Archivi annuali: 2009

qualche cosetta sui premi Nobel

Invece che prendere il caffè ho dato una rapida occhiata al sito della fondazione Nobel, e ho scoperto alcune cose interessanti.
– il premio Nobel per la Pace lo si assegna ad Oslo e non a Stoccolma, ma quando Alfred Nobel lo istituì la Norvegia non era indipendente ma parte della Svezia, anche se con un suo parlamento (lo Storting, quello che appunto assegna formalmente il premio). Insomma, nulla di strano.
– a differenza di quello che pensavo, non è vero che chiunque possa nominare una persona o un’organizzazione per il Nobel per la Pace. Però sono in tanti a poterlo fare, tra cui Niccolò Ghedini (in quanto parlamentare)
– non si pronuncia NObel, ma NoBEL. Non so se la e sia aperta o chiusa, però propendo per la seconda ipotesi.
Ora potete fare la vostra porca figura quando voi sarete al caffè!

Ultimo aggiornamento: 2009-09-24 16:01

tanto non serve studiare

Milano aveva sempre avuto una tradizione di autonomia. Lasciamo perdere che persino la messa la si fa diversa che dal resto del mondo cattolico: ma in genere la parola “municipale” e soprattutto “civico” sono spesso visibili andando in giro per la città – restando sulla religione, lo sapete che in via Torino c’è il Civico Tempio di San Sebastiano? – e portavano su di sé l’orgoglio della milanesità. Tanto per dire, la linea rossa della metropolitana, la prima in Italia, era stata autofinanziata dal Comune.
Poi siamo entrati nel ventunesimo secolo, e la prospettiva cambia completamente. L’assessore a Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli ha infatti deciso di abbracciare completamente le scelte della sua corregionaria Maria Stella Gelmini, e ha così pensato bene, assieme alla sua sodale di lunga data Letizia Moratti, di eliminare uno zero: le 20 classi del civico liceo serale Gandhi sono rimaste 2. Il tutto naturalmente deciso di agosto, quando fa caldo e soprattutto non c’è nessuno a protestare. Peccato (per la Moioli e la Moratti) che le proteste siano immediatamente partite a settembre, con l’occupazione e le varie iniziative.
A chi pensasse che il Comune era obbligato per legge a questi tagli, spiego subito che è proprio falso: la legge vale ovviamente per le scuole statali, e non per quelle paritarie come appunto è la Gandhi. Aggiungo inotre una considerazione: un liceo serale non è certamente una scuola facile da frequentare, e chi ci va lo fa generalmente perché di giorno deve fare qualcos’altro (allenarsi perché è un atleta, lavorare perché la sua famiglia ha bisogno di un reddito…) ma allo stesso tempo pensa che sia anche importante studiare, e non solo per il pezzo di carta: altrimenti non avrebbe comunque scelto un liceo. Quando si pensa ai tagli da dover fare, si deve anche pensare a quello che sta dietro ai tagli stessi, cosa che mi sa non capiti più spesso… a meno che naturalmente non si ritenga inutile questo tipo di opportunità, perché tanto basta non studiare. Io sono notoriamente contrario alle petizioni online, come quella preparata dagli studenti; però invito i milanesi a recarsi in piazza 25 aprile a mettere il proprio autografo sulla petizione. Trovate più informazioni sul sito degli studenti, http://gandhi-in-rivolta.blogspot.com/
Un’ultima cosa, riallacciandomi a quanto scrivevo all’inizio. La giunta comunale milanese comprende anche la Lega, un partito che dell’autonomia ha fatto la propria ragion d’essere. Capisco la Moioli che in fin dei conti se non erro è di area cattolica di destra e potrà pensare che tutti questi studenti possano andare più proficuamente in qualche scuola religiosa; ma possibile che a nessun leghista milanese venga in mente che l’autonomia consiste anche in queste cose?

Ultimo aggiornamento: 2009-09-24 08:00

_The Monty Hall Problem_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Ricordate il paradosso di Monty Hall? Lo trovate anche su Wikipedia. Siete concorrenti di uno show, e dovete scegliere una di tre porte, sapendo che dietro una sola di esse c’è un premio: dopo che avete fatto la scelta, il presentatore apre una delle altre due porte – scegliendone una senza premio, e prendendone una a caso se può farlo. A questo punto vi chiede se volete cambiare la vostra scelta. Che fate? La maggior parte delle persone, compresi molti matematici, dicono che è indifferente cambiare o mantenere la scelta iniziale: e invece no, conviene di gran lunga cambiare scelta! La cosa è così controintuitiva, e soprattutto dipende così sottilmente dalle ipotesi fatte, che l’autore di questo libro (Jason Rosenhouse, The Monty Hall Problem, Oxford University Press 2009, pag. 194, $24.95, ISBN 978-0-19-536789-8) – scherzando ma non troppo – dice che si potrebbe fare un corso di calcolo delle probabilità solo basandosi sulle varianti del paradosso! In effetti il libro l’ha scritto, anche se fortunatamente per noi lettori il testo non è troppo pieno di formule e cerca sempre di dare una spiegazione qualitativa prima che quantitativa. Non solo il paradosso è controintuitivo, ma è anche molto sensibile alla sua formulazione: basta cambiare appena il testo, e la risposta cambia. Rosenhouse parte dalla storia del paradosso – un problema equivalente apparve nel 1959 nella rubrica tenuta da Martin Gardner sullo Scientific American; racconta la sua esplosione negli anni ’90 e mostra una serie di varianti, ciascuna delle quali ha una risposta leggermente diversa. Infine dà un’occhiata a come il paradosso viene studiato in psicologia… e persino nella meccanica quantistica!
Diciamo che se non vi viene il mal di testa a star dietro a tutte le minuzie possibili, alla fine della lettura avrete imparato due cose: a non fidarvi del vostro buon senso, e a stare molto attenti al calcolo delle probabilità!

Ultimo aggiornamento: 2016-03-30 11:02

Trombature eccellenti

Scopro da letturalenta che la votazione per il leader dell’Unesco ha visto vincitrice Irina Bokova, che ha superato sul filo di lana il ministro della cultura egiziano Faruk Hosni; quest’ultimo era il candidato geopolitico ufficiale, perché toccava agli arabi.
In effetti, sia la compassata Wikipedia in inglese che il più sanguigno ferrariano Foglio raccontano di come Hosni avesse affermato di voler bruciare tutti i libri israeliani presenti nella biblioteca di Alessandria (poi naturalmente ha detto di essere stato frainteso) e che comunque ha sempre avuto posizioni fortemente antisioniste se non addirittura antisemite; non esattamente le referenze migliori per diventare capo del braccio culturale dell’Onu, diciamocelo.
Poi vorrei però sapere se è vero quanto scrive Meotti, che cioè due anni fa (alla prima trombatura) il suo nome è stato lanciato da Ugo “Palmiro” Intini per conto del governo Prodi II, e chi è stato ad assegnargli la cittadinanza italiana.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-23 12:16

per l’ultima volta

Ieri pomeriggio ero a Torino a firmare il compromesso per vendere la vecchia casa. Terminate le pratiche, ho visto che il primo treno utile e prendibile sarebbe partito dopo un’ora; non avevo nulla da fare, la serata era tiepida, dalla mia (ormai ex) casa a Porta Susa ci sono poco più di quattro chilometri, e così ho pensato di farmela a piedi. Via Monginevro, corso Montecucco, via Frejus, corso Inghilterra: tutte strade che negli anni sono un po’ cambiate, ma che conosco comunque ancora bene.
Mentre camminavo al mio solito buon passo, mi è venuto in mente che non era certo la prima volta che mi macinavo qualche chilometro per andare da una parte all’altra di Torino; non l’ho fatto spesso, anche perché in genere era più comodo prendere la bicicletta o i mezzi pubblici, però l’ho fatto. La parte nordovest della città l’ho conosciuta così. Poi però mi è venuto in mente un altro pensiero: che quella sarebbe con ogni probabilità stata l’ultima volta in cui l’avrei fatto.
Sono stati in tanti a parlare dell’ultima volta in cui hanno fatto qualcosa, che fosse fare l’amore con una certa persona oppure fare una corsa in un certo prato. In genere costoro rimpiangono di non aver saputo che quella volta là sarebbe stata l’ultima, perché l’avrebbero assaporata meglio e quant’altro. Beh, posso assicurare loro che a saperlo in anticipo la cosa non migliora, anzi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-23 11:13

stingono le strisce

[strisce ex-blu] [strisce ex-blu] D’accordo (si fa per dire): nella zona sotto il mio ufficio hanno deciso di fare le strisce blu per guadagnare un po’ di soldi, facendo arrabbiare quelli che abitano in viale Monza perché loro non potranno parcheggiare aggratis sotto casa come quelli delle altre vie (poveretti, piangete un po’ per loro). Ma non è di quello che voglio parlarvi.
Io non so che vernice abbiano usato per le strisce, e soprattutto se arrivati verso il fondo di via Crespi l’avessero finita: comunque la settimana scorsa è piovuto e l’azzurro se n’è andato via in vari punti lasciando il preesistente bianco. Chissà se qualcuno farà un ricorso dopo aver preso una multa, quando la sosta a pagamento partirà ufficialmente!

Ultimo aggiornamento: 2009-09-23 07:00

libertà di riproduzione

Lo scorfano si è accorto che da oggi i post di Alessandro Gilioli terminano con la frase “(riproduzione libera)“.
Uno bastardo dentro potrebbe dire che la scritta prende in giro il “© RIPRODUZIONE RISERVATA” degli articoli del Corsera; io invece credo che sia una scelta esplicita e apprezzabile, che da un lato ricorda la differenza tra quello che scrive come giornalista e quello che scrive come blogger, e dall’altro invita alla diffusione delle notizie.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-22 14:43

Nomen omen – versione PGO

Non so se sia vero quanto scritto su Wikipedia, che cioè Piergiorgio Odifreddi “ha frequentato i primi quattro anni delle elementari dalle Suore Giuseppine, e la quinta elementare e le tre medie nel Seminario Vescovile di Cuneo”. In caso affermativo, direi che è chiara la sua avversione per la religione in genere e la chiesa cattolica in particolare, ed è anche chiaro il perché tale avversione si è manifestata relativamente tardi e non a caldo, ancora da ragazzino. I suoi sono infatti odi freddi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-22 13:25