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matematto non praticante

Calenda e le percentuali

Su Twitter, Anonymous Christian mi segnala questa perla di Carlo Calenda (e considerata la sua dipendenza da Twitter, mi sa che sia proprio sua e non dello staff), dove il nostro prende le percentuali di voto date dai sondaggi di fine 2021 e i risultati elettorali e mostra che il Terzo Polo (che allora non esisteva se non nelle sue componenti, ma vabbè) è quello che ha avuto il maggiore incremento percentuale.

Un conto così non ha alcun senso. Pensate a un partito che a gennaio avesse il 10%, a maggio fosse sceso all’8% e a settembre fosse tornato al 10%. Prima aveva perso il 20%, poi ne ha guadagnato il 25%; un incremento netto del 5% semplicemente per aver fatto un sondaggio in più! Quando si lavora con le percentuali bisogna fare le differenze, non i rapporti, come del resto si vede tutte le volte che in tv si mostrano i sondaggi. Sennò è ovvio che più piccolo è il partito – e con tutte le sue manie di grandezza quello di Calenda lo è – più gli effetti si amplificano.

Resta solo da capire se Calenda stia cercando di abbindolare i suoi elettori, attuali o possibilo che siano, oppure creda davvero a ciò che ha twittato. Non so cosa temere di più.

PS: vediamo se ora mi blocca su Twitter…

Umberto Bossi fuori dal parlamento

È ufficiale: Umberto Bossi non è stato rieletto. Potremmo dire che finisce la seconda repubblica. Ma io mi chiedo come al mio solito qualcosa di diverso. Sono andato a vedere i dati di presenze nella scorsa legislatura. Bossi ha presenziato al 21,2% delle votazioni. Certo, mi direte voi, è più di là che di qua. Vero, ma allora ci si dovrebbe chiedere perché non si sia dimesso. Ma soprattutto, scopriamo che il Senatur era “in missione” (termine tecnico per non considerare l’assenza in quanto il parlamentare è impegnato in altri compiti istituzionali, come per esempio quelli di governo) nel 68,8% delle votazioni. Qualcuno mi spiega quali possano essere state queste missioni? A me paiono tanti l’equivalente di una pensione di invalidità: il problema non è tanto che sia stata pagata con i nostri soldi, quanto che abbiamo avuto un parlamentare che non ha fatto il suo lavoro, e questo sì che mi scoccia.

Best of British Science Fiction 2021 (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Questa raccolta deI migliori racconti di fantascienza britannica del 2021 è se possibile ancora più variegata di quella dell’anno precedente. Lasciamo perdere il racconto di apertura, che non sono proprio riuscito a comprendere. Ma anche nel resto del libro ho trovato alcuni racconti molto belli e altri francamente modesti, che non mi hanno detto nulla. Il voto finale tiene conto del fatto che ovviamente i gusti personali sono diversi e in fin dei conti di testi simpatici ce ne sono. I miei preferiti:
▪ Me Two, Keith Brooke e Eric Brown: variante sul tema delle “vite separate”
▪ The Andraiad, Tim Major: può una macchina essere più umana della persona che rimpiazza? 914953255
▪ The Stone of Sorrow, Peter Sutton: poetico.
▪ Henrietta, T.H. Dray: alieno sì, ma non troppo.
▪ The End of All Our Exploring, Gary Couzens: il concetto è subito chiaro, ma scritto in modo meraviglioso.
▪ A Spark in a Flask, Emma Johanna Puranen: anche questo molto poetico.

(Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2021, NewCon Press 2022, pag. , € 6,84, ISBN 9781914953255)
Voto: 4/5

Cassa del Mezzogiorno

M5S vs  PD
Lega vs FI
I dati definitivi magari varieranno. Ma a vedere queste mappe di YouTrend direi che 70 anni sono passati invano. (Occhei, che la Lega superi Forza Italia anche in tutto il centro, ancorché al ribasso, magari uno non se lo aspettava…)

Ah, se la cartina con i collegi vi suona strana, vi ricordo che il territorio della Cassa per il Mezzogiorno non partiva dalla Campania, ma da Pomezia.

come si vota in ospedale

Come sapete, sono ricoverato in ospedale. Sarei dovuto essere dimesso mercoledì, ma ho avuto delle complicazioni e sono ancora qui. La cosa è una scocciatura per una serie di motivi: ma un cruccio era il non potere votare. Dai referendum del 1981, quelli anche sull’aborto, a oggi ho sempre votato, anche quando si sapeva che il referendum non avrebbe mai raggiunto il quorum. Mi è capitato più volte magari di annullare la scheda, ma comunque andavo al seggio.

Venerdì mattina però è passata un’infermiera in reparto chiedendo se qualcuno voleva votare dall’ospedale. Ho subito dato l’ok, consegnato la mia carta d’identità per essere fotocopiata, e telefonato a casa per farmi portare la tessera elettorale e chiedere qual è il mio numero di sezione (a dire il vero lo ricordavo perché è facile). Sabato ho compilato il modulo di richiesta, che poi deve essere firmato dal direttore di reparto – che certifica tra l’altro che non posso muovermi dal letto – e inviato al sindaco.

Ieri aspetto, aspetto, aspetto. Gli infermieri non sapevano nulla, dicevano che l’ultima volta pareva loro che il seggio mobile fosse arrivato a mezzogiorno. Alle 19.35 mi stavo accingendo a preparare una lettera di fuoco, quando il seggio si è appalesato!
Sono arrivati in ordine sparso presidente di seggio, segretario e carabiniere. Il secondo ha preso i miei dati, la prima mi ha dato le schede e la matita copiativa, ha tentato inutilmente di fare uscire il compagno di stanza “per la privacy” (tanto è un testimone di Geova, non vota mai), il terzo ha recuperato le schede e le ha messe in una busta. Niente urna, no. La procedura è durata forse anche meno che al seggio normale, non mi hanno neppure tolto il telefono :) (non che me ne importasse di fotografare la scheda).

Tutto relativamente bene, insomma, ma migliorabile: il Policlinico di Milano è enorme e sparpagliato, ma si potrebbe stimare il tempo necessario a passare da un padiglione all’altro e dare almeno un’idea di quando sarà il turno di voto. Non sono stato l’unico a lamentarmi, tra l’altro.

Come ho votato? Il voto è segreto :) però posso dire che a differenza di cinque anni fa non ho scelto un simbolo che non aveva nessuna possibilità di eleggere qualcuno neanche al proporzionale (il candidato uninominale dello schieramento meno lontano dalle mie posizioni era invotabile)

basta col silenzio elettorale

A ogni elezione Repubblica s’indigna perché la destra viola il silenzio elettorale. Passare da De Benedetti ad Elkann non ha mutato la situazione.

Vorrei sommessamente consigliare loro di lasciar perdere una buona volta. Innanzitutto il silenzio elettorale non vale sui social, quindi è già dimezzato di suo; inoltre era stato pensato quando non si viveva 24/7 con un bombardamento di notizie, e quindi evitare gli annunci dell’ultimo minuto aveva un senso. Per dire, oggi ho scoperto per caso che Berlusconi ha promesso il raddoppio del reddito si cittadinanza; immagino che qualunque frase i politici dicano non cambi di una virgola il risultato. Eliminiamo, insomma, e vivremo con un articolo di giornale in meno.

Gli “strumenti” di Von der Leyen

Mi sa che ci sia un problema di base con certi politici. Ma non è possibile che Ursula von der Leyen affermi che l’Europa abbia gli strumenti necessari per gestire l’Italia se le cose andassero in una direzione difficile.

Ovvio che gli strumenti – leggi i fondi del PNRR – ce li abbia. Ma non è che serva un avvertimento in stile mafioso. Bastava dire qualcosa tipo “Siamo certi che qualunque governo uscirà dalle elezioni italiane continuerà ad appoggiare convintamente la posizione europea nella situazione russo-ucraina, e che nessun leader ritorni su atteggiamenti filoputiniani”. Il concetto è lo stesso, chi ha orecchie per intendere intende (e non può berciare così facilmente presso l’Italia stampa) ma è bene infiocchettato.

D’altronde von der Leyen ha fatto una figura simile il mese scorso, annunciando la fine della “sorveglianza speciale” per la Grecia. Io mi domando e dico: ma a questi livelli non ti fanno dei corsi personalizzati di esposizione degli argomenti (cosa diversa dal public speaking)?