli che tra i tanti enti inutili che dovrebbero essere tagliati dalla spending review montiana ci dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo, qui le cose cambiano da un’ora all’altra) l’INdAM, cioè l’Istituto Nazionale di Alta Matematica. Mi sa che non sia nemmeno la prima volta che se ne parli, anche se non ne ho mai scritto qui sul blog.
Ora, la vecchia barzelletta che racconta la differenza tra un fisico sperimentale, un matematico e un filosofo non è forse così vicina alla realtà, ma se quanto Bencivelli scrive è vero i risparmi che si otterrebbero accorpando l’INdAM al CNR sarebbero dell’ordine di 20.000 (ventimila) euro l’anno, forse 30.000 (trentamila) su un bilancio di vari milioni in finanziamenti nazionali ed europei. Certo, un centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato. Certo, per quanto ne sappiamo il governo taglierà anche questi finanziamenti: a che serve la matematica quando abbiamo i compiuters? Ma il tutto mi fa pensare che gli esperti abbiano fatto la loro ponderata scelta guardando i nomi e selezionando quelli più buffi.
(non conoscete la barzelletta? la differenza è che il fisico sperimentale per lavorare ha bisogno di carta, penna, una scrivania con un cestino e un miliardo di euro per costruire un acceleratore di particelle. Il matematico ha bisogno di carta, penna, una scrivania con un cestino. Il filosofo ha bisogno di carta, penna e una scrivania…)
Spending review e ospedali
Stavo guardando sul Corsera la lista degli ospedali che dovrebbero venir chiusi. Ho notato che a Milano non ce n’è nessuno, mentre a Torino ce ne sono ben quattro. Di due non so che dire. Per l’Oftalmico, posso immaginare che abbia senso accorparlo con qualche altro ospedale: tra l’altro è in una posizione piuttosto chiusa, ma in pieno centro di Torino a pochi passi dalla stazione di Porta Susa. Magari ci fanno anche dei soldi su a buttarlo giù e costruirci non si sa bene cosa.
Ma l’Amedeo di Savoia è un ospedale specifico per le malattie infettive, messo in una posizione strana (in mezzo a un’ansa della Dora, il che ha un senso per il tipo di ospedale che è), dove non si può costruire per rischi di esondazione. Insomma, spostare i malati mi pare complicato, farci soldi pure: qual è la logica dietro tutto questo?
Bossone di Higgs
Non ho seguito la conferenza stampa al CERN in cui – se non ho capito male – i fisici hanno affermato che hanno fatto un po’ di conti e i risultati degli esperimenti sono molto altamente compatibili (tipo, c’è una probabilità su un milione di sbagliare) con l’esistenza del bosone di Higgs, particella da non confondersi col Bossone di Higgs, una particella indipendentista che appare in unico colore (verde) e interagisce solo con le altre particelle esotiche, cercando di annichilarle.
Però l’idea di parlare dell’esistenza di una particella che non si fa vedere è interessante: potrebbe essere riciclata per definire i tagli alla spesa pubblica.
Il Comune NON risponde
Ricordate questo mio post sul bilancio previsionale del Comune di Milano? Quello che non avevo scritto nel post è che avevo scritto al Comune, tramite l’apposito modulo web che già ho usato in passato, per chiedere se fosse possibile visionare il bilancio.
Ieri leggendo vb ho scoperto che no, non si può fare: a quanto sembra fintantoché il bilancio non è approvato è un segreto di stato. Tutto quello che si può sapere sono le notizie filtrate dai consiglieri comunali (in questo caso l’ex-eterno vicesindaco DeCorato) che rischiano non si sa bene quali sanzioni per aver incautamente diffuso queste informazioni. Amen.
Quello che però proprio non va è che il Comune non si sia affatto degnato di rispondermi. Avessero scritto “ci dispiace, ma non si può ancora visionare il bilancio” uno se ne sarebbe magari fatto una ragione… ma a quanto pare il silenzio è d’oro, e chissà se riesce anche a migliorare il bilancio comunale!