La mia prima idea era fare un sondaggio tipo “tra le notiziole che ho scritto l’anno scorso, ve n’è piaciuta una in particolare?”. Poi ho pensato due cose: innanzitutto che non ricordo nemmeno io cosa ho scritto, quindi figuriamoci voi; la seconda è che non avevo voglia di mettermi lì a fare una cernita per farvi votare. Quindi lascio perdere la prima idea e passo alla seconda, come da titolo.
La ricerca nel blog funziona, ma posso anche farla per voi se mi dite “quando hai parlato di XY”, magari faccio più in fretta io a ricordarmi le parole esatte. Se non risponderà nessuno, avrò la conferma di quello che penso sull’usa-e-getta; altrimenti scoprirò cose che probabilmente non avrei voluto sapere :-)
Eee…ccolo
Lo dice Suzukimaruti. Lo dice Ilaria. Mediaworld ha messo in catalogo online l’Asus Eee. Trecento euro (negli Usa è trecento dollari :-( ).
Per chi non lo sapesse ancora, l’Eee è un subnotebook, il che significa che è piccolo e leggero, non come un palmare ma comunque qualcosa che si può portare in giro più facilmente di un notebook. Ovviamente le risorse hardware sono ridotte, ma come sistema per prendere appunti a una riunione o guardare un film è perfetto.
Piccolo trattato di ciclosofia (libro)
La “ciclosofia” è naturalmente la filosofia che si fa andando in bicicletta, espressamente come ciclista urbano, anzi parigino nel caso di questo libro (Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia [Petit traité de vélosophie], Net 2004 [2000], pag. 156, € 7.30, ISBN 9788851521844, trad. Lorenzo Bernini). Tronchet ha degli spunti interessanti, soprattutto quando racconta dei suoi giri parigini in bicicletta: però spesso è un po’ troppo filosofico per i miei gusti. È anche vero che il libretto è molto breve, quindi non è che possa fare chissà quali pipponi… insomma, si può leggere il tutto senza stancarsi troppo, ma non aspettatevi il capolavoro.
Già che ci sono, però, vorrei ricordare le mie due leggi della ciclodinamica:
1. Il vento è sempre contro
2. In ogni circuito, la parte in salita è maggiore di quella in discesa.
Tanti auguri, DEK!
Stavo perdendomelo. Oggi Donald Erwin Knuth compie settant’anni. Se non sapete chi è, mi spiace per voi: magari potete dare un’occhiata alla sua prima pubblicazione per capire che tipo sia. Se sapete chi è, potrebbe interessarvi questa intervista e questa raccolta di interventi.
La moltiplicazione dei carrelli
Il mio collega Damiano mi segnala questo articolo di Vivimilano, che parla dei problemi ai carrelli sulla linea 3 della metropolitana milanese. Non che abbia ben capito cosa si definisca per “carrello”: la frase «I carrelli sono le strutture d’acciaio che supportano le carrozze e le fanno correre sui binari» è un po’ generica. Ma quello che ha lasciato perplesso Damiano e poi me è la frase successiva: Tenuto conto che sulla Gialla viaggiano 68 carrozze e che ciascuna è supportata da due carrelli, in tutto i carrelli sulla linea sono 272. Prendete la vostra calcolatrice: 68 per 2 fa 136, che è esattamente la metà di 272. Tralascio tutta una serie di considerazioni per così dire pratiche, tipo il fatto che i treni della metropolitana di Milano sono formati da moduli di tre carrozze ciascuno e 68 non è divisibile per tre: una stima spannometrica mi fa pensare che 68 sia appunto il numero di moduli, non di carrozze. Sarebbe bello che una giornalista si accorgesse di queste cose, ma forse è sognare troppo. Ma una moltiplicazione la si può provare fare? Oppure il problema di base è stato un copincolla da un comunicato ATM in cui è saltata una riga? Anche a me ogni tanto capita :-)
Se fossi Alessandro Gilioli…
grandeur télévisuelle
L’altro ieri Nicolas Sarkozy ha parlato un po’ di cosa vuole fare alla TV pubblica francese. Hanno parlato quasi tutti della proposta di togliere la pubblicità per la TV di stato, da finanziare con una tassa sul porno e sulle televisioni private: si sa, in Italia certi temi sono persino più scottanti della proposta moratoria sull’aborto.
Preferisco però parlare dell’altro punto: la chiusura di France24, o meglio il suo accorpamento, insieme a Radio France internationale e TV5, in un nuovo soggetto che dovrebbe chiamarsi “France Monde”. Il peccato originale di France24 (un canale tuttonews)? Non trasmette soltanto in francese, ma anche in inglese e in arabo, e quindi “non porta la presenza della Francia in modo massiccio”. Al limite, concede monsieur le Président, si potranno lasciare i sottotitoli in inglese, spagnolo e arabo a seconda della regione.
Sarà. A me però la cosa continua a non tornare. Secondo me una mossa come quella si rivela un boomerang: se il francese non lo sai, non ti metterai nemmeno a selezionare il canale. Non dico di fare l’esterofilo a tutto spiano, ma forse pensare che la Francia non è solo la lingua francese potrebbe essere interessante.
Come imparare la fisica (se si sa l’inglese)
Annarella segnala il sito The Joy of Sexual Physics. John Marshall spiega la fisica nel modo che generalmente ottiene la massima attenzione: con il sesso. Una serie di domande e risposte dove le domande sono del tipo “lettere a Confidential”, ma le risposte non esattamente.
Come capita spesso, il guaio è che il sito è in inglese: ma magari questa può essere la volta buona per dedicarvi alla lingua :-P