Archivi annuali: 2015

Umberto Eco e Numero Zero (con Wikipedia…)

Immagino che sappiate che Umberto Eco non è esattamente un fan sfegatato di Wikipedia: come scrisse lui stesso in una bustina di minerva, «io mi fido perché la uso con la tecnica dello studioso di professione: consulto su un certo argomento Wikipedia e poi vado a confrontare con altre due o tre siti […] Ma io ho fatto l’esempio di uno studioso che ha imparato un poco come si lavora confrontando le fonti tra loro. E gli altri? Quelli che si fidano?». Nulla di così strano: sono più o meno le stesse cose che direi io se mi chiedessero quanto mi fido di Wikipedia. Avendo una certa qual esperienza dell’enciclopedia aggiungerei solo due o tre punti: verificare se le affermazioni presenti hanno indicata una fonte e valutare anche tale fonte, oltre a dare magari un’occhiata rapida alla cronologia che mostra la “storia” della voce per vedere se c’è stato qualcuno che ha voluto fare uno scherzetto. Diciamo però che in definitiva io mi fido più di lui dell’autorevolezza di Wikipedia.

Tra le sue tante attività, Eco è anche uno scrittore, e all’inizio del mese Bompiani ha pubblicato il suo ultimo romanzo, Numero Zero. Stamattina ho trovato su Twitter questo status di Wo1an6, che mette a confronto la parte finale di pagina 176 del libro e la parte iniziale della voce di Wikipedia su Licio Gelli. Toh: sono virtualmente identiche. Sì, qualche differenza c’è: scrive «gli era stato affidato» anziché «gli venne affidato», “Iugoslavia” ha la I e non la J, “Servizio informazioni militare” ha solo la prima parola con l’iniziale maiuscola, dopo “restituito” c’è una virgola. Ma come! Qualcuno ha già copiato il libro e ne ha inserito un brano su Wikipedia! Beh, no. Tornando indietro, ho verificato che un anno fa il paragrafo di Wikipedia era già presente, e non credo che qualcuno avesse rubato le bozze del libro. Addirittura, la prima (sgrammaticata) versione di quelle frasi risale alla fine del dicembre del 2008, come potete vedere voi stessi.

A dire il vero, la storia è un po’ più complicata di come ve l’ho fatta. Come si nota nella foto di Wo1an6, Wikipedia ha una nota a piè di pagina con un collegamento a un articolo di Focus Storia dove quelle frasi sono presenti quasi identiche parola per parola, tanto che a mio parere potremmo avere superato il diritto di citazione ed essere finiti dritti dritti nella violazione di copyright. Peggio ancora, l’articolo originale – come anche il testo di Eco, che a pagina 177 continua con «[…] all’appello mancano 20 tonnellate di lingotti e si dice che Gelli li avesse trasferiti in Argentina.» – non dà come certa l’appropriazione di quei lingotti da parte del Venerabile. (Per i curiosi: ho rielaborato il testo su Wikipedia per evitare questi problemi). Insomma, probabilmente Eco ha seguito il metodo che aveva descritto a suo tempo: è andato a cercare un’altra fonte, cosa facilitatagli dall’enciclopedia stessa; ha valutato che l’informazione, anche se non confermata dal diretto interessato, fosse comunque accettabile come ipotesi, per di più in un romanzo; ha deciso di usarla.

Tutto bene? Non proprio. Quelle frasi, anche se non sono state copiate da Wikipedia ma da Focus, sempre copiate sono. Chissà se non dico Eco ma almeno Bompiani avrà voglia di commentare la vicenda…

Aggiornamento: (21 gennaio) Mi fanno notare nei commenti – qui e altrove – che Eco è uso a comporre centoni recuperando materiale esistente e interpolandolo, e dunque questa copia quasi letterale potrebbe essere voluta. Mi limito a ricordare che il romanzo è ambientato nel 1992, quando Wikipedia (e Focus Storia) non esistevano ancora. Forse che ha voluto emulare il “plagio per anticipazione” oulipiano?

Ultimo aggiornamento: 2017-02-07 13:17

il giardinetto di casa

Leggo sul sito BBC che un leggendario vignettista indiano è in fin di vita.
Ora, RK Laxman ha disegnato vignette (in inglese) per mezzo secolo, ma io non ho mai sentito parlare di lui. (Immagino che tra i miei ventun lettori ora salterà fuori qualcuno che dice “ma come! Non hai mai sentito parlare del Common Man?”), nonostante l’India non sia esattamente una sperduta nazioncina.
Viviamo proprio in un mondo globalizzato.

Ultimo aggiornamento: 2015-01-19 12:02

grande giornalismo

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha così giustificato il suo tweet dal testo “#VanessaeGreta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo! @forza_italia”:

“Ho letto la notizia. Mi sono limitato a chiedere se fosse vera. Peraltro, a una persona che mi ha offeso per quelle parole, ho scritto di vergognarsi. E come ho detto a lui, ripeto a voi: un sito riportava che lo avevano detto le due ragazze ai pm. Ho anche scritto che spero non sia vero. Io registro e chiedo. Non ho affermato nulla.”

Ricapitolando: Maurizio Gasparri legge una frase su un non meglio identificato sito, e la prima cosa che gli viene in mente è scrivere un tweet che a suo parere non è un’affermazione (cosa che non sarebbe in effetti stata se si fosse fermato al punto interrogativo). È poi convinto di avere scritto che spera non sia vero: non riesco esattamente a capire dove l’abbia scritto. Tutto questo da una persona che – ricordo – è stata non solo un giornalista ma il condirettore di un quotidiano.

Capite a che triste livello è l’italica stampa?

Ultimo aggiornamento: 2015-01-18 19:54

_Il mondo dopo la fine del mondo_ (libro)

[copertina]Nick Harkaway è figlio di John Le Carré. Qualcosa dal padre deve avere assorbito, perché in questo libro (Nick Harkaway, Il mondo dopo la fine del mondo [The Gone-Away World],Mondadori 2009 [2008], pag. 558, € 19, ISBN 978-88-04-59483-3, trad. Annamaria Biavasco e Valentina Guani) ci sono molte descrizioni di corpi speciali – molto speciali, in effetti. Però il libro è di tutt’altro genere! Se dovessi proprio incasellarlo lo definirei di fantascienza, o almeno la trama è fantascientifica: ma le cose non sono così semplici. Ci vuole quasi un centinaio di pagine prima che tu riesca a capire che cosa stia succedendo, anche perché l’azione parte in medias res; quando la storia man mano si dipana, tra una lunghissima serie di divagazioni come nel Benni di Terra!, ti accorgi che hai tra le mani anche una satira del nostro mondo… e che non sai qual è il nome del protagonista. A due terzi del libro c’è una cesura nettissima, scopri perché il protagonista non ha nome, e la storia riprende, riattaccando fili che non ti eri neppure accorto di essere penzolanti. Il tutto è ottimamente tradotto da Annamaria Biavasco e Valentina Guani, e immagino non sia certo stata un’impresa facile. Non so se consigliare caldamente il libro – sperando che non vi capiti una copia un po’ mal stampata come la mia – per un’unica ragione: credo che o lo amerete o lo odierete, e non so in che categoria vi troverete…

Riconoscere i propri limiti

Qualche mese ma mi ero iscritto a un MOOC, “Write Like Mozart: An Introduction to Classical Music Composition”, che è iniziato martedì. Ieri sera ho preso una decisione: disiscrivermi.
Il corso richiedeva da 5 a 8 ore la settimana per sei settimane. Non avrei avuto tempo per farlo seriamente, e allora tanto vale darci un taglio da subito. Sto invecchiando.

sempre sulla posta certificata

Sto registrandomi al sito del MIUR per iscrivere i gemelli alla scuola primaria.
La maschera di registrazione chiede una serie di cose (per il momento solo relative a me) tra cui l’indirizzo di posta elettronica. C’è una nota scritta in rosso (i grassetti non sono miei ma loro):

ATTENZIONE Utilizzare un indirizzo e-mail principale valido e funzionante. A tale indirizzo saranno inviate tutte le comunicazioni ufficiali.
Non utilizzare indirizzi di posta elettronica certificata (PEC o CECPAC).

Ultimo aggiornamento: 2015-01-12 20:39