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matematto non praticante

Lidl si ricorda del suo target

cassa automatica LidlQualche anno fa avevo scritto dell’introduzione delle casse automatiche alla Lidl, notando come il fatto che fossero solo usabili con carta di credito poteva dare qualche problema con parecchi clienti. In effetti per un bel po’ di tempo capitava spesso che le casse non fossero nemmeno accessibili, probabilmente per mancanza di una persona che controllasse la gestione.
Da un paio di mesi però due delle casse sono state aggiornate, e accettano anche i contanti. In effetti mi pare che comincino a essere piuttosto usate…

Aggiungo anche la possibilità di digitare a mano un codice a barre che non si riesce a leggere automaticamente. Poi è vero che quando l’ho fatto (su una confezione di 12 bottigliette d’acqua) l’assistente è subito corsa a vedere se io avessi cercato di fregare il sistema e passato la bottiglietta singola, ma tant’è…

(Immagine da https://www.lsa-conso.fr/lidl-teste-shop-and-go-pour-accelerer-le-passage-en-caisse,310176″>LSA)

Quizzino della domenica: nove cifre

Nelle equazioni seguenti, le lettere da A a I corrispondono (non in ordine alfabetico… alle cifre da 1 a 9. Sapete trovare la corrispondenza?
A + B = 9
B + C = 10
C + D = 9
D + E = 10
E + F = 9
F + G = 10
G + H = 9
H + I = 10

ABCDEFGHI
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p684.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto dalla Chris Smith’s Maths Newsletter .)

“trovandone condivisione”

Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.

Chiariamo subito una cosa: Piantedosi (a nome e per conto del governo tutto) continuerà a far fare quello che fatto fino ad ora. D’altra parte L’Italia non è una repubblica presidenziale, e Mattarella non ha veri poteri.

Ma ci sono modi e modi di esprimere un concetto. Per esempio il comunicato avrebbe potuto parlare di “vibrante preoccupazione” per quanto è successo, o un appello più o meno generico contro le violenze di tutti i tipi. Dire che “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli” è una presa di posizione nettissima. Non farà cambiare nulla, ma almeno ci fa ricordare che restare zitti è il primo passo verso la connivenza.

I, AI (libro)

copertina [Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
L’idea alla base di questo libro è carina: cosa succederebbe se un’intelligenza artificiale diventasse autocoscienze? Cosa potrebbe fare lui (John Bott, AI, vede sé stesso come un maschio), e quali errori commetterebbe, dato che in fin dei conti tutta la sua conoscenza degli esseri umani è giocoforza teorica? E già che ci siamo, come interagirebbe con l’umanità e con gli altri programmi per computer? Sfortunatamente lo stile di scrittura di Hailey è davvero pesante: i dialoghi sono spesso stereotipali (forse anche perché gli altri personaggi lo sono); i pensieri di John Bott sembrano tratti di peso da un manuale scolastico. Insomma, non penso che leggerò il seguito, nonostante il cliffhanger carino alla fine.

(J. A. Hailey, I, AI, autoprodotto 2023, pag. 212, € 0,91, ISBN cartaceo 9798223812142)
Voto: 2/5

Gatta da riporto

gattina ed elastico La nostra gatta Annika ama gli elastici per capelli di Cecilia, e li ruba non appena può (cioè quasi sempre, ma questa è un’altra storia) per giocarci. Il fatto è che arriva vicino a te, posa l’elastico e ti guarda. Tu prendi l’elastico, lo lanci, lei corre a tutta birra a prenderlo e te lo riporta. Manco fosse un cane. (In effetti non scodinzola)

(immagine generata da Fooocus)

Burocrazie italiane

- A inizio ottobre ci arriva una comunicazione dalla scuola di Cecilia che avvisa che entro fine mese chi pensa di essere candidabile per il “Progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello”, che permette di “conciliare il percorso scolastico con quello agonistico attraverso la formulazione di un Percorso Formativo Personalizzato (PFP)”, può fare domanda, presentando l’apposita documentazione ufficiale.

Cecilia in effetti è stata finalista nazionale di trampolino elastico per la sua categoria, quindi ho chiesto alla palestra che chiedesse a Federginnastica la documentazione. Evidentemente è stata una richiesta molto complicata, visto che ci hanno messo più di un mese per fornirmela, ed è arrivata una settimana dopo la scadenza. Io l’ho inviata lo stesso alla scuola (che avevo avvisato in precedenza), per la serie “a qualcosa magari serve”. Stamattina (22 febbraio) mi è arrivato l’accoglimento della domanda.

Guardando il sito del ministero, ho scoperto che le domande dovevano arrivare a loro entro il 31 gennaio (e quindi tre settimane fa). Capisco che le scuole mettano apposta date anticipate perché i genitori si dimenticano di tutto, ma tre mesi mi paiono un po’ tanti. Non è di questo però che vorrei parlare. Il suddetto PFP, almeno per quanto avevo capito, consiste fondamentalmente nell’avere interrogazioni programmate, in modo da conciliare gli allenamenti sportivi con lo studio. Per fortuna Cecilia non ha di questi problemi, almeno al momento. Ma che senso ha che un progetto per l’anno scolastico 2023-24 parta a fine febbraio? Qualcuno presume forse che ci si alleni solo in primavera?

Rimestare nel torbido

A fine mese scade l’accordo per il lavoro agile. La mia ancora per poco grande azienda tace. (Con ogni probabilità ci diranno all’ultimo momento che prolungano unilateralmente per qualche mese le modalità, finché l’azienda non verrà spezzata in due; l’accordo che avevamo firmato lo prevede)

Ieri, nel social network aziendale interno, un po’ di persone si sono lamentate perché (cito testualmente)

(provenienza territorio , precisamente sede di Bologna) “ieri le RSU territoriali hanno fatto delle riunioni illustrando ai colleghi le evoluzioni del LA in TIM per i prossimi 6 mesi. […] E’ stato reso noto che i sindacati hanno rifiutato la proposta dell’azienda di un modello mensile 4 in sede, resto dei gg in Agile pianificabili con poche regole che consentivano un riempimento controllato delle sedi. Le motivazioni sono legate alla penalizzazione dell’indotto e dal fatto che questo modello poteva nascondere un piano di riduzione di orario come modello futuro. A domanda precisa è stato detto che il sindacato non ha presentato proposte di modelli evolutivi del LA e che per loro il modello attuale è quello che coniuga meglio le esigenze aziendali e private”.

Anche immaginando che la mia azienda fosse stata così pazza da proporre un accordo del genere – per dire, l’ultimo accordo apparentemente aveva aumentato i giorni di lavoro agile ma in pratica aumentava invece i giorni di lavoro in sede – ovviamente non c’è stato nulla di tutto questo, per la banale ragione che non c’è stato nessun incontro nazionale azienda-sindacato sul tema. Del resto, un banale reality check avrebbe dovuto far pensare che non è che una notizia del genere arrivi da una riunione sindacale (di che sindacato, poi?) territoriale, mentre nelle altre regioni non si sa nulla. Quello che è successo è che una qualche sigla ha pensato di sfruttare il nervosismo dei lavoratori per buttare merda, ben sapendo che le smentite lasciano il tempo che trovano. Non so, mi pare di essere uno dei polli di Renzo.

(immagine da FreeSVG)

«54 milioni di italiani, sostanzialmente quasi tutti»

Nel 2023 a 54 milioni di italiani, sostanzialmente quasi a tutti, è capitato di essere fermati per strada, ad una manifestazione, ad un evento sportivo, (e persino all’inaugurazione della Scala) dalle forze dell’ordine e di essere identificati. Capisco che a Repubblica vogliono far vedere che sanno che in Italia siamo quasi 60 milioni. Ma non capisco come sia possibile partire da 53.833.736 identificazioni fatte nel 2023 e stabilire che “quasi tutti gli italiani” sono stati fermati per strada e identificati: basterebbe per esempio notare che è improbabile che un minorenne (che non è neppur detto abbia una carta d’identità…) sia stato identificato, e otterremmo che tutti gli italiani, e anche qualcuno che italiano non è, sono stati identificati.

Naturalmente la differenza è che una persona può essere identificata più volte: anche senza considerare chi va alle manifestazioni ed è subito attenzionato dalla Digos, immagino che la polstrada fermi più volte un autista che percorre più di 100000 km l’anno per strada. Peccato che questa differenza non venga colta…