Newsle: come NON fare pubblicità virale

Mi è appena arrivata una mail dal titolo “maurizio – A friend just invited you to Newsle” e dal testo

Hi maurizio,
A friend just invited you to Newsle.
Newsle is a free service that tracks people in the news. With Newsle, you’ll never miss an article about a friend or colleague.

Il messaggio termina con il testo «This message was intended for maurizio codogno. You’re receiving this because one of your Facebook or LinkedIn friends invited you to join Newsle». Ora, io sto invecchiando, lo so bene: però quando mi arriva una roba così, senza nemmeno sapere *chi* abbia deciso di farmi provare questo bellissimo e interessantissimo servizio, l’unica cosa che ho fatto è stata cliccare sul link “Opt out of all Newsle emails”. Siamo nel 2012: se pensi che queste mail anonime incuriosiscano, forse hai dei problemi. (Se pensi che così puoi verificare se gli indirizzi esistono davvero per poi spammare, allora forse hai qualche chance in più, diciamocelo…)

la segreta tela di Penelope

L’altra settimana improvvisamente l’incrocio tra viale Zara e via Ala / via Slataper è stato chiuso, con tanto di cartelli gialli “viabilità modificata”. La cosa non è per nulla passata inosservata: sia l’incrocio di piazzale Istria che soprattutto quello tra viale Zara e via Laurana / via Bisi Albini si sono intasati al punto tale che facevo fatica a passare con la bicicletta, oltre a dover fare un giro molto più pericoloso: il buffo è che il semaforo continuava a funzionare, non so se per i pedoni o cosa.
Sabato, se ho visto bene – in questi giorni faccio un percorso diverso – i cartelli sono stati tolti e l’incrocio riaperto. Tutto bene quel che finisce bene? per nulla. La scorsa settimana avevo scritto al Comune di Milano segnalando il problema, e mentre c’ero anche suggerendo di valutare una modifica del semaforo in piazzale Istria lato Fulvio Testi (sapete, siamo una nazione di santi, poeti e navigatori satellitari…). Peccato che quella lettera non abbia mai avuto risposta: nella migliore delle ipotesi la barocca architettura del sito del Comune non l’ha memorizzata, cosa che non posso sapere perché non esiste un feedback di avvenuta ricezione. Devo dire che ai tempi della Moratti le mail al Comune avevano risposta molto più rapida :-(

Festival della Scienza – debriefing

Per chi si ricorda ancora che il primo novembre ho parlato al Festival della Scienza, ecco qua un breve e parziale (nel senso di “di parte”) resoconto.
Arrivati all’auditorium di Palazzo Rosso abbiamo scoperto che pioveva dentro (!) e quindi l’agibilità della sala era a rischio: alla fine abbiamo trovato una soluzione all’italiana, ammassando tutta la gente in un quadrante posteriore della sala – non è che ci fosse così tanta gente, un’ottantina di persone al massimo, spostando noi relatori a metà sala e iniziando la chiacchierata. Niente slide perché la Capa aveva detto che altrimenti il pubblico si sarebbe addormentato, quindi nessun problema da quel punto di vista; due ore piene di parole, con il pubblico (curiosamente diviso in due tra giovanissimi e persone di una certa età, la via di mezzo praticamente mancava) che ha interagito parecchio.
Non sono in grado di dire se la formula è piaciuta, magari qualcuno dei miei amichetti che è venuto a sentirci può commentare; sicuramente si è parlato abbastanza poco del tema ufficiale della conferenza e molto di Wikipedia in generale, come del resto mi aspettavo. La cosa positiva è che le domande sono state a livello più alto di quelle che vengono solitamente fatte, il che naturalmente è più piacevole per chi deve rispondere… altrimenti ci sentiamo dei biechi risponditori automatici!
Ultima (anzi penultima) osservazione: a me personalmente quella di quest’anno è sembrata un’edizione del Festival in tono minore rispetto a quella dell’anno scorso. Non so se sia colpa della crisi che taglia tutto, compresi i fondi per invitare i relatori importanti (no, non abbiamo preso un centesimo, abbiamo solo avuto il buono per il pranzo) oppure qualcos’altro.
Ultima (davvero) osservazione: Anna e io abbiamo parcheggiato all’iperCoop all’uscita di Genova ovest e poi abbiamo preso la metropolitana per arrivare in piazza De Ferrari. Al ritorno abbiamo ripreso la metropolitana: peccato che ci fossero unicamente due macchinette automatiche per fare i biglietti, ed entrambe non funzionavano…

Se scompaio, sappiate il perché

Mi è stato comunicato da una fonte il cui nome non posso rivelare che uno, che «è rabbino a Londra, sostiene di avere ricevuto una misteriosa busta e di avere segnalato una “lista di nemici” a una misteriosa agenzia di difesa ebraica». In questa lista sarei compreso anche io (per via del nasone, se ho ben capito, e perché conoscerei dei negazionisti). Nel caso, andate a cercare i messaggi personali che ho ricevuto su FriendFeed!

Quizzino della domenica: Pari o dispari?

Se abbiamo un insieme di quarantun oggetti e consideriamo tutti i possibili sottoinsiemi – compreso quello che di oggetti non ne ha e quello con tutti e 41 gli oggetti – è facile vedere che i sottoinsiemi con un numero dispari di oggetti sono tanti quanti quelli con un numero pari di oggetti: basta considerare tutte le coppie dove da un lato c’è un certo numero di oggetti e dall’altro quelli rimasti da parte. Per definizione abbiamo accoppiato tutti gli oggetti, e in ogni coppia c’è un insieme con un numero pari di oggetti e uno con un numero dispari.
Purtroppo se gli oggetti di partenza sono quarantadue questo trucchetto non funziona. Secondo voi ci sono più sottoinsiemi con un numero pari o dispari di oggetti, possibilmente senza controllare tutti e 4398046511104 questi sottoinsiemi?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p065.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

ormai siete abituati

sto ancora facendo lavori in corso: ho appena aggiornato il blog alla versione 5.2 di Movable Type. Avvisatemi se non funziona nulla :-)

_Un gioco da ragazzi_ (libro)

[copertina] Questo libro (Roald Dahl, Un gioco da ragazzi e altre storie [The Wonderful Story of Henry Sugar], Salani 2012 [1977, 2001], pag. 207, € 9, ISBN 978-88-6256-960-6, trad. Luisa Corbetta) contiene sette storie “per adulti” scritte da Roald Dahl. Il “per adulti” è messo tra virgolette perché non sono certo vietate ai minori di diciott’anni! Semplicemente, visto che molti lo ritengono un autore per bambini, è meglio togliere subito gli eventuali dubbi.
C’è una cosa di Dahl che mi piace, che cioè scrive maledettamente bene – e la traduttrice Luisa Corbetta direi che è perfettamente riuscita a rendere il suo stile. C’è però una cosa di Dahl che non mi piace: la sua vena generalmente triste e negativa, che lo fa rifuggire dal lieto fine. Insomma, nel leggere i suoi racconti ho spesso sensazioni discordanti. In questo libro direi che le sensazioni sono complessivamente positive: anche il racconto che apre il libro, “Il ragazzo che parlava agli animali”, finisce sì in maniera negativa almeno per alcuni dei protagonisti ma non ci si fa caso. “La meravigliosa storia di Henry Sugar” è però il racconto che più mi è piaciuto, insieme a “Un colpo di fortuna” che però dovrebbe essere più che altro autobiografico e quindi forse fuori tema… come autobiografico è “Un gioco da ragazzi”, il primo racconto scritto da Dahl, che però è completamente diverso in stile dalla sua produzione successiva e non è che mi abbia detto più che tanto. Ho un po’ meno apprezzato gli altri racconti, invece: magari solo perché io sono un brontolone nato.

Metafore migliorabili

pessima metafora...
Ieri Gennaro mi ha inviato il link a questo articolo del Corsera, facendomi notare come la giornalista abbia fatto un po’ di confusione tra metafore.
Sicuramente si può parlare di àncora di salvezza, su questo siamo tutti d’accordo. Però “Un’ancora a cui aggrapparsi per non affondare”, non so come dire, ma mi pare suoni leggermente male… :-)