Io non ho nulla contro il fatto che a Erich Priebke sia stato fatto un funerale. Quello che non ho capito è perché non si sia detto “partecipino venti persone al massimo, in un posto scelto senza che costoro sappiano in anticipo dove”.
Marco Zamperini
Tecnicamente Marco non è mai stato “mio amico” su Facebook, per esempio: il che non significa molto, come molti dei miei lettori sanno. In realtà ci si incontrava spesso nelle varie iniziative internettare, l’ultima volta è stata in aprile a Bergamo al convegno sui tablet a scuola, dove mi aveva presentato come “uno di quelli bravi, nonostante lavori in Telecom” :-)
Ieri sera ha avuto un infarto ed è morto. Mi mancherà il suo buonumore, mi mancheranno le chiacchiere quando ci incontravamo. E mancherà a tutti la sua visione dell’internet.
Carnevale della Matematica #66: GOTO Il Post!
Questo mese gioco in casa, visto che il Carnevale l’ho ospitato io… solo che è sul blog matematico. Vista la mia cronica mancanza di tempo, mi sono anche bruciato l’ultima parola matematica scritta al volo stanotte, controllatevela da voi.
Quizzino: avete colto la citazione musicale iniziale nel Carnevale?
Quizzino della domenica: Disparità produttorie
Ho cinque carte, con i numeri dispari su di esse, disposte in due coppie di due agli estremi e una al centro. Voglio che il prodotto dei due numeri di due cifre formati dalle carte, meno la cifra in mezzo, sia un numero di quattro cifre uguali. Nell’esempio qui sotto ci sono andato vicino: (31×79)−5 = 2444 e non 4444 come avrei voluto. Riuscirò nel mio intento?
![[31 - 5 - 79]](https://i0.wp.com/xmau.com/quizzini/q133a.png?w=625)
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p133.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da da Henry Dudeney, 536 Puzzles and Curious Problems (n. 103)
_I Shall Wear Midnight_ (libro)
Una volta c’era una distinzione tra i libri del Mondo Disco standard e i juveniles (pardon, “Discworld for younger readers”). Ora Pratchett ha deciso che la distinzione non c’è più: in questo trentottesimo libro della saga (Terry Pratchett, I Shall Wear Midnight, Corgi 2011 [2010], pag. 423, Lst. 6,99, ISBN 978-0-552-55559-3) i personaggi della serie principale qui non fanno solo da comparse, o per meglio dire ci sono personaggi di Ankh-Morpork che diventano coprotagonisti, oltre al ritorno in grande stile della protagonista di Sourcery. Quello che rimane della categoria juveniles è che la protagonista Tiffay Aching è un’adolescente (sedici anni) e l’idea che il libro debba spiegare – nella maniera del Discworld, ma quello uno se lo aspetta – le cose della vita. Il pensiero di Pratchett sulla stregoneria è sempre stato di due tipi diversi: da un lato c’è quella che lui chiama “headology”, cioè lavorare dal punto di vista psicologico, dall’altro quella che potremo chiamare magia per mancanza di una spiegazione scientifica. Questo vale anche per Tiffany, con la fregatura che una strega deve anche fare da medico e infermiere – ed è quello che porta via più tempo – e si trova comunque a essere odiata dalla gente che lei aiuta… per una ragione ben precisa. La storia si fa leggere bene, come al solito, anche se il finale è piuttosto ovvio.
Google perde i pezzi?
Mi è arrivata una mail in cui mi si comunica che Google vuole cambiare i termini d’uso delle sue Google Pages (in modo da poterle usare per farci pubblicità su, se ho ben capito). Mi viene dato un link a http://www.google.com/policies/terms/preview/changes/ per vedere i cambiamenti: peccato che il link non funzioni e mi dia un errore 404.
Ma la cosa che mi fa più specie è il titolo della pagina di errore in questione:
<title>Error 404 (Not Found)!!1</title>
Ci manca solo che terminino il titolo con “!!!!eleven!”.
Amazon e le carte di credito
Stamattina ho comprato da Amazon un registratore digitale per conto di Anna. Per complicarmi la vita, ho prima fatto un nuovo account, e poi ho acquistato il tutto, con spedizione e fatturazione a nome suo. La mia carta di credito però è sempre la stessa, naturalmente.
Bene, non mi è mica stato chiesto il numerino di sicurezza…
PIAAC
Mi sa che dovremmo imparare anche questa nuova sigla, pur più complicata del buon vecchio PISA. L’acronimo sta per Programme for the International Assessment of Adult Competencies, programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti. Insomma, non misura quanto sanno i nostri figli, ma quanto sappiamo noi.
Il primo report OCSE è appena stato pubblicato: ne parlano con dovizia di particolari lavoce.info e Noise from Amerika. In pratica non solo siamo sempre tra l’ultimo e il penultimo posto nelle competenze linguistiche e matematiche, ma questo vale in genere per tutte le fasce d’età: non solo i più anziani, ma anche per dire i sedicenni e i venticinquenni. Il fatto è che se anche le competenze vengono date dalla scuola, se poi non le si usa le si perde: e questo significa che noi italiani non le coltiviamo, ma soprattutto che chi dovrebbe aiutare la gente a coltivarle non lo sta facendo (e qui mi metto anch’io nel mio piccolissimo: proprio stamattina mi è stato fatto notare in un altro contesto che avevo scritto cose troppo complicate e che potevano essere fraintese, e ho dovuto rimettere mano a quel testo). Questi risultati mi fanno paura.
P.S.: Mentre sto scrivendo questa notiziola, c’è un microscopico link anodino sulla homepage di Repubblica, zero sulla Stampa, zero sul Corriere, zero sul Messaggero, zero sul Giornale, zero su Libero, zero sul Fatto Quotidiano. Al limite si accenna alla frase del ministro Giovannini che ha affermato che gli italiani sono inoccupabili, cioè ci si sposta dai fatti al teatrino della politica. È un caso? Noi delle notiziole di .mau. pensiamo di no.