Altro che coda lunga

Ricordate la quantità abnorme di libri che ho letto nel 2007? Bene, ieri su Tuttolibri c’era la classifica dei cento libri più venduti nell’anno appena passato, e ci ho dato un’occhiata. Il primo che abbia letto anch’io è in posizione 26; peccato sia Il piccolo principe che ho letto sì da grande, ma una quindicina di anni fa. Ho letto altri cinque o sei classici in classifica: l’unico libro contemporaneo è in posizione 72, Donne informate sui fatti di Carlo Freccero, che però ho letto nel 2006.
Continuo a rovinare le statistiche di lettura degli italiani, insomma.

Quando le idee sono chiare

Premessa: è ovvio che in un paese come l’Italia non si può fare una legge elettorale. Ci sono troppi partiti con troppi interessi diversi, a destra, a sinistra, al centro, sopra, sotto, eccetera. L’unica possibilità che mi viene in mente è selezionarne cinque o sei, e poi sorteggiare quella che verrà promulgata.
Comunque Silvio B. non perde l’occasione per lamentarsi, e fin qua nulla di strano. Però c’è un passaggio che non mi torna. Cito dall’articolo:
«Berlusconi ribadisce: il “porcellum” di Calderoli, ritoccato, andrebbe benissimo, mentre a questo punto il traguardo ideale resta il modello francese. “Sono d’accordo con Veltroni, ha dato buoni risultati. Per fare in Italia quello che Sarkozy ha fatto in Francia in poco tempo servirebbero 2-3 anni. Ci vuole un solo turno, una sola scheda, un solo voto. Speriamo si trovi l’accordo”.»
Ora, il modello francese può darsi abbia una sola scheda e un solo voto, ma sicuramente ha due turni. Mi resta solo un dubbio: è fuso Berlusconi, sono fusi quelli di Repubblica o semplicemente si parte dal presupposto che tanto è tutta una farsa e quindi non bisogna fare attenzione a quel che viene detto?

ATM e i disabili

Stamattina, mentre scendevo in metropolitana (Zara M3)a comprare il giornale e un carnet di biglietti, ho notato che l’ascensore che porta dal mezzanino all’aria aperta aveva un cavalletto davanti con un cartello “Fuori servizio”. Se non ricordo male – a dire il vero, quell’ascensore non l’ho mai utilizzato, quindi non è che ci faccia più di tanto caso – la situazione è così da un mesetto o giù di lì.
Come ho scritto, a me personalmente la cosa non fa né caldo né freddo. A me, inteso come uno che vede che nelle paline di quella stazione della metropolitana c’è un bel simbolino che indica che la stazione in questione è “attrezzata per la fruizione da parte degli handicappati”, la cosa infastidisce parecchio. Ma tanto sarà sicuramente colpa di qualcun altro che non ha dato ad ATM il permesso di riparare l’ascensore.

vi ricordate qualche mia notiziola dell’anno scorso?

La mia prima idea era fare un sondaggio tipo “tra le notiziole che ho scritto l’anno scorso, ve n’è piaciuta una in particolare?”. Poi ho pensato due cose: innanzitutto che non ricordo nemmeno io cosa ho scritto, quindi figuriamoci voi; la seconda è che non avevo voglia di mettermi lì a fare una cernita per farvi votare. Quindi lascio perdere la prima idea e passo alla seconda, come da titolo.
La ricerca nel blog funziona, ma posso anche farla per voi se mi dite “quando hai parlato di XY”, magari faccio più in fretta io a ricordarmi le parole esatte. Se non risponderà nessuno, avrò la conferma di quello che penso sull’usa-e-getta; altrimenti scoprirò cose che probabilmente non avrei voluto sapere :-)

Eee…ccolo

Lo dice Suzukimaruti. Lo dice Ilaria. Mediaworld ha messo in catalogo online l’Asus Eee. Trecento euro (negli Usa è trecento dollari :-( ).
Per chi non lo sapesse ancora, l’Eee è un subnotebook, il che significa che è piccolo e leggero, non come un palmare ma comunque qualcosa che si può portare in giro più facilmente di un notebook. Ovviamente le risorse hardware sono ridotte, ma come sistema per prendere appunti a una riunione o guardare un film è perfetto.

Piccolo trattato di ciclosofia (libro)

[copertina] La “ciclosofia” è naturalmente la filosofia che si fa andando in bicicletta, espressamente come ciclista urbano, anzi parigino nel caso di questo libro (Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia [Petit traité de vélosophie], Net 2004 [2000], pag. 156, € 7.30, ISBN 9788851521844, trad. Lorenzo Bernini). Tronchet ha degli spunti interessanti, soprattutto quando racconta dei suoi giri parigini in bicicletta: però spesso è un po’ troppo filosofico per i miei gusti. È anche vero che il libretto è molto breve, quindi non è che possa fare chissà quali pipponi… insomma, si può leggere il tutto senza stancarsi troppo, ma non aspettatevi il capolavoro.
Già che ci sono, però, vorrei ricordare le mie due leggi della ciclodinamica:
1. Il vento è sempre contro
2. In ogni circuito, la parte in salita è maggiore di quella in discesa.

La moltiplicazione dei carrelli

Il mio collega Damiano mi segnala questo articolo di Vivimilano, che parla dei problemi ai carrelli sulla linea 3 della metropolitana milanese. Non che abbia ben capito cosa si definisca per “carrello”: la frase «I carrelli sono le strutture d’acciaio che supportano le carrozze e le fanno correre sui binari» è un po’ generica. Ma quello che ha lasciato perplesso Damiano e poi me è la frase successiva: Tenuto conto che sulla Gialla viaggiano 68 carrozze e che ciascuna è supportata da due carrelli, in tutto i carrelli sulla linea sono 272. Prendete la vostra calcolatrice: 68 per 2 fa 136, che è esattamente la metà di 272. Tralascio tutta una serie di considerazioni per così dire pratiche, tipo il fatto che i treni della metropolitana di Milano sono formati da moduli di tre carrozze ciascuno e 68 non è divisibile per tre: una stima spannometrica mi fa pensare che 68 sia appunto il numero di moduli, non di carrozze. Sarebbe bello che una giornalista si accorgesse di queste cose, ma forse è sognare troppo. Ma una moltiplicazione la si può provare fare? Oppure il problema di base è stato un copincolla da un comunicato ATM in cui è saltata una riga? Anche a me ogni tanto capita :-)