Pubblicità ingannevole

Non avevo intenzione di commentare la non-notizia dell’UAAR che a Genova farà girare due bus con la loro pubblicità: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno». In fin dei conti l’hanno fatto in tanti: a parte i soliti noti, segnalo Ilaria, Farfi, lo Straniero di Elea, Rectoscopy, Berlicche. Io non sono né ateo, né agnostico, né razionalista; non capisco quale sia il problema di quella scritta, ma visto che non mi infastidisce affatto non vedo cosa ci sia di male. Da un punto di vista puramente markettaro aggiungo che è stata la trovata UAAR di gran lunga con il maggior successo, e il rapporto costi-benefici è favoloso.
Poi è arrivato Luca Volontè ad affermare che quella è “pubblicità ingannevole”. Una volta rialzatomi dopo essere rotolato per terra dalle risa, ho capito che non potevo più far finta di nulla.
Aggiornamento: (15 gennaio) adesso abbiamo anche gli obiettori del volante. Fortuna che non ho scritto un pezzo satirico al riguardo: non avrei mai potuto avvicinarmi a certe vette.

Guerra dell’informazione

Chi è stato a rendere per la prima volta disponibili sotto la licenza Creative Commons immagini di qualità televisiva? Al Jazeera, come fa notare Frieda.
L’occasione ovviamente è la guerra a Gaza, e se volete è propaganda pure questa; però è interessante vedere il risultato pratico ottenuto, e ci si può chiedere se mai un grande network televisivo occidentale farà qualcosa del genere.

Estensioni secondo ATM

Sabato 17 gennaio si avrà la prima parte di modifiche alla rete ATM, sfruttando la messa in servizio ufficiale del tram 31 che mi permetterà di andare a Cinisello da casa mia. Non che mi serva andarci, a dire il vero, ma magari la sua utilità quel tram ce l’ha. Con l’occasione, ATM ha pensato di fare una “massiccia campagna informativa” e di “razionalizzare” la rete, il che potete immaginare cosa significhi: ad esempio, eliminare tram, magari mettendo al suo posto un bus come nel caso della 86 al posto del 5/: ma quello è un uso ben noto del linguaggio.
Quello che invece mi infastidisce, anche se confesso che è principalmente per ragioni personali (mi hanno tolto una connessione diretta da casa alla zona Lanza-Castello) è che si dice che per il 7 c’è una “Estensione del percorso da Via Farini/Via Ferrari a Cacciatori delle Alpi”. Indubbiamente il percorso è più lungo di quello precedente, però non l’hai “esteso” ma modificato…

Carnevale della Matematica #9

Number nine, number nine, number nine…
Scusate, ma un beatlesiano puro e duro come me non può esimersi dal citare Revolution #9 in occasione di questa nona edizione del Carnevale della Matematica, la prima a tenersi nell’anno 2009. Ah, vi serve un calendario? Giovanna ne ha preparato uno in Excel valido fino al 9999! O volete imparare a memoria il calendario? I Rudi Matematici hanno spiegato come Conway lo fa. Conway e i RM sono stati poi messi insieme in un pot-pourri di Zar che parte addirittura dal Manuale delle Giovani Marmotte… ma non è ancora davvero ora dei link, prima dovete cuccarvi il mio sproloquio introduttivo.
Che dire d’altro su questo numero? Beh, è un quadrato, il che non fa mai male nella vita; poi è un numero primo-per-gli-ingegneri (per i fisici è solo un errore sperimentale); un numero intero è sempre esprimibile come somma di nove cubi di interi (al limite usando un po’ di zeri che non fanno mai male); la prova del nove dovrebbe essere nota a tutti (e sennò ripassatevela); nove è un numero palindromo in base 2, 4, e 8; il nove è anche usato in probabilità per indicare la scarsa probabilità di un evento. Quando sentite “l’affidabilità del sistema è di cinque 9” significa che sta su per il 99,999% del tempo e cioè non funziona una volta su 100mila; quella che ovviamente vi serve davvero, ma la legge di Murphy impera sempre.
Ma il nove è anche usato da un punto di vista simbolico, come indice di qualcosa di completo. Se ci pensate un attimo, ci sono nove muse; mi ostino a dire che ci sono nove pianeti (povero Plutone, pianeta per poco, poi “plutino”… peccato!); nove sono i gironi dell’Inferno e i cerchi del Paradiso danteschi; e nove sono i mesi di una gravidanza (e il numero che la Smorfia associa alla figliolanza).
Dopo questa doverosa acculturazione, passiamo a vedere quale matematica si è fatta tra gli italici blog. Un po’ meno del solito, in effetti; si vede che le festività natalizie hanno permesso al più di contare i giorni del calendario dell’Avvento, aggiungere calorie alla propria dieta, e dividere il proprio tempo tra la famiglia, moltiplicando i saluti e i messaggi ma sottraendolo alla scrittura. Anche i quotidiani però hanno toppato più del solito. Chi vuole rabbrividire nel leggere i casi di “innumeracy” può vedere quello che ho raccolto nel mese; dalla densità di casellanti in Sicilia all’uso personalizzato del “più” nelle percentuali; dalla crescita a tasso logaritmico, che arriva sì all’infinito ma con moooolta calma ai metri quadri lineari che, come fatto notare da Daniele A. Gewurz, servono per progettare i depositi di Paperon de’ Paperoni, quelli che contengono i “quattro ettari cubici” di denaro.
Parlando di mangiare, e considerando che a mia conoscenza non esiste un Carnevale della Fisica, segnalo il mistero dei tortellini proposto da Zar, con relativa soluzione. Più matematico, anche se sempre gastronomico, il quesito sui cocomeri disidratati, sempre da Zar.
L’angolo del lettore matematico presenta varie mie recensioni: qualche ilbro della collana RBA Italia (Giochi d’ingegno e divertimenti matematici: mah; In cerca della soluzione: pollice verso; Il labirinto: sì, se reggete la traduzione), e un vecchio classico ristampato da Dover, Taxicab Geometry. Ma naturalmente un vero lettore matematico non può che essere un metalettore, e quindi è d’uopo segnalare che i Rudi Matematici, oltre che aver fatto uscire (un po’ in ritardo…) il numero 120 della Prestigiosa Rivista, hanno anche pubblicato nel loro blog la “biografia” di Charles Babbage. Annarita presenta poi l’incipit di un giallo matematico di Pier Luigi Zanata e quello di un saggio (esoterico e matematico) sul Cenacolo di Gaetano Barbella, oltre che la traduzione di un articolo sulle Dieci Eccellenze Matematiche al femminile.
A mio personale giudizio, però, il miglior saggio metamatematico è quello sulla borgesiana Biblioteca di Babele, preparato per la notte di San Silvestro da Mauro Boffardi (a proposito, Zar si chiedeva se avete contato giusto e nell’ordine giusto…)
Se vi piace giocare con i numeri, Maurizio ha parlato del problema 3n+1, uno di quei giochini che sembrano tanto semplici, si possono anche programmare al computer, ma di cui nessuno sa dare la risposta definitiva; se l’algebretta non vi spaventa troppo potete invece buttarvi sulle terne pitagoriche descritte da me (prima e seconda parte), e scoprire come le si possano descrivere tutte. Il matematico dialogico Zar (ma è stato anche filosofo laconico) presenta il problema dei soldati (prima, seconda, terza parte, più un ponte verso una futura seconda dimostrazione), che ha una soluzione assolutamente inaspettata sia nel risultato che nel tipo di attacco. Non vi tolgo il piacere di andare a vedere la dimostrazione.
Chi vuol vedere la matematica in azione può andare su Gravità Zero, dove Walter Caputo usa la statistica, e per la precisione il test chi-quadro, per valutare se il numero di morti in un ospedale era stato indipendente dalla presenza o meno di un’infermiera. La didattica è come sempre ottimamente rappresentata da Giovanna e Annarita. Giovanna ci mostra come usare GeoGebra per suddividere un segmento in n parti uguali e moltiplicare così tra loro due frazioni. Altri post di Giovanna su GeoGebra sfidano i lettori a dividere un triangolo equilatero in tre quadrilateri congruenti e mostrano la proporzionalità diretta e inversa. Annarita presenta un lavoro di alcuni suoi studenti sulle frazioni decimali non periodiche, e un suo minicorso (prima, seconda, terza e quarta parte) su come usare l’algebra per risolvere i problemi geometrici. Sempre sulla didattica, Walter Caputo fa alcune considerazioni su come si può insegnare la matematica in modo tale che venga imparata.
Giovanna ci parla poi anche della storia della matematica, riprendendo un intervento di Paolo Ardizzoni sui sistemi di numerazione (prima, seconda e terza parte). Ma anche le formule matematiche sono storia, e Giovanna ce ne mostra una di Ramanujan e la Top Ten assoluta delle equazioni.
Spero di non aver dimenticato nulla… La prossima edizione del Carnevale, il giorno di san Valentino, sarà ospitata da Zar. Inviate i contributi a lui, e ricordatevi della cosa fondamentale: qui ci si vuole divertire, non c’è nessun problema se uno non ha voglia o tempo di scrivere qualcosa. Né c’è problema se volete scrivere qualcosa ma non avete un blog: potete sempre usare il povero “matematti” che è lì a languire…

marchette codec

Capisco la gioia di Emanuela Pasqua nel farci scoprire che “il miglior codec video” è italiano. In fin dei conti spiega anche cos’è un codec, e garantisco che non è cosa di tutti. Posso anche capire che nel suo articolo i link siano scritti esplicitamente, e non siano appunto dei link: magari le nuove linee guida del Corsera sono queste, e non mi impunto certo.
Però magari potrebbe scrivere correttamente “Codec Cappelli” invece che “Codec Castelli”, e magari aspettare qualche test comparativo non effettuato dei “vicini di casa” dell’università di Salerno, no?
Aggiornamento: (21:20) la notizia, che mi era in effetti sfuggita, del video da 20 minuti in un floppy da 1.44 MB è stata smentita dal presidente di Ecocontrollo: nella home page del loro sito c’è scritto che è stato presentato «un video in alta definizione a 1080i, della durata di 20 secondi, archiviato su un floppy da 1,44 MB.» (grassetto mio). Venti secondi significa un rapporto di compressione 2.5 rispetto a MPEG-1: considerando che la risoluzione è doppia (“i” sta per interallacciato, se non ricordo male, quindi non è una vera alta definizione – ma potrei sbagliarmi), i numeri tornano.

razzismo

A parte la controprova della perfetta organizzazione della sanità milanese (al Fatebenefratelli non c’era neppure un’automedica a disposizione? non credo un’ambulanza fosse necessaria), la cosa che mi ha fatto più specie in questa notizia è stata la necessità di esplicitare (due volte) che la persona che si è accorta della ferita del passeggero del tram è un extracomunitario. O il Corsera ha deciso di fare una campagna “no alla discriminazione” e la vuole fare in senso positivo, cosa su cui ho parecchi dubbi; oppure la precisazione è assolutamente inutile, e rischia di generare l’effetto opposto, il “sì, ma questo è stato solo un caso, i negher sono tutti inaffidabili”. Non sarebbe bastato scrivere “un altro passeggero si è accorto della ferita”?

oggetti celanti

Stamattina mi è capitato di uscire dalla metropolitana a San Babila. No, il Darty che ha occupato mezzo mezzanino non l’ho degnato nemmeno di un’occhiata. Mentre cercavo di orientarmi per capire quale uscita avrei dovuto prendere mi è capitato di vedere un cartello appeso all’ingresso di un negozio: “Borse, sacchetti e oggetti celanti vanno lasciati alla cassa!” Nulla in contrario alla logica del cartello, ma mi sarei aspettato un po’ più di considerazione verso gli “oggetti celanti” in una libreria che si chiama Exoterica…

Alifrancia

“Malpensa: qualcuno ha barato”. Questo è il titolo della Padania di oggi. Naturalmente bisogna intenderci sui termini. È vero che l’anno scorso Berlusconi tuonava che dopo che sarebbe stato eleto non avrebbe mai svenduto l’azienda ai francesi, “che poi i turisti li manderanno a Parigi“; ma è anche vero che nessuna persona dotata di un sia pur minimo raziocinio aveva davvero creduto a quelle frasi, che non solo erano da campagna elettorale ma erano così farlocche che non potevano proprio essere credute vere. Persino io, che come previsore valgo poco o nulla, lo sapevo; come sapevo che tutti i pianti greci, da donna Letizia in giù, erano giusto per la forma e per riempire qualche pagina di giornale.
La cosa che però mi farebbe più ridere, se non ci fosse in ballo qualche miliardo di euro che noi tutti dovremo pagare, è il leggere persone che rimpiangono che l’accordo non fosse stato fatto nel 2008, “a condizioni molto più favorevoli”. Lasciamo perdere i piloti e gli assistenti di volo, che erano i primi a conoscere la reale situazione dell’azienda: tanto sapete benissimo cosa penso di loro. Tutti gli altri mi pare si siano dimenticati di un piccolo particolare, forse perché se ne è parlato il minimo indispensabile: o piu probabilmente se ne è parlato il minimo indispensabile proprio perché la gente se ne dimenticasse. Il Particolare ha un nome: AirOne.
Cai non si è infatti presa solo Alitalia, ma anche AirOne; compagnia aerea che aveva svariate centinaia di milioni (c’è chi dice un miliardo) di debiti e quindi si trovava esattamente nella stessa situazione di Alitalia, con la piccola differenza che era un’azienda privata e lo Stato non aveva alcun obbligo di salvarla. Possiamo discutere se la cosa sarebbe comunque stata opportuna: io penso di no, ma in ogni caso un simile salvataggio doveva essere fatto aperamente, e non camuffato in questo modo. D’altra parte, la banca con cui Toto era di gran lunga più indebitato era Intesa-Sanpaolo. L’advisor nominato da Berlusconi per scoprire qual era la miglior linea di operazioni “a favore di Alitalia” era una banca. Domanda: quale banca? Avete detto Intesa-Sanpaolo? Siete proprio perspicaci!
Insomma, bisogna sempre leggere i giornali molto attentamente per trovare le notizie: e non si può certo sperare di sapere queste cose dai telegiornali. Come esercizio, vi lascio il controllare come Passera ringrazierà Silvio in futuro.