Domani qui a Milano il 16 fa una deviazione: invece che svoltare in viale Umbria, svolterà in viale Umbria. Cercate di non sbagliarvi!
mukki.it, muffe, customer care
Quello che vedete qui a sinistra era (parte del) contenuto di una confezione di Mukki Smuthie (latte al cioccolato) che avevamo comprato all’Auchan di Cinisello Balsamo un paio di settimane fa, avevamo messo regolarmente in frigorifero e abbiamo dato da bere ai bambini martedì pomeriggio. (I bambini hanno bevuto tutto prima che ci accorgessimo di quel robo ammuffito).
Come prima cosa, Anna ha subito chiamato il nostro vicino di casa che è un medico tossicologo e che ci ha rassicurati: non c’erano problemi di botulismo. Certo, fa, quel latte doveva avere una carica batterica molto superiore a quella consentita, e quindi si poteva rischiare una gastroenterite: se però nelle 24-48 ore non ci fossero state scariche di diarrea, allora saremmo potuto stare tranquilli (cosa che è effettivamente successa).
Mercoledì in pausa pranzo sono andato a vedere il sito della Mukki, pardon della «Mukki latte- Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno S.p.A.». Un bellissimo sito, di cui riporto verbatim la missione dell’azienda:
“Un’Azienda efficiente, orientata all’eccellenza del prodotto, che opera in forte legame con il territorio circostante ed adotta e promuove comportamenti etici verso tutti i propri referenti”.
Io sono una personcina relativamente comprensiva, almeno fintantoché non mi si toccano i bimbi: sono così andato sulla pagina del sito dal bel titolo “Contattaci” e ho compilato il form, inserendo naturalmente il mio nome e cognome e il mio indirizzo email. (Nota a latere: non ho nulla in contrario a compilare un form e non avere a disposizione un indirizzo di posta elettronica. Ma un qualunque sviluppatore di un sito aziendale con un minimo di cervello, a parte evitare di mettere cinque asterischi su cinque campi che dicono “questo campo è obbligatorio”, avrebbe aggiunto una casella da spuntare per avere una copia del messaggio inviato. Ma ciò in questo contesto è irrilevante)
Come dicevo, il mio messaggio è stato inviato mercoledì all’ora di pranzo. Io non mi aspetto una risposta dopo dieci minuti (beh, sì, mi aspetterei un messaggio di ricezione avvenuta, ma lasciamo perdere). Però mi aspetto una risposta in ventiquattr’ore. Di ore ne sono passate 48, e il risultato è stato zero.
Domanda: cosa pensate voi di un’azienda che ha un customer care di questo tipo?
Aggiornamento: (8 aprile) Ieri mattina, istigato da alcuni amici, ho scritto sulla pagina Facebook di Mukki.it. Dopo un po’ di commenti di amici e conoscenti, verso le 17 c’è stata una risposta da Mukki, che tra l’altro segnalava che «Purtroppo devono essere intervenute delle problematiche tecniche indipendenti dalla nostra volontà che non ci hanno permesso di ricevere il tuo messaggio, altrimenti saresti stato sicuramente ricontattato.» Ho risposto subito via mail e – non dopo un secondo mio messaggio odierno sulla bacheca FB) oggi pomeriggio ho finalmente un recapito diretto… che passerò ad Anna che è molto più brava di me nelle relazioni interpersonali :-)
Bookflocks
Stefano Rodighiero ha creato da qualche mese il sito Bookflocks (“stormi di libri”, tradurrei così ad occhio), dove raccoglie interviste piuttosto speciali a varie persone: quello che chiede infatti è di parlare dei libri che l’intervistato ritiene essere stati i più importanti nella propria formazione.
In mezzo a tanta brava gente, oggi l’intervistato sono io. Potete vedere parte della mia libreria matematico-ricreativa e – se non avete troppi problemi con l’inglese – scoprire quali sono i miei libri favoriti, anche se immagino che li avevate già indovinati.
Conoscete qualcuno che vi piacerebbe vedere intervistato? Scrivete a Stefano!
i veri paletti
Ho sentito un brano di un’intervista a Matteo Renzi che snocciolava i quattro paletti invalicabili per la “sua” riforma/cancellazione del Senato: niente voto di fiducia, niente votazione sulla legge di bilancio, niente membri eletti, niente stipendio (aggiuntivo) per i nominati. Non ci crederete, ma su due dei punti io sono perfettamente d’accordo: naturalmente sui primi due :-)
Se ci pensate un attimo, pensare una doppia fiducia può significare avere due composizioni complementari, cosa che comunque non c’è mai stata nonostante il Porcellum ci abbia provato; e il rimpallo della Legge di Stabilità serve solo a inserire emendamenti su emendamenti per tirare fuori qualche spicciolo per i lobbisti più bravi. Occhei, sarebbe più simpatico dare a una delle Camere il voto di fiducia e all’altra quello sulla legge di bilancio, ma per amor di Renzi lasciamo stare.
Vediamo gli altri due punti. Considerato in 40.000 euro lordi al mese per 14 mensilità lo stipendio di un senatore (perché anche se non eleggi nessuno ma mandi dei nominati, il Senato lo devi comunque mandare avanti e le indennità gliele devi pur lasciare), il risparmio sarebbe di circa 20 milioni l’anno, su un bilancio di più di mezzo miliardo. Inutile dire che poi far fare un doppio lavoro ai rappresentanti regionali non è certo indice di una loro produttività maggiore, anzi.
Perché allora questi due paletti renziani? Ovvio, perché così il popolo (non si dice più “la gente”, quello era Berlusconi) vuole così, no? Solo che a questo punto non serve più prendersi il tempo per fare una discussione seria, per esempio definendo quali leggi siano di competenza della Camera e quali del Senato e lasciando un massimo di tre passaggi parlamentari (C-S-C o S-C-S). Si fa, e guai a chi vuole pensare :-(
Oneri Postali 5,50 euro
Ho ricevuto un pacco dal Giappone. Ho pagato al postino 22 euro e 71 centesimi (da consegnare al centesimo, e ovviamente il postino non ha un POS per pagarlo). Di questi soldi, 17 euro e 21 centesimi sono l’IVA che ovviamente devo pagare (e avevo messo in conto), e 5 euro e 50 centesimi sono per “oneri postali”.
Visto che l’unico onere che vedo è quello di calcolare l’IVA e stampare il foglietto con gli oneri suddetti (le spese postali le ho pagate prima), e visto che io sono costretto a usare Poste Italiane per ricevere per posta un pacco dall’estero, mi spiegate perché devo sottostare anche a questo balzello?
Post Scriptum: la bolla di accompagnamento dice che è stato spedito dal Giappone il 24 marzo. Una seconda bolla dice che è stato “lavorato al GTW di Lonate Pozzolo” il 26 marzo alle 10:47:48. Qualcuno riesce a spiegarmi perché non mi è stato consegnato il 27 o il 28 marzo?
buon Natale a tutti :-)
Di spam ne ricevo sin troppo, anche perché la mia email come portavoce di Wikimedia Italia è sin troppo pubblica. Purtroppo qualche messaggio sfugge ai filtri e spunta su gmail. Vabbè, uno se ne fa una ragione: ma quello che mi è arrivato adesso secondo me non merita finisca nell’oblio senza che qualcun altro venga a sapere le sue mirabilia.
Il messaggio inizia con la frase «Se questi auguri di Natale non vengono visualizzati correttamente, clicca qui.» (i link ve li risparmio, non preoccupatevi). La newsletter, evidentemente tradotta sì a mano dal tedesco ma da uno che non è di madrelingua italiana (ci sono troppi calchi germanofoni) inizia con
News attuale - Il programma di calcolo online gratuito di INTEWA - Edizione 14-2014
Gentile cliente interessato al risparmio di acqua, [...]
e continua con varie notizie di cui ovviamente non me ne può fregare di meno. Ma il meglio è la firma finale:
cordialmente
<strong>Gérard Becker</strong>
Marco Bignetti
INTEWA Italia
Sì, avete capito bene. Il responsabile(?) di INTEWA Italia ha aggiunto la sua firma, invece che sostituirla a colui che immagino essere il responsabile comunicazione dell’azienda madre: e non si è nemmeno accorto che la firma dell’altro era indicata in HTML, copiando pari pari il tag <strong> che appare come lo vedete.
La ciliegina finale è che c’è sì un link “Cancellati alla newsletter” (sic), che porta a questo link (no, in realtà c’era attaccata una serie di dati per riconoscere da dove arrivava il link). Una simpatica paginetta in tedesco dove, nonostante appunto il sistema dovrebbe sapere l’indirizzo di partenza, uno è costretto a rimettere il proprio indirizzo email e un codice di controllo.
Voi dite quello che volete: da un’azienda con un biglietto da visita simile io non prenderei mai nulla nemmeno se non mi inviasse spam :-)
Debborah
Beh, c’è anche il video, quindi è difficile che il Governatore Serracchiani possa dire di essere stata fraintesa. Secondo lei il presidente del Senato Grasso – «essendo stato eletto dal partito Democratico», pensa «che ne debba accettare anche le indicazioni». E per fortuna che lei crede «che sia assolutamente un presidente di garanzia».
Sorvoliamo in questa sede sul fatto che è una palla che questo annullamento del Senato sia «quello che chiedono i cittadini»: non mi pare proprioci sia mai stato un referendum al riguardo. Accettiamo invece l’ipotesi che ciò sia quello che vuole il PD, il che, nella nostra che per il momento è ancora una democrazia rappresentativa – è sufficiente perché il DDL costituzionale sia presentato. Ma le più alte cariche dello Stato sono “di garanzia” proprio perché non devono fare gli interessi di una parte, che sia quella che li abbia eletti o un’altra, ma quelli dello Stato e dell’istituzione stessa dove si trovano. Se il Senato voterà la sua abolizione pratica, Grasso dovrà prenderne atto: ma prima ha il diritto e il dovere di segnalare quello che ritiene sbagliato. E tutto questo un politico dovrebbe perfettamente saperlo, visto che è il suo lavoro. Tanto più poi un politico che ha una carica istituzionale… Ah già, che stupido che sono! Mi sono dimenticato che, prima di essere il governatore della regione Friuli-Venezia Giulia, Deborah Serracchiani è il vicesegretario del PD…
_Crisi d’identità_ (ebook)
«Giorgio possiede due dachshund, che con poca fantasia ha chiamato Otto e Bass. Quante zampe hanno in totale i due cani?» Quello che ho appena scritto è un esempio di problema autodefinito: un problema la cui soluzione è scritta all’interno del suo enunciato, ed è un esempio che non trovate – perché l’ho creato in questo momento – nel nuovo libro di #40kmate (Marco Fulvio Barozzi, Crisi d’identità, 40k Unofficial “Altramatematica” 2014, 1,99€, ISBN 9788898001668; anche su BookRepublic e gli altri store). Ma naturalmente Barozzi (o Popinga, come chi frequenta la rete probabilmente lo conosce) ne ha scritti altri di migliori.
Come chi conosce l’autore può ben aspettarsi, il concetto di identità non è solo declinato in senso matematico, ma anche letterario e filosofico. Leggendolo, scoprirete che sembra facile dire identità, ma in realtà non c’è mai nulla di realmente identico a una cosa diversa da sé stesso (e se ci pensate su, non è poi così strano). L’identità è sempre in relazione a un modo di vedere le cose: una frase autoreferenziale, per esempio, parla di sé oppure della rappresentazione di sé? Se non ne siete poi così sicuri, prendetevi il libro e scopritelo!