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matematto non praticante

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Per fortuna che ieri mi hanno detto che mi hanno preparato le credenziali per entrare nel nuovo home banking a partire da 15 giorni fa.

AAA Carlo Nocerino cercasi

Ehm. Devo confessare di avere perso una dozzina d’anni da la password di un mio account di posta Google. Ieri l’ho casualmente ritrovata: c’erano due mail, una di dieci e una di dodici anni fa. Io sono una pessima persona, ma ritengo doveroso rispondere a chi mi scrive: solo che l’indirizzo email di Carlo Nocerino non esiste più, e nemmeno il secondo indirizzo che ho trovato funziona. (Per chi pensasse di fare qualche ricerca: no, non è lui; il Carlo che mi ha scritto lavorava nel settore food)

Insomma: io sono qua e ho già scritto la risposta, se Carlo mi legge può contattarmi!

La posta è residuale

Leggo che PosteItaliane ha comprato la rete ex Lottomatica per i pagamenti, quella che si trova tipicamente dai tabaccai. Il problema che vedo non è tanto l’accentramento dei metodi di pagamento: tanto c’è già un cartello ufficioso sui costi. Più prosaicamente, è ovvio che PosteItaliane si è spostata verso un segmento di business più redditizio e farà crollare ancora di più la qualità del servizio postale… che all’atto pratico è un monopolio, nonostante la pletora di società che hanno l’abilitazione al servizio postale.

I lanciacazzi che non ci sono mai stati

fake Se provate a fare una ricerca su Twitter con la parola “lanciacazzi”, trovate una pletora di risultati di gente che percula Repubblica, che nella sua diretta web avrebbe (involontariamente?) sbagliato a scrivere la parola “lanciarazzi”. Ma davvero?

Un primo segnale che c’è qualcosa di strano è che – a parte la perdita di risoluzione, non è mica vero che i copincolla digitali sono sempre lossless.. – ci sono solo due diverse immagini del ritaglio: quella che ho postato e un’altra in cui è stata sottolineata l’altra occorrenza della parola “lanciacazzi” nella seconda riga del lancio ma che è evidentemente derivata dalla prima. Avere una sola fonte è piuttosto strano. Se andiamo a vedere web.archive.org, la prima versione salvata scrive correttamente “lanciarazzi”. È vero che era passata più di un’ora dal supposto lancio: l’orario indicato in archive.org è infatti quello GMT, quindi il testo è stato preso alle 19:36. Ma mi pare strano che nessuno abbia visto la cosa e si sia affrettato a salvare una copia della pagina, preferendo fare un’immagine che di per sé è più facilmente manipolabile. Guardate infine il kerning (lo spazio) tra la c e la a nella parola. È inesistente: se scorrete in basso la pagina salvata da archive.org potete vedere che al titoletto “17.21 Bild: da Germania ok a fornitura di armi anticarro a Kiev” lo spazio in “anticarro” c’è eccome. Questo non è poi così strano: la r è più stretta della c, e quindi se uno sostituisce la lettera deve stringere in qualche modo. In definitiva, sono pronto a scommettere dieci euro che quell’immagine è un falso, fatto nemmeno troppo bene: sarebbe bastato salvare il sorgente, cambiare al suo interno la lettera e fare lo screenshot del risultato.

Vi rendete però conto che se la gente crede così facilmente a un banale falso non c’è neppure bisogno dei deepfake? Altro che fini analisti di guerra :-(

P.S. mentre stavo scrivendo il post si sono scomodati persino a Repubblica con un tweet che nega sia successo. A dirla tutta, non credo che una smentita come quella servirà a qualcosa: chi voleva credere ai lanciacazzi continuerà a farlo.

Ucraina

Il primo post del mio blog è datato 8 settembre 2001. Tre giorni dopo ci fu l’11 settembre e io scrissi qualcosa di assolutamente insulso. Un errore di salvataggio mi ha fatto però perdere tutti i post dopo il primo fino al 23 settembre, il che a posteriori è stata una fortuna, proprio perché nessuno potrà rinfacciarmi quello che scrissi a suo tempo su quell’attacco terroristico.

Sono passati più di vent’anni: ho imparato qualche cosa. Ecco perché non sto scrivendo nulla sulla guerra in Ucraina. Non ho le conoscenze necessarie per dire qualcosa di sensato, se non ribadire che i russi hanno invaso uno stato sovrano: perché allora devo unirmi al chiacchiericcio da tastiera?

Quizzino della domenica: Retorici e sofisti

Tanto per non fare sempre problemi con cavalieri e furfanti, i primi che dicono sempre la verità e i secondi che mentono sempre, andiamo stavolta in un’isoletta del Dodecaneso dove ci sono i retorici e i sofisti. I primi fanno solo domande di cui conoscono già la risposta, i secondi fanno solo domande di cui non conoscono la risposta. Un giorno tre persone si incrociano in un trivio. Non si conoscono, ma sanno che tutti loro sono retorici o sofisti. Questo è il dialogo un po’ surreale che si svolge:
“Tra noi tre c’è qualche retorico?”, chiede il primo.
“Lei è retorico?”, domanda il secondo al terzo.
“Tra noi tre c’è qualche sofista?”, chiede il terzo.
È possibile scoprire a che categoria appartiene ciascuno di loro?



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p570.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Jaume Sués Caula, Giochi di ingegno per esercitare il cervello, Armenia 2017, problema 98; immagine da FreeSVG.)

corto circuito

indubbiamente interessante... Acquistando da ibs.it, una volta o due al mese mi arriva un post con le raccomandazioni di libri che potrebbero interessarmi. Di solito le salto a piè pari, notoriamente i miei interessi sono peculiari, ma stavolta in un certo senso ci ha azzeccato :)

(Poi non saprei dire se il messaggio è arrivato perché l’editore ha deciso di fare pubblicità, perché ho comprato libri matematici in passato, o perché siete un pubblico meraviglioso e lo state cercando tutti…)

L’alfabeto della scienza (libro)

copertina Con queste ventisei storie, una per lettera dell’alfabeto – con qualche licenza poetica… – Giuseppe Mussardo traccia una storia della scienza moderna. Abbiamo una preponderanza di fisici, ma la cosa ci può stare visto che Mussardo è anch’egli fisico. Non pensate a biografie vere e proprie, anche se ci sono cenni sulla vita di tutti i protagonisti: in genere l’autore parte da un punto focale della loro vita e costruisce il suo racconto a partire da lì. Le illustrazioni di Debora Gregorio sono un ottimo complemento al testo, che si legge davvero con piacere.

(Giuseppe Mussardo, L’alfabeto della scienza : Da Abel a Zero assoluto 26 storie di ordinaria genialità, Dedalo 2020, pag. 320, € 17, ISBN 9788822068897)