Il teorema di Tolomeo senza parole

Un quadrilatero ciclico
Sono in molti a pensare che la geometria classica sia terminata con Euclide e i suoi Elementi, che hanno organizzato tutto. Questo non è affatto vero: esistono tanti teoremi, anche su figure apparentemente semplici come i triangoli, che sono stati scoperti in epoca moderna. Ma soprattutto non dobbiamo dimenticarci che in epoca ellenistica lo studio della matematica in generale e della geometria in particolare è proseguito, e si hanno molti teoremi “classici” ma non “euclidei” (anche se parliamo sempre di geometria euclidea, si intende).

Un esempio è il teorema di Tolomeo, il cui enunciato con relativa dimostrazione si trova nell’Almagesto, e che afferma che in un quadrilatero ABCD ciclico (vale a dire inscritto in una circonferenza), vale la seguente relazione:

$\overline{AC}\cdot \overline{BD}=\overline{AB}\cdot \overline{CD}+\overline{BC}\cdot \overline{AD}$

cioè che la somma dei prodotti delle coppie di lati opposti è uguale al prodotto delle sue diagonali. Nella figura qui sopra vedete un quadrilatero ciclico con le sue diagonali, e gli angoli uguali a due a due perché angoli alla circonferenza insistenti sullo stesso raggio; quindi $ \alpha + \beta + \gamma + \delta = 180^{\circ}.$

Nel 2015 William Derrick e James Hirstein, dell’università del Montana, hanno pubblicato una dimostrazione senza parole del teorema, che vedete nella figura qui sotto. In pratica si scalano tre dei triangoli mostrati nella figura originale e li si riassemblano per formare un parallelogramma, sfruttando l’equazione sugli angoli che abbiamo appena visto. Il risultato finale è immediato. Qui trovate un video con questa dimostrazione.

dimostrazione del teorema

Notato nulla di strano? Tolomeo non avrebbe mai usato una dimostrazione del genere, perché abbiamo scritto dei segmenti come fossero delle aree. La forza dell’algebra è anche questa: svincolarci dal significato geometrico degli elementi e considerarli come semplici numeri.

le AI che dovrebbero imparare la lingua dei delfini

Mah. Leggo questo articolo e rimango perplesso. Se si addestra un LLM per generare sequenze di suoni “simili a quelli dei delfini” e quello che si ottiene è per metà “rumori di fondo che ci si aspetta dall’oceano”, e per il resto “clic, fischi e i cosiddetti burst di impulsi” cosa abbiamo ottenuto? Nulla. Non dico di avere un dizionario delfinese-umano, che sarebbe davvero qualcosa di incredibile: ma dal testo dell’articolo non pare proprio che si sia raggiunto alcunché di “comprensibile” per un delfino, qualunque significato si voglia dare al termine. È come dire di aver preso un certo numero di carte e trovare che per metà esse contengono delle lettere e degli spazi che parrebbero formare delle parole, che però non ci dicono nulla. Vi pare un grande risultato?
Mi sarei insomma aspettato qualcosa di diverso: chessò, che avessero generato dei suoni che incuriosissero i delfini (nel mio esempio precedente, parole che assomigliano all’italiano anche se magari non formano frasi di senso compiuto): e gli stessi autori dicono che gli esperimenti attuali corrono il rischio di addestrare involontariamente i delfini con altri mezzi che non siano il linguaggio.
Mi sa che dovremmo aspettare che i delfini se ne vadano dalla Terra, lasciandoci un messaggio “Addio, e grazie per tutto il pesce”.

È morta mia mamma

Venerdì mattina è morta mia mamma. Morte improvvisa (io ero a Chiavari e stavo per andare a una festa di matrimonio), ma non proprio inaspettata. Una decina di giorni fa era passato da lei il medico perché aveva del catarro e le aveva prescritto degli antibiotici: ma a parte questa cura – anche blanda, era solo dell’Augmentin – mi ero accorto che quando le telefonavi mi diceva sempre che stava dormendo, e la cosa non mi piaceva affatto. La vigilia di Pasqua sono andato apposta su in montagna per vederla, temendo che sarebbe stata l’ultima volta, e purtroppo ho avuto ragione: era molto debole ma ancora abbastanza lucida. Giovedì pomeriggio le ho telefonato come tutti i giorni e le ho parlato, ma non saprei dire quanto avesse capito anche se mi aveva riconosciuto.

Mia mamma soffriva di una forma di Parkinson da molto tempo, ma ha continuato a vivere da sola fino all’inizio dell’anno scorso, giusto con una signora che veniva negli ultimi tempi ad aiutarla. Alla fine di febbraio dell’anno scorso, però, una notte è caduta in bagno e si è rotta quattro costole. I due mesi in cui è rimasta praticamente ferma (lasciamo perdere come non funzionano le cliniche di riabilitazione) hanno sicuramente contribuito a dare il colpo di grazia, soprattutto per la testa che stava già perdendo colpi. Quest’estate sembrava però essersi un po’ ripresa, e ancora quest’autunno una volta che sono salito con i ragazzi era fuori ad aspettarci, preoccupata perché dovevamo andare a pranzo fuori mentre mi aspettavo che avesse già mangiato: ma a marzo quando siamo andati al ristorante aveva davvero fatto fatica.

Cosa dire? Quando morì mio padre non avevo ancora diciott’anni. Ero un ragazzo, e ho ancora oggi tanti rimpianti per quello che non avevo voluto fare con lui. Con mia mamma, anche senza manifestazioni di affetto esteriore, forse è andata un po’ meglio: ma resta questa sensazione di vuoto anche se erano decenni che vivevamo in due città diverse.

Quizzino della domenica: Progressione aritmogeometrica

745 – equazioni

Una successione di tre numeri reali forma una progressione aritmetica, il cui primo termine è 9. Se lasciamo inalterato il primo termine, aggiungiamo 2 al secondo termine e 20 al terzo termine, i tre numeri così ottenuti formano una progressione geometrica. Qual è il più piccolo valore possibile per il terzo numero?

9 9+d 9+2d

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p745.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dall’AMC 10 del 2000)

From Counting to Continuum (libro)

copertina L’approccio che Scheinerman usa in questo libro per definire i vari tipi di numero è quello che è di moda negli ultimi tempi, e avevo già visto sul testo di Körner, che infatti è citato in bibliografia. L’idea è quella di definire le varie estensioni dei numeri come classi di equivalenza di coppie di quelli precedenti: per esempio la coppia di naturali (a, b) viene associata al numero intero a-b. Ma come sempre in questi casi dobbiamo controllare i dettagli, e qui direi che il testo merita davvero. A differenza di Körner, che comincia assumendo una conoscenza intuitiva dei numeri naturali che poi vengono definiti formalmente più avanti, Scheinerman usa il concetto di corrispondenza biunivoca per definire i naturali, e poi proseguire. Ma soprattutto le note a latere sono secondo me molto illuminanti, e permettono di vedere la creazione dei numeri in modo meno calato dall’alto: tenete anche conto che nella prefazione Scheinerman dice esplicitamente che è più interessato alle definizioni che alle dimostrazioni. E soprattutto la parte finale con gli accenni a estensioni non standard dei reali (IL campo ordinato completo, e già questa definizione, ancorché formalmente standard, fa capire il suo interesse da vero matematico nel vedere come si può andare avanti a partire da quello che parrebbe un punto fermo) merita davvero. Scheinerman mostra non solo i quaternioni ma anche i numeri p-adici e quelli tropicali, di cui non avevo mai sentito parlare…
Una lettura davvero utile non solo per chi è interessato ai fondamenti della matematica ma anche per chi non vuole fermarsi alle definizioni scolastiche dei numeri.

Edward Scheinerman, From Counting to Continuum : What Are Real Numbers, Really?, Cambridge University Press 2024, pag. 232, € 24,26, ISBN 9781009538671 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 5/5

80 anni festeggiati “sobriamente”?

Oggi è l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dai nazifascisti. Una data ovviamente simbolica, perché la guerra è finita il 2 maggio, Mussolini non era ancora stato ucciso mentre cercava di scappare, l’Italia centromeridionale era già controllata dagli Alleati e anche città come Bologna erano già state raggiunte dalle truppe alleate. Però il 25 aprile è il giorno in cui è cominciato lo sciopero generale a Torino, Milano e Genova (che tra l’altro si è liberata prima dell’arrivo delle truppe alleate); come data simbolica va benissimo.
Solo che lunedì mattina è morto il papa. Il governo italiano ha come sempre in questi casi ha indetto il lutto nazionale – che poi non significa molto, se non che ci sono le bandiere a mezz’asta, a scuola si fa un minuto di silenzio al funerale e le partite di calcio vengono rinviate – ma non l’ha fatto per tre giorni come per esempio con Wojtyła ma per cinque giorni. Immediatamente siamo stati in tanti a pensare male e fare peccato, accorgendoci che così il 25 aprile sarebbe stata giornata di lutto nazionale (cosa che in effetti per fascisti postfascisti neofascisti ha senso). La risposta del governo è stata a nome del ministro per la Protezione civile (?) Nello Musumeci che ha detto

«Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno».

come anche scritto nel comunicato stampa del CdM. Io sono a un matrimonio e quindi non potrò ad ogni modo manifestare, e non sono mai stato un amante del casino: però mi fa un po’ specie pensare alla richiesta di una manifestazione sobria. Musumeci ha rincarato la dose:

«Balli e canti scatenati si potrebbero evitare, ecco, mentre la salma è ancora non tumulata.»

come se balli e canti fossero fatti durante il funerale…

Quando gli LLM si dimenticano quello che hanno detto

In queste settimane sul sito calenpiario.it vengono proposti alcuni problemi matematici. Quello del 16 aprile aveva una formulazione un po’ strana, forse per fare in modo che non venisse dato in pasto agli LLM. Ad ogni modo io ho voluto comunque provare a usarli, non con il testo originale ma con uno semplificato, per vedere come avrebbero risposto. Ho così fatto la domanda «un cubo deve essere dipinto col minor numero possibile di colori scelti tra 24 in modo tale che due facce confinanti su uno spigolo non siano dello stesso colore.In quanti modi può essere colorato il cubo? (Colorazioni che usano gli stessi colori, anche disposti in modo diverso, sono da considerarsi equivalenti)» per vedere cosa succedeva. Un ragionamento “umano” vede che sono necessari tre colori distinti, questi devono essere collocati su facce opposte del cubo, e quindi c’è essenzialmente un unico modo per colorarli: il numero totale di possibilità è pertanto $24 \choose 3 $ = 2024. Che è successo in pratica?

Sia Gemini Pro che Math GPT che Claude 2.7 hanno dato la risposta corretta. Invece DeepSeek nella versione “veloce” si è completamente impallato, scrivendo possibili risposte e poi ripensandoci su, fino a terminare con la risposta errata 4048:

la "dimostrazione" di DeepSeek.

Per confronto, DeepSeek “pensante” ha fatto tutto il ragionamento in inglese ma ha dato la risposta corretta.

L’errore di DeepSeek “base” mi ha lasciato molto stupito. Una caratteristica degli LLM che viene molto sottolineata è infatti che il testo generato durante la risposta viene usato per tarare meglio la risposta stessa, in un ciclo di feedback. Insomma, non è un banale sfoggio di “competenza” ma proprio un ausilio alla risposta del sistema. Invece a quanto pare questo è stato un tipico caso di allucinazione: DeepSeek è partito per la tangente, scrivendo

Ma questo è valido solo se consideriamo che tutte le colorazioni con 3 colori sono equivalenti a meno di permutazioni, il che non è vero. In realtà, ci sono 2 distinte classi di colorazioni con 3 colori:
– Colorazione a coppie: Due colori sono usati per due facce opposte ciascuno, e il terzo colore per le altre due facce opposte.
– Colorazione non a coppie: Un colore è usato per tre facce, un altro per due, e il terzo per una faccia, con particolari vincoli di adiacenza.

Quello che parrebbe è che DeepSeek si sia dimenticato del vincolo di non avere due facce adiacenti (o meglio, che non l’abbia più mantenuto nel suo input), anche se comunque il ragionamento resta errato: manca infatti la classe “4 facce del colore A, 1 del colore B, 1 del colore C”. E questo tipo di errore è molto più strano… Diciamo insomma che il ragionamento matematico può ancora lasciare a desiderare.

Quasi pi greco

Ali Kaya mostra la quasi-uguaglianza che potete vedere qui sotto:
pi greco è circa il quadrato di 1/10^5 volte la somma per n che va da meno infinito a infinito dell'esponenziale di meno n quadro diviso 10 alla decima
L’approssimazione è corretta a 42 miliardi di cifre decimali. Riuscite a immaginare da dove arrivi questa formula? Se proprio non ci riuscite, posterò un aiutino e poi la risposta: ma sono sicuro che tra i miei ventun lettori saranno in tanti a farcela.