Non ce la possiamo fare

Il commento che riporto qui sotto sta girando in questi giorni su Facebook:

L’Italia è quel paese dove il primo partito politico non può governare perché il terzo ha fatto una legge per far vincere il secondo mentre si accordava con il quarto. Fa un po’ ridere ma sostanzialmente è così,e quel primo partito ha votato contro quella scellerata legge a differenza degli altri tre.

Bella frase ad effetto, che però ha un piccolo problema: è stato il secondo partito a fare la legge, non il terzo (che comunque l’ha votata anch’esso). Questo non è un problema di tifo politico, ma proprio di incapacità funzionale: si prende e si copia, senza nemmeno accorgersi che è fattualmente errata (e peggio ancora, sarebbe stata persino più divertente se scritta correttamente…) Non è che servisse chissà quale lavoro di ricerca oppure ragionamento contorto: basta aprire una tabella riassuntiva presente su tutti i media e leggere i numeri.

Non stiamo insomma parlando della storia di chi pretende oggi i moduli per il reddito di cittadinanza: per quanto ne so, quella potrebbe essere una fake news oppure una trollata. Qui siamo proprio a livello di riflesso pavloviano. Pensate alla nostra bella oclocrazia.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-08 11:59

7 pensieri su “Non ce la possiamo fare

  1. Juseppe Pericoli

    .mau., che tu sappia c’è qualcuno che ha fatto la simulazione dell’assegnazione dei seggi con un maggioritario “puro” come voleva il M5S?

    1. .mau. Autore articolo

      non è semplicissimo, per l’ottima ragione che i collegi sarebbero diversi da quelli attuali, e che probabilmente senza il paracadute proporzionale ci sarebbero stati più apparentamenti all’interno di CDX e CSX, il che avrebbe abbassato il numero di seggi vinti da M5S. Però basta guardare i dati sulla parte uninominale da Eligendo: alla Camera, su 221 collegi chiusi, il CDX ne ha 109, M5S 88 e CSX 24; al Senato non hanno ancora messo il numero di seggi ma immagino i risultati non siano troppo diversi. La maggioranza non ce l’avrebbero comunque avuta.
      Tra l’altro alla Camera hanno preso il 32,2%, quindi non sarebbe potuto nemmeno scattare il premio di maggioranza in un ipotetico proposzionale stile primo Italicum (poi se non ricordo male l’asticella era stata settata al 40%).

      Ma questi sono solo aridi numeri: non possono certo sostituirsi alla narrazione :-(

  2. .mau. Autore articolo

    YouTrend ha fatto qualche simulazione con il metodo tedesco, spagnolo, greco, inglese francese, Mattarellum e Porcellum. M5S non avrebbe mai avuto la maggioranza: con il metodo inglese il Senato (ma non la Camera) avrebbe avuto una maggioranza di centrodestra, e con il Porcellum il centrodestra avrebbe avuto la maggioranza alla Camera (ma non al Senato). Con il metodo francese i conti sono più complicati dal fatto che il ballottaggio sarebbe stato spesso a tre e non a due, perché basta superare il 12,5% degli elettori per andare a ballottaggio.
    L’unico caso in cui M5S avrebbe avuto la maggioranza assoluta sarebbe stato… con l’Italicum :-) (che però è stato dichiarato incostituzionale, e sostituito dal Consultellum che di nuovo avrebbe dato un parlamento bloccato).

    Tutto questo, come dicevo nell’altro commento, parte dal principio che votando con un sistema diverso non ci sarebbero stati apparentamenti.

    1. Bubbo Bubboni

      Fermo restando che con un sistema diverso le liste “vere”, le liste di disturbo, le candidature, la campagna elettorale e le “coalizioni” sarebbero state diverse… con un sistema a doppio turno è difficile non avere la maggioranza assoluta, o no? Vedo che i più esperti in democrazia applicata invocano spesso il sistema francese perché garantisce il controllo supremo del vincitore al secondo turno (in congruità con il gollismo), non è corretto?

      (Ribadisco però che il governo finto-tecnico è un male solo per chi è dalla parte sbagliata della partita doppia. Per chi vuole far rispettare l’art. 81 della Costituzione, e solo quello e a qualsiasi costo umano e sociale, è un gesto di “responsabilità” bellissimo e che lascia puliti i partiti, pronti per il prossimo giro e con un lato del rapporto deficit/PIL in grande forma.)

      1. .mau. Autore articolo

        @bubboni: un sistema a doppio turno su collegio unico nazionale dà una maggioranza assoluta: altrimenti no. (In Francia la cosa è complicata dall’avere una repubblica presidenziale. Il presidente è uno e quindi è sicuramente eletto, ma nel Parlamento il sistema è su base collegi e quindi può dare risultati non netti su base nazionale)

        Poi concordo, ma mi pare di averlo anche scritto, che ogni legge elettorale crea un diverso insieme di alleanze. Se non ci fosse stata la parte proporzionale, non credo che LeU sarebbe andata al voto da sola; PaP probabilmente sì, ma quella è un’altra storia.

        1. Bubbo Bubboni

          Ahh, vero! Si può sfrucugliare anche sui collegi ed ottenere vari effetti teorici o pratici!
          Ah, quante belle leggi elettorali avremo ancora da vedere! Speriamo però che prima o poi sia permesso anche di cambiare desinenza.

  3. S.

    Che poi il partito più votato se non ha la maggioranza assoluta può benissimo trovarsi all’opposizione senza che sia minimamente scalfita la rappresentatività del popolo.
    Un governo di unità nazionale PD-FI-Lega sarebbe legittimo 50,1% dei voti.

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