Che oggi sia il cinquantenario della strage del Vajont l’avete sentito tutti. Penso anche che quasi tutti si ricordino il fantastico spettacolo di Marco Paolini. Però non so quanti abbiano mai sentito parlare del libro di Edoardo Semenza “La storia del Vajont”: io per esempio ne ho scoperto l’esistenza solo ieri, leggendo questo lungo e dettagliato post di Federico Ferrero. Consiglio a tutti di prendervi un quarto d’ora e leggerlo.
Semenza è il figlio del progettista della diga, che morì improvvisamente nel 1961. Geologo, scoprì negli anni ’50 i segni di un’antica frana sul monte Toc (che non ha nulla a che fare con la frana che causò la strage). Il libro venne scritto per confutare alcune delle tesi portate da Paolini nel suo spettacolo, e quindi difendere la memoria di suo padre. Leggendo il testo di Ferrero – che non prende le parti di nessuno dei resoconti – ho scoperto che non può essere vero che si stesse cercando di avere la diga piena per ottenere più soldi per la nazionalizzazione: il prezzo pagato alla Sade dipendeva dalla media del valore delle azioni negli ultimi tre anni. La mia sensazione (a pelle, non sono certo un geologo) è che il successore di Semenza a capo delle opere si spaventò per i primi movimenti a Erto e decise di abbassare il volume d’acqua dell’invaso troppo in fretta, creando uno scompenso che ha aggravato la situazione. Certo che una frana che si muove a 20-30 metri al secondo (cioè 70-100 chilometri all’ora) è una cosa poco prevedibile, ed è un miracolo che la diga abbia sostanzialmente retto a una forza d’urto dieci volte superiore a quella prevista.
Resta naturalmente il punto di fondo. Quella frana non la si poteva prevedere. Ma che la montagna fosse franosa lo si sapeva. E allora perché hanno voluto continuare a costruire la diga, anzi più alta che nel progetto originale?
Dell’irrilevanza di Telecom Italia
Prima mi è capitato di cercare delle informazioni (il fatturato) su Telecom Italia, e ho scelto il sistema più rapido: controllare su Wikipedia. Bene: ho visto che tra i “personaggi chiave” era ancora indicato Franco Bernabè, che (“in sintonia con il Consiglio di Amministrazione”) si è dimesso giovedì scorso.
A parte le pagine sui calciatori che durante il calciomercato vengono modificate un secondo newyorkese [*] dopo che un quotidiano sportivo accenna alla possibilità che la squadra X sia interessata a lui, vi garantisco che la stessa cosa capita per esempio quando si forma un nuovo governo, visto che la gente non sa o non vuole sapere che il governo entra in carica con il giuramento davanti al Presidente della Repubblica, non prima. Bene, in cinque giorni nessuno di questi aggiornatori compulsivi ha pensato di correggere il box su Telecom. Direi che le conseguenze da trarre sono chiare.
[*] “The shortest unit of time in the multiverse”, come spiega Terry Pratchett
qualcuno ha un Babelfish?
Il messaggio arrivatomi stamattina (sull’indirizzo wikimedia, uno dei maggiori raccoglitori di spam dell’universo conosciuto). Qualcuno me lo traduce, per piacere?
Titolo: immediato maurizio codogno da grazia canali (l’email è di yahoo americana, lovelygracel2002; notate che il nome del mittente era “Grace” e non “Grazia”)
Testo:
maurizo,
auito me troppo importante storia e explosivo scandalo io provare avoid.io capo attrice prendere hollywood an mega campagnia s involves palazzo chigi,quirnale e more.e me puoi us reunione e tu auito me.io originale capo attrice con troppo affari e italia fare troppo per me e mio padre morte nato qui.telefonata me possibile tu evade scandalo e io give tu altro storia enough to dire either via io dignitoso.
grazi
[Numero di cellulare]
grazia canali
La cosa davvero interessante è che una rapida googlata mi dice che su Flickr “lovelygracel2002 Joined: December 2006.”…
HitchHiker’s Guide to the Galaxy (il sito)
Mentre stavo facendo ricerche per un post di tutt’altro tipo, mi è capitato questo post sui predecessori di Wikipedia che non ce l’hanno fatta. Guardando la lista, mi sono ricordato di H2G2, la Guida Galattica. Leggendo Wikipedia, ho scoperto che ero rimasto molto indietro: sapevo che era stata presa dalla BBC, ma non sapevo che due anni fa era stata ceduta a un’altra società, la Not Panicking Ltd.
Per curiosità, sono andato a vedere il nuovo sito: con un po’ di fatica ho riesumato lo username che avevo usato al suo tempo, ma ovviamente la password non la ricordavo mica. Bene, ho scritto ai guru della guida con l’apposito form, lasciando il vecchio e il nuovo indirizzo email, e in quattro ore (di domenica…) mi è stato ridato l’accesso. Notate che non avevo mai scritto nulla (scrivere cose umoristiche in inglese non è il mio forte) e l’account era del 2000.
Garantisco che sono rimasto impressionato.
Quizzino della domenica: dama 1-D
Se trovate troppo complicato giocare a dama, eccovi una versione monodimensionale. Come si vede nella parte superiore della figura qui sotto, ci sono otto caselle in fila – che numeriamo da sinistra a destra 1, 2, … 8 – e tre pedine, nella posizione 1, 3 e 5. Sempre per economia, le pedine sono condivise tra i due giocatori: ognuno può muoverne una qualunque. Le pedine si possono spostare solo verso destra, e ci sono tre tipi di mosse possibili, come indicato nella parte inferiore della figura. Ci si può muovere di una casella, terminando su un’altra casella libera oppure occupata; infine si può saltare sopra una pedina, se la casella immediatamente alla sua destra è libera.
Il gioco termina quando tutte e tre le pedine si trovano nella casella più a destra, e quindi non si possono compiere ulteriori mosse: chi ha fatto l’ultima mossa vince. C’è una strategia vincente per un giocatore? Se sì, per chi?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p132.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mind Your Decisions
_536 Curious Problems & Puzzles_ (libro)
Henry Dudeney è stato il maggior creatore britannico di problemi dell’inizio del secolo scorso. A differenza del suo collega e rivale Sam Loyd – e si nota subito la differenza tra un inglese e un americano! – è sempre stato attento a dare il giusto credito agli altri; ma soprattutto era anche un matematico dilettante, e quindi molti dei suoi giochi hanno un certo qual gusto matematico. Questo libro, (Henry Dudeney, 536 Curious Problems & Puzzles, Barnes & Noble 1995, pag. 428, ISBN 9781566198967) edito dall’onnipresente Martin Gardner, raccoglie due sue opere: Modern Puzzles e Puzzles and Curious Problems. Si nota chiaramente che con gli anni Dudeney ha migliorato le sue conoscenze matematiche, e osa molto di più di quanto facesse nei suoi primi libri. Per dire, c’è anche una “dimostrazione” del teorema dei quattro colori… Certamente lo stile dei problemi è molto diverso da quelli che prediligiamo oggi, ma ci sono delle gemme nascoste che vale la pena di leggere. Le note di Martin Gardner sono poche ma preziose, raccontando degli ulteriori miglioramenti di alcuni risultati o dei (pochi) errori del libro. Io me lo sono comprato di seconda mano – ovviamente è fuori commercio da anni – e ne sono felice :)
E scrivi solo GIAO, no?
Queste mie notiziole, come penso tanti blog, sono infestati da commenti di spam che spero voi non vediate. Quelli che sono di moda adesso scrivono (in inglese) di come il commentatore sia stato favorevolmente impressionato dai post: immagino che la speranza sia che il tenutario goda così tanto da non accorgersi di quello che è stato scritto.
Però se – come nell’ultimo esemplare appena giuntomi – uno scrive
My brother recommended I would possibly this way internet site. They
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ho il sospetto che la cosa non funzioni così bene.
(per la cronaca: tecnicamente il commentatore si firma come un account twitter. Sono cose)
Aggiornamento: (5 ottobre) la mia sensazione è che questi messaggi siano in realtà SEO, per apparire nei risultati dei motori di ricerca. L’ultimo ha come mittente “spotify hack” e un’url di YouTube, watch?v=-xFsDMbjF0w (io non ci ho cliccato su, ve lo dico subito)
Via Luigi Biraghi
Via Luigi Biraghi è una vietta milanese, duecento metri sì e no, che è sempre stata inopinatamente a doppio senso di marcia: inopinatamente perché è stretta, la gente ci parcheggiava sui due lati e quindi di spazio ce n’era pochino. A dire il vero non ci passava praticamente nessuno: insomma, non è che ci fossero tutti questi problemi.
A luglio l’amministrazione comunale, nella sua infinita saggezza, decise di tracciare una linea di mezzeria e contemporaneamente di vietare il parcheggio su uno dei lati della carreggiata (dimenticandosi di disegnare le strisce blu dall’altra parte, ma non importa). A onor del vero, il divieto di parcheggio era generalmente stato rispettato.
Un paio di settimane fa l’amministrazione comunale, nella sua infinita saggezza, decise di cambiare idea: la strada diventò senso unico e parcheggiabile su entrambi i lati. Naturalmente questo ha comportato cancellare la linea di mezzeria… tranne sulla piazzetta che finisce in via Murat. Decidersi prima? (ah, continuano a dimenticarsi di disegnare le strisce blu.)
P.S.: però l’amministrazione comunale ha appena fatto un’opera altamente meritoria: riasfaltare il controviale di Viale Zara, distrutto da anni di camion che passavano di là causa lavori M5. Vi garantisco che pedalarci era una tragedia immane per il sottosella :-)