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matematto non praticante

The Failures of Mathematical Anti-Evolutionism (libro)

A me Rosenhouse è sempre piaciuto come autore, sin dai tempi del suo libro sul problema di Monty Hall; ho anche seguito i testi da lui editi sulla matematica ricreativa seria. Ma in questo caso direi che non ci siamo proprio. Il libro nasce (e scommetterei che è stato un suo pet project) per confutare gli argomenti “matematici” portati dagli antievoluzionisti: Rosenhouse è in fin dei conti un matematico, non un biologo. Io sono una persona semplice, e mi accontento di una prova circostanziale dell’evoluzione: gli organismi viventi hanno una costruzione meravigliosamente interallacciata, ma lo è in modo subottimale, come del resto afferma anche Rosenhouse. Riesce nel suo intento? Non sempre. È bravo a smascherare la matematica usata come cortina fumogena, e qui la sua metafora della matematica come formata da due binari da seguire entrambi – visione intuitiva e formulazione formale – è utile anche al di fuori di questo contesto. Mi sembra però che anche lui abbia mischiato un po’ le carte nella sezione combinatorica. Rosenhouse risponde all’affermazione che le proteine usate dai viventi sono un’infinitesima parte dello spazio delle possibili proteine affermando che in fin dei conti quelle proteine ci sono, con argomenti bayesiani. Immagino che abbia fatto così perché altrimenti si dovrebbe invocare il principio antropico, che a me non infastidisce ma porta a una forma debole di Intelligent Design che evidentemente voleva evitare. A parte queste considerazioni, non mi sembra che il libro possa convincere i non-darwiniani. Proprio perché i loro argomenti sono similscientifici (non uso apposta pseudoscientifici per evitare diatribe) in quanto rivolti a persone tipicamente con scarse competenze in materia, spiegazioni di questo genere non portano a molto. Insomma Rosenhouse parla ai convertiti: ne vale la pena?

(Jason Rosenhouse, The Failures of Mathematical Anti-Evolutionism, Cambridge University Press 2022, pag. 310, € 36,40, ISBN 9781108820448)
Voto: 3/5

Statistiche del sito per settembre 2022

Niente di eccezionale, ma settembre ha visto una ripresa degli accessi al sito. I visitatori unici sono stati 13439 (+2192), le visite 30831 (+2194); le pagine accedute sono state 100763 (-2104) con 245518 hit, nuovo record dell’anno (+47764). 18 giorni sopra i 1000 accessi, media 1027. La top 5:

  1. Eupnoico:: 1392 visite
  2. Mi hanno hackerato il cuore: 1228 visite
  3. Codice bianco all’Ikea: 749 visite
  4. Perché il gasolio costa così tanto: 552 visite
  5. Nativi digitali: 525 visite

Anche L’unicorno Satispay ha superato i 500 accessi: penso che fosse almeno un anno che non capitava nulla del genere. Ci sono stati anche 805 accessi a questo quizzino: sono i misteri delle ricerche Google…

a GEDI non hanno idea di cosa significa “acquista”

Le Scienze ha fatto partire una collana di libri dal titolo “Rivoluzioni matematiche – i grandi teoremi da Pitagora a Nash”. I libri di per sé mi interesserebbero, ma lo spazio fisico sulla mia libreria è oramai ridotto, quindi sono stato molto felice quando ho saputo che si potevano anche acquistare in digitale. Ok, non è il massimo, ma uno ogni tanto si deve accontentare.

Ieri finalmente è apparsa la pagina, e io mi sono subito fiondato ad acquistare il primo volume (che confesso di aver comprato anche in cartaceo: lo spirito è forte ma la carne è debole). Scopro che per farlo devo dare i miei dati personali “per poter commentare sui siti GEDI”: vabbè. Quando però arrivo alla pagina dove finalizzare il pagamento scopro che l'”ACQUISTA” indicato inizialmente è diventato “Completa l’attivazione per poter sfogliare per 1 anno”.

Già il concetto di non poter avere una copia elettronica (con un eventuale DRM) non mi piace affatto. Tanto per dire, ho un abbonamento carta+digitale a Prisma e posso tranquillamente scaricarmi la copia digitale. Ma scoprire che posso sfogliare per un solo anno il libro è troppo. Non stiamo parlando di un romanzetto leggero, che una volta letto posso anche buttare via fisicamente o elettronicamente che dir si voglia; un testo di saggistica nasce per essere eventualmente consultato in seguito, e lo voglio avere per tutto il tempo necessario. Lasciamo il “noleggio a lungo termine” a Netflix]. Certo, nelle condizioni particolari di vendita c’è scritto

acquistare la copia digitale singola di una Testata o di altro prodotto editoriale, consultabile attraverso modalità sfoglio per la durata indicata nell’Offerta. In taluni casi, potrà essere consentito il download del PDF della copia digitale (il c.d. “Prodotto editoriale in copia singola”);

e almeno in teoria potrebbe darsi che nella loro ineffabile bontà quelli di GEDI mi permetteranno di scaricarmi la copia. Ma non lo credo proprio, altrimenti l’avrebbero scritto direttamente nella pagina. Vi assicuro però che non ho nessuna voglia di dargli 3 euro e 99 centesimi per scoprirlo, e non penso nemmeno che a questo punto comprerò altri volumi anche in formato cartaceo. Gesto inutile? Può darsi. Ma io sono una persona di principî.

I misteri delle SIM

Venerdì scorso Anna mi dice “non mi funzionano più i dati sul tablet”. La SIM di quel tablet è intestata a me, e con TIM Unica abbiamo dati illimitati, quindi non poteva essere un problema di fine giga. Sabato mattina chiamo il 119 dal mio telefono aziendale: racconto il tutto all’operatrice che mi consiglia il classico sistema informatico “tieni spento una decina di minuti il tablet, che intanto forzo una riconfigurazione in rete. Poi ti richiamo”. Faccio il tutto, riaccendo e continua a non funzionare. A questo punto l’operatrice mi dice “ok, devo fare escalation, ti faccio poi chiamare dai tecnici ma ci vorrà qualche giorno”: ovvio, considerando che metà di noi dipendenti è a casa coartatamente il lunedì visto l’ennesimo contratto di solidarietà che abbiamo.

Ieri Anna mi fa “puoi richiamare tu il 119?” al che rispondo “un attimo solo, che provo a spostare la SIM su un altro vecchio tablet per vedere se il problema è sulla SIM o sul tablet. Faccio il tutto, non riesco a far funzionare nulla, rimetto la SIM originale sul tablet… e i dati sono ripartiti. Evidentemente era necessario il metodo informatico avanzato, un po’ come in questa vecchia storiella

prese per i PC, sarà la volta buona?

Non usando io roba Apple, non sono poi così interessato al fatto che da settembre 2024 tutti i telefoni venduti in Europa dovranno avere la stessa presa (USB-C, per la cronaca): tanto quello era già lo standard di fatto Android. Sarà più interessante al più scoprire cosa succederà se troveranno metodi di carica più veloci: spero che la coppia carichino-telefono riesca a mandare l’intensità giusta di corrente.

Molto più interessante è invece vedere che a partire dall’autunno 2026 anche i PC devono avere un ingresso USB-C per caricarsi. Quello sì che è ancora un far west!

Lore

Tra i tanti siti che permettono di tenere traccia delle proprie letture, Lore è probabilmente the new kid in town. Perché uno dovrebbe sceglierlo? Per esempio (cito) perché “È open source – Non raccoglie i vostri dati – È moderato e gestito da esseri umani, non da una corporazione – Non ha scopo di lucro”, oltre a essere integrato nel fediverso e quindi essere almeno in teoria integrato con Mastodon.
Peccato che l’interfaccia mi sembra molto poco intuitiva, e il modo in cui (non) ha importato i miei libri da Goodreads mi ha solo incasinato le cose. Ok, lo stavo facendo da furbofono, ma comunque la cosa non può andare bene. Insomma, perché mai dovrei aggiungere o cambiare aggregatore di schede della mia libreria virtuale? Tanto non mi importa nulla di regalare ad Amazon le mie fantasmagoriche recensioni :-)

PS: E comunque un sito che scrive “abbiate a cuore la serenità dellǝ altrǝ utenti.” non fa per me, mi spiace, e non certo perché io non abbia a cuore la serenità altrui.

Area B o non area B, questo è il dilemma

Se non ho capito male, stamattina a Milano è entrata in funzione Area B, col divieto di circolazione per i veicoli parecchio vecchi. (In realtà, guardando qui, i divieti c’erano già: sono solo stati aggiunti gli euro 2 benzina e gli euro 4 diesel senza FAP). Su Twitter ci sono stati i soliti piagnistei con esempi francamente improbabili, come il nonnino che non può più andare a prendere i nipotini a scuola. A parte che almeno si ridurranno le auto in doppia e tripla fila negli orari di ingresso e uscita, mi domando perché il nonnino avesse un diesel comprato prima del 2011 che già era bloccato mezzo inverno per lo smog; ma tant’è.

Però volevo parlare di un’altra cosa. Stamattina ho dovuto portare a Monza mio suocero e rientrare a Milano. L’andata è stata quanto quanto scorrevole, al ritorno ci ho messo un’ora, restando in coda per tutto il tunnel di San Fruttuoso (poi stranamente il tratto con gli svincoli di autostrada e peduncolo erano praticamente vuoti, e la coda si è riformata al solito semaforo di Cinisello). Io mi domando solo come faccia la gente a farsi quel viaggio cinque giorni la settimana, soprattutto quando ogni dieci minuti c’è un treno da Monza a Milano…