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matematto non praticante

La parabola del professor Amadori

Una quindicina di anni fa, con il duello elettorale Berlusconi-Prodi, a Radio Popolare veniva spessissimo intervistato “il professor Amadori”, politologo evidentemente affine al pensiero di sinistra (e divertente affabulatore, tra l’altro). Amadori, che non ha nulla a che fare con i polli che troviamo al supermercato, sosteneva che Prodi avrebbe vinto a man bassa: quando ciò non è successo, dopo una puntata in cui aveva più o meno detto “ho sbaglmmmf…”, non lo si è più sentito.

In questi giorni, dopo che è stato chiamato dal governo Meloni come consulente per il gruppo di studio sulle violenze di genere, ho scoperto che da vari anni è diventato un leghista di ferro, tanto che l’anno scorso ha scritto a quattro mani con l’attuale ministro dell’istruzione (e del merito…) Giuseppe Valditare il libro “È l’Italia che vogliamo”, con sottotitolo “Il manifesto della Lega per governare il paese”. Come cambia la gente.

Media quadratica ed eroniana


Tutti conosciamo la media aritmetica: presi due numeri, la loro media aritmetica è la metà della loro somma, o se preferite il numero che è alla stessa distanza dai due di partenza: dunque $ M_A(x,y) = \frac{x+y}{2} $ .

Quasi tutti conosciamo la media geometrica: presi due numeri, la loro media geometrica è la radice quadrata del loro prodotto, o se preferite il numero che è il lato di un quadrato della stessa superficie di un rettangolo di lati i due numeri. Dunque $ M_G(x,y) = \sqrt{xy} $. È facile dimostrare che la media geometrica di due numeri positivi è sempre inferiore o uguale alla loro media aritmetica, ed è uguale se e solo se i due numeri sono uguali: per confrontare $ \frac{x+y}{2} $ e $ \sqrt{xy} $ basta prima raddoppiarli e poi elevarli al quadrato.

Alcuni conoscono anche la media armonica: presi due numeri, la loro media armonica è l’inverso della media aritmetica dei loro inversi, o se preferite la velocità media complessiva di due tratti uguali di strada percorsi a due diverse velocità. MH (x, y) = 2xy/(x+y). La media armonica è ovviamente musicale: se fate la media di due note do a un’ottava di distanza ottenete un fa. Se si conosce il trucco, è facile dimostrare che la media armonica di due numeri positivi è sempre inferiore o uguale alla loro media geometrica, ed è uguale se e solo se i due numeri sono uguali: sappiamo da sopra che $ \frac{1}{x} + \frac{1}{y} \geq \sqrt{\frac{1}{x} \frac{1}{y}} $; se prendiamo gli inversi dei due membri, ricordandoci che la diseguaglianza cambia di verso, otteniamo il risultato.

La figura all’inizio del post dà una dimostrazione “visiva” di queste medie, e trovate anche disegnata la “media quadratica”, che è data da $ \sqrt{\frac{x^2 + y^2){2}}. Se avete studiato ingegneria, questa formula dovrebbe esservi nota, perché è il “valore efficace”. Per la cronaca, la media quadratica di due numeri positivi è sempre maggiore o uguale della media aritmetica, ed è uguale se e solo i due numeri sono uguali; per dimostrarlo si usa la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz.

Ma tra le tantissime medie che esistono ce n’è una che probabilmente vi è sconosciuta (lo era anche a me, prima di scrivere questo post): la media eroniana ME. Essa si ottiene come media pesata di quella aritmetica, presa per due terzi, e di quella geometrica, presa per un terzo. Abbiamo dunque $ M_E = \frac{2}{3}\frac{x+y}{2} + \frac{1}{3}\sqrt{xy} = \frac{1}{3}(x + \sqrt{xy} + y)$. Per costruzione è chiaro che la media eroniana di due numeri positivi è compresa tra quella aritmetica e quella geometrica. Erone è stato probabilmente il più grande geometra del periodo alessandrino; l’importanza di questa media – che si comporta come ogni media che si rispetti, nel senso che è simmetrica e che se applicata a due valori uguali dà quello stesso valore – è che può essere usata per calcolare il volume di un tronco di piramide a base quadrata, che è dato dal prodotto della media eroniana delle basi per l’altezza.

Un aneddoto: come dice la pagina di Wikipedia in inglese, quella formula era nota già agli antichi egizi. Quando ero alle medie, mia avevano fatto costruire un modellino in cartoncino per una conferenza dove veniva fatta un’ipotesi su come gli egizi fossero arrivati alla formula. Insomma, è vero che non la conoscevo con quel nome ma ho avuto a che fare con essa già quasi cinquant’anni fa!

(immagini da Wikimedia Commons: QM_AM_GM_HM_inequality_visual_proof.svg, di CMG Lee, CC-BY-SA4.0, Square_frustum.png, di MarinaVladivostok, CC0 1.0)

Passante e metro: qualche problemuccio di comunicazione?

Ieri ho accompagnato Cecilia alla sede principale del suo liceo, che sta a Dateo. Poi sono tornato in ufficio. Ho preso l’ingresso da via Archimede, timbrato in ingresso sul passante, fatto tutto il corridoio del passante, uscito dai tornellli del passante (senza lettore tessera) e arrivato ai tornelli di M4… dove non sono potuto entrare perché “tessera già validata in ingresso”. Ok, mi dico, ho timbrato in ingresso e non in uscita: aspettiamo qualcuno che entri e seguiamolo, così sono a posto on la timbratura.
Arrivo a San Babila dove devo cambiare con la M1, il che significa uscire dai tornelli M4 per rientrare negli altri. Passo la tessera… e mi dice “uscita senza entrata”, bloccando la porta. Detto in altri termini, la timbratura sul passante è stata dimenticata. Il fatto che ci fossero due guardie ATM che mi hanno bloccato mentre cercavo di uscire quatto quatto e poi mi abbiano aperto il tornello quando hanno visto la scritta mi fa pensare di non essere il solo a incasinarsi la vita così: ma non è che forse c’è qualcosa da rimettere a posto nela gestione del sistema integrato?

(Immagine di Arrow303 da Wikimedia Commons, CC-BY-SA 4.0)

Chissà se ci arrivano

una promessa di Salvini... Ok, le promesse di Salvini a quanto pare erano semplicemente annunci: nulla di strano. Però in effetti pare che pian pianino il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata stia andando avanti. L’unico piccolo guaio, come potete per esempio leggere sul Post, è che non ci sono soldi per farla partire. E a che servono i soldi, potreste pensare? Derivano dalla polpetta avvelenata della vecchia riforma costituzionale del 2001, quella “per il federalismo” dove purtroppo votai a favore. La riforma dice che essere autonomi va benone, ma lo Stato deve garantire i LEP, cioè i livelli essenziali di prestazione che devono essere uguali in tutta la nazione; poi se qualche regione saprà fare di meglio, buon per loro.

Peccato che i LEP non siano mai stati definiti, e se lo si facesse ora servirebbero tanti soldi per adeguare i livelli di molte regioni del sud: le alternative sono dire “ok, mettiamo globalmente il livello minimo che abbiamo ora”, il che è un modo per dire che questi LEP non esisterebbero in pratica, oppure “mettiamo per ogni regione il livello attuale”, e a questo punto sarebbe chiaro che il vero scopo di questa riforma non è di rendere virtuose le singole regioni ma di perpetuare le attuali differenze. Tutto fattibilissimo, se non fosse che due terzi della maggioranza potrebbero avere dei problemi con il loro elettorato… Chissà insomma se alla fine tutto si ridurrà come al solito a un nulla di fatto oppure si troveranno quei soldi (con il beneplacito dell’UE, claro) e il signore sovrappeso in figura riuscirà a twittare qualcosa tipo “ora nessuno avrà più scuse per restare indietro”…

Quizzino della domenica: Stella (non troppo) rossa

Nella figura qui sotto vedete una stella a cinque punte (regolare, quindi costruita a partire da un pentagono regolare) in cui una fascia orizzontale è colorata di rosso. Qual è la percentuale di rosso nella figura?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p670.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di N. Avilov, da Kvant: citato da Futility Closet.)

Perché studiare matematica (non) è impossibile (ebook)

Ho dei dubbi che l’edizione cartacea di questo libro abbia 96 pagine, come indicato sul sito di Amazon. Oppure il formato è più che tascabile. In altre parole, il testo è proprio minimale e si legge in un attimo, anche se sei un ragazzino (a cui è dedicata la collana Ora Buca) e rallenti il più possibile. Odifreddi fa lo zio saggio e dà qualche idea di base su cosa può offrire la matematica. Io continuo a credere che sia difficile ottenere interesse in questo modo, ma magari sono troppo pessimista. Ho apprezzato il capitoletto dove racconta come è arrivato alla matematica e quello su matematici letterati, mentre ho dei dubbi sulla contrapposizione forzosa tra la matematica come aletheia e quindi relativa e religione come apocalissi e quindi assoluta, come sul fatto che “spesso i matematici non vogliono nemmeno sapere come un collega è giunto a una certa dimostrazione: si segnano il teorema e provano ad arrivare da soli alla dimostrazione”. Ma in fin dei conti quello di Odifreddi è un punto di vista che può essere considerato anche da chi matematico non è.

(Piergiorgio Odifreddi, Perché studiare matematica (non) è impossibile, Mondadori 2023, pag. 96, € 8,99 elettronico e 14 cartaceo, ISBN 9788835728344)
Voto: 4/5

La pulce nell’orecchio (teatro)

il cast Parto con i difetti dello spettacolo che Anna e io abbiamo visto mercoledì al Piccolo. Diciamo che se io avessi dovuto adattare la commedia di Feydeau avrei asciugato la parte iniziale e quella quasi-finale, che sono state un po’ noiose: tanto lo spettacolo dura tre ore, togliere qualcosa on fa male. Inoltre capisco l’idea di far fare agli attori anche gli strumentisti, ma Marta Malvestiti alla batteria sembrava un pesce fuor d’acqua. Fine delle brutte notizie.

Detto questo, lo spettacolo è stato godibilissimo. La mancanza di una scenografia vera e propria sostituita da una serie di parallelepipedi di gommapiuma e un armadio che fa anche alla bisogna da porta, con il palco rotante, ha reso probabilmente più complicata la prova degli attori ma ha anche dato loro una possibilità di movimento in genere impensabile. Tra l’altro gli attori sono quasi tutti giovani e diplomati alla scuola di teatro del Piccolo (teatro citato in un paio di punti…), quindi giocavano in casa. Tindaro Granata, oltre che curare con il regista Carmelo Rifici la sceneggiatura, si sdoppia come attore, come anche Christian La Rosa e Fausto Cabra, rispettivamente Vittorio Emanuele Chandebise / Buco e dottor Spacciato / Carlos Homenida de Histangua (e altri dieci nomi…). L’hotel “Feydeau”, rinominato in omaggio al commediografo, è il palcoscenico di una commedia degli equivoci che è tiratissima, con una serie di citazioni che sono un gioco nel gioco. Consigliato.

Sciopero colonnello

È sempre buffo vedere Salvini che vuole che la gente lavori, ma il punto non è quello. Leggendo cosa dice la Commissione di Garanzia sullo Sciopero, c’è una differenza tra uno sciopero di tanti settori, come quello che è stato indetto da Cgil e Uil, e uno sciopero di tutte le categorie. Quello che però non mi è chiaro è quello che scrive Domani: secondo loro, è il governo che ha autonomamente deciso di modificare il tipo di sciopero.

Qualsiasi sia la verità, mi pare abbastanza chiaro che comunque la richiesta sia eminentemente politica. Quest’anno abbiamo avuto chissà quanti scioperi generali degli autonomi, per cui la commissione di garanzia non ha nemmeno sollevato un ciglio. Qui la presenza di due terzi della triplice probabilmente ha preoccupato la Lega e fatto scattare il riflesso pavloviano “ora gli faccio vedere io”. Simbolo di debolezza, direi.