Archivi annuali: 2018

La scalata alle aziende passa anche per il Web

Se siete tra i miei ventun lettori sapete più o meno cosa succede in Telecom Italia (o Tim, se preferite), visto che ogni tanto ne parlo. Magari avete anche sentito che c’è un “fondo avvoltoio” che sta rastrellando azioni per la prossima assemblea, dove proporrà all’ordine del giorno di far fuori tutti i consiglieri stranieri. Bene: il fondo Elliot ha deciso che gli articoli sulla stampa potevano non essere il massimo e ha scelto di creare un minisito, nel quale ha postato una lettera agli azionisti dove spiega cosa vuole fare (far salire di valore le azioni facendo fuori l’attuale management che a loro parere fa schifo: risultato che in parte hanno già ottenuto, visto che dal baratro di 0,647 del 6 febbraio, quando immagino hanno cominciato a comprare, le azioni sono risalite a 0,81).
La cosa più divertente per me è vedere la parentesi “(italiano)” a fianco di ciascuno dei nomi proposti per il board. Mi sa che con Vivendi questi qua hanno proprio il dente avvelenato.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-16 17:40

Il Garante privacy, le segnalazioni e i reclami

Ricordate la mia vicenda – a senso unico, in effetti – con Gianluca Comazzi? Dopo la sua ultima missiva, avevo scritto all’indirizzo indicato nella sua missiva, scrivicomazzi@hotmail.com, chiedendo di essere tolto dal suo indirizziario e chiedendo una risposta ai sensi della legge sulla privacy. Provate a indovinare che è successo.

Passati i quindici giorni di prammatica, ho scritto nel mio miglior burocratese all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, facendo una segnalazione sulla mancata risposta. Forse non sapete che ci sono due diverse modalità di interpellare il Garante: con il reclamo (paghi 150 euro di diritti di segreteria) e con la segnalazione (gratuita: serve a fornire «un eventuale intervento dell’Autorità volto a controllare più genericamente l’applicazione della disciplina rilevante in materia di protezione dei dati personali»). Il Garante ha risposto la mattina dopo: ecco la sua risposta.

Gentile Signor Codogno,
 
in relazione alla Sua e-mail di seguito riportata, Le rappresentiamo che l’interessato, dopo aver correttamente posto in essere la procedura dell’interpello preventivo (esercizio dei diritti ex art. 7 del d. lg. n.196/2003, Codice in materia di protezione dei dati personali) nei confronti del titolare del trattamento del dato e in seguito a mancato o inidoneo riscontro alla richiesta inoltrata, può presentare ricorso al Garante o all’autorità giudiziaria secondo quanto sancito dagli artt. 145 e seguenti del codice medesimo.
 

A tal proposito e per approfondimenti relativi alle modalità per attivare gli strumenti di tutela previsti dal menzionato Codice, rinviamo alla scheda informativa “Come agire per tutelare i nostri dati personali?”, contenente l’illustrazione delle diverse modalità, tra cui il ricorso, previste per rivolgersi al Garante (la scheda è presente sulla homepage del sito www.garanteprivacy.it nella sezione “Diritti e Prevenzione” > “Come tutelare la tua privacy”).

Precisiamo che il previsto pagamento dei diritti di segreteria, dell’ammontare di euro 150,00, può essere effettuato, alternativamente, con le seguenti coordinate:
 

conto corrente presso Banca Popolare di Sondrio – Ag. 26 – Roma – IBAN: IT14 H056 9603 2260 0000 3900 X58 – CODICE SWIFT: POSOIT22;
conto corrente presso Poste Italiane S.p.A. – IBAN: IT 75 Y 07601 03200 000096677000;
bollettino di conto corrente postale n. 96677000,
 

tutti intestati a “Garante per la protezione dei dati personali”, Piazza di Monte Citorio, 115/121 – 00186 Roma, indicando come causale “diritti di segreteria per ricorsi”.
 

Su tali aspetti può reperire ulteriori chiarimenti nelle FAQ pubblicate sul sito istituzionale del Garante, nella sezione “Esercizio dei diritti e ricorso: le domande più frequenti “, consultabili al seguente link: http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3497679
 

Per ulteriori chiarimenti, La invitiamo a contattare l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (10-12.30; lun-ven) ai recapiti indicati di seguito.
 

Cordiali saluti, [footer]

Traduzione in italiano corrente: “Questo è un messaggio automatico, a parte il nome in cima alla mail. Se non sganci, non ce ne può fregare di meno di quello che hai detto.” La mia risposta – beh, non è proprio mia, me l’ha suggerita un uccellino – è stata per la cronaca

Egregi Signori,
Come per legge, l’Autorita’ puo’ attivarsi in modo indipendente dalla presentazione di un ricorso, a fronte della semplice segnalazione.
Prendo atto, dal tenore della vostra risposta, che non ritenete di intervenire in un caso che riguarda il trattamento di dati personali afferenti a dati sensibili relativi ai diritti politici.

Detto tra noi, il Garante può anche decidere di avviare un’istruttoria senza alcuna segnalazione (come specificato articolo 15 del Regolamento. Ma perché mai dovrebbe inimicarsi un politico, che tanto soldi da pagare probabilmente non ne ha più di tanti?

Le buche di Milano


Il comune di Milano strombazza che ha destinato 30 milioni di euro alle riparazioni stradali: un'”onda d’urto”, come afferma l’assessore Granelli.
Io so solo che la scorsa estate è stato rifatto l’asfalto in via Bramante e viale Montello, dove passa il tram, e ora ci sono già delle voragini vicino ai binari. So che la buca tra il pavè in piazza Principessa Clotilde viene asfaltata (!) e regolarmente si riapre dopo ogni pioggia. So che lo Sportello Reclami pubblicizzato qualche anno fa dà questa pagina come risultato.
Non ci vuole una grande esperienza per capire che due palate di asfalto non servono a nulla, e bisognerebbe come minimo (a) ampliare il buco (b) compattare bene il terreno (c) asfaltare (d) incatramare gli orli per evitare che la pioggia entri nelle fessure. Né ci vuole una grande esperienza per capire che questo lavoro costa di più inizialmente, ma permette un risparmio già nel medio termine, a meno che non piaccia mandare in giro gli omini del NUIR. E infine un sito pubblicizzato e semplice per indicare dove ci sono le buche (con segnalazioni nominative, mica è un problema) costerebbe poco e sarebbe più efficace. Quando ci sarà?

Questa brutta legge elettorale

da https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2018

Questa che vedete è la tabella riassuntiva dei risultati elettorali delle politiche 2018. Come potete vedere, sono indicate sia la percentuale delle preferenze ricevute che quella dei seggi effettivamente ottenuti. Abbiamo avuto in pratica un sistema proporzionale corretto, con i piccoli partiti (e la coalizione di centro sinistra in generale) che risulta penalizzata e i grandi partiti (e la coalizione di centro destra) avvantaggiata.

Tutte le volte che un grillino scrive È COLPA DI QUESTA LEGGE INIQUA SE NON POSSIAMO GOVERNARE!!!!12!, mostrategli questa tabella e chiedetegli quale legge avrebbe permesso loro di governare con il 32,78%. In effetti nella storia dell’Italia ce n’è stata una, e in effetti quella legge aveva anche un collegio unico nazionale. Strano, ma vero.

Con il bike sharing si fa di tutto!

Mi ero perso questa notizia: nel primo pomeriggio del 9 febbraio un vigile urbano fuori servizio, che se ne stava tornando a casa con una BikeMi dopo il suo turno di lavoro, ha visto un tizio su un’altra bici condivisa scippare lo smartphone a una signora; l’agente Alessandro Romanazzi si è messo all’inseguimento e dopo un chilometro ha fermato il ladro.

Purtroppo non sono riuscito a scoprire che tipo di bici avesse il malvivente: se era una MoBike non vedo nulla di strano, come ben sanno tutti coloro che hanno provato a pedalarci su. Mi stupisce però che ci sia gente così pazza da pedalare a tutta birra in piena Milano, e soprattutto che nessuno l’abbia investita.

redditodicittadinanza2018.it

Tra ieri e stamattina c’è stata un’accesa discussione su Facebook (beh, per la precisione in un gruppo chiuso deve ci si conosce più o meno tutti almeno come entità astratte da qualche parte nella Rete) a proposito del sito redditodicittadinanza2018.it. Cito (senza nome) un commento significativo:

I miei punti sono due. 1) è una cosa fasulla da ogni punto di vista e alla quale non sappiamo chi abbia abboccato, forse nessuno. Ciò nonostante la si usa per dire “ah ah hai visto questi boccaloni!” (Ovviamente non è solo questa cosa, c’è la storia del caf di Bari e chissà quante altre ne salteranno fuori nei prossimi mesi) 2) metti pure che ci sia qualcuno che ha abboccato. È una cosa di cui ridere? È pungente satira nei confronti dei potenti?

Come forse ricordate, io sulla storia dei CAF assaltati per il reddito di cittadinanza ho espresso i miei dubbi; ma è anche vero che io mi lamento spesso di chi non aziona il cervello e scrive idiozie totali, quindi mi sento toccato.

Il mio punto è ovviamente diverso. Questo sito è uno scherzo, è anche specificato al suo interno. A parte l’IMPS in alto e i termini inglesi tipo rubbish manager e tower of greek dependent, il footer scrive chiaramente “Nessun dato personale sarà registrato • Il sito è stato sviluppato a fini ludici”. Occhei, “fini ludici” potrebbe essere troppo complicato. Detto questo, guardiamoci in faccia. Questo sito è una presa per il culo – provate a usarlo e capirete – ma non è diretto a chi il reddito di cittadinanza lo vorrebbe davvero, ma bensì a una bolla informativa ben precisa… a meno che non venga inserito in qualche boxino morboso e quindi arrivi all’attenzione di qualcuno che non ha la capacità di capire che è uno scherzo. Ma non si ride di quelle persone: si ride della ricomposizione dei luoghi comuni inserita nel sito, un po’ come sui titoli di Lercio – che infatti sono spesso molto meglio dei loro articoli, dove c’è sempre chi va sul greve.

Io non rido di chi va al CAF cercando i moduli del reddito di cittadinanza (qualcuno c’è davvero stato, anche se le code erano una bufala). Sono anzi certo che la maggior parte di quelle persone, quando spieghi loro che in ogni caso occorre prima fare un governo pentastellato, poi una legge e solo allora ci potrebbe essere qualcosa del genere, capirà di essere stata presa in giro da chi diffondeva la voce “tutto e subito”. Io mi preoccupo dei copincollatori impermeabili a qualunque fatto si mostri loro. (Fossero solo le spiegazioni, sarebbe anche colpa di chi spiega). Magari ci fosse, come qualcun altro aveva commentato in quel thread, la “sinistra pedagogica”; ma anche la destra pedagogica.

Timreading

Una decina di giorni fa mi è arrivata un’email che mi informava che «il servizio TIMREADING chiuderà il 14 maggio 2018». Peccato che io non sapessi affato di essere iscritto a tale servizio!
Entrando nel sito, ho scoperto – o almeno penso di avere scoperto – che il fatto che io abbia Timvision mi ha automaticamente iscritto a Timreading; e ho capito che la piattaforma serviva per acquistare ebook oppure e-magazine, anche se evidentemente non con un grande successo vista la prossima chiusura.
Ma non è che forse se l’avessero pubblicizzato un po’ di più allora qualcuno l’avrebbe anche usato?