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matematto non praticante

promoveatur ut loquuntur

distintivo del ComFoTer Non credo che il latino del titolo sia corretto, in fin dei conti loqui è un verbo deponente e quindi non ha un passivo. Ma il concetto dovrebbe essere chiaro. Può anche darsi che il titolo di Capo di stato maggiore delle Forze Operative Terrestri sia un posto senza nessun reale potere (anche se non so cosa il povero generale Salvatore Camporeale abbia fatto per essere stato fatto fuori dopo cinque mesi). Ma è chiaro che è una posizione dove uno che vuole visibilità non fa fatica a ottenerla, per la gioia di Repubblica che spera di guadagnare qualche copia e soprattutto del presidente Meloni che si fa un alleato che in fondo la pensa come lei.

(immagine di Cayman 5-1 da Wikimedia Commons, licenza CC0 1.0 Universal)

Quizzino della domenica: Esagono rinsecchito

Partite da un esagono regolare di lato 2, e costruite sei semicerchi sui suoi lati e rivolti all’interno. L’area (in verde) della parte dell’esagono non ricoperta dai semicerchi è più o meno di 2?

L'esagono rinsecchito
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p672.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions.)

Matematici in prima linea (libro)

La vulgata afferma che i matematici sono persone fondamentalmente innocue ma assolutamente inaffidabili, perché sempre con la testa tra le nuvole: per fortuna ci si scorda per esempio che Unabomber era un matematico… Ma anche la seconda parte della descrizione non è poi tanto vera. Può sembrare incredibile, ma i matematici sono persone come tutte le altre, e quindi non è poi così difficile trovarne alcuni che all’insegnamento e alla ricerca associano anche l’impegno civile. Di Sieno e Guerraggio raccontano di dieci matematici italiani tra il Risorgimento e l’età contemporanea, tracciandone una biografia che rispecchia sia la loro storia scientifica che quella politica e civile. I matematici sono Francesco Brioschi, Quintino Sella, Luigi Cremona, Vito Volterra, Eugenio Elia Levi, Renato Caccioppoli, Bruno De Finetti, Emma Castelnuovo, Lucio Lombardo Radice, Ennio De Giorgi.

In effetti spesso le biografie sono piuttosto indulgenti riguardo ai difetti dei protagonisti – non è che essere matematici significhi essere perfetti! – ma traspare comunque un’idea di fondo: per tutti loro, nonostante la difficoltà di conciliare i loro interessi così diversi, limitarsi a scegliere un singolo campo non era un’opzione valida. Sono certo che anche chi matematico non è dopo aver letto questo libro si farà un’idea diversa dei matematici.

(Simonetta Di Sieno e Angelo Guerraggio, Matematici in prima linea, Mateinitaly 2021, pag. 199, € 15)
Voto: 4/5

Libero Sosio

Libero Sosio se ne è andato un paio di settimane fa senza che nessun media ne parlasse. (La voce di Wikipedia è stata aggiornata, se non ho capito male, dal figlio: io me ne sono accorto per caso). Purtroppo questo è il destino dei traduttori, personaggi fondamentali per portare al grande pubblico autori e testi di altre culture ma che nella maggior parte dei casi rimangono nell’ombra. Anzi, c’è una scuola di pensiero che afferma che se si vede la mano del traduttore allora non ha fatto il suo lavoro…

Libero Sosio era un traduttore letterario scientifico. Se non lo sapete, tradurre un testo tecnico è una cosa, e un sistema automatico lo fa non dico decentemente ma comunque in maniera sufficiente da poterlo poi aggiustare a mano; della prosa non importa nulla a nessuno. Tradurre un testo letterario obbliga invece ad avere come risultato un testo letterario: non vorreste mica leggere una traduzione letterale dell’Amleto? Soprattutto ai tempi di Sosio – adesso per fortuna le cose sono cambiate – la traduzione letteraria si concentrava quasi totalmente sulla resa in italiano piacevole, e se ci si doveva prendere qualche licenza amen. Tanto per non fare nomi, potrei parlare di Fernanda Pivano oppure di Fruttero e Lucentini, “le forbici d’oro della fantascienza italiana”: e ho scelto apposta grandi nomi proprio per mostrare che il problema non era la scarsa capacità.

Ma come fai a tradurre un testo scientifico e sbagliare la parte scientifica? Avresti l’equivalente di ChatGPT a cui fai “dimostrare” un teorema matematico. Comincia bene e poi parte per la tangente. Non è un caso che Douglas Hofstadter voglia personalmente scegliere i traduttori delle sue opere, per avere una ragionevole certezza che il suo pensiero non venga travisato. Bene: Sosio è stato il primo grande traduttore letterario scientifico italiano. Non ho idea di quanti libri tradotti da lui io abbia letto: se il colophon mi diceva che era un’opera sua mi tranquillizzavo. E dire che, come ho scoperto appunto dalla voce di Wikipedia, lui era laureato in filosofia! Occhei, era anche lui laureato in Normale e forse questo qualcosa vuol dire :)

La sua scomparsa lascia davvero un vuoto, nonostante il suo sia sempre stato un modo di lavorare solitario: anche i traduttori che conosco non hanno mai lavorato direttamente con lui. Il solo sapere che si poteva fare un lavoro accurato e bello allo stesso tempo era una garanzia.

(immagine: autoritratto, da Wikimedia Commons)

manco dire cosa vuoi

Mi è appena arrivata una chiamata. Numero a me ignoto, ma il fatto che cominciasse con 377 (seguito da 3518753, per i curiosi) mi ha fatto insospettire fin dall’inizio. Voce femminile, con forte accento dell’est: “Maurizio?”. Io: “sì?” Lei: “io spero che stia bene”. Da qua ci sono stati due o tre mie domande “cosa vuole?” con altrettante frasi che non erano risposte ma sembravano abbastanza casuali. A questo punto ho azzerato il volume e lasciato lì il telefono acceso, perché passasse un po’ di tempo prima che l’interlocutrice si scocciasse e buttasse giù la linea. Sì, sono un bastardo.

Quello che mi preoccupa è che si sappia associare il mio nome al mio numero di telefono.

(immagine di johan_w, da OpenClipArt)

Attenzione al cliente

logo dell'albergoQuesto weekend siamo stati a Fano per una gara di trampolino elastico di Cecilia e ci siamo fermati a dormire all’Hotel Cristallo, infilandoci in quattro in una camera :-) Il mattino Anna e io siamo scesi a colazione e abbiamo detto che non sapevamo se i gemelli sarebbero arrivati prima delle 10; in effetti Cecilia è poi scesa, ma Jacopo non aveva voglia. Quando alle 10 sono andato a pagare la stanza, mi è stato detto “ho visto che suo figlio non è sceso. Vuole che le facciamo un sacchettino con qualcosa da mangiare?”.

Ok, sarò abituato alla Liguria, ma non mi sarei mai aspettato tutta questa gentilezza!

I numeri di Keith

i divisori dei primi numeri di Keith Prendiamo il numero 742. Così ad occhio non ci dice molto; se però costruiamo una successione simil-Fibonacci partendo dalle sue cifre, sommandole e continuando a sommare gli ultimi tre numeri ottenuti ricaviamo

7, 4, 2, 13, 19, 34, 66, 119, 219, 404, 742, 1365, …

Come vedete, a un certo punto della successione otteniamo il numero di partenza. I numeri che hanno questa proprietà si chiamano numeri di Keith, dal nome del matematico Mike Keith che li propose nel 1987. (Per completezza lui li definì “repfigit”, nel senso di “cifre di Fibonacci replicate”)

I numeri di una cifra sono banalmente di Keith, ma non li si considera tali perché sarebbe barare. Il più piccolo numero di Keith in base 10 è così 14 (1, 4, 5, 9, 14), seguito da 19, 28, 47, 61, 75, 197 e appunto 742. Non si sa molto su questi numeri: nemmeno se sono finiti o infiniti in una data base. Keith ha congetturato che se si lavora in base 10 ci siano in media tre numeri di Keith con un numero dato di cifre; ma il valore è molto variabile, visto che ci sono 10 numeri di Keith di 6 cifre e 7 di 27 cifre, ma non ce ne sono con 10 cifre e ce ne sono solo uno di 24 e 25 cifre rispettivamente. Nonostante alcune tecniche permettano di ridurre la quantità di conti da fare, trovarli è molto laborioso, perché essenzialmente richiede un approccio a forza bruta: fino al 2009 si conoscevano solo 95 numeri di Keith, tutti quelli con al più 34 cifre. Ma nel dicembre 2022 il matemago Toon Baeyens dell’università di Gand ne ha trovati altri nove, di 35 e 36 cifre, portando il totale a 104. Il più grande numero di Keith conosciuto è pertanto 880430656963418264331749765271577784.

La figura all’inizio, che mostra i divisori (piccoli) dei primi 94 numeri di Keith, mostra un comportamento un po’ buffo: certi fattori primi proprio non appaiono, mentre gli altri seguono più o meno il comportamento che ci aspetteremmo da un insieme di numeri, che cioè una frazione 1/p di essi fosse divisibile per p. È un caso? secondo me sì, ma non ditelo in giro :-) Purtroppo la teoria dei numeri è piena di proprietà come questa, di cui si può dimostrare ben poco: se siete ottimisti è un segnale di come la struttura dei numeri sia incredibilmente complessa, se siete pessimisti è un segnale di come la struttura dei numeri sia incredibilmente incasinata…

(figura da Numbers Aplenty)

Strange Attractors (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Jaine Fenn è una scrittrice piuttosto nota, specialmente per la sua serie “Hidden Empire” (che non credo sia stata tradotta in italiano). Questo libro è una collezione di racconti scritti da lei in vent’anni; ciascuno termina con una breve postfazione nella quale racconta come è nato. Il genere dei racconti è molto vario, e lo stesso posso dire della loro qualità, anche se magari sono io che ho gusti particolari, visto che per esempio quello che ha vinto un BSFA è tra quelli che mi sono piaciuti di meno. Recensioni monoriga:

▪ The Path to the Sun: Cosa sarebbe successo se Cortez fosse stato sconfitto dagli atzechi, e il loro impero fosse da qualche secolo in guerra con gli inglesi? 5/5
▪ Crown of May: Non mi ha detto nulla. 2/5
▪ The Chatterslee Circle: Non costruite una cospirazione nemmeno per scherzo! :) 5/5
▪ Paying for Rain: Ben costruito, ma freddo. 3/5
▪ What You Came For: Un altro racconto scritto in seconda persona. Credo che non abbia colto il punto. 2/5
▪ Death on Elsewhere Street: Il finale è bello, ma tutto il resto non mi è piaciuto. Per esempio, perché la protagonista sta scappando? Come è nata la divisione tra le persone? 3/5
▪ Fear Not Heaven’s Fire: Racconto interessante e un po’ inaspettato. 4/5
▪ High Ground: Parte in modo lento e noioso, ma l’ultima parte lo risolleva. 4/5
▪ King of Pain: Bel colpo di scena finale. 4/5
▪ Twilight at the Change House: I racconti che più o meno si incrociano sono strani ma interessanti. 4/5
▪ Down at the Lake: Non conoscevo la storia di Odette (mea culpa) ma la riscrittura è ben fatta. 5/5
▪ The Sky Weeps, The Earth Quakes: Bello! Mi è piaciuto come l’autrice è riuscita a evitare il finale che ci si sarebbe aspettati. 5/5
▪ Liberty Bird: Non ho capito perché abbia vinto un premio. 2/5
▪ A Dormitory Haunting: Racconto strano, tangenziale al canone holmesiano. 4/5
▪ Sin of Omission: Molto bello. Dovrebbe far parte dello Hidden Empire: quell’universo è un ottimo sfondo per la storia. 5/5

(Jaine Fenn, Strange Attractors, Newcon Press 2023, pag. 261, € 4,99, ISBN paperback 9781914953583)
Voto: 4/5