Evidentemente Sgarbi (scusate il termine) sta negoziando la buonuscita.
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Quizzino della domenica: Equazione
Dimostrate con metodi elementari – altrimenti sono capaci tutti… – che l’equazione x4 + x3 + x2 + 1 = 0 (manca il termine con la x semplice) non ha soluzioni reali.
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p681.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema nato da un errore…)
Information Theory : A Tutorial Introduction (ebook)
Uno si aspetterebbe qualcos’altro da un testo con sottotiolo Ä Tutorial Introduction. Invece Stone va subito sul difficile, e i Key Point che terminano i paragrafi aiutano sicuramente a capre dove si sta andando, ma non danno chissà quale ripasso. Più che un’introduzione, insomma, lo definirei un testo di riferimento per chi sa già di che si parla. Ah: l’ultimo capitolo ccon applicazioni non immediate è interessante.
(James V. Stone, Information Theory : A Tutorial Introduction, James Stone 2013, pag. 259, € 9,95, ISBN 9780956372857)
Voto: 3/5
La più grande invenzione dopo la ruota
Credo che come buona parte di voi io abbia il superpotere di aprire una confezione di medicinali dalla parte del bugiardino. A volte mi sono chiesto se sia un modo per vedere se i pazienti sono davvero pazienti. Bene: per qualche mese ho dovuto prendere il Frequil, un antiaritmico (no, non mi è servito a nulla e adesso provo un’altra molecola): come potete vedere dalla foto la scatola ha una freccetta in basso a destra che indica il lato dove aprire la confezione per non avere tra i piedi il bugiardino. Un piccolo passo per Big Pharma, un balzo enorme per l’umanità!
mi hanno tamponato
Ieri nel primo pomeriggio sono stato al Policlinico per una visita di controllo. Tornando indietro, vista la bella giornata, ho pensato di prendere il BikeMi per tornare in ufficio. Arrivo alla cerchia dei navigli e alla sua pseudopista ciclabile: faccio il solito slalom per evitare le auto parcheggiate; arrivato all’incrocio con via Passione (nomen omen) vedo due pedoni che vorrebbero attraversare la strada e mi fermo. Subito dopo mi sento sbattere da dietro: la bici va un po’ avanti (i pedoni per fortuna non erano ancora partiti), io cerco di mantenermi in equilibrio ma poi casco (senza farmi nulla, non preoccupatevi). Chi mi ha tamponato? Un idiota con una cargo bici che evidentemente guardava il telefono anziché cosa c’era per strada, e si è anche incazzato perché mi sono fermato. Anche quello non sarebbe stato un problema, visto che per fortuna passava un’auto della polizia che si è fermata per verificare che tutto andasse bene. Certo che la vita è difficile.
Titoli parecchio fuorvianti
L’altro giorno mi è capitato di vedere questo articolo (vecchiotto, è del 2017, ma ciò non è importante). Titolo: In Germania sono più spettatori ai concerti di musica classica che alle partite di calcio. Occhiello: Una statistica pubblicata dall’Associazione orchestrale tedesca mostra come l’anno scorso il pubblico dei concerti è stato il 40% superiore a quello delle partite di calcio. Prima di continuare a leggere, riuscite a scoprire la fallacia?
Il problema non è (solo) che ci sono molti più concerti che partite: l’effetto potrebbe essere corretto dal fatto che uno stadio ha molti più posti di una sala da concerto. Non è nemmeno che molta più gente le partite le guarda alla televisione: lo studio parla esplicitamente di pubblico fisicamente presente. No, c’è un altro punto esplicitato nel corpo dell’articolo. I conti sono stati fatti considerando da un lato tutti i concerti di musica classica e dall’altro solo le partite della massima divisione tedesca. In tal modo si confrontano platee davvero diverse: chi viene ad assistere ai concerti della corale dove canto possono essere assimilati a chi va a vedere una partita di serie C, tanto per dire.
È vero che la situazione tedesca per quanto riguarda la musica è paradisiaca rispetto all’Italia – ho controllato: da gennaio a settembre 2022 i biglietti di concerti di musica classica sono stati 1.265.000, insomma meno di due milioni nell’anno, mentre il campionato di serie A 2022-23 ha visto 11 milioni di spettatori. Ma è anche vero che l’Associazione orchestrale tedesca ha scientemente barato. Ricordatevi sempre di leggere i dati prima di dire “uau”!
Poste Italiane e autenticazione a millanta fattori
La scorsa settimana Anna mi chiama perché non riesce a prenotare dal suo telefono un appuntamento all’ufficio postale, e se potevo farglielo io. Certo, le dico, e prendo il mio telefono, scoprendo che (a) l’app si era aggiornata, e adesso almeno in teoria con lo stesso username e password potevo accedere sia a Ufficio Postale che a BancoPosta; (b) l’app era contenta del mio nome utente e password, ma insisteva che dovevo abilitare il telefono (che avevo cambiato dall’ultima volta che avevo usato l’app); (c) per farlo dovevo inquadrare un QR code sul vecchio telefono (che non avevo con me), oppure disabilitare tutti gli altri dispositivi; (d) se provavo a disabilitare i dispositivi, mi arrivava un messaggio di errore. Il tutto con non so quanti codici monouso spediti al mio cellulare. Non che il numero telefonico di assistenza desse informazioni di una seppur minima utilità…
Alla fine mi sono connesso da PC, ho preso la prenotazione, salvato il QRCode relativo e l’ho spedito ad Anna. Tornato a casa ho acceso il vecchio telefono e ho provato a far visualizzare il QRCode da mostrare al telefono nuovo. Risultato? Provate a indovinare: errore e “riprova più tardi”. Alla fine l’unico modo per avere un’app funzionante è stata eliminare il codice alfanumerico di sicurezza da PC, passare a un Postamat (perché avevo anche la nuova carta per il libretto smart dato che la vecchia era scaduta: notate che il pin è rimasto lo stesso, e quando sono andato al Postamat il messaggio che mi è arrivato è stato “oh, questa carta è già attiva!”; non so se è un modo per dire “visto come siamo stati veloci ad attivartela”, ma in questo caso l’italiano è migliorabile), ripartire con l’app che ha detto “oh, qui non c’è più nulla, crea il codice alfanumerico”, e finalmente abilitare il tutto. Altro che autenticazione a due fattori!
(immagine da Freepik)
Attenti alle carte virtuali!
Ieri mi arriva questo messaggio dall’account della carta di credito. Guardo su Google Pay e scopro di avere acquistato un biglietto ATM on una carta virtuale. La cosa mi ha ovviamente preoccupato, così ho subito chiamato il servizio blocco carte. Durante le domande standard che l’operatore mi ha fatto, mi si è accesa una lampadina. Sabato ero andato a una conferenza, ci ero andato in metro perché ero in ritardo (sono poi tornato con calma in bikemi), e arrivato in Duomo il mio abbonamento non mi faceva uscire dicendo “Uscita senza entrata”. Ma come, ho pensato, ovvio che ho timbrato per entrare! Gli è che ho la tessera ATM nella tasca della custodia del telefono, e quando sono entrato sono passato da uno dei tornelli nuovi che prendono tutto, anche le carte di credito. Evidentemente avevo messo male il telefono – ero di corsa e sapevo che stava epr arrivare il treno – e quindi invece che la tessera deve aver beccato il Google Pay. La buona notizia è che non mi abbiano tolto un giornaliero ma una corsa singola :-) La cattiva notizia è che devo ricordarmi di disabilitare il Wallet a meno che non debba pagare qualcosa col telefono…