Archivi annuali: 2018

phishing “fatto in casa”

Ieri sulla casella aziendale mi è arrivato un messaggio (in italiano corretto :-) ) che mi diceva di reinserire i dati personali per la busta paga. Ho guardato rapidamente le header del messaggio e non erano così fasulle: quindi per non saper né leggere né scrivere ho inoltrato il messaggio alla nostra casella aziendale che verifica i possibili spam e phishing. Subito dopo ho fatto un controllo un po’ più attento, ho visto che il link andava a una pagina della nostra rete sotto il ramo “campaign” e ho capito che probabilmente era un messaggio creato internamente ad hoc per vedere se ci cascavamo. (Confesso che non ho avuto voglia di modificare la stringa pseudocasuale nell’URL da aprire per vedere cosa mi sarebbe stato detto).

L’idea di per sé non è così male: hanno persino preso un domain con il nome simile a quello aziendale, col classico trucco della I al posto della L. (O forse è un vero phishing? il dominio non è registrato dalla nostra azienda, in effetti, anche se l’IP corrisponderebbe). Diciamo che sarebbe stata migliore se non fosse arrivata subito dopo che hanno cominciato a prependere [EXT] alle mail che arrivano da fuori azienda…

Ultimo aggiornamento: 2018-11-08 10:20

Eppur si muove!

Stamattina ho raccontato dell’articolo della Stampa direttamente copiato da una voce di Wikipedia. Se ora andate a vedere l’articolo, potete vedere che è stato modificato, inserendo il link alla voce di Wikipedia (scrivendo “Qui la storia completa sul sito di Wikipedia […]”) e soprattutto indicando alla fine “(abbiamo corretto la precedente versione dell’articolo con il link a Wikipedia)”.

Proprio come stamattina ho stigmatizzato il comportamento del quotidiano piemontese, adesso esprimo pubblicamente il mio apprezzamento per l’inserimento della citazione ma soprattutto per avere esplicitato che l’articolo è stato per l’appunto corretto. Ricordo benissimo che un tempo nemmeno troppo lontano era impossibile ottenere una modifica a un testo pubblicato online, per la sacralità dell’articolo. Se proprio capitava di dover correggere qualcosa, il massimo che veniva fatto era aggiungere la postilla “modificato il xx-xx”. Giungere a spiegare cosa è cambiato è un passaggio epocale, e a mio parere un modo per aumentare la fiducia nella testata. Speriamo che il trend continui!

Ultimo aggiornamento: 2018-11-07 16:33

Scopiazzatori senza vergogna 2

Aggiornamento: (ore 15:55) Ora La Stampa ha modificato l’articolo, indicando esplicitamente Wikipedia come fonte. Leggi anche qui.

Per non dire che l’usanza di copiare spudoratamente da Wikipedia dimenticandosi di copyright e licenze non è solo appannaggio del Corsera, provate a leggere l’articolo della Stampa sulla chiusura della Pernigotti (versione archivata qui) e guardate cosa Wikipedia scriveva il 26 ottobre.

Ah, sì: magari ricordatevi anche di come l’italica stampa ha trattato noi wikipediani quando abbiamo cercato di spiegare perché a nostro parere la direttiva europea sul copyright era una schifezza. Quello – chissà come mai – non è stato copiato, anzi.

Ultimo aggiornamento: 2018-11-07 16:32

Contenitori per le allodole

Forse non sapete che Milano sarebbe una delle città italiane più virtuose per la raccolta differenziata. Quasi sicuramente non sapete che l’Amsa (l’azienda rifiuti meneghina) ha lanciato un’iniziativa sperimentale per la raccolta di lampadine e piccoli elettrodomestici, che non si sa mai dove buttare. Qui trovate la pagina sul sito istituzionale, mentre il volantino è visibile a http://www.amsa.it/gruppo/cms/amsa/cittadini/milano/documenti/ecoisole-ecolight.pdf .

Orbene: fino al 31 dicembre ci sarebbe uno di questi contenitori ipertecnologici in “viale Zara, 100”. Vabbè, tralasciamo che per capire dov’è bisogna entrare nella sede del Municipio e scoprire che il contenitore è stato piazzato nel cortile interno. Con un po’ di fatica ce la si può fare. Lunedì nel tardo pomeriggio avevo un robo elettrico antizanzare che non ha mai funzionato se non come lucina di cortesia, e ho pensato bene di andare a buttarlo lì. Arrivo, entro nel cortile (buio), leggo le istruzioni (“schiscia il pulsante relativo a cosa vuoi buttare via, poi passa la tua tessera sanitaria per assicurarci che tu non sia un foresto che intende sfruttare a ufo le risorse delle nostra ubertosa metropoli”), cerco di capire dove diavolo si strisci la tessera, visto che l’ergonomia è stata pensata per la gente giusta, tra l’1,60 l’1,60, tra l’1,60, capito? Risultato: il display mostra “Contenitore pieno”.

Faccio al commesso, che si era avvicinato dicendomi che tanto era tutto pieno, che non mi sembrava una grande cosa per l’Amsa lasciare il contenitore così. Risposta: sì, ma a parte che quando è pieno dovrebbe arrivare una mail automatica, abbiamo già segnalato noi la cosa due-tre settimane fa ma non si è visto nessuno.

Sappiatelo.

La pista ciclabile sparita

Fino all’anno scorso la finta pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia a Milano – “finta” perché ci sono solo i pezzetti vicino agli incroci, per il resto le bici pedalano sul controviale: nulla di male, intendiamoci – quando arrivava a Piazza Einaudi si spostava dal viale, passava vicino al palazzo ancora per poco sede Telecom, passava sopra il parcheggio sotterraneo della piazza e continuava in doppio senso di marcia sul lato sinistro per passare sotto il ponte delle Gabelle e arrivare a san Marco. Poi sono partiti i lavori per la Biblioteca degli Alberi e il pezzo di piazza Einaudi è stato chiuso per la riqualificazione. Risultato: un anno in cui con sprezzo del pericolo mi infilavo dentro il budello di Melchiorre Gioia per poi girare a sinistra in via Sassetti e ritrovare finalmente un altro pezzo di pista ciclabile.

In questi ultimi mesi dall’altra parte del viale è stata prolungata la pista monodirezionale, sfruttando il confine del parco – e quindi non togliendo spazio a nessun’automobile. L’andata era insomma più tranquilla, il ritorno no. Però capisco che ci fossero i lavori da fare. Dieci giorni fa sono finalmente stati completati i lavori ed eliminate le transenne. Solo che è cominciato a piovere e quindi non sono andato a lavorare in bicicletta. Mercoledì sono però passato a piedi di là (per mancanza di BikeMi) e ho scoperto che il design squadrato per la Biblioteca degli Alberi ha dimenticato un piccolo particolare: quei cento metri scarsi di pista ciclabile che prima c’erano e adesso si sono persi. Possibile che nessuno ci abbia pensato?

(Per quelli della scuola “mannò, sono percorsi ciclopedonali!”: il largo passaggio disegnato sopra il parcheggio interrato comincia con una scalinata. I passeggini e le sedie a rotelle possono fare un giro un po’ più lungo, che però è così stretto da non permettere certo il passaggio contemporaneo di pedoni e biciclette. E comunque la parte vicino alla sede Telecom, che con la Biblioteca degli Alberi non ha nulla a che fare, è ancora coscienziosamente bloccata con i jersey)

Il falso testo dell’intervista a Dijsselbloem

David Puente scava sulla notizia pubblicata dal “Movimento 5 Stelle Europa” (no, non è un fake): un video dove Jeroen Dijsselbloem, consigliere strategico per il Meccanismo Europeo di Stabilità, «in una intervista alla CNBC invita apertamente i mercati a punire l’Italia facendo salire gli interessi sul debito.» Le immagini video sono reali, ma nell’intervista – dove non si sente il testo originale ma solo un commento sovrainciso – Dijsselbloem dice qualcosa di diverso: è preoccupato per la manovra italiana e non sa cosa faranno i mercati. Puente spiega poi come il video “scovato” dai pentastellati europei arriva da Pandora TV, cioè Giulietto Chiesa. Quando la notizia della falsa traduzione è filtrata, il Movimento 5 Stelle Europa ha cercato di metterci una pezza, glissando amabilmente su quanto aveva scritto e affermando che comunque Dijsselbloem aveva affermato che «se la crisi italiana diventa una crisi più grande… proprio per come l’economia e le banche italiane sono finanziate, sarà una implosione piuttosto che una esplosione», dimenticando di aggiungere la parte sostituita dall’ellissi, che è «it will mainly implode into the Italian economy, as opposed to spreading around Europe». Detto in altri termini, Dijsselbloem ce l’ha con le politiche dell’attuale governo, ma non gliene importa poi molto di quello che succede, perché a suo parere la crisi ce la terremo solo noi.

Cosa impariamo da questa storiella? Tante cose. La prima: chissà se quando Giulietto Chiesa faceva i reportage da Mosca raccontava quello che succedeva o quello che a lui piaceva dive. La seconda: non fidarsi mai delle fonti non originali (per quelle originali, verificare di volta in volta). La terza: M5S continua a non aver ben chiaro come funziona la rete, o se preferite intende solo parlare ai propri adepti e quindi non si perita di verificare la qualità delle fonti (non dico di sapere chi sono quelli di Zero Hedge, ma almeno Pandora TV…) né di chiedere scusa.

Quizzino della domenica: cane e scimmia

Abbiamo un tavolo, un cane e una scimmia. Se la scimmia è sopra il tavolo e il cane sotto, la distanza tra la punta delle loro teste è 150 cm. Se invece è il cane a essere sopra e la scimmia sotto, allora la distanza tra la punta delle loro teste è 110 cm. Quanto è alto il tavolo?


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p347.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da China Focus via Mind Your Decisions: immagini di Schplook e GDJ, da OpenClipArt (qui e qui)

corto circuito?

Chissà se il nostro governo ha offerto asilo politico ad Asia Bibi, cristiana pakistana accusata di blasfemia. Ma forse le radici cristiane sono troppo aggrovigliate.

Ultimo aggiornamento: 2018-11-03 22:41