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matematto non praticante

Re Lear (teatro)

La compagnia Mauri-Sturno aveva messo in scena Re Lear subito prima della pandemia; sono passati due anni e lo spettacolo è arrivato anche al Piccolo, dove Anna e io avremmo voluto vederlo… peccato che un’emergenza (fortunatamente risoltasi poi bene) ci ha costretto a scappare qualche minuto dopo l’inizio del secondo tempo. La recensione è pertanto molto parziale.

Capisco che il regista Andrea Baracco descriva il Re Lear come «una delle più nere e per certi versi enigmatiche» tragedie scespiriane: però a mio parere ha esagerato con la musica, che era già cupa nel primo tempo dove in fin dei conti la situazione regge ancora abbastanza. Anche la recitazione degli altri attori è stata a mio parere piuttosto forzata, il che strideva con la scelta degli abiti da scena (Edmond, per dire, pareva Angelino Alfano…). Niente da dire invece sulla scenografia, abbastanza minimale a parte l’ascensore che fa arrivare Glauco Mauri come deus ex machina. Tra l’altro, mi ha stupito la sua voce davvero fermissima nonostante l’età – no, non ditemi che era doppiato… – oltre naturalmente alla sua presenza in scena. Anche Sturno è stato un perfetto conte di Glouchester, così come Dario Cantarelli nella parte del matto. Di più, purtroppo, non vi so dire…

I disabili non fatti salire sul treno

La vicenda dei disabili non fatti salire sul treno a Genova, che ha riempito le pagine dei giornali in questi giorni, mi lascia un po’ perplesso. A quanto ne sapevo, non è più possibile da una vita prenotare posti sui treni regionali; è vero che esiste il “Posto blu” per le prenotazioni dei disabili, ma parrebbe che la prenotazione non valga per le comitive.

Detto questo, il fatto che la Polfer non sia salita a far sgombrare i passeggeri seduti sui posti per la comitiva dei disabili mi fa pensare che i posti non fossero in realtà stati riservati da Trenitalia, che quindi ha fatto bellamente finta di nulla. Solo che come al solito sarà impossibile scoprire cosa è davvero successo…

La Russia di Putin (ebook)

Leggere adesso il libro che Anna Politkovskaja scrisse quasi vent’anni fa mostra come sia stato profetico. Basti citare questa frase: “La nuova ideologia di Stato, letale per l’individuo. Putin l’ha illustrata più volte. E suona all’incirca così: «Non aspettatevi che le perdite ci frenino. Non lo faranno. Nemmeno se dovessero essere altissime.»” e vedere cosa è successo in Ucraina. Né credo che la situazione in Russia sia poi così cambiata in questi anni: i fatti raccontati nel libro, non solo quelle come il massacro (e soprattutto il post-massacro) del Nord-Ost ma anche le storie di ordinaria miseria come quelle della Kamčatka, non sono certo rimasti roba del passato. Perché allora do un voto così basso? Semplice: non è scritto bene. Lo so, Politkovskaja è stata assassinata perché “scomoda”, e il testo è senza dubbio impressionante e dovrebbe essere letto da tutti; ma la prosa è davvero pesante, con continui interventi che più che rafforzare il messaggio infastidiscono il lettore. Mi sa anche che la traduzione di Claudia Zonchetti non abbia aiutato. Una frase a caso: “[…] il cui presidente – il signor Toršin – è stato ricevuto al Cremlino per ascoltare da Putin i consigli del caso.” In italiano corrente diremmo “Il cui presidente Toršin”. (Ah: nel colophon è indicato il titolo inglese e non dall’originale russo Путинская Россия… però Zonghetti il russo dovrebbe saperlo. Mistero.) Se aggiungiamo il fatto che Adelphi, che vista l’invasione dell’Ucraina ha ristampato in fretta e furia il libro, non ha nemmeno sentito il bisogno di aggiungere una cronologia di quanto successo nel ventennio successivo capirete che non posso davvero dargli di più.

(Anna Politkovskaja, La Russia di Putin [Putin’s Russia], Adelphi 2022 [2004, 2005], pag. 384, € 7,99, ISBN 9788845976506, trad. Claudia Zonghetti)
Voto: 2/5

Google Drive e shortcut

Ho scoperto che Google, nella sua Infinita Bontà, trasformerà in shortcut le copie multiple di file. Devo dire che la mossa non mi è molto chiara, e la spiegazione di Google qui sotto non mi convince troppo.

Le scorciatoie semplificheranno le strutture di file e cartelle su Drive creando puntatori a file e cartelle, anziché avere file e cartelle in più posizioni. Ciò consente di creare facilmente l’accesso a file e cartelle, riducendo al minimo la confusione sulla proprietà e sulle modalità di gestione e aggiornamento di file e cartelle. Al momento della sostituzione, le impostazioni di condivisione e la proprietà di file e cartelle non cambieranno.

Chi come me usa Unix da più di trent’anni conosce perfettamente la differenza tra hard link (un file fisico è accedibile da più percorsi) e soft link (nei vari posti c’è un puntatore al file fisico), e non ha alcun dubbio sul fatto che internamente Google mantiene una singola copia di quei file. Perché allora implementare una modifica del genere, che così a prima vista complica solo le cose? forse perché Google si incasinava con i permessi? Al più sono le cartelle che potevano dare problemi, ma non certo i singoli file…

Vital Signals (ebook)

[copertina] Nell’introduzione del libro si legge (traduzione mia) che è “un tentativo di avere racconti su base scientifica composti da scrittori di estrazione diversa, per esplorare un futuro che è diventato frammentato per colpa di un presente caotico”, e che questo obiettivo è raggiunto “combinando le predizioni di persone che non sono abitanti naturali del mondo della fantascienza, con scienziati o autori veterani che danno loro supporto”. Non sono certo che il risultato sia all’altezza delle aspettative. Uno dei guai è probabilmente il fatto che quasi tutti i racconti sono molto brevi, e non è affatto facile scrivere in quel modo; in effetti il racconto più lungo, Safe From Harm di Tim Maughan, è il migliore del gruppo. Altre storie interessanti sono Conjugal Frape di Jamie Watt, Biohacked & Begging di Stephen Oram, Anomaly in the Rhythm di Viraj Joshi, Brain Dump di Frances Gow, Trial by Combat di John Houlihan, ed EPILOGUE [citation needed] di Ken MacLeod (“Lo dimostri.” :-) ). Non credo sia un caso che tutti loro siano scrittori di fantascienza; certo, è la prova che stiamo parlando di narrativa di genere: ma è proprio per questo che sono loro a sapere come scriverla.

(Dan O’Hara, Tom Ward, Stephen Oram (eds.), Vital Signals : Virtual Futures Near-Future Fictions, Newcon Press 2022, pag. 218, € 5,49, ISBN 9781914953095) – Voto: 3/5

una vera via crucis

Non so se Francesco riuscirà a far portare la Croce alle due donne russa e ucraina nella via crucis odierna, nonostante le rimostranze ucraine non solo da parte politica ma anche religiosa (sia il primate greco-cattolico che quello latino si sono detti contrari, e persino il nunzio apostolico a Kyïv è perplesso). Pensando alla tigna del papa, scommetto di sì.

Inutile dire da che parte sta Sandro Magister: basta leggere il suo commento a riguardo. Da parte mia mi limito a pensare che io sono assolutamente contrario all’aggressione di Putin, ma non vedo perché debba avercela con tutti i russi per partito preso. Non credo che questo gesto cambierà qualcosa, ma almeno dovrebbe farci ricordare che non si deve mai fare di tutta l’erba un fascio.

P.S.: per non ammorbare troppo i miei ventun lettori, riporto qui un altro post di Magister, che riporta la lettera aperta di un gran numero di vescovi, arcivescovi e finanche qualche cardinale contro le proposte del sinodo tedesco. Sono praticamente tutti nordamericani e africani. Aspettiamoci a breve uno scisma.