Archivi annuali: 2019

Banksy e il Mudec: non tutto bene

Leggo da Oriella che qualche mese fa i tribunali italiani hanno avuto a che fare con una diatriba tra il famoso (e ignoto) artista Banksy e il milanese Museo delle Culture. In pratica il Mudec ha organizzato una mostra su Banksy e l’artista si è lamentato perché non era stato chiesto il suo permesso (che non avrebbe ovviamente concesso, ma questa è un’altra storia).

Il risultato è stato salomonico. Il museo ha il diritto di fare la mostra, perché le opere esposte sono state prestate dai legittimi proprietari; ha anche il diritto di usare le immagini per pubblicizzare la mostra, perché sono a scopo informativo; però ha dovuto ritirare tutto il merchandising banksiano, che non ha direttamente a che fare con la mostra. E il catalogo? Qui si è rimasti in un limbo. I proprietari hanno i diritti di proprietà sulle opere, ma hanno anche i diritti di utilizzo commerciale? Evidentemente no. Ma la Pest Control Office Limited, che tutela il marchio di Banksy e che ha citato in giudizio il Mudec, non può a sua volta dimostrare di averli senza rivelare il nome dell’artista. A questo punto il catalogo resta “per default” vendibile.

A parte quello che scrive exibart, che ovviamente ha una posizione ben precisa riguardo al copyright e alla gestione dei marchi, il problema resta. Quanti diritti ha un autore sul proprio lavoro, dopo che ha ceduto quelli economici? Non è banale, e mi sa che in effetti se ne parlerà a lungo.

Ho visto un gazebo del Codacons

Oggi, mentre sfruttavo la pausa pranzo per andare in palestra, sono passato come al solito da via Melzo per girare in via Spallanzani, e mi sono trovato la strada ingombrata… da un gazebo del Codacons! Insomma l’associazione non è solo un ectoplasma dell’avvocato Rienzi.

Se non fosse stato per il fatto che ho sempre i minuti contati mi sarei anche fermato a fare una foto :-)

Ultimo aggiornamento: 2019-03-01 14:10

_Vice_ (film)

Devo confessare che quando Anna mi ha portato a vedere il film (il mese scorso, ma io sono lento…) ci ho perso un po’ di tempo per capire che “vice” non era il vizio ma il vice(presidente). Premesso che non ho capito come Christian Bale sia riuscito a calarsi nei panni di Cheney, che dire del film? Io mi ricordavo un po’ di cose, dalla figlia lesbica al suo prendere de facto il posto di Giorgino Bush (Sam Rockwell è stato perfetto!) Quello che non sapevo, e che a mio parere è il punto fondamentale di un film molto schierato come questo, è tutta la parte della dottrina politica che Cheney aveva preparato già prima della vicepresidenza, e che è quella che poi ha portato al cambiamento estremo del bilanciamento tra i poteri americani come si è poi visto con Obama ma soprattutto con Trump.
Il film termina brutalmente con un discorso di Cheney direttamente agli spettatori, con il postscriptum durante i titoli di coda che chiarisce ancora di più la volontà del regista Adam McKay. Detto tra noi, non credo però che sia riuscito nel suo scopo: questo è il tipo di messaggio che arriva solo a chi è già d’accordo…

Ultimo aggiornamento: 2019-03-01 09:22

La mappa delle zone di Milano


Leggo su UrbanFile (da cui ho anche tratto l’immagine qui sopra) che il comune di Milano ha recentemente aggiornato i nomi di alcuni degli 88 quartieri cittadini (pardon, Nuclei di identità locale o NIL: chi conosce il LISP capirà bene qual è la loro utilità…)
Ad ogni modo io continuo ad abitare al Montalbino, ma non credo che qualcuno lo sappia: faccio più in fretta a dire “tra Maciachini e Istria” :-)

La Libreria di Babele online :-)

Immagino conosciate tutti il racconto di Borges “La biblioteca di Babele“, dove il grande scrittore argentino immagina un’enorme biblioteca dove sono contenuti tutti i libri possibili, o per essere più specifici tutti i possibili libri di 410 pagine di 40 righe da 80 caratteri con un alfabeto di 22 lettere più spazio, virgola e punto.

Bene: qualcuno ha pensato di farne una versione online. Buon divertimento nel cercare quello che vi pare :-)

Studentessa di phishing

Sono abituato a ricevere email da venditori cinesi che in un italiano molto teorico mi offrono di recensire su amazon articoli vari, rimborsandomi il costo. Quel mercato è un grande casino, non c’è mai troppa differenza tra i prodotti, quindi il numero di recensioni può significare molto.

Quando ieri mi è arrivato un messaggio dal titolo “Gratis !! Supporto Auto Smartphone Amazon” pensavo fosse uno di loro. Poi apro il messaggio e leggo

Sono una studentessa di Universita di Milano. Sto facendo un lavoro part-time.
Ha bisogno di Supporto Auto Smartphone?
Il venditore di Top 1 Supporto Auto Smartphone di Amazon.
Loro prodotto sta soffriando le CONCORRENZE CON MEZZI IMPROPRI da gli competitori.
Se ha voglia di provare il nostro Supporto Auto Smartphone , Facciamo 10€ + 4€ commisione a suo paypal dopo la recensione.

Testo e struttura del messaggio sono simili a quelle di amazon, però il sito è amzla.com (che mi sono guardato bene dall’aprire). Sì, è vero che in fondo c’è scritto “Potrebbe anche trovarlo direttamente su Amazon” persino in grassetto, però se forse la fanciulla non si proponesse come studentessa universitaria forse riuscirebbe ad avere più clic :-)

Bici contromano… sulle piste ciclabili

Stamattina mi sono trovato una decina di biciclette venirmi incontro contromano mentre andavo in ufficio. Posso capire quelli che vanno sul nuovo pezzetto in via Melchiorre Gioia, visto che come scrivevo la pista che si trovava sull’altro lato in piazza Einaudi è stata brutalmente eliminata mentre si preparava l’ultima propaggine della Biblioteca degli Alberi; ma in viale Restelli ci sono due piste monodirezionali, tra l’altro anche più strette proprio perché pensate a senso unico. Lo stesso mi capita in via Volturno e viale Tunisia, con l’ulteriore fregatura in questo caso che qui la pista è davvero stretta.
Ecco. Possibile che la gente sia così menefreghista anche quando non le costerebbe nulla?

Ultimo aggiornamento: 2019-02-26 11:01