Mettiamola così. Quando si va in vacanza, è improbabile che uno si metta a guardare tutto con l’occhio di uno scienziato. E va anche bene così: la vacanza deve servire per staccare dalla routine. Ma per chi scienziato non è, può risultare invece divertente scoprire alcune curiosità del nostro pianeta, visto sotto la luce di chi cerca un posto diverso. Ecco qual è il taglio di questo libro (Jacopo Pasotti, La scienza in valigia, Codice Edizioni 2016, pag. 205, € 18, ISBN 9788875786014): Pasotti non si è messo a scrivere un trattato scientifico, ma si è proposto di raccogliere tante curiosità, dai posti con le temperature estreme e quelli con la maggiore biodiversità, oltre che raccontare per esempio come fa un aeroplano a muoversi in mezzo all’aria. Il libro ha anche un taglio ecologico, e ci racconta dell’impronta antropica che abbiamo in qualità di turisti; un’altra cosa da tenere a mente quando ci muoviamo, anche se spesso facciamo finta di nulla.
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Gli “algoritmi umani” di Facebook
Mi è capitato solo ieri di leggere questo post di Arianna Ciccone che fa un po’ di considerazioni sull’aumento dei ban temporanei su Facebook: sempre più persone si trovano impossibilitate a postare per uno o più giorni perché un loro post è stato segnalato come non consono agli standard della piattaforma. Valigia blu ha raccontato che queste segnalazioni non vengono gestite da chissà quali algoritmi di intelligenza artificiale, ma da persone nel nostro caso italiofone – non necessariamente italiane, e sicuramente non di stanza in Italia – di aziende a cui viene subappaltato lo sporco lavoro di decidere in pochi secondi se quanto postato è effettivamente “punibile”. Le virgolette servono a ricordare che Facebook non è un servizio pubblico e può sempre fare quello che vuole. Arianna si chiede se Facebook abbia avuto il caldo consiglio di picchiare più duro sui discorsi d’odio più o meno diretti, oltre a non concordare con me sulla frase “Facebook può fare quello che vuole”, ma questo è comprensibile: come probabilmente sapete io non sono molto interessato a far conoscere il mio pensiero tanto al di là dei miei ventun lettori e quindi posso fregarmene, mentre per tanta altra gente usarlo diventa necessario. Ma questo non è poi così importante. Quello di cui invece vorrei parlare è la gestione delle segnalazioni.
Mentre per una tetta al vento è possibile immaginare che un algoritmo selezioni l’immagine e la mandi direttamente alla squadra di controllori, per i messaggi d’odio le cose funzionano ancora come una volta: quando un numero sufficiente di persone segnala un post, questo viene controllato. Il sistema funziona abbastanza bene in condizioni normali: ma non appena una persona o una pagina diventano abbastanza note è molto facile recuperare un gruppo di persone che segnali apposta un post normale che a loro non piaccia, sperando che nella fretta venga cancellato e magari il suo autore venga bloccato. Bene. Quello che mi chiedo è se non sia possibile (con i famosi mezzi algoritmici, o se preferite con i BigData di cui ci si riempie tanto la bocca) accorgersi come prima cosa delle segnalazioni di gruppo, e poi dare pesi negativi alle segnalazioni che corrispondono a post ritenuti buoni in prima o in seconda battuta. Questo sì che sarebbe un uso interessante, e probabilmente semplificherebbe anche la vita ai poveri censori a contratto…
Acqua a km 0
Quando ero ragazzo, ma anche dopo, c’erano file di persone che andavano a riempire bottiglie, bottiglioni e finanche damigiane d’acqua alla fontanella torinese di piazza Rivoli, che le leggende metropolitane favoleggiavano essere direttamente collegata alle sorgenti del Pian della Mussa (effettivamente una delle fonti di approvvigionamento municipali, ma non credo con tubazioni separate). In questi anni è invece invalsa, almeno in Lombardia, l’usanza delle case dell’acqua: luoghi dove l’acqua del rubinetto viene raffreddata, eventualmente gassata e lasciata a disposizione dei cittadini. Davanti all’Ikea di Carugate è teoricamente ottenibile usando la tessera IkeaFamily, ma l’ho anche presa senza tessera; a Milano per evitarw abusi occorre usare la tessera sanitaria e vengono erogati 6 litri al giorno per persona.
Anche qui a Chiavari ho scoperto esistono le “case dell’acqua”: solo che siamo in Liguria e quindi l’acqua la paghi (5 centesimi il litro, si possono inserire monete oppure acquistare una tessera a scalare). A parte le battute, non sono intrinsecamente contrario al fatto che il servizio abbia un costo per l’utente: mi limito a osservare che – siamo pur sempre in Liguria – non mi è mai capitato di vedere nessumo prendere l’acqua, il che significa che si sono sprecati soldi per mettere il distributore
_Golf on the Moon_ (libro)
Devo dire che avevo più apprezzato il precedente volumetto di problemi di Dick Hess. In questo caso però (Dick Hess, Golf on the Moon : Entertaining Mathematical Paradoxes and Puzzles, Dover Publications 2014, pag. 153, $6.95, ISBN 978-0-486-49738-9) mi è rimasta l’impressione che molti dei problemi siano risolvibili solo mettendosi al calcolatore e facendogli fare i conti, cosa che io aborro (Ok, aborro più fare i conti io, ma anche farli fare al computer non è così divertente). Ma forse il mio vero guaio è la sezione dei problemi di fisica, dove io fallisco clamorosamente di trovare una qualunque risposta… Ci sono comunque svariati problemi alla portata di chiunque, e considerando il prezzo davvero irrisorio del libro (santa Dover…) può comunque valere la pena di acquistarlo.
asseriamo Cazzate

Questo paginone si trova nel numero di questa settimana dell’Espresso. Penso risulti chiaro il motivo per cui è diventato un supplemento obbligatorio di Repubblica, costringendo il lettore a sborsare un euro in più per un inserto davvero ben curato.
(confesso che io non ci avevo fatto caso quando Anna me l’ha mostrato, ma non dovevo fare il controllo qualità)
Quizzino della domenica: animali
Tutti i miei animali tranne 2 sono gatti; tutti i miei animali tranne due sono cani; tutti i miei animali tranne due sono uccelli. Quanti animali posseggo?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p266.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Dick Hess, Golf on the Moon; immagine di alexanderalexander, da OpenClipArt)
_Un anno Lercio_ (ebook)
Lercio è un esperimento che continua a essere valido dopo anni, il che non è affatto scontato per un sito satirico. Questo libro (AA.VV., Un anno Lercio, Rizzoli 2014, pag. 273, € 6,99, ISBN 9788858673003) è la raccolta degli articoli del 2014, messi in ordine di argomento. Rileggendoli tutti insieme, mi è risultato chiaro che la forza maggiore era e continua a essere la creazione dei titoli: la cronaca italiana vista con un lente deformante che rivela la parte umoristica delle notizie e ti costringe a pensarci su. Il testo degli articoli tende invece spesso a scadere nella battuta volgare per ottenere facili risate: non so se è perché è più difficile trovare uno stile diverso.
La leggerezza dei quotidiani
Io compro ormai i quotidiani solo quando sono in vacanza. Più che un bisogno è quasi un vezzo, ma non è questo il punto. Quello che ho invece notato è che il numero di pagine si è molto ridotto. Repubblica, per esempio, non raggiunge le 48 pagine, mentre anche solo qualche anno fa superava agevolmente le 64.
Quando ero bambino, credo che La Stampa avesse 16 pagine (anche se di formato più grande), e mi sa che il numero di copie allora vendute fosse pari se non superiore a quello odierno. È poi seguita una bulimia che a quanto pare è ora terminata. Immagino che la ragione principale sia il calo delle inserzioni pubblicitarie: ero convinto di avere fatto una statistica alcuni anni fa, ma non la trovo nel blog e quindi non ho dati di raffronto. Resta il fatto che anche questo è un segno della crisi dell’editoria. (Che ci siano pagine e pagine sul tema del giorno è invece il risultato del proliferare di notizie a tutte le ore, che ha comportato lo slittamento dei quotidiani verso un’analisi più sfaccettata)