Ogni tanto, tra i sondaggi che Google fa per far racimolare qualche centesimo, me ne sono capitati alcuni di argomento squisitamente politico. L’anno scorso avevo circoscritto il committente a due diverse possibilità: la scorsa settimana il primo messaggio mi ha dato la quasi certezza di chi fosse il mandante, e il secondo ha tolto ogni dubbio residuo. Per i curiosi, eccoveli qua.
Le mie domande sono come al solito curiosità personali a cui non credo potrò avere risposta, a meno che tra i miei ventun lettori ci sia qualche insider che non ha problemi a esporsi :-) Ma tanto l’importante per me è provare a vedere le cose da un punto di vista un po’ diverso da quello tipico da socialcoso oppure da giornale.
(a) Fare sondaggi su Google Opinion Rewards è così economico rispetto a un vero sondaggio? (Probabilmente sì. Io ho guadagnato ben 8+11 centesimi a rispondere alle domande: non so quanto sia l’onorario di Google, ma anche se si trattenesse l’80% dei costi il totale è di un euro a persona).
(b) Fare sondaggi su Google Opinion Rewards segue regole diverse da quelli standard? (Di nuovo, probabilmente sì. Se non sbaglio, i sondaggi politici veri e propri devono essere riportati nell’apposito sito, questi mi sa di no). Chiaramente un sondaggio carbonaro può dare dei vantaggi. Ma soprattutto:
(c) Quale può essere la validità del campione scelto da Google? Non ho idea se chi compra questi sondaggi può specificare i parametri di rappresentatività. So che Google ogni tanto mi chiede l’età, se ho figli e in che campo lavoro, quindi alcuni dati ce li ha. Non che i sondaggi veri e propri diano chissà quale sicurezza: ho appena guardato “Mappa successore Sergio Mattarella” del 22 novembre e ho trovato che per ottenere il campione di 1015 persone hanno avuto 13777 “non rispondenti”.
Spero per Rignano&friends che loro sappiano qualcosa in più di me…





Libro di grande formato e pieno di figure, il suo target sono indubbiamente i ragazzi della scuola media che potranno sbizzarrirsi nel trovare le soluzioni ai problemi non eccessivamente complicati. Da questo punto di vista ha indubbiamente raggiunto il suo scopo: lo prova il fatto che mia figlia dodicenne, dopo aver visto la copia che avevo preso in prestito in biblioteca, mi ha chiesto di comprarglielo. Anche la traduzione di Micol Bertolazzi è valida, e pensata appunto per i ragazzi. Il libro non è di facilissima reperibilità, ma secondo me vale la pena di cercarlo se avete figli di quell’età.