Archivi annuali: 2024

Perché tanti video?

no youtube Sabato Gwendalyne ha scritto un post su come la gioventù prediliga ottenere informazioni dai video.

Come sapete, io sono un boomer, e quindi sono ancora meno portato a guardare video per imparare qualcosa: per quanto mi riguarda le informazioni sono solo e unicamente scritte, e faccio già fatica con i disegnini Ikea e simili, che pure sono relativamente compatte (oltre che essere comode per la multinazionale che non deve localizzare in settordici lingue il testo). Io non riesco neppure ad ascoltare un audiolibro, se per questo, e quindi potrebbe essere un problema mio.

Ma voi gggiovani, ammesso che ce ne sia qualcuno tra i miei ventun lettori, riuscite davvero a recuperare informazioni in fretta da un video? Mi spiegate come fate?

Ultimo aggiornamento: 2024-08-19 12:11

Once Upon a Prime (libro)

copertina Una recensione Amazon con una sola stella per questo libro afferma “Mathematics Lovers who expect good math, better to avoid this book”. Non so perché uno dovesse aspettarsi della “buona matematica”, ma personalmente a me è piaciuto molto l’approccio di Sarah Hart, che non si prende troppo sul serio ma riesce comunque a dare informazioni sulla matematica nelle opere letterarie che a me erano ignote. Non immaginavo per esempio che Melville fosse bravo in matematica e che in Moby Dick (che confesso di non avere mai letto) ci fossero per esempio riferimenti alla cicloide; la matematica della Biblioteca di Babele è ben nota, ma anche qui ho trovato estensioni che non conoscevo affatto. Anche la struttura matematica dei librogame mi ha dato degli ottimi spunti. In definitiva, un bel libro: so che i diritti per la traduzione in italiano sono stati presi da qualcuno, ma non so da chi, quindi se non siete anglofoni dovrete aspettare ancora un po’.

Sarah Hart, Once Upon a Prime : The Wondrous Connections Between Mathematics and Literature, Mudlark 2024 [2023], pag. 304, € 13,33, ISBN 9780008601119 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2024-08-22 16:52

driver misteriosi

Un mesetto o due fa, forse subito dopo il nefasto aggiornamento del PC a Windows 11, mi sono accorto che non vedevo più la rete col cavo: arrivava al router, ma mi diceva “No Ethernet”. Ero di fretta, e così avevo staccato il cavo e continuato a lavorare col WiFi.

Ieri mi sono accorto del cavo staccato, l’ho riattaccato e mi sono ovviamente trovato il “No Ethernet”. Ho provato le solite tecniche informatiche: resettare il PC, resettare il router, cambiare cavo: niente. Ho provato le tecniche a livello 2: disabilitare e riabilitare il driver, verificare che non ci fossero aggiornamenti del driver, provare a fare una connessione con DHCP o con un IP statico: niente. Ho scritto al mio socialino di fiducia, e dopo mi è venuto in mente di andare direttamente sul sito Realtek a vedere cosa succedeva a prendere il driver di lì. Ho scoperto che il loro inglese è tipo quello dei cartelli farlocchi che vediamo qui in giro, ma alla fine ho preso questo driver, l’ho scompattato e installato. Tuttapposto.

La cosa peggiore è che il driver (“l’ultima versione! Non c’è niente di meglio in tutto il globo terracqueo!) indicato nel mio Device Manager era Microsoft e datato 2021. Posso capire che per una scheda di rete fissa non ci sia poi molto da aggiornare, ma perché il combinato disposto di hardware HP e software Microsoft non ha nemmeno fatto il tentativo di vedere cosa c’era in giro?

Fortuna che ci sono i vigili

villa ToeplitzLunedì sera Anna e io abbiamo provato ad andare a Varese, all’evento organizzato dalla locale Società Astronomica Schiaparelli per vedere le stelle cadenti. L’evento era nel parco di Villa Toeplitz, che ho scoperto essere la sede della Riemann International School of Mathematics (ok, Riemann è morto nel Verbano, ma non sottilizziamo). Il problema è che il cielo era nuvoloso, il microfono dei relatore aveva una portata di dieci metri e noi eravamo ben più lontani, e Anna è ancora a mobilità ridotta: così alle 21.30, prima che diventasse troppo buio, abbiamo deciso che potevamo accontentarci del fresco che avevamo preso e siamo ritornati alla macchina che avevamo parcheggiato un duecento metri più in giù nella via.

Il guaio è che quella via (a doppio senso…) è molto stretta, e non è pensata per un grande traffico, tanto che i parcheggi sono messi un po’ a sinistra e un po’ a destra per costringere le auto ad andare piano. Peccato che la gente continuasse a salire, rigorosamente in macchina, e bloccare tutto: ho dovuto aspettare dieci minuti prima che qualcuno si decidesse a togliersi di mezzo e farmi uscire. Riuscito finalmente a fare manovra e scendere, abbiamo incrociato un’auto dei vigili urbani che stava salendo, e io, ingenuo come sono, ho pensato che fossero saliti a gestire la situazione. A quanto pare non è stato così, e le solerte forze dell’ordine si sono limitate a multare le tante auto mollate in divieto di sosta. (Per la cronaca, la nostra non lo sarebbe comunque stata, con una strada così mi sarei rifiutato di bloccare tutto). Utile, vero?

(ps: ho anche scoperto che villa Toeplitz non ha nulla a che fare col matematico Otto Toeplitz. Peccato.)

(immagine di villa Toeplitz di Niklas Schwartz, da Wikimedia Commons)

E allora cos’è una dimostrazione elegante?

La scorsa settimana ho detto quali dimostrazioni sono considerate in genere dai matematici “non eleganti”, aggiungendo che la comunità matematica è abbastanza d’accordo. Quando però bisogna definire cosa rende elegante una dimostrazione, le cose si fanno più difficili. Certo, Paul Erdős affermava che Dio (anzi, il Supremo Fascista) aveva un libro con tutte le dimostrazioni eleganti, e che a volte un matematico riusciva a darci un’occhiata; ma questo non significa molto. Alla fine ho deciso di provare a spiegare quali tipi di dimostrazione sono eleganti per me: almeno potrete commentare sui miei pessimi gusti.

(a) Una dimostrazione elegante è spesso minimale, nel senso che non c’è bisogno di avere una serie di lemmi oppure usare teoremi molto complessi per arrivare alla soluzione. Ecco un esempio di dimostrazione minimale ma non certo elegante:

Dimostrare che $\sqrt[3]{2}$ è irrazionale.
Dimostrazione: Supponiamo per assurdo che $\sqrt[3]{2} = p/q$ con $p,q$ interi positivi. Elevando al cubo e moltiplicando per $q^3$ otteniamo $q^3 + q^3 = p^3$, che è falso per l’Ultimo Teorema di Fermat.

(la dimostrazione standard è uguale a quella che mostra che $\sqrt{2}$ è irrazionale; dal mio punto di vista è elegante)

(b) Una dimostrazione che cambia le carte in tavola è elegante. Prendiamo per esempio il Teorema di Desargues, che afferma che se in un piano due triangoli sono in prospettiva, cioè le rette che uniscono le coppie di vertici corrispondenti si incontrano in un punto, allora i prolungamenti dei lati corrispondenti si incontrano in tre punti che sono allineati. Il metodo più semplice di dimostrarlo è passare alla terza dimensione; per due triangoli nello spazio la proprietà è facile da dimostrare, e quindi basta aggiungere un triangolo ausiliario fuori dal piano e applicare due volte il teorema nello spazio.

(c) Una dimostrazione che usa un campo della matematica diverso da quello in cui il problema è posto per semplificare il risultato è elegante. Prendiamo per esempio la formula del quadrato del binomio: $(a+b)^2 = a^2 + b^2 + 2ab$. Possiamo fare una “dimostrazione senza parole” (altra caratteristica di una dimostrazione elegante) in questo modo:

(d) Una dimostrazione che usa tecniche standard in modo non standard è elegante. Un esempio è questa dimostrazione dovuta a Cauchy:

Dati $n$ numeri reali positivi, la loro media geometrica $\sqrt[n]{a_1 a_2 \cdots a_n}$ è minore o uguale alla loro media aritmetica $\frac{a_1+a_2+\cdots+a_n}{n}$.
Dimostrazione: per induzione. Innanzitutto eleviamo alla potenza n-sima i due valori, ottenendo $\prod_{k=1}^{n}a_k$ e $\left(\sum_{k=1}^{n}\frac{a_k}{n}\right)^n$. Per $n = 2$ abbiamo che $a_1 a_2 \leq (a_1 + a_2)/2$ è equivalente a $(a_1 – a_2)^2 \geq 0$, banalmente vero. Ora, invece che dimostrare che se la proprietà vale per $n$ allora vale per $n+1$, dimostriamo (1) che se vale per $n$ allora vale per $2n$, e (2) che se vale per $n$ allora vale per $n-1$.
Per (1), $\prod_{k=1}^{2n}a_k = \left(\prod_{k=1}^{2}a_k\right)\left(\prod_{k=n+1}^{2n}a_k\right) \leq $ (per ipotesi induttiva) $\left(\sum_{k=1}^{2}a_k\right)\left(\prod_{k=n+1}^{2n}a_k\right) \leq \left(\sum_{k=1}^{n}\frac{a_k}{n}\right)^n \left(\sum_{k=n+1}^{2n}\frac{a_k}{n}\right)^n \leq $ (per il caso n=2 ) $ \left(\frac{\sum_{k=1}^{2n}\frac{a_k}{n}}{2}\right)^{2n} $ = $\left(\frac{\sum_{k=1}^{2n}{a_k}}{2n}\right)^{2n} $.
Per (2), se $A = \sum_{k=1}{n-1}\frac{a_k}{n-1}$ (cioè la media aritmetica dei primi $n-1$ numeri), abbiamo $\left(\prod_{k=1}{n-1}a_k\right)A \leq $ (per ipotesi induttiva) $ \left( \frac{\sum_{k=1}^{n-1}a_k + A}{n}\right)^n = \left(\frac{(n-1)A+A}{n}\right)^n = A^n$, da cui $ \prod_{k=1}^{n-1}a_k \leq A^{n-1}$, che è la nostra tesi.

Dite quello che volete, ma l’induzione all’indietro è un bel gambetto!

In generale concordo insomma con quanto scritto da Giovanni nei commenti al post precedente: credo che perché una dimostrazione si possa considerare elegante la semplicità gioca un ruolo minore rispetto alla creatività, o se preferite alla sorpresa di vedere arrivare la soluzione in una maniera inaspettata. Controprova: una dimostrazione che segua pedissequamente la strada più diretta, come ne si trova quando si sta studiando, non è sicuramente elegante. Voi che ne pensate?

MATEMATICA – Lezione 27: La geometria algebrica

copertina Come la geometria analitica usa i metodi dell’analisi matematica per studiare le curve geometriche, così la geometria algebrica usa i metodi dell’algebra per studiare le curve geometriche. Detto così sembra tutto semplice, ma in effetti, come Ottavio G. Rizzo ci spiega in questo volume, l’algebra è un ottimo strumento unificatrice, che permette di capire meglio per esempio come funzionano le coniche… ed è stata la via per la dimostrazione dell’Ultimo Teorema di Fermat (no, non se ne parla qui, ma ci sono degli accenni a cosa sono le curve ellittiche che giocano un ruolo fondamentale nella dimostrazione). I miei giochi matematici trattano del potenziale nel senso fisico, cioè una funzione da minimizzare o massimizzare; il Maestro della Matematica è Kurt Gödel, l’uomo che ha rivoluzionato la logica.

Ottavio G. Rizzo, Le equazioni differenziali, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-19 19:09

Alfabeto normale e alfabeto stretto

Vi siete mai chiesti qual è la font dei cartelli stradali? Sì, è normata dal Codice della Strada (articolo 125 del DPR 16/12/1992 n° 495). Quello che non dice è che è una variante del Transport, font usata nel Regno Unito. Trovate qui le tabelle allegate a quel decreto attuativo, con mostrate le varie versioni dei caratteri.

Ma la cosa più interessante sono i nomi dati alle font: “Alfabeto normale” e “Alfabeto stretto”. Non sono riuscito a trovare né chi li abbia inventati, né una definizione formale che non sia pratica come quella che ho mostrato…

(immagine di Stannered, da Wikimedia Commons)

Ultimo aggiornamento: 2024-08-12 13:03