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matematto non praticante

Benedetto Croce, la scienza e la scuola (ebook)

È abbastanza noto che Croce ce l’avesse con gli scienziati. La diatriba con Federigo Enriques che aveva osato organizzare un congresso di filosofia è conosciutissima. È anche abbastanza noto che il liceo scientifico, nato dalla riforma Gentile del 1923, è un ibrido malfatto, e non credo sia un caso che si tenti sempre di “aggiornarlo”, più nel male che nel bene a volte. Però le cose sono un po’ più complicate, come Francesco Vissani spiega in questo volumetto liberamente scaricabile dal sito scienzapertutti.infn.it.

Innanzitutto non è che Croce fosse antiscientifico: di per sé nella sua dottrina la scienza (con una curiosa passione per l’economia) ha una parte importante. Semplicemente è una parte secondaria, perché secondo lui la scienza non può portare a nessuna verità, a differenza della filosofia, e quindi non è null’altro che tecnica. Diciamo che la sua è una posizione simmetrica a quella che tanti hanno oggi, dove la scienza è l’unica disciplina che può portare a verità. (Per la cronaca, io sono abbastanza nichilista e non credo che né scienza né filosofia possano portare a verità…)

Per quanto riguarda la riforma Gentile, sapevo che in precedenza c’era la sezione fisico-matematica degli Istituti Tecnici (che facevano molte più materie scientifiche dell’attuale scientifico), ma ho scoperto che c’era già stata una sperimentazione col Liceo Moderno (senza greco ma con il latino) e il Liceo Scientifico (senza né greco né latino), e Gentile nel tarpare il “nuovo” liceo scientifico ha seguito la linea crociana.

Infine una nota interessante sul Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Croce in risposta a quello fascista di Gentile: in realtà non era stato assolutamente chiamato in quel modo, anche perché a quel tempo il termine antifascista era usato solo dai fascisti stessi.

In definitiva, un testo utile a inquadrare meglio cosa successe cento anni fa.

Francesco Vissani, Benedetto Croce, la scienza e la scuola, INFN 2019, pag. 84, https://scienzapertutti.infn.it/images/stories/rubriche/libro_mese/qdcs-vol1.pdf
Voto: 4/5

“Vegetative electron microscopy”

Cosa sarebbe il concetto del titolo di questo post? Non cercatelo: la frase non ha nessun senso. Eppure pare che molti articoli pubblicati su riviste scientifiche contengono questa frase, o la correlata “vegetative electron microscope”. Il sito Retraction Watch riporta un articolo pubblicato (e poi ritrattato) sulla rivista di Springer Nature’s Environmental Science and Pollution Research e scritto (?) da alcuni ricercatori iraniani che usa questa frase: ma l’articolo non è l’unico, e a quanto pare ce n’è almeno un altro, il cui principale autore è un senior editor a Elsevier.

Come è possibile tutto questo? Alexander Magazinov, software engineer kazako, crede che tutto derivi da un articolo pubblicato nel 1959 che mostro qui sotto:
quando le colonne sono due e non una...
Come vedete, il testo è stampato in due colonne molto vicine: una riga termina con “vegetative” e quella a fianco comincia con “electron microscopy”. Cosa succede se quel testo è stato usato per l’addestramento di un LLM che non si è accorto che le colonne erano due e ha estratto il testo come se fosse scritto in una singola colonna? E che succede se alcuni autori scrivono fuffa… ehm, un articolo scientifico, usando quell’LLM per generare testo?

Se vivessimo nel migliore dei mondi possibili, i referee avrebbero letto l’articolo, si sarebbero accorti della frase senza senso, e avrebbero chiesto lumi agli autori. No: se vivessimo nel migliore dei mondi possibili nessuno scriverebbe un articolo scientifico a partire da un’AI generativa. Ma si sa, “pubblicare o perire”. D’altra parte, il senior editor di cui sopra ha testualmente affermato di avere «purportedly used “vegetative electron microscopy” to study the structure of bacterial cellulose derived from date syrup.», cioè per studiare la struttura della cellulosa batterica derivata dallo sciroppo di datteri (se ho capito bene). Perché quando si fa una supercazzola…

Quasi e

Nella sua mailing list Beyond Euclid, Ali Kaya ha presentato un’approssimazione di e costruita da Richard Sabey, che usa tutte le cifre da 1 a 9 e che vedete qui sotto. Il valore è corretto a 18.457.734.525.360.901.453.873.570 cifre decimali. Come è possibile?
un'approssimazione di e
Immagino che vi siate accorti tutti del trucco (in senso buono, naturalmente: l’approssimazione è proprio quella, non ha barato) di Sabey. Una delle definizioni di e è il limite per n tendente a infinito di (1 + 1/n)n. Quindi se prendiamo n abbastanza grande ci avviciniamo molto a e. Ora, il meno nell’esponente tra parentesi serve per fare l’inverso. Poi abbiamo 4(7×6) = 442 = 284; ma questo è l’esponente di 9 che è 32, quindi tutto il numerone tra parentesi è 32^85, esattamente come il numerone a cui si eleva il valore tra parentesi.
L’idea di Sabey è stata dunque quella di trovare un modo per scrivere in due modi diversi il numero più grande possibile usando una sola volta le cifre da 2 a 9: complicato ma non così tanto come il compito poteva sembrare a prima vista. (Poi ha anche dovuto calcolare quanto fosse corretta l’approssimazione, e lì ammetto di non sapere come si fa.)

Spero di non avervi rovinato la poesia dell’espressione algebrica!

Il rapporto superaureo – 2

La scorsa settimana avevo parlato del rapporto superaureo, dato dall’unica radice reale dell’equazione $x^3 = x^2 + 1$. Esso si indica con la lettera greca ψ e vale circa 1,46557. Si ha inoltre l’uguaglianza $\psi^{2} \left( \psi – 1 \right) = 1$. Vediamo ora qualche altra proprietà del rapporto superaureo.

Innanzitutto possiamo vedere quali sono le altre due radici (complesse coniugate) dell’equazione che definisce ψ. Dividendo il trinomio $x^{3} -x^{2} -1$ per $x – \psi$, ricaviamo $x^{2} + (x /\psi^{2}) + (1 /\psi)$ da cui troviamo che le altre due radici sono $x_{1,2} = \left( -1 \pm i \sqrt{4 \psi^2 + 3} \right) /2 \psi^{2}$. Tali radici hanno l’interessante proprietà che $x_1 +x_2 = 1 -\psi$ e $x_1x_2 =1 /\psi$; pertanto sia la somma che il prodotto delle tre radici è 1, come del resto si poteva vedere dall’equazione di partenza (usando una generalizzazione del fatto che nelle equazioni di secondo grado della forma $x^2 + sx + p = 0$ la somma delle radici è $-s$ e il loro prodotto $p$; in generale in un’equazione polinomiale monica di grado $n$ il termine noto è il prodotto delle radici, mentre il coefficiente del termine di grado $n-1$ è $(-1)^{n-1}$ volte la loro somma.)

La proprietà corrispondente a quella del numero aureo, cioè $ \phi^{n} =\phi^{n-1} +\phi^{n-2} $, per il numero superaureo diventa $ \psi^{n} =\psi^{n-1} +\psi^{n-3} $, che possiamo far diventare con un po’ di manipolazioni $\psi^{n-2} +2\psi^{n-4} +\psi^{n-6}$. Più interessante notare che ψ è un numero di Pisot (il quarto più piccolo in valore; Vijayaraghavan mi perdoni se non uso anche il suo nome), perché è maggiore di 1 e le due altre radici dell’equazione che lo definisce hanno valore assoluto minore di 1. Questo significa che le sue potenze (di esponente sufficientemente alto) sono ottime approssimazioni di numeri interi. Perché, vi chiederete? Sempre per la storia della somma delle radici: si può dimostrare che la somma delle n-sime potenze delle radici è un numero intero, e visto che il valore assoluto di tutte le altre radici è minore di 1, al crescere della potenza contano sempre di meno. Uno degli esempi più noti di numeri di Pisot è tra l’altro il rapporto aureo, come vediamo facilmente dalla serie di Fibonacci o se preferite dalla formula di Binet. Qui bisogna aspettare un po’ di più per avere un quasi-intero: per esempio, $\psi^{11} = 67.000222765…$. A proposito di somiglianze, ce n’è una che manca. Mentre φ è il numero “peggio approssimabile” con frazioni, perché il suo sviluppo in frazione continua è [1;1,1,1,1,…] e come sapete più piccoli sono i termini meno si riesce ad approssimare un numero troncando lo sviluppo, quello di ψ è [1;2,6,1,3,5,4,22,1,…] e quel 22 ci fa capire che fermandosi subito prima avremo una buona approssimazione: 1873/1278, per la cronaca.

un rettangolo superaureo
spirale superaurea

Esistono gli equivalenti del rettangolo e della spirale aurei? Certo, e con grande fantasia si chiamano rettangolo e spirale superaurei. Sulla spirale non c’è molto da dire, se non è che logaritmica, passa per i vertici dei rettangoli superaurei sempre più piccoli che compongono quello di partenza e però spunta un po’ fuori da essi. Per il rettangolo superaureo, invece, non solo abbiamo tanti rettangoli simili all’interno – e, come abbiamo visto la volta scorsa, rettangoli che non sono superaurei ma hanno la stessa area di quello opposto rispetto alla diagonale; ma possiamo anche fare una partizione del rettangolo in quattro triangoli rettangoli, dove il vertice interno di due di essi è proprio il punto da cui si fa la divisione in sottorettangoli. Questa proprietà, come tante altre e il concetto stesso di rettangolo superaureo, era sfuggita ai greci perché non è possibile disegnarlo con riga e compasso… in questo caso l’algebra ci avvantaggia molto.

Se qualcuno infine si chiedesse se c’è un equivalente della successione di Fibonacci che sfrutta il rapporto superaureo, la risposta è positiva: ma ne parlerò la settimana prossima :-)

Le immagini del rettangolo superaureo e della spirale superaurea sono di Zilverspreeuw, e si trovano su Wikimedia Commons

MATEMATICA – Lezione 55: Teoria dei frame

copertina La teoria dei frame, presentata in questo volume da Pierluigi Vellucci, è un esempio di come la ridondanza possa servire anche in casi in cui non ce lo aspetteremmo. Perché si fa qualcosa di ridondante, in genere? Per avere un margine di sicurezza nel caso qualcosa non funzioni. Ecco dunque i codici a correzione di errore, che permettono di recuperare il messaggio inviato in caso di qualche errore di trasmissione, o se preferite la nostra simmetria bilaterale con molti organi interni raddoppiati. In matematica le cose sono un po’ più diverse: l’esempio principe di frame è una base vettoriale con più elementi di quelli strettamente necessari per definirla, elementi scelti però per semplificare i conti da fare se si scelgono volta per volta quelli più comodi. Certo, si perdono alcune proprietà, ma non sempre esse sono necessarie per i conti. Negli esercizi troverete anche una breve trattazione delle wavelet, un modo diverso da quello dell’analisi di Fourier – e comunque ridondante! – per ottenere una rappresentazione tempo-frequenza più utile in molti casi.
Vellucci presenta alcuni giochi matematici tratti dalla newsletter della Europeano Mathematical Society, mentre il Maestro della matematica trattato da Veronica Giuffré è Claude Shannon, il padre della teoria dell’informazione.

Pierluigi Vellucci, Matematica – Lezione 55: Teoria dei frame, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.

Libgen definitamente morto?

Uno dei segreti meno segreti del mondo è l’esistenza di “biblioteche ombra” (shadow libraries), dove ci sono versioni elettroniche piratate di tantissimi libri, inizialmente scientifici ma poi di tutti i tipi. Il segreto è così poco segreto che se ricordate qualche settimana fa avevo scritto che Meta avrebbe usato la base dati di LibGen per addestrare il suo LLM. Libgen è la più longeva di queste biblioteche ombra: come tutte le altre ogni tanto viene bloccata e rinasce con un altro nome. Almeno fino a una decina di giorni fa.

In questo momento, infatti, nessuno dei siti di Libgen è raggiungibile, come si può vedere da Open SLUM. (Libgen+ è un fork di qualche anno fa, ma è pieno di popup anche pericolosi e comunque non è così aggiornato, nonostante il nome). La cosa però più strana è che non si capisce cosa sia successo nemmeno leggendo reddit che di solito è bene informato. Tutto quello che sono riuscito a trovare a fatica è questo messaggio:

-----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-----
Hash: SHA512

Our installation is currently offline following an act of sabotage by
individuals that appear to be from the national police of Ukraine. We
are assessing the situation with our legal team.
-----BEGIN PGP SIGNATURE-----

iQEzBAEBCgAdFiEENakzLAYG6CsMDlwCwKug7Afh9gwFAmevD6IACgkQwKug7Afh
9gxyIwf+OUWOy/7pkuE+bxpxkrhQOyiF+zo3K/jVRWHgyjEzr4sivAL+5L+vvj9L
5Z4mBIP9AWAIlfyymhP9yObvldxwVxHYOjywP6th72r87qGDDF+sGGzbr5zA/lP2
9e4ZP4sK4PNfiZb91j+gBwk0mrGx9hZM4h0lO427EjYLrGLq61vqlgJ5vzbYfk/9
b4t9GjlsKxYBVNhWNjKQ/SLpaPfRGWK+51ldacaWU8mdIksci00DBxnxBrm2qOi5
/zGpKvXyUE78jsXAqiOcm8XRpLOqSGHXEgkjE96Aa9q1AZJcPEt8iCtogs8KXs+l
i49gX+5+10Pmc9u64Z6s6G1F9nxEKw==
=m1Z6
-----END PGP SIGNATURE-----

La cosa mi torna, perché avevo fatto un controllo la settimana scorsa ed effettivamente l’IP corrispondente ai siti di libgen era ospitato a Kyiv. (No, non penso che Trump abbia ordinato di bloccare libgen come avviso più o meno benigno, né credo che c’entri la minaccia di Elonio di bloccare Starlink.) Lo stupore più che altro è legato al fatto che libgen nasce come russo, e vederlo basato in Ucraina è piuttosto strano… ma magari nemmeno troppo.

Chissà come si evolverà la situazione!

Quizzino della domenica: Divisori dispari

736 – aritmetica

I divisori di un numero n sono tutti i numeri da 1 a n che dividono esattamente n, cioè non danno resto. Quanti sono i numeri da 1 a 100 che hanno un numero dispari di divisori?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p736.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da J. Douglas Faires, First Steps for Math Olympians.)

Quasi viventi (libro)

Ventuno parole, una per lettera dell’alfabeto, per descrivere quallo che è nato con l’avvento dei social media: una forma di vita “quasi vivente”, come recita il titolo. Ventuno brevi saggi, tutti con la loro bella bibliografia, dove si trattano diverse declinazioni dell’interazione tra umani e software. In media il volume è interessante, anche se la qualità come sempre in questi casi varia. Ho trovato belli il pezzo di David Weinberger sulla conoscenza e sulle due crisi epistemologiche arrivate con Internet e le intelligenze artificiali, quello su emoticon ed emoji (che hanno etimologie diverse!) di Gabriele Marino, quello sulle fake news di Anna Maria Lorusso, le curiosità sulla nuvole di John Durham Peters, i quorum di Francesco Raniolo, la traccia di Stefano Oliva e la zoonosi di Felice Cimatti. Una lettura interessante, insomma.

(Felice Cimatti e Angela Maiello (eds.), Quasi viventi : Il mondo digitale dalla A alla Z, Codice Edizioni 2024, pag. 272, € 19, ISBN 9791254501078 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)