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matematto non praticante

Addio codice fiscale?

l'Identificativo Unico NazionaleScopro da Marco che l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente ha introdotto un nuovo codice, l’Identificativo unico nazionale (ID ANPR). A differenza del codice fiscale, questo codice non è ricavabile in modo (semi)automatico dai dati anagrafici, non cambierà mai e “non fornisce evidenza di alcuna sequenzialità, tantomeno temporale”. (Quindi da qualche parte ci deve essere un’enorme base dati con le associazioni persona-codice: spero sia gestita in modo molto sicuro).

Ho anche scoperto che oltre al mio codice io posso conoscere quelli della mia famiglia: figli (ha senso) e moglie (ha meno senso). Quello che però non sono riuscito a scoprire, e che pure sarebbe interessante, è da quando si potrà usare. Copincollo – compresi l’accento sbagliato sulla È, l’apostrofo mancante in fondo e il “n’è” che fa tanto burocrate ottocentesco:

É con questo adeguamento tecnico che verrà garantita la piena interoperabilità con le altre banche dati delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici. L’Introduzione dell’ID ANPR è il primo passo verso il superamento del continuo fornire i nostri dati alle pubbliche amministrazioni ed ai gestori di pubblici servizi. Lo Stato n’è già in possesso e noi cittadini avremo la possibilità di fornire ai suddetti sportelli i nostri dati soltanto una volta, concretizzando così il principio europeo dell“once only”.

Non capisco qual è la differenza tra fornire una sola volta il codice fiscale e fornire una sola volta l’ID ANPR. Immagino che il testo sia scritto male, e quello che intendessero dire è “il primo passo verso il superamento del continuo fornire dati personali quali quelli del codice fiscale”. Ma quello che conta di più: avete idea quando capiterà per la prima volta di usare questo ID ANPR? Qui leggo che “Decorso un anno dalla pubblicazione del decreto la consultazione dei dati in ANPR è consentita esclusivamente con ID ANPR”, ma non dice nulla sugli altri siti.

(Non) aumenta il costo dei miei libri

Il signor Bezos mi ha scritto la settimana scorsa dicendomi che non ce la fa più e il 20 giugno aumenterà il costo di stampa dei libri autoprodotti su Amazon, suggerendomi nemmeno tanto velatamente di alzare il prezzo dei miei volumi. Ora, l’aumento di prezzo è di 15 centesimi per libro. Il librino su David Foster Wallace e la matematica probabilmente sarà ritoccato, perché era praticamente a prezzo di costo (farlo cosi piccino costa di più, l’avessi saputo l’avrei scritto in formato standard); per gli altri mi accollerò il costo. Se poi qualcuno stava pensando già di comprarli, sappia che se lo fa in queste ultime settimane guadagnerò di più :-). Se cliccate sulle immagini finite alla pagina Amazon del singolo libro.

Anniversari di un certo peso

testo dell'interrogazione Su Mastodon Fabrizio ricorda che oggi ricorre il venticinquesimo anniversario dell’interrogazione al Parlamento Europeo che Cristiana Muscardini (in seguito sodale dell’attuale ministro Valditara, e penso di aver detto tutto) che pretendeva fosse istituita un’Authority ufficiale per la gestione dei gruppi Usenet it.* al posto del GCN (che ai tempi coordinavo io). La risposta dell’allora commissario Bangemann, come potete leggere, è stata lapidaria.

Quelli si che erano tempi interessanti!

Erdogan è proprio il peggio?

A quanto pare Erdogan ha vinto anche stavolta le elezioni in Turchia. Per quel poco che posso capire, la parte rurale dalla nazione lo appoggia ancora molto, soprattutto da quando si è trasformato in un convinto sostenitore della religione da leader politico qual era. (Mi sa che Marx avesse ragione quando scrisse che la religione è l’oppio dei popoli).

La stampa non di destra in Italia sembrava essere compatta a favore dello sfidante Kilicdaroglu (quella di destra mi è parsa abbastanza nautrale sulla questione), rimarcando che Erdogan è sempre più autoritario. Vero, non c’è dubbio. Ma se per questo, mi pare che se uno sfidante pur di cercare disperatamente di ribaltare le sorti della votazione promette che in caso di elezione avrebbe rimandato in patria dieci milioni di profughi mi fa pensare che la situazione pratica non sarebbe poi mutata troppo. Certo, al momento l’UE ha una buona scusa per non proseguire con il trattato di adesione della Turchia, mentre se Erdogan avesse perso l’ostracismo sarebbe stato più complicato. Ma continuo a pensare che per i turchi un presidente vale l’altro.

Quizzino della domenica: serpenti di fiammiferi

Un serpente di fiammiferi è come quello mostrato in alto nella figura qui sotto: tre fiammiferi connessi ad angolo retto che non formano una U (ma il serpente può essere ruotato e riflesso). Dovete eliminare tutti i fiammiferi delle due figure per mezzo di una serie di mosse di questo tipo: si ruota di 90 gradi un fiammifero facendo perno su un suo estremo, e si toglie un serpente. Siete pronti?

il serpente e due figure

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p645.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, pagina 94.)


The Infinite (libro)

Come forse sapete, il concetto di infinito oscilla da millenni tra la filosofia (meglio, la metafisica) e la matematica. In questo libro Moore sceglie di avvicinarsi di più alla metafisica. Questo non significa che non ci sia matematica nel testo, anzi: però il suo approccio fa entrare in gioco filosofi come Spinoza, Hegel e Nietzsche che con la parte matematica hanno ben poco a che fare. La lettura è insomma consigliata a chi vuole avere una visione a 360 gradi dei problemi che il concetto di infinito ci dà (e magari ripassare un po’ di filosofia…)

(A.W. Moore, The Infinite, Routledge 2018³, pag. 332, $39,99, ISBN 9781138504257)
Voto: 4/5

Aspettando le AI

Ieri ho trovato su Facebook questa vignetta, con la didascalia “When you geti it, pass it on”. Come nella pessima abitudine della rete, non c’era uno straccio di attribuzione: è stato abbastanza complicato scoprire che è una vignetta di Leigh Rubin del 2002 che è stata ricolorata (l’ho trovata solo qui: il sito di Rubes esiste, ma non contiene vignette così vecchie). La vignetta aveva anche una didascalia che spiegava la situazione: se non l’avete capita e volete ancora sbattere la testa, smettete di leggere e soprattutto non cliccate qui.

Senza didascalia in effetti ci ho messo un istante a capirla, nonostante il contesto mi fosse chiaro. Abbiamo i personaggi del Mago di Oz che mangiano il gelato, e l’unico che lo fa con piacere è lo Spaventapasseri… perché non soffre di “brain freeze”, non avendo il cervello. Tra l’altro ieri ho scoperto anche che la sensazione di dolore gelido che si ha quando si lecca troppo velocemente un gelato non è ubiqua, e molta gente quindi non ha proprio idea del motivo per cui gli altri personaggi hanno quell’espressione. Ma parliamo appunto di intelligenze artificiali. Descrivere la vignetta è molto semplice: “quattro personaggi sono seduti su una panchina con un gelato, uno è felice ma gli altri no”. Probabilmente la AI potrebbe riconoscere che il personaggio felice è uno spaventapasseri (a meno che non creda che neppure chi ha ideato la vignetta sappia disegnare le mani…) e capire che i quattro personaggi sono quelli di Oz, anche se manca Toto. Ma riuscirà a fare il passaggio logico del dolore in mezzo al cranio, senza uno specifico addestramento? (Nel senso che vale dargli in pasto i libri di Baum e i testi che raccontano del dolore alla testa, ma non vale dirgli di combinare le cose) Io ne dubito, e spero di far bene perché altrimenti c’è da preoccuparsi sì: in fin dei conti i modelli attuali LLM cercano correlazioni all’interno di basi dati enormi, ma Oz e brain freeze non dovrebbero averne tante… ed è in fin dei conti quello il motivo per cui chi riesce a trovare la correlazione poi ride.

Buon asciugamano a tutti!

io e il mio asciugamano Avete presente quei memi “Di’ che sei X senza dire che sei X”? Ecco. Ho il triste sospetto che farsi la foto con l’asciugamano il 25 maggio sia un modo per dire di essere un boomer senza dire di essere un boomer. (Conosco qualche rarissimo GenX che può farlo, ma sono appunto una minoranza). In effetti Douglas Adams è completamente sparito dai radar, almeno in Italia: non so se perché quel tipo di umorismo è fuori moda, perché le traduzioni italiane dei suoi libri (soprattutto il ciclo di Dirk Gently) non sono sempre state il massimo, o semplicemente perché a nessuno è venuto in mente di riproporlo.

Ma tanto i miei ventun lettori mi conoscono: continuo tranquillo per la mia strada :-) (col capello corto perché è la stagione del taglio estivo)