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matematto non praticante

Il (dis)servizio clienti Lidl

Qualche anno fa comprai una macchinetta tagliacapelli alla Lidl. I capelli me li taglia ancora bene, ma la batteria ricaricabile non è mai durata molto e ora si spegne dopo due minuti. Vabbè, mi dico, posso provare a scrivere al servizio clienti Lidl e vedere se vendono anche un ricambio per la batteria. Alla peggio mi diranno “stacce”.
Domenica sera scrivo. Oggi (venerdì) pomeriggio alle 15:56 mi arriva una mail:

Gentile Cliente,
La ringraziamo per la Sua e-mail.
La Sua richiesta è stata ricevuta ed è attualmente in gestione.
Riceverà un riscontro nel più breve tempo possibile. Fino ad allora, Le chiediamo cortesemente di attendere.

Un minuto dopo mi arriva una seconda mail:

Gentile Cliente,
per poter gestire nel più breve tempo possibile la Sua segnalazione, abbiamo bisogno anche delle seguenti informazioni:
Potrebbe fornirci il suo indirizzo?
Potrebbe fornirci il nuo numero telefonico?
La preghiamo di fornire i dettagli relativi a questo prodotto.
Ci comunichi, se possibile, le 8 o 13 cifre sotto il codice a barre che trova sulla confezione (codice EAN) o le cinque cifre dell’articolo (codice IAN).

Ora, io capisco che un servizio clienti è un costo, proprio come lo sono le casse, perché ci devi mettere degli esseri umani che devi pagare. E capisco anche che i cassieri ti servono sennò non puoi fatturare, mentre i ricavi del servizio clienti sono meno tangibili. Ma se l’essere umano che risponde alla tua domanda dopo cinque giorni si limita a chiedere un’altra volta le domande a cui non ho dato risposta nel modulo di richiesta (domande a cui non erano chiaramente obbligatorio rispondere), mi spieghi perché non puoi far fare questa parte del lavoro a un sistema automatico, visto che la parte di intelligenza necessaria è nulla, e quindi rispondere subito?

Ah: se qualcuno mi viene a dire che l’indirizzo può servire per localizzare la filiale, gli rispondo con serenità che c’era anche una domanda proprio sulla filiale più vicina a cui ho tranquillamente risposto.

Aggiunte improprie

Ho scoperto in questi giorni che un paio di mesi fa papa Francesco ha aggiunto una nuova opera di misericordia (sia corporale che spirituale): la cura dell’ambiente. Occhei, il testo è un po’ contorto (“Mi permetto di proporre un complemento ai due tradizionali elenchi di sette opere di misericordia, aggiungendo a ciascuno la cura della casa comune”), ma il concetto è quello.

Bergoglio ha un precedente illustre: nel 2002 Giovanni Paolo II aggiornò il rosario definendo i misteri della luce. Sembra insomma che questo modificare la parte paraliturgica sia diventato una moda. Però lasciatemi fare per una volta il Magister e lamentarmi. Il fatto che le opere di misericordia siano sette più sette ha un significato specifico: sette è infatti per i cristiani il numero del mondo (dato dalla somma di tre per Dio più quattro per l’uomo: vedi per esempio le virtù teologali che sono tre e le cardinali che sono quattro). Se ne metti un’ottava sballi tutta la simbologia, il che – ci crediate o no – è una parte importante del cattolicesimo. Insomma, va benone ricordare che l’ambiente è da considerare, ma non lo si poteva fare diversamente?

Come votano gli USA

redandblue Penso abbiate tutti già visto analisi del voto per il presidente USA fino a non volerne più avere a che fare. Però sono abbastanza certo che l’analisi di Mark Newman sia comunque interessante. Potete infatti vedere varie mappe, sia normali che “cartogrammi” (uno stiracchiamento della mappa per fare in modo che le aree corrispondano alla popolazione relativa), sia a livello di stati che a livello di contee. Inoltre, oltre alle mappe “winner takes it all” che poi sono quelle che contano per il numero di voti espressi, ci sono anche quelle dove i colori sono più o meno intensi a seconda di quanto è forte la percentuale di voti per uno o l’altro partito. (Nota: nonostante Emilio Fede avesse deciso di ribaltare i colori, negli Usa storicamente i democratici sono blu e i repubblicani rossi. Tanto di komunisti non ce ne sono).

La cartina che ho copiato qui in cima (distribuzione per contee, rimappata per popolazione, e con un tetto massimo del 70% di votanti per un partito che satura il colore) dal mio punto di vista è incredibile. In tutta la parte centrale degli Usa trovi una serie di macchie blu (le grandi città) in mezzo a un tessuto rosso (la campagna). C’è insomma un paese molto più spaccato in due di quanto i risultati fanno sembrare: e d’altra parte tutte le campagne “not my president” che abbiamo visto in questi giorni nascono nelle città, ma non sappiamo nulla di cosa succeda fuori…

_Storia umana della matematica_ (libro)

9788806230067Lo storico della matematica Umberto Bottazzini ha stroncato questo libro (Chiara Valerio, Storia umana della matematica, Einaudi 2016, pag. 166, € 18, ISBN 9788806230067). Ma secondo me c’è stata un’incomprensione di fondo. Se lo si prende come testo di storia della matematica, o per meglio dire storia di alcuni matematici, in effetti non funziona per niente. Il punto è che il libro in realtà è un romanzo con una forte vena autobiografica; la matematica e i matematici sono solo lo sfondo sul quale la Valerio si racconta. Letto in questo modo, il libro cambia completamente di aspetto, e risulta godibile anche a chi ha la fobia di numeri ed equazioni: chissà se poi riuscirà anche a cogliere qualche idea di cosa può succedere nella mente di un matematico (io non lo so, è naturale che avendo io una formazione di quel tipo trovo tutto normale, ma per l’appunto non faccio testo). Al limite è proprio l’ultimo capitolo, quello anche nominalmente autobiografico, che regge di meno: mi aspettavo che quella specie di ragnatela che l’autrice aveva costruito tra i capitoli portasse alla fine a qualcosa di più di un’ammissione “un tempo forse ero una matematica, non foss’altro che per tigna, ma oggi non lo sono più”.

Effetto Silvio

Anche ammettendo che per chissà quale combinazione astrale Donald Trump non vincerà le elezioni, un risultato è chiaro: anche i sondaggisti USA sbagliano, e di brutto. Non guardate i sondaggi che giravano tutti i giorni, non guardate nemmeno FiveThirtyEight che dava comunque un 35% di probabilità di vittoria a Trump, e non pensate che la peperonata delle mail riguardate dall’FBI sia stata la causa della sconfitta di Hillary Clinton, che comunque era già odiata di suo. No. Molto semplicemente c’è una parte dell’elettorato che non confesserà mai di votare per Trump. O forse i sondaggisti non riescono a beccarlo (più improbabile).
Credo che sarà molto interessante vedere l’affluenza alle urne negli stati chiave: questo ci farà capire se il sorpasso è stato in positivo (molti che si professavano indecisi sono andati a votare repubblicano) oppure in negativo (i democratici si sono scocciati). Però si può dire già da adesso che Trump è ancora più bravo di Berlusconi: Silvio aveva dalla sua le televisioni :-)