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matematto non praticante

La carica dei cento e uno

screenshot del film La scorsa settimana la Curiosona ha scritto un post riprendendo quanto scritto da Riccardo Falcinelli sul colore (o meglio sulla sua assenza) nel film La carica dei cento e uno, dove afferma due cose.
Sulla prima non ho nessun dubbio, e d’altra parte Falcinelli è un vero esperto del campo: intendo la parte sul colore. Avere tanti dalmata disegnati significa avere molto spazio in bianco e nero: che fare allora? Alla Disney hanno pensato di togliere ancora più colore. Soluzione prettamente creativa.

Ho invece qualche dubbio sulla sua seconda affermazione, quella dove afferma «la seconda parte del film è un film in bianco e nero: questo è un film di guerra. Qua Disney sta citando i cinegiornali degli anni ’40. […] Devono far finta di essere di un’altra razza: per non farsi prendere, si fanno passare per dei labrador. È Auschwitz.» Ecco. Siamo proprio sicuri di dover fare il parallelo con gli ebrei e Auschwitz? E siamo sicuri che nel 1961 si pensasse ancora ai cinegiornali di guerra? Nemmeno io ero nato nel 1961 (lo so che c’è chi non ci crede), quindi magari sono io che mi sbaglio; però credo che la trama sia semplicemente un classico. Che ne pensate?

(screenshot del film preso da Wikimedia Commons)

Trovato un nuovo primo di Mersenne!

Ci sono voluti sei anni e un nuovo algoritmo che sfrutta le GPU, ma lunedì 21 ottobre 2024 il progetto GIMPS ha annunciato che 2136279841−1 è un numero primo, il 52.mo di Mersenne. Ok, potrebbe essercene qualcun altro, perché non tutti gli esponenti inferiori sono stati testati; ma la cosa è abbastanza improbabile.
I numeri primi di Mersenne si chiamano così perché l’abate Marin Mersenne aveva stilato una lista – non molto precisa, a dire il vero – di quali numeri della forma 2p−1 sono primi. Perché tanto interesse da parte di Mersenne? Perché se 2p−1 è primo allora 2p−1(2p−1) è un numero perfetto. (Eulero dimostrò poi che tutti i numeri perfetti pari sono di questa forma; nessuno sa se esista un numero perfetto dispari, ma non credo che siano molti i matematici che scommetterebbero sulla sua esistenza). E perché c’è tanto interesse in questi decenni? Perché esiste un algoritmo “relativamente” rapido (di Lucas-Lehmer, dal nome degli scopritori) per verificare se un numero di questo formato è primo. Relativamente rispetto a un numero generico, ovvio: però resta il fatto che se dobbiamo cercare numeri primi grandi tanto vale provare con questi.
E in effetti il GIMPS (Great Internet Mersenne Prime Search, il sito citato all’inizio del post) fa proprio quello. Come dicevo, il vecchio programma Prime95 che era stato quello usato finora per trovare i primi di Mersenne è stato spodestato da un nuovo programma nato per sfruttare le GPU in modo diverso dal fare una ricerca con ChatGPT. Lo scopritore, Luke Durant, è un trentaseienne che ha lavorato in NVIDIA (ma va?) e ha cominciato la sua ricerca solo da un anno, con un cluster di migliaia di GPU sparse su 17 nazioni. Naturalmente la primalità del numero trovato da Durant è stata verificata in modo indipendente da vari programmi diversi tra loro, fatti girare su architetture hardware e tipi di CPU diversa: in questi casi è sempre meglio essere molto attenti a evitare errori invisibili.
Si troveranno altri primi di Mersenne? Chi lo può sapere. Io tra l’altro faccio parte della minoranza convinta che essi siano finiti, anche se non ho nessuna idea di quanti ce ne possano essere…

Un’ultima curiosità: in esadecimale il numero si scrive con un 1 seguito da 34069960 F. Chiaramente tutti i primi di Mersenne sono della forma xFFF…FFF, dove x può valere 1, 3, 7 oppure F.

Quando uno è fuori dal mondo

Avevo prenotato il vaccino Covid (quello influenzale l’ho fatto la settimana scorsa) nella struttura vicino a casa. Visto che ormai non ricordo niente, mi metto un calendar per oggi alle 17.15. Arrivo per le 17, salgo, vedo una quantità di persone, e ogni tanto qualche infermiera che chiama qualcuno. Sento quelli vicino a me dire che hanno mezz’ora di ritardo. Mi metto tranquillo. Dopo un po’ mi sorge però un dubbio, e vado a vedere l’SMS di conferma. L’appuntamento era alle 17.15, ma di dopodomani.

(Che ho fatto? Dato che avevo notato che alcuni dei prenotati non c’erano, ho fatto gli occhioni e mi sono fatto comunque vaccinare. Tra l’altro oggi era una giornata particolarmente tiepida e quindi ero andato in maglietta a maniche corte, mentre giovedì probabilmente pioverà…)

MATEMATICA – Lezione 37: Matematica e filosofia

copertina L’infaticabile Paolo Caressa stavolta ci dà un’idea di quale rapporto ci sia tra matematica e filosofia, almeno in questi ultimi 150 anni, quando i filosofi (con rarissime eccezioni, tipo Alain Badiou) si sono arresi e hanno sentenziato che visto che loro non comprendono più la matematica attuale essa non è importante. Anche il viceversa è abbastanza vero: sono pochi i matematici che prendono una posizione filosofica sulla matematica. Per la cronaca, io sono un “platonista temperato”: per me i concetti matematici hanno una loro propria esistenza indipendente da noi, ma siamo noi a scegliere quali vogliamo vedere.
Nel volume, Caressa ci racconta della ricerca dei fondamenti della matematica, con il programma finitista di Hilbert e la sua distruzione da parte di Gödel. Potrete anche trovare una dimostrazione algoritmica del celebre teorema di Gödel, più semplice da comprendere di quella originale. Il personaggio narrato da Sara Zucchini è Maryam Mirzakhani, la prima donna vincitrice della medaglia Fields (e persino mostrata in Iran senza lo hijab), morta purtroppo prematuramente; i miei giochi matematici consistono in dimostrazioni che si possono “vedere”.

Paolo Caressa, Matematica e filosofia, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.

Piracy Shield: che potrebbe mai andare male?

la pagina di AGCOM La serie A di calcio si lamenta da una vita perché tanti guardano le partite da link pirata e non pagano il giusto a chi ha i diritti, e quindi non possono chiedere più soldi a chi ha i diritti. Vabbè. A quanto pare (io e il calcio non andiamo molto d’accordo, lo dovreste ormai sapere) i siti che mandano queste partite cambiano nome più velocemente di quanto noi cambiamo le mutande, e quindi non si riesce a bloccarli alla radice. Può darsi sia così, anche se mi sembra strano che non si possa usare il buon vecchio metodo “follow the money”: ma magari chi manda in rete gli streaming illegali non si fa nemmeno pagare. Ve l’ho detto, non ho nessuna idea di come funzioni questo meracato. Quello che so è che la serie A di calcio è riuscita a convincere l’Autorità Garante delle Comunicazioni a mettere in piedi un sistema che “consente una gestione automatizzata delle segnalazioni successive all’ordine cautelare emanato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi dell’art. 9-bis, comma 4-bis del Regolamento” [sulla tutela del diritto d’autore on line], che è stato opportunamente modificato perché “il blocco degli FQDN e degli indirizzi IP, univocamente destinati alla diffusione illecita dei contenuti protetti, avvenga entro trenta minuti dalla segnalazione del titolare”, per mezzo appunto di Piracy Shield. Sì, avete capito bene: prima si spara e poi si chiede “altolà, chi va là!”, perché altrimenti non si potrebbe fare abbastanza in fretta a bloccare. Quindi nessun controllo indipendente: il titolare dei diritti fa bloccare e il provider blocca. Poi se c’è stato un errore si vedrà con calma.

Che è successo sabato? Quello che tutti noi ci aspettavamo. Nella foga di bloccare qualche sito, l’omino di turno ha bloccato un FQDN (il nome a dominio, tipo xmau.com) dei kattivoni. Peccato che quel nome a dominio fosse drive.usercontent.google.com. Potete verificare anche voi, visto che per trasparenza i blocchi sono indicati: andate sul sito di Piracy Shield, cercate l’FQDN drive.usercontent.google.com, e vedete il blocco. Risultato pratico? finché qualcuno non si è accorto del casino commesso, non era possibile scaricare file da Google Drive, come spiega Wired Italia. Robetta da nulla, insomma. E la cosa peggiore è che non essendo stato bloccato semplicemente l’indirizzo IP nemmeno Google avrebbe potuto fare qualcosa.

Che succederà ora? Nulla. Aggiungeranno altri nomi a dominio alla segretissima lista dei buoni e si andrà avanti così fino al prossimo blocco sbajato. Ma non preoccupatevi, siamo in una botte di ferro!

Quizzino della domenica: Strano impacchettamento

718 – geometria

Come potete vedere dalla figura, una struttura composta da sei quadrati uguali è stata impacchettata in un rettangolo 11×13 in modo che non possa muoversi. Quanto è lungo il lato di uno dei quadrati?

i sei quadrati inscritti nel rettangolo
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p718.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Math StackExchange)

Matematica fuori dalle regole (libro)

copertina Io mi rifiuto di spiegare matematica ai miei gemelli. Tutto il resto va bene, anche materie che non ho mai studiato ufficialmente come il diritto, ma la matematica proprio no: non tanto perché io non sappia insegnare (anche se è vero), ma perché avrei troppe aspettative. D’altra parte non è che i due siano così amanti della materia…
Ciò detto, se quando i gemelli erano più piccoli io avessi avuto a disposizione Matematica fuori dalle regole magari sarei riuscito a combinare qualcosa. Sono molti anni che Daniele Gouthier si occupa di didattica della matematica, e della scienza in generale, da un punto di vista diverso da quello degli insegnanti ma non per questo meno importante. Questo suo testo è dedicato allo stesso tempo a insegnanti e genitori di bambini e ragazzini che frequentano elementari e medie, e più che spiegare cosa si deve fare si occupa di quello che non bisogna fare. Molte sezioni terminano infatti con gli “Inciampi da evitare”, cioè i modi di spiegare le cose che possono dare problemi ai ragazzi, anche se magari non ce ne accorgiamo subito. Due banali esempi sono quello di dire che un quadrato non è un rombo, oppure di far calcolare la distanza tra Torino e Reggio Calabria in centimetri, cosa che nessuna persona sana di mente farebbe mai.
Non che manchino le attività da fare, compresi molti giochi – c’è anche un’appendice apposta – con un contenuto matematico, anche se Gouthier avvisa di non parlare assolutamente di matematica quando si gioca. Ma quello che pervade tutto il testo è un approccio basato sul fare e discutere. Le regole in matematica servono, non c’è dubbio; ma bambini e ragazzini hanno bisogno di vedere le cose. Ci sarà tempo per il formalismo. D’altra parte gli insegnanti (più che i genitori, a cui non si può chiedere chissà quali conoscenti) dovrebbero sempre sapere molto di più di quello che spiegano, e stare attenti a non esagerare con le spiegazioni: diciamo che devono avere una loro riserva a cui attingere per saper trovare la strada migliore perché Andrea e Celeste (due nomi scelti perché possono essere maschili o femminili…), studenti con diversi tipi di capacità, possano profittare degli insegnamenti. Credo che i bravi insegnanti sappiano già queste cose: ma ci siamo anche noi genitori, che dovremmo leggere questo libro anche e soprattutto se la matematica ci ha sempre fatto paura e scoprire che possiamo comunque dare qualcosa ai nostri figli.

(Daniele Gouthier, Matematica fuori dalle regole : Guida di sopravvivenza per genitori e insegnanti, Feltrinelli 2024, pag. 256, € 19, ISBN 9788807174674 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)

Voto: 5/5

La banalità delle distruzioni

Dando per buono quanto affermato dalle forze israeliane, l’edificio in cui si trovata Yahya Sinwar quando era stato ucciso era “protetto da cariche esplosive”, il che potrebbe far capire perché sia stato distrutto. Ma sempre a detta loro, in un pattugliamento “di routine” avevano trovato tre sospetti e quindi si sono sparati colpi di artiglieria da un carro armato. Ecco, pensare che una cosa come questa sia normale mi fa paura.