TikTok e SPID?

Devo dire che non ho capito la logica che porta Stefano Quintarelli a suggerire che per evitare che i bambini vadano nei social network senza supervisione si chieda SPID e numero di carta di credito. (Dei genitori, ovviamente, perché pare che il bambino non possa avere uno SPID).

Il primo problema è ovviamente che resta ancora da vedere se i genitori avrebbero comunque idea di cosa stiano facendo i figli. Da questo punto di vista sarebbe molto più utile avere un accesso ausiliario in sola lettura associato a quello principale, in modo che almeno si possa vedere cosa i pargoli stiano facendo; questo è indipendente dal modo in cui ci si autentica. Ma quello che soprattutto mi preoccupa è dare dati ufficiali (quelli di SPID) a una azienda terza che opera su Internet. Io sono abituato da decenni a vedere i politici che chiedono più o meno surrettiziamente che si cancelli l’anonimato in rete (anonimato che poi è sempre molto relativo, la polizia postale è molto brava a trovare le informazioni quando servono davvero). Se ora mi ci si mettono anche i tecnici siamo davvero messi male…

automobili

Stamattina, mentre tornavo a casa dopo aver lasciato i ragazzi a scuola e fatto un po’ di spesa ed ero bloccato nel traffico, la radio ha passato tre o quattro pubblicità consecutive di automobili, più qualcuna di veicoli commerciali.

Ora, io capisco che nel 2020 le immatricolazioni siano calate di più di un quarto e quindi le case automobilistiche siano messe molto male. Capisco anche i tentativi per convincere la gente che in tanti vogliono cambiare auto. Ma non mi pare che ci sia tutta questa necessità…

Quando il deadname non era ancora morto

Come probabilmente sapete, Caitlyn_Jenner nacque col nome Bruce Jenner, e con quel nome vinse la medaglia d’oro nel decathlon nelle olimpiadi di Montréal. La pagina di Wikipedia è per l’appunto con il nome Caiytlin (se uno digita “Bruce” viene rimandato alla voce con il nome femminile); quando finalmente sono state disponibili foto post-transizione con licenza libera esse sono state aggiunte; la voce usa generalmente il femminile per riferirsi a Jenner, e fin qua direi che è tutto ok.

Però la frase nell’incipit è “In carriera, prima della transizione, fu campione olimpico del decathlon ai Giochi di Montréal 1976, nonché detentore del record mondiale della specialità dall’agosto 1975 al maggio 1980.” Regolarmente qualcuno mette quella frase al femminile, e io regolarmente la rimetto al maschile. Perché? Perché in quegli anni non aveva ancora affermato pubblicamente di essere transgender, e perché scrivere “campionessa olimpica” e “detentrice del record mondiale” genererebbero equivoci. Certo, si potrebbe scrivere “campionessa olimpica del decathlon maschile” e “detentrice del record mondiale maschile”, ma io ritengo che siano frasi così arzigogolate da peggiorare comunque la situazione.

(Lo so, mi piglierò una bordata di insulti per questo post. Amen.)

Quizzino della domenica: Anagramma moltiplicativo

La moltiplicazione mostrata qui sotto (624×78=48672) ha una curiosa caratteristica: le cifre del risultato sono le stesse dei fattori. Insomma abbiamo un “anagramma moltiplicativo”. Ma la cosa più divertente è che è possibile anagrammare queste stesse cifre e ottenere un’altra moltiplicazione corretta. Riuscite a trovare questa seconda moltiplicazione? Non è consentito spostare cifre dai fattori al risultato.


[624x78=48672]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p498.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Louis Thépault, Le chat à six pattes et autres casse-tête.)

Lakatos : Scienza, matematica, storia (libro)

Questo libro (Matteo Motterlini, Lakatos : Scienza, matematica, storia, Il Saggiatore 2000, pag. 218, € 15,49, ISBN 9788842807353) è stato per me una doppia sorpresa. Conoscevo Motterlini come economista di formazione matematica, ma non sapevo che avesse cominciato la sua carriera accademica facendo filosofia della scienza; e non avevo idea di come Lakatos avesse avuto una carriera politica parallela a quella accademica, prima di finirsene alla LSE dopo gli avvenimenti del 1956 (ma era già stato incarcerato per tre anni per revisionismo…). Se per questo non sapevo neppure che Lakatos è uno pseudonimo: la parola significa “fabbro” in ungherese. Delle tre sezioni – oltre alla lunga introduzione biografica – che compongono il libro l’ultima sulla storia mi è parsa la più debole, forse anche perché Lakatos non ha mai avuto il tempo di completare il suo lavoro. Più interessanti la sua filosofia della matematica e della scienza, dove Motterlini spiega come Lakatos cercasse un impossibile connubio tra l’hegelismo, cioè il pregresso delle teorie come sintesi, e il popperismo, che invece afferma l’importanza del falsificazionismo per valutare la forza di una teoria scientifica. In realtà, secondo Motterlini, le idee di Lakatos hanno sì ovviato ad alcuni problemi nella filosofia popperiana, ma non possono certo essere considerate una risposta definitiva, probabilmente perché i due punti di partenza sono troppo distanti. È però interessante leggere tutte le diatribe tra Lakatos e Feyerabend (molto più anarchico…) e accorgersi che all’atto pratico nessuno sa ancora esattamente quando una teoria scientifica è da considerarsi valida. Immagino che la maggior parte della gente (e degli scienziati…) non si preoccupi della cosa, ma sapere che c’è un problema secondo me è importante.

Scarsa memoria a breve termine

vaccini Quella a fianco è l’istantanea del report governativo sulle vaccinazioni, quello per cui c’è stato chi si è lamentato perché ci sono solo 25000 vaccinati. Eppure i conti sono facili: ci vogliono 21 giorni tra la prima e la seconda dose, e prima della seconda dose non si è ancora vaccinati. E la campagna vaccinale – a parte gli annunci mediatici – è ufficialmente partita il 31 dicembre, come indicato nella pagina. Anzi, addirittura c’è stato qualche richiamo anticipato, visto che al 31 dicembre le inoculazioni erano 15728.

D’accordo che i giornali hanno continuato a scrivere “vaccinazioni” anziché “inoculazioni” (“somministrazioni” è corretto ma molto burocratico), ma un po’ di conti possiamo farceli anche da soli, no?

Some features not available

Some features not available Oggi sono entrato sul non-Messenger di Facebook – nel senso che è la parte interna al sito desktop di Facebook, la mia religione mi vieta di installare Messenger – e mi sono trovato il messaggio qui a fianco. Ho fatto una rapida ricerca e mi è uscito questo post di Facebook che non dice cosa non è disponibile, cita la direttiva e-commerce del 2002 (!) e soprattutto è datato 20 dicembre 2020, cioè un mese fa. Mi pare strano di non averlo mai visto, anche se non è che poi io usi così tanto Facebook. Qualcuno ne sa di più?