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matematto non praticante

I numeri di Dedekind

funzioni booleane monotone con 0,1,2,3 elementi Il matematico tedesco Richard Dedekind è soprattutto noto per la sua definizione dell’insieme dei numeri reali (i “tagli di Dedekind”), e per la sua corrispondenza con Georg Cantor sulla teoria dei numeri transfiniti. Come molti matematici, però, ha anche fatto altre scoperte: tra le altre cose, nel 1897 studiò una successione di numeri che in suo onore sono detti numeri di Dedekind. (Al momento in cui scrivo non c’è la voce di Wikipedia in lingua italiana, ma potete sempre scriverla voi :-) )

I numeri di Dedekind contano quanti sistemi di un certo tipo si possono costruire con 0, 1, 2, … elementi. Che tipo di sistemi? Beh, ce n’è più di uno, il che fa capire che il concetto ha un certo qual interesse teorico, visto che rappresentazioni apparentemente diverse si scoprono essere equivalenti: qui ne mostro tre. Il primo sistema è quello delle funzioni booleane monotone di n variabili. Una funzione booleana ha come ingresso n variabili che possono assumere solo due valori (Vero e Falso, V/F), ed essendo una funzione ha un solo valore di uscita, sempre V o F. In informatica si usano spesso funzioni a due variabili, come AND, OR, XOR, ma nulla ci vieta di aumentare il numero di variabili. Una siffatta funzione si dice monotona se quando cambiamo un qualsiasi valore di input da F a V si possono dare solo due casi: l’output resta lo stesso oppure passa anch’esso da F a V. La funzione AND è per esempio monotona, mentre XOR non lo è perché XOR(V,F) = V ma XOR(V,V) = F. Il secondo sistema è quello delle anticatene. Dato un insieme parzialmente ordinato, un’anticatena è un sottoinsieme di questo insieme in cui nessun elemento è contenuto in un altro elemento. Per esempio, se prendiamo come insieme parzialmente ordinato quello dei divisori di 30, {2, 3, 5} e {6, 10, 15} sono delle anticatene, poiché nessun elemento dell’insieme ne divide un altro, mentre {2, 5, 15} non lo è perché 5 è un divisore di 15. Se prendiamo un insieme di n elementi e consideriamo il suo insieme delle parti, cioè tutti i suoi sottoinsiemi possibili, abbiamo un certo numero di possibili anticatene. Per n=2, cioè con i soli elementi 0 e 1, le anticatene possibili sono {{0,1}}, {{0},{1}}, {{0}}, {{1}}, {{∅}} e {∅} (notate la differenza tra le ultime due anticatene; la seconda è quella vuota, la prima contiene l’insieme vuoto). Il terzo modo consiste infine nel prendere un ipercubo a n dimensioni, metterlo in modo che si poggi su un vertice e abbia il vertice opposto perpendicolare all’iperpiano passante da quel vertice; in due dimensioni abbiamo un quadrato ruotato di 45 gradi, come vedete nel disegno qui sotto. Se la regola è “non possiamo colorare di blu un vertice dell’ipercubo se ce ne sono di bianchi più in alto”, otteniamo di nuovo sei possibili colorazioni.

Insomma, il numero di Dedekind D(n) corrisponde al numero di combinazioni possibili. Quanti sono? Dedekind trovò che i valori da D(0) a D(4) sono rispettivamente 2, 3, 6, 20, 168. Nel 1940 Randolph Church calcolò (immagino con una calcolatrice elettrica) D(5) = 7581; nel 1946 Morgan Ward calcolò D(6) = 7.828.354; nel 1965 di nuovo Church calcolò D(7) = 2.414.682.040.998; nel 1991 Doug Wiedemann calcolò D(8) = 56.130.437.228.687.557.907.88. La successione OEIS corrispondente si fermò lì fino a questa primavera, quando due diversi articoli mostrarono indipendentemente che D(9) = 286.386.577.668.298.411.128.469.151.667.598.498.812.366. Come racconta Quanta, il problema era che D(9) non può essere calcolato direttamente per la banale ragione che non esisterebbe sufficiente potenza di calcolo in tutto il pianeta, e dunque occorre trovare delle scorciatoie. Ottenere lo stesso risultato calcolandolo in due modi differenti ci permette di essere più che ragionevolmente certi che esso sia quello giusto: anche in matematica ogni tanto bisogna fidarsi dell’output dei computer!

Si potrà mai conoscere D(10)? Secondo Patrick De Causmaecker, coautore di uno degli articoli, tra qualche decennio potremmo farcela. Ma Christian Jäkel, che ha scritto l’altro articolo, è scettico. La cosa buffa è che però esiste una stima analitica che sbaglia di pochi punti percentuali il valore di D(n). In altre parole, abbiamo un’idea abbastanza precisa di quante sono queste funzioni, ma il diavolo si nasconde nei dettagli…

Immagine di Watchduck, da Wikimedia Commons.

Editori a pagamento

Mio nipote ha scritto un libro di favole. Ha provato a scrivere a un editore per la pubblicazione, editore che gli ha risposto positivamente: mio fratello mi manda la bozza del contratto per vedere se va tutto bene. Il contratto è sufficientemente standard, anche se mi faceva specie che per un testo cartaceo i diritti durassero solo tre anni; vabbè, la stampa è in print-on-demand ma non si può pretendere più di tanto dalla vita. Ma poi c’è un Accordo Integrativo dove casca l’asino. L’autore può scegliere se comprare (a prezzo pieno…) cinquanta copie del suo libro, oppure 20 copie e venti altri volumi di quella collana, oppure cinque copie e trenta altri volumi di quella collana.

Non so che farà mio fratello, potrebbe anche dire “stavolta ti faccio un regalo e ti compro il libro” nel vero senso della parola: la cosa non è molto importante. Quello che vedo è che in questo modo il rischio d’impresa per l’editore è nullo, giusto dover tenere qualche copia in magazzino per tre anni (la tiratura minima prevista è cento copie). Sì, si appoggiano su Messaggerie, ma questo significa semplicemente che se qualcuno va in una libreria e chiede quel libro allora glielo stamperanno se non hanno più copie e glielo manderanno. Ma la cosa per me peggiore è che tutto questo sia relegato in un Accordo Integrativo. Un sussulto di onestà avrebbe dovuto far mettere tutto nel contratto per la cessione dei diritti: patti chiari e amicizia lunga. Invece a quanto pare le bieche questioni economiche si lasciano sotto il tappeto…

(No, non dico il nome dell’editore. Non lo direi nemmeno se il contatto fosse mio, figuriamoci con una terza parte).

Matteo Messina Denaro

La morte di Matteo Messina Denaro mi fa pensare che l’ipotesi che era circolata al momento del suo arresto lo scorso gennaio fosse vera: il boss mafioso era troppo malato, non poteva più essere curato andando e venendo da un clinica, e si è quindi consegnato più o meno volontariamente per vedere se poteva essere curato meglio. (Il fatto che non abbia pensato di farsi curare all’estero sotto falso nome fa anche capire come il pensiero dei mafiosi resti sempre limitato geopoliticamente).

Credo che questo mostri come il suo arresto non sia stato una vittoria bensì una sconfitta dello Stato: la scelta è stata sua e non nostra. Né è stato dato un duro colpo alla mafia: semplicemente, adesso non sappiamo più chi comanda.

(Immagine: foto segnaletica diffusa dall’Arma dei Carabinieri in occasione dell’arresto di Messina Denaro)

Raschiare il fondo del barile

espansione Come forse sapete, la mia azienda non se la passa troppo bene, e ci fa stare a casa per lunghi periodi. Da settembre 2022 a febbraio 2024, per esempio, il gruppo dove lavoro io è in contratto di espansione (tolgono soldi a noi per assumere qualche giovane) con una percentuale del 25%, il che significa che per cinque o sei giorni al mese siamo a casa. (In alcuni di quei giorni dobbiamo però seguire dei corsi di formazione…)
Giovedì sera mi è arrivata una mail da Risorse umane che diceva

Gentile Collega,

in relazione al Contratto di Espansione in corso, ti comunichiamo che, per esigenze sopravvenute di programmazione, abbiamo rimodulato il calendario delle sospensioni a te già comunicato anticipando la giornata di sospensione del 29/12/2023 al 28/09/2023.

Ovviamente non sono l’unico ad averla ricevuta: tutti noi sotto CdE ci siamo visti anticipare di tre mesi l’ultima giornata di sospensione del 2023. Venerdì mattina chiamo il mio capo RSU per informazioni: lui era riuscito a sentire i nazionali che hanno confermato quello che immaginavo già da solo. In pratica la mia azienda vuole fare di tutto per migliorare i risultati del terzo trimestre, sui quali si baserà la valutazione della rete che sarà con ogni probabilità venduta entro fine anno. Evidentemente ogni centesimo conta, e anticipare la giornata di sospensione porta a risparmiare nel trimestre alcuni soldi. Quanti? Ho fatto un conto spannometrico. Trentamila persone per 150 euro lordi giornalieri fanno 4,5 milioni di euro: lo 0,1% del fatturato del secondo trimestre 2023 e lo 0,3% dell’Ebitda. Se siamo a questi livelli, siamo messi davvero male; e se all’azienda è venuto in mente solo adesso, e non all’inizio del mese, di fare questa furbata ci sono pesanti guai con la gestione.

Detto questo, sono andato a controllare l’accordo per il contratto di espansione, firmato da tre attori (azienda, sindacato e governo). C’è scritto (grassetto mio)

La giornata di programmata sospensione potrà essere collocata in altra data del medesimo mese laddove intervengano esigenze organizzative o formative.

Perché deve essere collocata nello stesso mese? Semplice. Nel contratto di espansione l’Inps, cioè lo stato, paga una piccola quota dello stipendio non guadagnato dak dipendente che sta a casa. Anticipare il mese di fruizione della giornata di sospensione migliora la trimestrale della mia azienda, ma anticipa costi statali, e non so quanto Giorgia e Giorgetti siano felici della cosa. Abbiamo insomma un truschino contabile a spese dello Stato. Carino, no?

Calcio e scorte

il bus del Lecco

(immagine da https://www.leccochannelnews.it/2023/09/08/nuovo-pullman-lecco-2023/ )

Ok, dovreste sapere che io di calcio non capisco una cippa, né mi interessa. Comuqnue ieri ero andato nel bolognese a trovare degli amici; tornando mi sono beccato un bel temporale a Modena e mentre guidavo tra la pioggia ho visto una macchina della polizia con i lampeggianti. La sorpasso e vedo che è dietro un bus, con su scritto “Calcio Lecco”. (Tra l’altro sono convinto di aver superato quel bus anche all’andata, perché dietro c’era scritto “LineeLecco” e mi ero chiesto perché mai passasse da quelle parti).
Ho controllato, e in effetti ieri si è giocata Modena-Lecco (0-0, per i curiosi).

Ora, posso immaginare che in generale possa essere utile che la forza pubblica scorti il bus di una squadra di calcio professionistica in ingresso e uscita dallo stadio. Ma mi chiedo che senso abbia andare immagino fino a Lecco e poi tornare indietro. Hanno paura che qualche tifoso esagitato prenda l’autostrada e speroni il bus?

Quizzino della domenica: Due quadrati

Costruite un quadrato e disegnate una diagonale che lo divida in due, come mostrato in figura. Nei due triangoli ottenuti inscrivete due quadrati A e B, il primo con i lati paralleli a quelli del quadrato di partenza e il secondo con un lato sulla diagonale. Quale dei due quadrati è il maggiore?

i tue quadrati inscritti
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p662.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Gifted Mathematics.)

Giorgio Napolitano

Napolitano veniva chiamato “re Giorgio” un po’ per la sua aria indubbiamente compassata, parecchio perché assomigliava molto a Umberto II di Savoia, tanto che erano state fatte girare voci secondo cui era il suo figlio illegittimo. (Umberto era principe di Napoli, e frequentava spesso la città) Ma quelle sono solo voci, così come le accuse di aver fatto la cresta sui viaggi a Bruxelles quando era europarlamentare, con tanto di giornale tedesco che aveva fatto un servizio video che nemmeno Striscia la Notizia. (In quel caso la risposta è “sì, faceva la cresta ma del tutto legalmente visto come funzionavano i rimborsi, tanto che poi la modalità è cambiata”).
Ma già il fatto che nei primi anni 2000 fosse stato mandato fuori dall’Italia fa capire che Napolitano è diventato presidente abbastanza per caso, dopo una carriera partita con l’osannare le truppe russe a Budapest nel 1956 e passata poi al guidare l’ala di “destra” del PCI. Da lì c’è poi stata la svolta istituzionale che l’ha portato a diventare presidente della Camera, ministro degli interni e infine presidente della Repubblica. Come è stato il suo novennato presidenziale? Mah. Antiberlusconista spinto, direi che ha avuto una parte non minuscola nella caduta del Berlusconi IV, ma poi è restato troppo attaccato a Monti, e secondo me il casino dei risultati delle elezioni 2013 è stato anche colpa sua. La rielezione? Beh, su quello non posso dargli troppe colpe a differenza di quanto ho letto in giro, se non quelle indirette a cui ho appena accennato. Se ricordate cosa successe nel 2013, tra Ro-do-tà!!!11! e la carica dei 101 contro Prodi, capirete che lasciare un quasi novantenne al Quirinale era un modo per prendere tempo, e non è che uno possa dire “no, grazie”. Siamo comunque sopravvissuti anche a quello, prendiamola con filosofia.

Importanza dei simboli in matematica (ebook)

Passerino continua a pubblicare microlibri legati in qualche modo alla matematica che – se non fate come me che me lo sono preso in prestito su MLOL – potete trovare tranquillamente su Wikisource. Queste pagine di Peano sono comunque interessanti – e non matematiche in senso stretto, quindi anche chi è allergico alla materia può leggerle. Il grande matematico fa notare come i simboli algebrici non sono soltanto abbreviazioni (tanto che i simboli geometrici per punto, retta, piano non sono mai entrati nell’uso: ma quello di vettore sì) quanto per concetti («non sono abbreviazioni di parole, ma rappresentano delle idee») che permettono di scoprire le analogie tra varie parti della matematica e semplificare i calcoli che diventano automatici. Scrive Peano: «In realtà, tutte le proposizioni di algebra, che ora si studiano nelle scuole medie, si trovano in Euclide e in Diofanto, senza simboli. […] L’uso dei simboli algebrici permette agli allievi delle scuole medie di risolvere facilmente quei problemi, che solo potevano risolvere le vaste menti di Euclide e di Diofanto.» Peano finisce poi (ovviamente) a lodare il suo Formulario e la logica matematica in generale, che ritiene essenzialmente diversa dalla logica classica.

(Giuseppe Peano, Importanza dei simboli in matematica, Passerino 2021, pag. 12, € 1,03, ISBN 9791220819862)
Voto: 4/5