Ho appena ricevuto l’ennesima telefonata dall’ennesimo consulente immobiliare dell’ennesimo franchising (ma quanti ce ne sono?). Inutile dire che quando ho chiesto come mai aveva il mio numero di telefono (e il mio cognome) la signora in questione ha glissato, dicendo che li avevo contattati qualche mese fa (ma figuriamoci). La lista di numeri bloccati si allunga, ma non è questa la soluzione corretta (e non venitemi a parlare di Registro delle Opposizioni)
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A Firefox sono furbetti
Stamattina ho riacceso dopo un po’ il PC che uso in ufficio (a casa, anche se lavoro, ne uso uno diverso). Dopo una mezz’oretta non riuscivo più a connettermi a gmail e twitter: eppure la connessione pareva ok. Ho dato un’occhiata un po’ più attenta, e in alto a destra ho visto l’ormai classico pallino blu nel “menu hambuger”. In effetti mi veniva chiesto – non troppo gentilmente, visto cosa mi era successo – di riavviare il browsesr con la nuova versione che era stata scaricata e installata. Dopo il riavvio tutto è andato bene.
Ma caro Firefox, era proprio necessario fare così? non pensi a tutti quelli che non sono così esperti di informatica e pensano che si sia scassato tutto? (Sì, il classico “spegnere e riaccendere” in questo caso funziona, ma non è comunque una bella cosa basarsi sulle tecniche informatiche standard). Se proprio vuoi forzare la nuova versione, manda un popup…
tempi davvero lunghi
A luglio avevo ordinato da Aliexpress tre “triple USB”, che dovrebbero permettermi di attaccare due dispositivi all’unica presa USB del tablet. A settembre la transazione è stata definita conclusa anche se non avevo visto nulla: il venditore ha detto più o meno “cazzi tuoi, il tracking mostra che il pacchetto è arrivato in Italia” (e mi proponeva un rimborso di due centesimi, il che mi ha fatto incazzare vieppiù: metti zero e amen). Vabbè, era tre euro di roba e mi sono messo il cuore in pace.
Ieri nella buca delle lettere è apparso il pacchettino in questione. Notate che il tracking dava “out for delivery” il 4 agosto. E che è successo? il pacchetto è rimasto in una tasca del borsone del postino e lo si è ritrovato solo quando l’ha portata a lavare?
Comics & Science Vol. 2 (libro)
Seconda raccolta dei fumetti scientifici di Comics & Science, pensati dal CNR per mostrare un modo diverso di presentare temi diversi. Bisogna dire che Natalini e Plazzi sono riusciti a convincere i grani nomi del fumetto italiano – e poi si dice che i matematici non sono in grado di interagire con il resto del mondo! I nomi di Leo Ortolani, Francesco Artibani, Silver, Alfredo Castelli, Licia Troisi sono ben noti a tutti. Tra le storie, ho apprezzato i “misteri” di Ortolani, il racconto di Lupo Alberto e della bufala (nel doppio senso della bovina arrivata a trovare suo cugino Krug alla fattoria McKenzie e delle fake news), il segreto di Babbage di Castelli e Gabriele Peddes, le ragazze matematiche di Claudia Flandoli, Alessio Schreiner e Donald Soffritti con i loro satelliti, il giallo leonardesco di Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo (che però avevo già letto nel fascicolo originale) e soprattutto la spiegazione “magica” di come funziona il metodo scientifico di Eccher e Ponchione. Meno riuscite per me la storia di Sofja Kovalevskaja di Alice Milani e quella di Paola Barbato e Riccardo Burchielli sulle epidemie (troppo cerebrale, ci ho dovuto pensare su a lungo per capire cosa intendesse). E lo so che mi attirerò le ire di caterve di fan, ma il fumetto scritto da Licia Troisi e disegnato da Alessandro Micelli l’ho chiuso alla terza tavola: era proprio lontanissimo da me.
(Roberto Natalini e Andrea Plazzi (ed.), Comics & Science Vol. 2, Feltrinelli Comics 2022, pag. 256, € 23, ISBN 9788807551062)
Voto: 5/5
Perché bookwyrm non può funzionare
Bookwyrm è un “social di lettura e recensioni, decentralizzato”, come si definisce esso stesso. Il “decentralizzato” significa che i vari siti federati, che condividono il software, sono indipendenti ma possono usare il protocollo ActivityPub per scambiarsi informazioni.
Io ho provato a iscrivermi a una di queste istanze e importare la mia libreria da Goodreads, come del resto indicato da loro stessi. (se importo da LibraryThing ottengo un server error) Quello che vedete nell’immagine è il risultato: più di metà dei miei libri non è stata importata (comprese alcune decine per cui il software non era così certo, e mi ha proposto un’opzione che era spesso la versione originale dei Miserabili di Victor Hugo…). Qualcuno potrebbe rispondere che le basi dati librarie sono costose e non possiamo pretendere che un sistema open source le possa acquistare. A quanto ho capito, se il libro non è già presente viene cercato su OpenLibrary e inventaire.io, che però non hanno certo una grande quantità di libri in italiano. Peccato che io stessi importando un file CSV che contiene i seguenti campi:
Book Id,Title,Author,Author l-f,Additional Authors,ISBN,ISBN13,My Rating,Average Rating,Publisher,Binding,Number of Pages,Year Published,Original Publication Year,Date Read,Date Added,Bookshelves,Bookshelves with positions,Exclusive Shelf,My Review,Spoiler,Private Notes,Read Count,Owned Copies.
Chiaramente non c’è la copertina, e quindi l’importazione rimarrebbe comunque incompleta: ma scrivere “Could not find a match for book” non ha davvero alcuna logica. Più sensata è la critica “beh, se il sistema è open source puoi modificare tu la versione di import”. Peccato che potrei avere voglia di farlo se non avessi alternative; ma visto che le alternative le ho, perché dovrei perderci tempo?
(Ps: c’è stato un rapido scambio con lo sviluppatore, che proponeva di permettere l’importazione di un csv definito dall’utente. Probabilmente potrebbe essere più utile: vedremo se sarà mai implementato. È ovvio che non posso pretendere nulla…)
il bonus matrimoni
È possibile che qualche parente di Domenico Furgiuele abbia un interesse sul business dei matrimoni. È certo che tutti i giornali che hanno parlato di 20000 euro di “bonus matrimoni” non si sono dati la pena di leggere il disegno di legge presentato dal deputato leghista calabrese insieme ad altri quattro compagni di partito: i 20000 euro sono il tetto di spesa detraibile al 20%. (Il tutto se hai meno di 35 anni e un reddito di coppia sotto i 23000 euro, ecc. ecc.)
Detto tutto questo, faccio notare – principalmente agli eventuali giornalisti tra i miei ventun lettori, ma siete tutti benvenuti – un paio di cose. No, non mi metto a parlare dell’ovvia incostituzionalità del DDL: per quanto la mia stima per molti parlamentari sia minima, non credo proprio che Furgiuele non lo sappia.
(a) Il DDL è stato depositato il primo giorno della legislatura insieme alla solita quantità inenarrabile di proposte di legge che servono solo per far parlare di sé e non vengono mai calendarizzate. A quanto pare c’è voluto più di un mese prima che un qualche solerte giornalista si accorgesse di questa proposta (anche leggendola male).
(b) Se uno dei suddetti giornalisti avesse aperto un browser e fatto la ricerca con testo “favorire l’accesso al credito per spese connesse” (parte del titolo della legge, giusto perché per pigrizia non l’ho messo tutto) avrebbe scoperto che l’ottimo Furgiuele aveva già presentato – con molti più colleghi, in effetti – un ddl dallo stesso titolo il 13 novembre 2018. Il testo del ddl, a parte modificare il 2019 in 2023, è identico; la presentazione quasi, perché Furgiuele ha giustamente aggiornato i dati sul numero di matrimoni.
Tutto questo l’ho trovato in dieci minuti circa. La mia domanda, ovviamente retorica, è “com’è che non ho trovato nessun articolo che dicesse queste cose”? Passi Twitter dove si sa che nessuno va a leggere i link postati, ma da un quotidiano mi aspetterei qualcosina di più…
Inventori farlocchi del tostapane
Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.
E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:
nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il
”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’ epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.
Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…
Quizzino della domenica: passeggiata
La scorsa settimana sono andato a fare una lunga passeggiata. Tornato a casa, ho scaricato i dati del mio smartwatch e ho notato che scegliendo un qualunque tratto (contiguo) del mio percorso lungo un chilometro, il tempo che ho impiegato per percorrerlo è stato esattamente di un quarto d’ora. Posso dedurre che ho camminato a velocità costante?

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p618.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di James Tanton, su Twitter; immagine di dear_theophilus, da OpenClipArt.)