Archivio mensile:Aprile 2023

scrivere in parallelo

I miei ventun lettori lo sanno bene: io sono pigerrimo. Quando ero al liceo, io scrivevo i temi direttamente in bella, senza mai rileggerli. (occhei, ancora adesso scrivo i post senza rileggerli…) Il risultato era tipicamente senza infamia e senza lode; ma visto che in classe non avevamo scrittori geniali me la cavavo senza problemi. Scrivere direttamente in bella significava naturalmente avere un’idea di dove partire, dove arrivare e almeno in parte come arrivarci, e pensare un po’ tra una frase e l’altra, aiutato dal fatto che scrivere a mano in modo leggibile è comunque abbastanza lento.

Poi sono arrivati i computer. Per un paio di decenni la sostanza non è cambiata: continuavo a scrivere in modo lineare, perché ero abituato così. Poi però ho cominciato a scrivere libri, e lì c’è stato un cambio totale del mio modo di scrivere. Sì, una scaletta ad altissimo livello la faccio ancora, anzi ora la scrivo e non me la tengo a mente. Però la mia scrittura non è più lineare ma parallela. Mi spiego: mentre sto scrivendo il paragrafo X, mi viene in mente che in un precedente paragrafo Y avrei potuto aggiungere qualcos’altro, così torno indietro a Y e scrivo, sperando di non dover passare ancora a un altro paragrafo Z. Nei post capita così che ci siano pezzi lasciati a metà perché non ho svuotato lo stack dei miei passaggi; almeno i manoscritti vengono riletti e quindi posso terminare il lavoro lasciato a metà.

Questo modo di scrittura significa che io mantengo almeno inconsciamente in memoria un certo numero di sezioni del mio testo. A volte questi segnalibri sono legati a qualcosa di immediato. Per esempio avevo scritto “ho almeno inconsciamente” e arrivato a “un certo numero” ho deciso di sostituire “ho” con “mantengo”. In questi casi sto semplicemente aggiustando in corsa una frase. Ma se torno indietro di varie sezioni allora significa che sto lavorando in parallelo, e questo mi sa che sia un male perché significa che non ho mai l’attenzione piena a quello che sto facendo. Voi come vi trovate a scrivere, ammesso che scriviate pezzi abbastanza lunghi?

Ultimo aggiornamento: 2023-04-05 08:01

Meta vs Siae: dove sono i popcorn?

Io su Facebook non ci sono praticamente mai, su Instagram meno ancora, e soprattutto tendo ad avere l’audio a zero. Quindi non mi sarei nemmeno accorto della rottura delle trattative tra Meta e SIAE che ha portato all’oscuramento di tutti i contenuti con in sottofondo musica sotto diritto d’autore gestito dalla Siae, se non l’avessi letto in giro.

Potete leggere voi stessi le deduzioni di SIAE e di Meta in un’audizione immediatamente convocata dalle Commissioni Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e Cultura, Scienza e Istruzione (per fortuna il nostro Parlamento sa quali sono le vere priorità), audizione «finalizzata all’adozione da parte del Governo di tutte le iniziative affinchè sia assicurata piena tutela al diritto d’autore». (Mi permetto solo di far presente alla SIAE che oscurare tutto ciò che usa contenuti protetti dal diritto d’autore è una tutela del diritto d’autore, quindi non vedo il problema). Prima o poi forse si scoprirà se è vero o no che SIAE ha chiesto un aumento non trattabile del 310% dele royalty per un nuovo contratto sostanzialmente identico al vecchio; ma di nuovo la cosa non mi tocca.

Capisco però Mogol e Lavezzi che tuonano contro Meta (e Amadeus, e più o meno tutto il mondo musicale che non li considera abbastanza). Diciamocelo: SIAE tutela i diritti di SIAE stessa, di pochi artisti come loro due e basta.

Sgrammaticatura istituzionale

Prendo atto che per Giorgia Meloni le parole pronunciate da Ignazio La Russa a proposito dei morti in via Rasella («una banda musicale di semi pensionati altoatesini») sono corrette ma non si possono dire se sei la seconda carica dello Stato. Non che mi aspettassi qualcosa di molto diverso.

Ultimo aggiornamento: 2023-04-03 16:59

il Garante Privacy sa cosa colpire

A me non interessa più di tanto che il Garante della Privacy abbia provvisoriamente limitato l’accesso a ChatGPT dall’Italia, probabilmente prendendo come scusa un data breach del 20 marzo. Mi interesserebbe di più se il Garante riuscisse a bloccare le chiamate spam che arrivano al mio telefono nonostante il mio numero sia nel Registro delle opposizioni, ma capisco che dal loro punto di vista è molto più semplice bloccare un sito che fare un vero lavoro di ricerca: non gli costa praticamente nulla.

Mi fa già parecchio ridere che il garante rilevi «l’assenza di qualsivoglia verifica dell’età degli utenti in relazione al servizio ChatGPT che, secondo i termini pubblicati da OpenAI L.L.C., è riservato a soggetti che abbiano compiuto almeno 13 anni»: sono ragionevolmente certo che per fare un esempio su TikTok ti autocertifichi l’età e nessuno ha nulla da ridire.

Mi fa però molto ridere che pare che la nostra intelligence abbia affermato «chi vigila sui contenuti che l’intelligenza artificiale produce? Che atteggiamento bisogna avere davanti a informazioni palesemente false in grado di manipolare l’opinione pubblica?». Il tutto esplicitamente a causa delle immagini del Papa con indosso un bomber. Mi chiedo se l’intelligence abbia mai dato un’occhiata a quante informazioni palesemente false appaiano sui nostri media, o se pensa che tanto siamo un popolo di analfabeti e quindi la soglia di preoccupazione si ha solo con le foto.

Quizzino della domenica: Copie autografate

Davanti a voi ci sono undici scatole in fila, numerate da 1 a 11. Sapete che in tre di esse si trova una rarissima copia autografata del best seller “I giochi matematici spiegati a mio cugino”, ma non sapete quali siano le scatole in questione. Tutto quello che avete scoperto interrogando furtivamente il libraio che ha riempito le scatole è che le tre copie sono distribuite in maniera uniforme: la distanza tra la prima e la seconda è uguale alla distanza tra la seconda e la terza. Le tre copie potrebbero per esempio essere nelle scatole 1,2,3 oppure 5,8,11 e così via. Dimostrate che dovete aprire almeno cinque scatole per trovare almeno una di quelle agognate copie.


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p637.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, pagina 109; immagine di gingercoons, da OpenClipArt.)


Ultimo aggiornamento: 2023-04-02 14:08

I numeri reali (libro)

Rispetto all’altro libretto di Spreckelmeyer (che poi ho scoperto essere stato un insegnante liceale americano) che ho letto, questo sui numeri reali mi è parso più fruibile anche a un lettore odierno. (Ricordo che questi libri sono stati scritti nei primi anni ’60 del secolo scorso, e pubblicati alla fine di quel decennio dalla Progresso Tecnico Editoriale.) Partendo dalla fattorizzazione unica e dalle approssimazioni con i numeri razionali, si giunge alla definizione dei numeri reali mediante le successioni di Cauchy, immagino preferite ai tagli di Dedekind perché più semplici da visualizzare graficamente. Ecco: l’approccio grafico è probabilmente la parte migliore di questo libriccino, che direi essere tranquillamente alla portata di uno studente liceale attuale (e quindi facile per uno del tempo). La traduzione di Domenico Costantini è quella tipica del tempo.

(Richard Spreckelmeyer, I numeri reali [The Real Numbers], Progresso Tecnico Editoriale 1967 [1964], pag. 70, trad. Domenico Costantini)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2023-07-02 19:13