Archivi annuali: 2016

Umberto Eco

Per quelli della mia generazione Umberto Eco era un po’ come – absit iniuria verbis – Mike Bongiorno: una presenza continua in sottofondo, tanto che ritenevamo impossibile riuscire anche solo a pensare un mondo senza di loro.
Eco aveva una cultura incredibile, e io ho sempre considerato il suo inventarsi come romanziere come un divertissement: di strepitoso successo, ma comunque un modo per far vedere come era bravo. Da questo punto di vista, forse i Diari Minimi e le Bustine di Minerva lo dimostrano ancora di più. Come scrive il Post,

Eco voleva specializzarsi in tutte le discipline del sapere o almeno nel maggior numero possibile, non avendo paura di esprimersi sulla cultura in ogni sua forma, dalla televisione, al fumetto, dalla filosofia medievale alla letteratura contemporanea, dalle canzoni alla semiotica alla politica.

Io non ho letto chissà quanta roba di Eco, almeno per quanto riguarda la narrativa: a Il nome della rosa ci sono arrivato anni dopo la pubblicazione, poi ho saltato quasi tutto il resto della sua produzione di narrativa con un’unica eccezione. Mi è piaciuto davvero tanto La misteriosa fiamma della regina Loana, un’opera probabilmente minore e volutamente minore, visto che i veri protagonisti sono i fumetti tra le due guerre mondiali. E dite nulla.

Ma c’è un ma. Non è vero che Eco si volesse specializzare nel maggior numero di discipline possibili, e questo dovrebbe essere chiaro a tutti. No, non sto pensando alle sue invettive contro Internet, anche perché ne ho già parlato a iosa l’anno scorso. Diciamo che per quanto mi riguarda la sua analisi era ottima, ma le conclusioni no. (Ah, a proposito: lo sapevate che l’avevamo intervistato per Wikinews?) Il suo era il punto di vista dell’intellettuale che comprende perfettamente che la legge di Sturgeon è ottimista, ma non ha nessun interesse a fare in modo che le cose cambino – a meno naturalmente che non si considerino tutte le enciclopedie multimediali da lui firmate.

Il fatto è che Eco ha sempre snobbato tutta la parte della cultura scientifica. Non sto parlando della téchne: come accennavo sopra, quella per lui era un semplice strumento che usava tranquillamente, seppur con le sue idee. È proprio il resto che per lui non esisteva: in questo senso Eco è stato davvero l’ultimo crociano, con l’aggravante che proprio per la sua sterminata cultura umanistica in senso lato è stato la persona che da solo ha fatto più male di tutti all’idea che esista un’unica cultura. (No, chi parla delle due culture lo fa di solito per metterle in un ordine gerarchico. Non lasciatevi abbindolare). Ecco, questo non glielo potrò mai perdonare.

(p.s.: e se questo necrologio non vi piace, potete sempre andare da Leonardo che come ovvio prende le cose da un lato completamente diverso)

Ultimo aggiornamento: 2016-02-20 22:10

_Cargo_ (ebook)

B00E3CZLAACargo è un’onesta truffa affabulatoria”. Questo è uno dei giudizi riportati nel risvolto di copertina di questo libro (Matteo Galiazzo, Cargo, Laurana 2013 [1999], pag. 233, € 4,99, ISBN 9788896999875) riedito ora in ebook con l’aggiunta di un’introduzione (che non ho letto, essendomi preso in biblioteca il testo originale) e la recensione di Maria Corti pubblicata al tempo su Repubblica. Diciamolo subito: è un libro che non lascia indifferenti. O lo si considera una schifezza o lo si apprezza alla follia. Io faccio parte della seconda categoria, ma ho il vantaggio di essere abituato a leggere a spizzichi e bocconi e quindi non mi sono perso più di tanto nel caleidoscopio di storie diverse con rimandi dall’una all’altra, forse ma non necessariamente con un capo e una coda, divise non in capitoli quanto in “frattali”; con le note finali che sono gli appunti per il libro stesso, alcuni effettivamente presenti e altri no; con incisi fantascientifici e matematici stranerrimi (no, non è un refuso). Il motivo del titolo lo si capisce forse nelle ultime pagine: “forse” perché temo di aver dovuto leggere una recensione prima di averlo davvero capito. Però credo che il concetto di “cargo cult” si attagli perfettamente all’opera. Non lo consiglio a nessuno, ma solo perché non mi fido di come possa essere preso dagli altri :)

Ultimo aggiornamento: 2016-02-25 12:22

Il mistero delle astronavi per i Rollinz

In queste settimane Esselunga sta facendo una promozione legata a Star Wars: con la spesa vengono dati dei “Rollinz” (figurine 3D tipo calciatori del Subbuteo, che con molta fantasia dovrebbero ricordare i personaggi della trilogia originale). Con soli 1 euro e novantanove centesimi, poi, si può acquistare l’astronave dove allocare i 20 personaggi. (C’è anche un’app per iOS e Android che richiede credo un centinaio di mega di spazio, ma non è di quello che vorrei parlare)

Peccato che queste astronavi siano introvabili. Ogni tanto ne arriva qualcuna che sparisce immediatamente: inoltre non è possibile prenotarle. Considerando che è già passato un mese dall’inizio della promozione, non sarebbe dovuto essere così difficile far ripartire la produzione. Inoltre l’astronave non fa parte del “concorso””: anche se la sua esistenza è accennata nel regolamento, essendo un prodotto da acquistare non è soggetto ad alcun controllo.

La domanda è dunque: qual è il losco piano di Bernardo Caprotti? Vuole fare arrivare tutti i giorni i poveri genitori nei suoi negozi a cercare l’introvabile manufatto, sì che già che ci sono facciano spesa? È un oscuro complotto dei rettiliani in collaborazione con Bilderberg? Il mondo vuole sapere!

Aggiornamento: (24 settembre) Dopo essere arrivato a livelli parossistici (per dire, ieri sono passato alle Esselunga di Piave, Porta Nuova, Zara e Jenner) oggi pomeriggio dopo aver lasciato i bimbi in palestra ho provato ad andare all’Esselunga di viale Zara e miracolo! c’erano ancora astronavi. Ora il duo non deve più lamentarsi :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-02-24 17:46

dimezzamenti fasulli

adozioni Damiano mi segnala questo post del Corsera (apritelo a vostro rischio, considerando il paywall sul sito) dove si parla del calo del numero di adozioni internazionali: dalle 1410 del 2010 gli arrivi “si sono quasi dimezzati”, arrivando a 850 nel primo semestre 2015. Ma come Damiano fa notare, se in sei mesi ci sono state 850 adozioni si può in prima approssimazione immaginare che in tutto il 2015 ce ne sarà un numero intorno a 1700. Il dimezzamento è al più quello del numero di neuroni di Margherita De Bac dedicati alle operazioni aritmetiche.

Ultimo aggiornamento: 2016-02-17 15:23

canguri et similia

Per tutta questa manfrina sul DDL Cirinnà per una volta non ce l’ho con Angelino Alfano. Lui ha un’idea (giusta o sbagliata che sia) su cosa debba esserci e non esserci in quella legge, e fa di tutto per portare la maggioranza dei parlamentari verso la sua idea. Ce l’ho come sempre con la Lega, la cui idea di opposizione parlamentare è presentare una quantità non meglio determinata di emendamenti fotocopia. Ce l’ho con M5S, che è riuscito a dire “vogliamo che il DDL Cirinnà sia approvato senza essere snaturato, quindi non votiamo il supercanguro che serve a far si che il DDL non sia snaturato”. Il tutto indipendentemente dal contenuto della legge, ma solo e unicamente per mettere il PD in difficoltà. Direi che hanno capito tutto dalla vita.

Non sono ancora riuscito a capire se ce l’ho o no con Renzi. È chiaro che questo DDL non avrebbe mai potuto essere di iniziativa governativa (vedi sopra alla voce Alfano). Non sono riuscito a capire se il non chiedere la fiducia sui DDL parlamentari sia solo prassi oppure no: ho letto che è stato fatto per l’Italicum (che però è anche costituzionale, quindi ancora diverso come tipo) ma non ne so abbastanza. Però Renzi mi ha dato l’idea di aver fatto il tutto per prendersi comunque il merito di avere finalmente fatto approvare una “legge di sinistra” (che poi quelli di destra dovrebbero lamentarsi di questa definizione), e quindi la bilancia pende verso l’incazzatura. Insomma, è mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane?

Ultimo aggiornamento: 2016-02-17 15:01

Pensione di reversibilità e ISEE

Leggendo la proposta di legge per il calcolo delle nuove pensioni di reversibilità usando l’ISEE, qualcosa non mi torna.

Faccio due premesse. La prima è che già adesso la pensione è legata al reddito del superstite: l’assegno scende dal 60% al 45% se il reddito è tre volte il minimo, al 36% se è quattro volte il minimo e al 30% se è cinque volte il minimo, se ho fatto bene i conti. La seconda premessa – e qui ammetto di essere nelle sabbie mobili – è che dal ministero si assicura che non verranno toccate le pensioni attuali. Detto questo, ricordo che per chi va in pensione oggi quando le cose vanno bene l’assegno è calcolato con il sistema misto, e quando vanno male sul contributivo. La pensione calcolata sul contributivo nasce per dire che statisticamente quello che hai versato ti verrà restituito, tanto che i coefficienti vengono regolarmente ritarati calcolando l’aspettativa di vita (occhei, Berlusconi e Prodi non l’hanno fatto, ma Monti ha ripreso la cosa). Non è proprio vero che la pensione è stipendio differito, come per esempio lo è il TFR per chi ce l’ha, visto che coi contributi di oggi si paga chi ha lavorato in passato: ma l’idea è più o meno quella.

Ora, se ci pensate un attimo, da questo assunto la conseguenza logica che dovrebbe tirarsi fuori è che all’atto della pensione ti si dovrebbe dire “vuoi la pensione con o senza reversibilità?” Se vuoi la reversibilità ti si abbasserà l’assegno mensile, perché la durata media della vita non è più calcolata solo su di te ma anche sul coniuge, di qualunque sesso egli sia, e degli eventuali figli minori. Se non la vuoi avrai un assegno più alto. Punto. Non c’entrano i patrimoni, e di per sé non c’entra nemmeno la parte reddituale dell’ISEE come affermato più o meno di malavoglia nell’articolo di Repubblica citato qui sopra. Sarebbe come dire “tu sei già ricco di tuo, quindi a parità di lavoro ti do meno soldi perché tanto non ti servono”. È chiaro che per le pensioni attuali, calcolate sul metodo retributivo, usare la parte retributiva dell’ISEE al posto del reddito semplice potrebbe avere più senso: ma anche lì la parte patrimoniale mi pare fuori luogo, proprio perché in ogni caso la pensione arriva da un reddito e non dal patrimonio. O mi volete dire che la formichina che ha risparmiato durante la sua vita dovrebbe ottenere meno della cicala che se li era spesi tutti?

(Come avrete capito, dal mio punto di vista la reversibilità non è una misura assistenziale. Forse la cosa aveva senso decenni fa, ma già al tempo dei miei genitori non c’era solo il capofamiglia che lavorava. Le misure assistenziali ci possono e devono essere, ma devono far parte della fiscalità generale, non della previdenza)

Ultimo aggiornamento: 2016-02-17 09:29

La precisione del Perlone 2015

Il blog Perle Complottiste ha assegnato, come ogni anno, il suo premio Perlone 2015 per le migliori “perle” trovate su Internet. Quest’anno ha vinto Beppe Grillo con il 41,15% dei voti, seguito da Giulietto Chiesa con il 25,77%, mentre Rosario Marcianò è terzo con il 15,38% e Massimo Mazzucco e Maurizio Blondet sono appaiati all’ultimo posto con l’8,85% dei voti. Questi dati sono coerenti con un numero di votanti pari a 904, per cui il numero totale di voti sarebbe rispettivamente 372, 233, 139, 80. Il numero di voti è anche coerente con i 747 dell’edizione 2007. Bene, dov’è il problema?

Semplice. Se hai un intorno di 1000 voti, hai tre cifre significative. Il conteggio è stato fatto con quattro cifre, ma la quarta è puramente casuale. Per dire, se Grillo avesse avuto un voto in meno la percentuale sarebbe stata il 41,03%, e con un voto in più il 41,26%. Quindi sarebbe bastato usare una cifra dopo la virgola, che è l’unica sensata: la seconda è puramente casuale (in senso lato, chiaramente è il risultato di un processo deterministico). Certo, non è un errore di quelli tragici: però rappresenta comunque una scarsa attenzione, o se si preferisce una fiducia troppo fideistica sui numeri.

Facce di bronzo

Stamattina, come tutte le mattine, stavo portando i bimbi a scuola. La configurazione tipica è io a piedi che porto a mano la bicicletta (come da articolo 182, comma 4 del codice della strada) e loro due a piedi, con Jacopo tipicamente che mi tiene per mano. Mentre camminavamo, uno con lo scooter ha deciso che non poteva assolutamente aspettare i quaranta secondi perché il suo semaforo è diventato verde ed è salito sul marciapiede. Si è dovuto fermare perché c’era la nostra falange che bloccava il marciapiede. Gli ho fatto notare che quello era un marciapiede, e ha avuto la sfrontatezza di rispondere “ma anche tu sei in bicicletta”.

Mi sono incazzato, l’ho preso per la manica e gli ho snocciolato il codice della strada. Giuro che se avesse provato a rispondere sarebbe stata la volta buona che avrei chiamato i vigili.

Ultimo aggiornamento: 2016-02-15 12:17