Archivi annuali: 2010

Google-Verizon

Non ho commentato né penso di commentare il documento congiunto di Google e Verizon sulla “neutralita” della rete che non ci sarebbe più per un’ottima ragione. Sono in vacanza, per dieci giorni l’unica connessione che avevo era un telefonino che usavo solo per leggere la posta e anche adesso che sono a casa in ferie ci sono due bambini quasi unenni che giustamente reclamano la mia attenzione. Questo significa che non ho accesso ai documenti originali, e non mi fido certo dei resoconti di terza mano dei quotidiani.
Ciò detto, ricordo a tutti un paio di cose. La “net neutrality” è morta quindici anni fa, quando all’IETF hanno iniziato a studiare i sistemi QoS, che permettono di prioritizzare i pacchetti dati; insomma il principio “tutti i bit sono uguali” è già falso. In secondo luogo, anche se uno formatosi su Unix come me è abituato a pensare a tutto a un livello astratto, la dura realtà è che la banda wireless è molto più limitata di quella wireline. Quindi i casi sono due: o si accetta che con le reti dati wireless non si può fare quello che si può fare con l’ADSL di casa, oppure arriverà una rete wireless divisa tra poveretti e ricconi. Magari non sarà come proposto da Google e Verizon, e verranno liberate frequenze radio specializzate per coloro che vogliono pagare; ma comunque capiterà. (Io sarei per limitare per tutti l’accesso wireless, ma non faccio testo)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-17 07:00

bici e giubbetto ad alta visibilità

A quanto pare, il nuovo codice della strada non prescrive l’obbligo di uso del casco per i minori di quattordici anni che viaggino in bicicletta, pardon in velocipede. Mah.
In compenso, dando un’occhiata approfondita alla legge ho scoperto che da fine settembre (articolo 182, comma 9 bis)

«Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il conducente di velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilita’, di cui al comma 4-ter dell’articolo 162»

Io giro da anni con il giubbetto nella borsa, pronto a usarlo la sera (che d’inverno significa poi quando esco dall’ufficio), e sono lieto che la legge ne imponga l’obbligo, anche se sono certo che la cosa non cambierà le abitudini dei ciclisti: in fin dei conti anche le luci davanti e dietro sarebbero obbligatorie, e vedete – anzi non vedete – che succede. Però mi chiedo se davvero qualcuno pensi che io tutte le mattine arrivato all’imbocco del tunnel sotto la stazione Centrale mi metterò il giubbetto e appena uscito me lo toglierò… (Ho comunque le fascette catarifrangenti sui pantaloni, gli automobilisti mi vedono lo stesso)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-16 07:00

gioco della domenica: Digital World

Prima che proviate a giocarci, vi avviso subito. A mio parere, Digital World è assolutamente ingiocabile. Di per sé le regole sono semplici, e sono certo che anche voi avete visto su qualche rivista il gioco; bisogna arrivare a una casella bersaglio (in basso a destra nello schermo) muovendosi nelle quattro direzioni di un numero di caselle corrispondente al numero presente sulla casella in cui ci si trova. Peccato che non solo c’è un numero massimo di mosse a disposizione, ma il sistema è di una lentezza tale, almeno quando l’ho provato, che non si capisce se si è fatta o no la mossa. Ma tanto è ferragosto e non c’è fretta, no?
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-15 07:00

Goodreads

La scorsa settimana Giuseppe “Guru” Granieri ha parlato di Goodreads, una libreria virtuale sul modello di aNobii o LibraryThing.
Ho provato a darci un’occhiata, ma mi sono subito fermato a un punto morto; quello dell’importazione della mia libreria virtuale. Dopo che ho dato in pasto il mio file di aNobii, il risultato è stato questo:
Books added: 172
Unprocessed entries: 0
Duplicates (ignored): 2
Books unable to add: 290
Ora, posso capire che alcuni miei vecchi libri senza ISBN non possano essere aggiunti automaticamente, ma per quasi tutti gli altri il problema è “semplicemente” che non hanno una base dati da cui verificare il tutto. Se non sbaglio, l’unico DB italiano che usano è quello di IBS, quindi se un libro è fuori catalogo uno è perso; ma anche così non capisco come ce ne possano essere così tanti, di libri improcessabili.
A questo punto i vantaggi di Goodreads (fondamentalmente una maggiore interazione con gli autori, se non ho capito male) non sono certo abbastanza. Dell’interfaccia in italiano non me ne importa un tubo, tanto io uso sempre quella inglese; ma dei libri in italiano, quello sì!

Ultimo aggiornamento: 2010-08-13 07:00

Ho anch’io un numero di Erdős!

Il numero di Erdős è un giochetto ben noto tra i matematici, e ne ho parlato l’altra settimana nel mio blog di matematica sul Post. In poche parole, Paul Erdős è stato non solo un matematico prolificissimo, ma anche uno che amava scrivere articoli con più gente diversa possibile. Così si è iniziato a definire il numero di Erdős in questo modo:
– Erdős stesso ha numero di Erdős 0.
– Chiunque sia stato coautore di Erdős in un articolo ha numero di Erdős 1.
– Chiunque sia stato coautore di una persona con numero di Erdős n ha numero di Erdős n+1.
– Chiunque rimanga ha numero di Erdős ∞.
Bene, io ero convinto di far purtroppo parte di quest’ultima categoria di persone. Invece ho scoperto che:
– sono coautore di Eric Schulman nell’articolo “The History of the Universe in 200 Words or Less in 30 Languages or More in Teeny Tiny Type,” Eric Schulman, Martin Ahermaa, José Manuel N. Azevedo, Daniel M. Berry, Jean-François Blanc, Maurizio Codogno, Thomas Daniell, Francesco De Comite, Matthias Ehrgott, Philip Fourie, Eugenio J. Suárez García, Válas György, Wei-Hwa Huang, Ron Irmay, Shraga Irmay, Stefano Kalb, Jan Kucera, Jorma Louko, Dennis McClain-Furmanski, Rh. Morris, Patrick P. Murphy, Anders Gorm Pedersen, Mari Ratinen, Roberto Soria, Aaron Ucko, Renate A. Wesselingh, Wilson Afonso, Tayfun Akgul, Carlos J. Cristos, Fredrik Mansfeld, Richard Duffy, Mark Eichin, Rui M. Ponte, Fabio Reale, Jody Bar-On, Yael Berry, Eli Biham, Kari Enqvist, Henk Eskes, Jonathan Friedland, Dominik Giel, Eliezer Kantorowitz, Uzzi Ornan, and Vicenç Rullan, 1998, Annals of Improbable Research, Vol. 4, No. 6, 16.
Ma come Eric stesso scrive nella sua pagina utente su Wikipedia, lui ha scritto un articolo con Alexei Filippenko, che ha scritto un articolo con John Bahcall, che ha scritto un articolo con Sheldon Glashow, che ha scritto un articolo con Daniel Kleitman, che ha scritto un articolo con Paul Erdős. Terminata la filastrocca in stile “Alla fiera dell’Est”, si ottiene che Eric ha un numero di Erdős minore o uguale a 5, e quindi il mio numero di Erdős è minore o uguale a 6.
Sono disponibile a scrivere articoli in collaborazione con chiunque voglia avere un numero di Erdős minore o uguale a 7 :-)

Aggiornamento: Come indicato nei commenti, a quanto pare il mio numero di Erdős è minore o uguale a 5 :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-11-11 12:43

ausiliari del traffico

Le scorse due settimane ho notato una quantità incredibile di ausiliari del traffico dalle parti del mio ufficio, dove alla fine dell’anno scorso hanno messo le strisce blu. Immagino che le casse comunali siano disastrate, e io non contribuisco certo molto andandomene a lavorare in bicicletta.
Devo però dire che in tutto questo c’è qualcosa di perverso. Anche e soprattutto in agosto, la gente parcheggia nei peggio modi possibili; però l’ausiliario non può affatto multarli, essendo la sua giurisdizione limitata appunto ai posti di sosta a pagamento. Né le modifiche testé apportate al codice della strada cambiano la storia. Come mai tutto questo, considerando che potrebbero fare ancora più multe e quindi più soldi?
(comunque a me piacerebbe tanto avere un titolo da vigile ad honorem, che possa solo dare multe per sosta intralciante :-) )

Ultimo aggiornamento: 2010-08-11 07:00

Passantino ultimato in tempi “record”

A fine luglio a Milano c’è stata una notiziona. No, non l’interrogatorio di Formigoni a proposito di mozzarelle e passeggiate; piuttosto, la presentazione del nuovo passantino, che permetterà di andare dalla stazione Centrale a Malpensa in “soli” 41 minuti (se il treno ferma a Garibaldi) oppure 47 minuti (se si aggiungono Bovisa e Saronno); il tutto non si sa a quale prezzo.
Non stiamo a sottilizzare sul fatto che i bus dalla Centrale a Malpensa ci mettono ben cinquanta minuti; si sa che basta un minimo intoppo e li si trova fermi in autostrada. Non stiamo nemmeno a sottilizzare che un servizio integrato treno-aereo vedrebbe un check-in sul treno stesso, magari con un drop-in in modo da lasciare già le valigie pronte per essere perse dalle compagnie aeree. Mi limito a segnalare che nei meandri del mio blog ho recuperato questo post, dell’aprile 2008, e a cui posso finalmente dare una risposta: i lavori, che avrebbero dovuto terminare nel 2006, sono finiti con soli quattro anni di ritardo.
La cosa che mi stupisce è che nessuno si sia ricordato di quella data :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-10 07:00

firewall aziendale: nuova vittima

Da un paio di settimane un nuovo sito si è aggiunto alla lista dei proscritti dal nostro sistema informativo, e non è visibile dall’ufficio. Dopo 4Shared, la scorsa settimana è toccato al pericolosissimo Tumblr, dove utenti senza alcuno scrupolo postano pericolose foto di gattini.
Giusto per dare un’idea delle politiche usate, Facebook e YouTube sono tranquillamente raggiungibili. Ci deve essere una logica dietro tutto questo, ma io non ci arrivo.

Ultimo aggiornamento: 2010-08-09 07:00