Su Lavoce.info c’è un articolo che in poche parole dice che i treni non devono essere sussidiati (rectius: «i dubbi sulla socialità del trasporto ferroviario sono ancora più evidenti» da cui poi l’articolista trae le conclusioni del caso). Vabbè. Ognuno può leggere l’articolo e farsi un’idea di quali affermazioni condivide e quali no.
Però c’è una frase che non mi torna; Ponti (nomen omen :-) ) spiega che uno dei motivi per cui non bisognerebbe sussidiare le ferrovie locali – detto in altro modo, il biglietto del treno dovrebbe costare di più – è che
la disponibilità di servizi ferroviari è necessariamente riservata ai residenti prossimi alle linee (meglio, alle stazioni) e con destinazioni anchesse in qualche misura servite dal treno, cioè una assoluta minoranza della popolazione. Questa minoranza con accessibilità privilegiata gode già di una rendita, proprio perché risiede in punti privilegiati del territorio, dove si generano maggiori valori immobiliari.
Se io vivo vicino a una stazione ferroviaria, comprare o affittare casa mi costa indubbiamente di più. Su questo non ci piove. Ma a meno che qualcuno non decida di costruire la stazione dopo che ho comprato casa, oppure che quella casa l’ho ereditata dal bisnonno, io non ho una rendita ma un costo ulteriore!
Lo sapete, io e l’economia non andiamo affatto d’accordo. Qualcuno mi può illuminare?
Archivi autore: .mau.
Eccellenza
Ho visto questo video di Ballarò. Occhei, ho ascoltato l’audio mentre facevo dell’altro.
Vedere Franceschini che, dopo che Sandro Bondi sempre più paonazzo gli urla di non dargli del tu, risponde serafico “Mi scusi. Eccellenza, Ella…” e dopo l’altro sfogo bondiano prosegue “Eccellenza è il termine che il protocollo riserva ai ministri” mi ha fatto capire perché è nato il PD. L’avete mai visto voi un segretario comunista-postcomunista-excomunista fare una battuta?
Attenzione: non è con le battute che si guadagnano consensi o si vincono le elezioni, a meno forse che non siano battute grevi. Chi apprezza battute così è poi una minoranza nemmeno troppo ampia, tranne forse tra i miei lettori; però lasciatemi almeno sorridere un po’.
Io la politica non la capirò mai
Quando leggo che Italia dei Valori intende chiedere una mozione di sfiducia contro Silvio Berlusconi, io penso che sia una tavanata galattica, visto che figuriamoci se la maggioranza blindata che ha lo farebbe fuori, e in questo modo il PresConsMin potrebbe dire che anche il Parlamento, non solo il popolo, è al suo fianco e quindi che lo lascino lavorare e trovare le sue amiche. Però posso immaginare che siamo in campagna elettorale, e magari Di Pietro pensa che qualche elettore di sinistra decida di votare lui perché è l’unico che alza la voce.
Ma quando Dario Franceschini propone una mozione perché il Cavaliere rinunci al lodo Alfano, davvero non lo capisco. Se l’è fatto preparare e votare proprio per questo processo, e ora dovrebbe rinunciare ad esso? Aspettate che vado a vedere se la fatina del dentino mi ha lasciato dei soldini pregressi!
Devono aver cambiato traduzione
Matteo 18,7: «Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!»
Monsignor Crociata, segretario della Cei: «Nessun giudizio» su Silvio Berlusconi e in particolar modo sul caso Noemi. «Ognuno ha la propria coscienza»:
_Arlecchino servitore di due padroni_ (teatro)
Mi sono dimenticato di raccontarvi della rappresentazione di un paio di settimane fa, che Anna e io ci siamo visti aggratis perché nel quadro della manifestazione Artigiana la community del Piccolo offriva dei biglietti. Non che fosse facile prenotare: un javascript assassino mi faceva sempre arrivare alla schermata “hai già cercato di prenotare, aspetta ancora mezz’ora”. Non so se per questo o per la concomitanza della partita dell’Inter, il Teatro Studio non era per nulla pieno, tanto che quando siamo saliti in piccionaia (terzo anello) coi nostri biglietti ci siamo trovati un inserviente che ci ha fatto l’upgrade in platea, anche in fila centrale.
Non ce lo ricordavamo così lungo, né così stretto di dialetto: soprattutto non ci ricordavamo che l’acustica dello Studio faccia così schifo, tanto che abbiamo perso varie battute (no, non era un problema, la trama la sapevamo già). Rispetto a cinque anni fa, Ferruccio Soleri non fa più le capriole, e ci credo anche, visti i suoi 79 anni. Chissà se sarà davvero la sua ultima recita milanese: mi sa che lo dica sempre ma ogni volta riprenda imperterrito. Commento? Mah, Anna ha detto che forse avrebbe fatto meglio a restarsene a casa, mentre io sento ormai questa commedia come una cara vecchia amica :)
Intervista del Presidente Berlusconi con la CNN International
Il titolo non l’ho inventato io: è sul sito del governo, e quindi posso immaginare che rifletta esattamente quanto pronunciato dal PresConsMin.
Essendo io notoriamente una persona di parte, mi limito a commentare la terzultima e la penultima delle domande fattegli dalla CNN (chi vincerà mercoledì non è un mio problema). Sul caso Mills, posso dare il beneficio del dubbio sulla sua affermazione che «hanno inventato che il presunto reato si sarebbe compiuto non nel momento del ricevimento dei soldi da parte del signor Mills, ma nel momento in cui il signor Mills ha cominciato a spendere questi soldi». Non sono un esperto legale. Certo che vedere che una persona più che innocentissima – come il PresConsMin si dipinge – si lamenti che non può avvalersi la prescrizione non getta una bella luce. Ma si sa, da noi abbiamo dei giudici «che non sono semplicemente di sinistra, ma militanti della sinistra» e che non hanno affatto voluto sentire come sono andati i fatti dalla viva voce dei suoi avvocati. (Come? mi state dicendo che visto il lodo Alfano quegli avvocati non potevano presentarsi? Ecco, l’ho sempre detto io che il lodo Alfano è incostituzionale, visto che limita i diritti di alcune persone!)
L’altra domanda è stata «Come reagisce alla vicenda diventata pubblica del divorzio?» La risposta di Berlusconi non parla della vicenda in questione, se non nella prima riga: «Trovo indegno il comportamento di chi entra in una vicenda privata per farne motivo di attacco politico.» (Domanda seria, visto che salto a pie’ pari la maggior parte delle notizie di gossip: chi è che ha attaccato il Cavaliere per il suo divorzio?) ma del caso Noemi, che sarebbe stata la trappola che “ha fatto cadere in errore sua moglie”. Come magari non sapete, andare a letto con una ragazza sedicenne consenziente non è affatto un reato (codice penale, articolo 609-quater). In una nazione come l’Italia, puritana solo a parole, il signor B. in effetti avrebbe solo da guadagnare nella considerazione di molti uomini e parecchie donne se mostrasse il suo machismo. Ma quello che io aspetto è quanto minacciato da Lui: «Adesso tuttavia mi hanno accusato di avere mentito nelle dichiarazioni che ho fatto ai giornali, allora di fronte a unaccusa di questo genere reagirò, spiegherò esattamente comè la situazione e avrò ancora una volta tutti gli italiani con me, e ancora una volta questaccusa sarà un boomerang nei confronti di coloro che me lhanno fatta.» Le sue dichiarazioni sono state “ho visto Noemi tre-quattro volte”, “non ho mai incontrato Noemi senza i suoi genitori”, “conosco la famiglia Letizia da anni”, “ho deciso di andare alla sua festa di compleanno all’ultimo momento”.
Io non credo agli scoop di Repubblica, o meglio non credo che tutto quello raccontato dai testimoni sia vero (non foss’altro che per le contraddizioni interne); ma credo ancora meno all’attuale “verità” affermata dal PresConsMin. Ma se proprio devo fare una scommessa, non penso che Berlusconi darà mai una “esatta spiegazione” dei fatti. Tanto se ne dimenticheranno tutti.
Buon asciugamano a tutti!
Oggi è il Towel Day. Voi sapete dov’è il vostro asciugamano, vero?
Obikà mozzarella bar (aperitivi)
Venerdì sera avevamo preso i biglietti per La Cimice (recensione della quale seguirà) e data la sua lunghezza abbiamo pensato di mangiare qualcosa prima dello spettacolo. La zona dello Strehler non manca certo di posti per un aperitivo: la nostra scelta stavolta è caduta sull’Obikà, che ci aveva fatto una buona impressione appena aperto. Mal ce ne incolse. Il locale non era nemmeno strapieno: non c’erano posti liberi, ma nemmeno gente in attesa. Insomma, una condizione perfetta. Invece no. La logica di questi posti è che tu paghi cifre invereconde per un calice di vino – otto euro, tanto per non fare prezzi – e poi ti mangiucchi le schifezze qua e là. A parte i tempi per riuscire a ottenere le nostre bevande, compresa l’attesa per i due frullati la cui ordinazione sembra essersi persa per strada, bisognerebbe stendere un velo pietoso sul resto. A parte le patate che erano presenti in quantità industriali, i vassoi venivano lasciati vuoti per un bel po’, confidando probabilmente che la gente stufa ordinasse un piatto pronto. A un certo punto era miracolosamente tornata un po’ di roba da mangiare… ma non c’erano più i piattini. Quanto alle posate di portata, solo forchette, niente cucchiai (secondo Simona fanno così per far prendere meno roba. A parte le patate, c’era del “riso” da mettere tra virgolette: io gli ho dato un’occhiata e ho pensato fose meglio lasciarlo al suo posto, chi ha osato servirsene un po’ alla prima forchettata mi ha dato implicitamente ragione non toccandolo più. Il pinzimonio aveva sicuramente visto settimane migliori: il finocchio sembrava essere lì come muta testimonianza di un remoto passato. Poi c’era la “bruschetta”, sempre tra virgolette: i pezzettini potevano essere più correttamente denominati pane raffermo. Il tutto con un sottofondo di musica tunz tunz tunz che magari piacerà anche a qualcuno ma mi faceva solo pensare a una scena di distruzione.
Insomma, pollice verso. Ma molto verso.