Archivi annuali: 2013

Free versus Open

Oblomov ha scritto una postessa (ci potrà ben essere un equivalente di “articolessa”, no?) sulle differenze tra Google Maps e OpenStreetMap. Considerando che il commento di molti, soprattutto vedendo che il post è in inglese, sarà “tl;dr” (cioè “too long; don’t read”) spero di fare cosa gradita segnalando un paio di punti che in genere non mi pare siano molto trattati. Insomma, diciamo che il concetto di “free as a beer / free as in speech” forse è chiaro, ma su altre cose non ci si sta a pensare molto.
Innanzitutto, c’è il concetto che in questi ultimi mesi ha preso l’hashtag #ovviamentegratis – il punto che cioè Google sfrutta le nostre informazioni per aggiungere per esempio a Maps foto e recensioni di posti, e naturalmente non ci paga per questo. Cosa che di per sé non sarebbe nemmeno così preoccupante, se non fosse che nessuno ci garantisce che Google continuerà a fornirci il servizio: lasciando perdere Google Reader, anche nel caso di Maps Google un paio d’anni fa ha tolto il servizio di geolocalizzazione che sfruttava i router wifi, lasciandolo solo in una versione molto nascosta da usare per Android. Quindi è molto meglio se possibile contribuire a un progetto open, che sicuramente non sparirà.
Il secondo concetto importante è che perché un “crowdsourcing” (cioè l’informazione fornita dal basso) funzioni, a parte tutti i guai legati alla verifica dei dati, occorrono altre due cose: una massa critica e un’interfaccia semplice per inserire dati. La massa critica serve perché se i dati presenti sono pochi, allora solo i più sfegatati avranno voglia di contribuire, mentre se ce ne sono tanti c’è più gente disposta ad aggiungere il proprio piccolo contributo alla cattedrale (no, non “al bazar”: Eric Raymond scelse la metafora sbagliata). L’interfaccia serve ovviamente per semplificare la vita alla gente. Non per nulla Wikipedia ha una massa critica e sta disperatamente cercando di avere un’interfaccia semplice (Visual Editor e Lua magari non vi dicono nulla, ma sono i tentativi attuali), e gli altri progetti Wikimedia soffrono perché mancano anche della massa critica.
Il terzo (e quarto) punto è che per fare servizi interessanti occorre riuscire a correlare tanti dati, e di tutti i tipi. E molti dati interessanti non sono facilmente recuperabili. Oblomov fa l’esempio degli orari realtime dei mezzi pubblici: questo tipo di dati esiste, ma non è aperto, e ovviamente non può essere ricreato dal basso. Sarebbe però bello avere un’accesso codificato a tali dati, per poterli appunto sfruttare per altri sistemi. Sarebbe un bel tema per l’agenda digitale, no? Peccato che non si vedano sponsor politici, che sono tutti a cercare sponsor paganti :-(
Per tutto il resto vi lascio a Oblomov :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-07-08 12:46

Quizzino della domenica: Non ci si incontra!

L’altro giorno stavo camminando su una stradina di campagna completamente diritta. Davanti a me, a 200 metri di distanza, c’era un mio amico. A un certo punto gli devono essere fischiate le orecchie, perché si è girato, mi ha visto e ha iniziato a camminare verso di me. Abbiamo camminato sulla stradina ciascuno per cento metri, alla stessa velocità, continuando a guardarci in faccia; alla fine però eravamo ancora a 200 metri di distanza. Come è possibile?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p109.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Henry Dudeney, 536 Puzzles and Curious Problems (n. 96).)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-02 22:14

_Dai giochi agli algoritmi_ (libro)

[copertina] L’informatica è sempre difficile da raccontare, probabilmente perché è comunque una scienza giovane e presuppone di avere un calcolatore vicino a te… non tanto per fare i conti quanto per imparare a farglieli fare. E in effetti la pecca maggiore di questo libro (Lorenzo Repetto, Dai giochi agli algoritmi, Kangourou Italia 2012, pag. 316, € 20, ISBN 9788889249291) è che comunque non lo si può leggere senza fare le prove pratiche: da questo punto di vista sarebbe stato carino avere il codice direttamente scaricabile.
Dal punto di vista di uno che come me si è laureato in informatica più di vent’anni fa si è trattato di un simpatico ripasso delle nozioni teoriche che avevo studiato ai tempi, e che ovviamente non avevo più rivisto da allora: per chi non fosse addentro, l’informatica e la programmazione non sono affatto la stessa cosa. Non è certo un libro di testo, anche se il sottotitolo recita “Un’introduzione non convenzionale all’informatica”; la mia sensazione è stata almeno che più che di un’introduzione si parla di una panoramica. Però Repetto scrive in modo piacevole, il che male non fa; inoltre il libro raccoglie più argomenti, dalla decidibilità alla complessità computazionale, dall’analisi dei giochi agli automi cellulari, che spesso è difficile trovare in giro. Direi insomma che è un buon testo di riferimento per raccogliere informazioni e considerazioni sul tema dell’informatica.
p.s.: a http://www.kangourou.it/catweb/addendum.pdf si può scaricare l’indice dei nomi e l’errata.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-06 07:00

Libri (matematici) per l’estate

Curiosando nella sezione “matematica” dei remainders di Amazon, ho trovato tre libri che ho letto e (non sempre) apprezzato. Ve li segnalo: le mie recensioni le trovate direttamente sulla pagina di Amazon.
Il curioso dei numeri. Stranezze matematiche, controversie scientifiche, divagazioni da 1 a 9, di Andrew Hodges, tradotto da Tullio Cannillo. Ci si può mettere a parlare della matematica anche solo con i numeri da uno a nove. Voto: 4 stelle su 5
Il re dello spazio infinito. Storia dell’uomo che salvò la geometria, di Siobhan Roberts, tradotto da Daniele Didero. Una biografia troppo sensazionalista per i miei gusti. Voto: 2 stelle su 5
No! Libertà e verità creazione e negazione, di Imre Toth. Un po’ troppo affastellato per i miei gusti, ma divertente. Voto: 3 stelle su 5

Ultimo aggiornamento: 2013-07-05 11:09

Telstar

Tra qualche giorno, il 10 luglio, si ricorda il lancio del primo satellite di telecomunicazioni: Telstar. L’ottimo Chartitalia (sempre sia lodato!) ci fa sapere che in occasione del lancio, nel 1962, il produttore discografico britannico Joe Meek compose e fece suonare al gruppo dei Tornados un brano omonimo, che se ascoltate probabilmente riconoscerete.
La storia, come raccontata da Wikipedia (ma come facevamo senza?), è triste. Il brano raggiunse la vetta della classifica di Billboard – notate l’anno, e ricordate che qualche mese prima un altro produttore discografico britannico aveva sentenziato che i complessi musicali avevano ormai fatto il loro tempo, decidendo di scaricare quattro ragazzotti liverpulliani. Fare soldi è sempre pericoloso: “dopo i giorni dell’allegria amaro resta il vino” (cit.). Nel febbraio 1963 il compositore francese Jean Ledrut citò per plagio Meek: la causa andò avanti per quattro anni, e venne alla fine vinta dagli avvocati di Meek… che malato di depressione aveva fatto un omiciio-suicidio tre settimane prima.

Forse è però meglio finire con una nota più allegra. Nei primi anni ’70 una versione (più) elettronica di Telstar venne incisa da tale “Ingegner Giovanni & famiglia”. Questo “ingegner Giovanni” non era altro che Piero Umiliani. E se non sapete chi era Piero Umiliani, peste vi colga!

Ultimo aggiornamento: 2013-07-05 09:42

432 Hertz

[registrato a 432 Hertz] Quello qui a fianco è il riquadro con la prima notizia presente nel colonnino morboso di Repubblica alle 19:30 di ieri. Testo ribadito anche in questa pagina dove si può vedere un video della cantante.
Peccato che “registrare a 432 Hertz” non abbia nessun senso. Diciamo che se uno ha una buona conoscenza della storia della musica può immaginare cosa si volesse dire: che cioè l’accordatura degli strumenti non fosse quella di temperamento equabile usato oggi, ma un temperamento inequabile, accordato inoltre leggermente più in basso di quanto si faccia oggi. E infatti una rapida ricerca ha trovato questo articolo, sempre pieno di terribili newagismi ma più comprensibile.
Capisco che quello della frequenza sia un tema che fa incaponire la gente peggio del giudizio su Berlusconi: se non ci credete, guardate questa voce di Wikipedia. Ma magari sapere di che si parla potrebbe aiutare…

Ultimo aggiornamento: 2013-07-04 07:00

13 litri

Massimo Manca mi segnala questa rassegna fotografica di Repubblica, dove un granchio gigante da tre metri e mezzo di apertura “zampale” è stato messo in un acquario speciale, pieno di quasi… 13 litri d’acqua (fredda, per non cuocerlo).
Non ci vuole una grande scienza a calcolare che se il granchio è 3,5 metri per diciamo mezzo metro, l’altezza dell’acqua per arrivare a 13 litri è circa… un centimetro, il tutto senza nemmeno lasciare lo spazio per muoversi. Non ci vuole nemmeno molto – basta fare una ricerchina in rete – per capire che Repubblica, assieme a tanti altri siti, ha semplicemente copiato il comunicato Ansa: un po’ di lavoro in più e si scopre anche che la notizia originaria parla di «A special aquarium with 12,750 liters of cold water». Posso capire che qualcuno si confonda e non si accorga che la virgola nei paesi anglosassoni serve per dividere le migliaia; non posso però capire come uno non si accorga che tredici litri sono nemmeno nove bottiglie d’acqua da un litro e mezzo.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-03 21:21

blitz o non blitz?

Purtroppo non ho commentato in tempo utile questo articolo del Fatto, che spiegava come il governo Letta (il “governo del rimandare”) avrebbe in cantiere una riforma estiva che prevederebbe una deroga all’articolo 138 della Costituzione: quello che appunto regola come si può modificare la Costituzione stessa. In pratica si taglierebbero brutalmente i tempi per le modifiche: al momento occorrono quattro letture, con sei mesi di attesa tra le prime e le seconde, e un possibile referendum se non è stata raggiunta la maggioranza dei due terzi.
La mia sensazione è che tutto questo articolo sia stato inventato da quelli del Fatto. Purtroppo, come sempre capita con l’italica stampa, il giornalista non ha proprio pensato di mettere un link al ddl in questione, cosa che avrebbe tagliato la testa al toro: ma proprio per questo almeno in teoria non posso negare documentatamente la sua esistenza (e no, non perdo tempo per cercarlo). La cosa che mi ha stupito, però, è che a quanto pare non è possibile per la Corte Costituzionale procedere di ufficio, senza che il Parlamento, il Presidente della Repubblica o una delle parti di un processo faccia una richiesta specifica. Cambiare un articolo della Costituzione per legge ordinaria è incostituzionale: però il Parlamento potrebbe fare un golpe senza problemi. Niente male, vero?

Ultimo aggiornamento: 2013-07-03 15:44