RSA non è più quello di una volta (II)

La scorsa settimana ho scritto che anche se la struttura logica dell’algoritmo RSA ha cinque parametri, ma la chiave di cifratura e è quasi sempre settata a 65537, per ragioni di efficienza computazionale e perché non dovrebbe dare problemi di sicurezza (almeno nei casi normali). Ma c’è anche un’altra modifica che è stata fatta negli anni, sempre per ridurre il costo computazionale (che nel caso della crittografia a chiave pubblica è molto più alto che nei sistemi di crittografia simmetrici).

Ricordo che nell’algoritmo RSA viene calcolato φ(n) = (p−1)(q−1), dove p e q sono i numeri primi di partenza, il cui prodotto è n, e φ(n) è la funzione φ di Eulero, cioè quanti sono i numeri minori di n e che non hanno fattori primi in comune con n. Nel nostro caso è facile calcolare il “toziente” (altro nome con cui è nota la funzione φ di Eulero), proprio perché p e q sono primi.

Non è però necessario usare φ(n) per scegliere un d tale che ed = 1 (mod φ(n)). È infatti sufficiente usare la funzione di Carmichael λ(n), definita come il più piccolo intero positivo m tale che am ≡ 1 (mod n) per ogni a coprimo con n. Si può dimostrare che λ(n) è un divisore di φ(n), e quindi è un numero più piccolo e pertanto le operazioni di computazione sono più brevi. Ma di quanto lo sono? Di un fattore MCD(p−1, q−1). Chiaramente entrambi i numeri sono pari e quindi c’è un fattore 2, ma si potrebbe sperare che ci sia qualcosa in più. John Cook ha fatto qualche prova, e ha trovato che su 100 coppie di numeri generati casualmente, la mediana del MCM è 2 (quindi in almeno metà dei casi il fattore è effettivamente 2); c’è stato un caso in cui si è arrivati a 2370, mentre il valore medio (poco utile in questo caso, perché a noi serve una sola coppia) è stato 35,44. In pratica, insomma, abbiamo quasi sempre 2 o 4 come fattore comune, In altri termini, se dobbiamo usare spesso una chiave può valer la pena di cercare una coppia di primi per cui λ(n) è effettivamente molto minore di φ(n), altrimenti possiamo far finta di niente.

In effetti…

volantino cisl Lo scorso giugno avevo scritto un post chiedendomi perché mai il palazzo dove c’era la sede di Altroconsumo veniva dipinto di verde. Ho scoperto l’arcano: Altroconsumo si è spostata in Bicocca, e in quel palazzo arriverà la CISL milanese, che lascia la sede di via Tadino che era indubbiamente vecchiotta. Fosse rimasto blu ci si sarebbe confusi con la UIL…

(ps: ricordo che io tra le tante cose che faccio sono un RSU della Fistel-Cisl: se volete fare battute, insomma, fatele direttamente contro di me)

Wikipedia e l’IA

L’altro giorno, parlando di Grokipedia, ho accennato al fatto che Wikipedia deve per forza fare i conti con l’intelligenza artificiale. Qui provo a spiegare come io vedo la situazione. Premetto che tutto quello che scrivo riflette esclusivamente il mio pensiero, non quello della comunità di Wikipedia in lingua italiana, di Wikimedia Italia o tanto meno della Wikimedia Foundation.

Il primo punto da considerare è capire perché usare l’IA. Attenzione: non sono luddista, e non ho nulla a priori contro il suo uso. Spero però che nessuno creda davvero che gli LLM siano creativi, riuscendo quindi a scrivere qualcosa di davvero nuovo e non rimasticato (pur molto bene): d’altra parte se ci riuscissero il testo sarebbe considerato una ricerca originale (RO) che in Wikipedia è assolutamente vietata, perché tutto deve essere verificato indipendentemente. (Nota: mentre sto scrivendo c’è una curiosa convergenza tra utenti destrorsi e sinistrorsi che stanno cercando di far passare il concetto che le ricerche originali si possono usare). E taciamo sul fatto che le “ricerche originali” degli LLM sono spesso cose che non stanno né in cielo né in terra: ultimamente abbiamo avuto l’utente LugAIno che scriveva testi più o meno casuali sulla città di Lugano. Aggiungiamo poi che c’è il gtrande rischio che il testo generato, specialmente se si parla di un argomento di nicchia, potrebbe essere troppo simile alla fonte originale e pertanto essere una violazione di copyright. Non sapere quali siano le fonti non ci permette nemmeno di scoprirlo.

Da qui si passa al secondo punto: Wikipedia richiede di inserire le fonti delle affermazioni indicate, cosa che di solito non si ha con gli LLM: ci sono delle eccezioni, come Copilot e Perplexity, ma anche se loro affermano di indicare da dove hanno preso le informazioni questo non significa molto. L’altra settimana per esempio, chiedendo a Perplexity quando una chiesa milanese era stata eretta come basilica minore, Perplexity mi “citò una fonte” secondo cui il decreto relativo era stato emesso nel luglio 2025… da papa Francesco.

Ciò detto, non c’è nessuna ragione intrinseca per vietare tout court l’uso dell’IA per migliorare le voci: quello che serve è che non si copincolli il testo creato ma lo si controlli e lo si corregga dove necessario. Alcuni esempi di uso dell’IA? Il recupero di fonti (reali…) che possono utilmente ampliare quanto già scritto; la revisione di un testo in modo che sia più scorrevole; la traduzione di quanto già presente in un’altra edizione linguistica di Wikipedia (ma in questo caso ricordatevi di citarla come fonte!). L’IA è molto brava a fare il lavoro sporco, proprio perché in pancia ha una quantità enorme di informazioni. L’importante è appunto non dimenticarsi che l’intervento umano continua a essere necessario.

Il canto dei telai (libro)

copertina Livio Galla, a parte fare l’avvocato, è uno scrittore molto eclettico: in questa sua opera si è cimentato nel romanzo storico, partendo dalla storia di Alessandro Rossi che prese l’azienda laniera paterna e la fece diventare la più grande d’Italia (avete presente la Lanerossi?) pensando contemporaneamente al benessere degli operai, perché potessero lavorare più tranquilli. La storia intreccia fatti reali, anche se modificati (l’incontro tra Rossi e Garibaldi, o il soprano Teresita Stolzi la cui nascita è stata anticipata) con altri inventati, come la famiglia Sella e la loro sartoria le cui storie si intrecciano con quella dei Rossi. Sullo sfondo troviamo anche l’occupazione austriaca del Veneto: il lanificio Rossi si trova infatti a Schio. Il racconto è avvincente: unica pecca che ho trovato sono le note sui pensieri e comportamenti dei protagonisti, che sono un po’ troppo di maniera.

Livio Galla, Il canto dei telai : L’avventura di Lanerossi, Mondadori 2025, pag. 252, € 19, ISBN 9788804791195 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5

Grokipedia

Elonio è convinto Finalmente – si fa per dire – Grokipedia. Che cos’è? La definizione che essa si dà è “Grokipedia is an open source, comprehensive collection of all knowledge.” Quello che non dice – ma si può intuire dal nome – è che la raccolta di tutta la conoscenza avviene attraverso Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk.

Che dire? Al momento c’è ancora poco materiale, e solo in inglese; la sensazione, leggendo Wired in inglese, è che per i temi non controversi (dal punto di vista di Elonio…) prenda direttamente il contenuto di Wikipedia, mentre quelli che Elonio ritiene più interessanti, a partire da sé stesso, hanno un trattamento personalizzato, e sicuramente diverso da quanto si legge su altre fonti, anche se per Larry Sanger (il Pete Best di Wikipedia) anche Grok e quindi Grokipedia non vanno bene perché sono sinistrorsi. Non è che uno si aspettasse qualcosa di diverso, a dire il vero.

Grokipedia surclasserà Wikipedia? Ho dei forti dubbi, ma non per il motivo che forse pensate: è probabile che la gente comincerà a fare ricerche attraverso l’AI, ma a questo punto sarà proprio il concetto di enciclopedia che non varrà più e quindi Wikipedia e Grokipedia moriranno assieme. Vedremo.

Le pagine perdute di Mauro Corona

Ho appena letto che all’ultimo libro di Mauro Corona, pubblicato da Mondadori, mancano alcune pagine. No, non è che qualche lettore arrabbiato le abbia strappate: non sono proprio state stampate, per “errore umano” dicono dalla casa editrice. (Ah, non è colpa dell’algoritmo?)

La cosa di per sé non mi tocca molto: perché io legga un libro di Corona dovrebbero pagarmi abbastanza bene e non credo nessuno lo farebbe. Però di libri in generale qualcosa ne so, avendone scritti parecchi. Oggidì è praticamente impossibile pubblicare un libro senza refusi, non ci sono più i correttori di bozze e se va bene l’editor dà una rilettura e rimette a posto la prosa. Con il primo volume della collana matematica che ho curato (volume che era anche scritto da me…) nella penultima pagina è saltata una riga. Mea culpa, anche se in quel caso si lavorava come catena di montaggio per fare uscire un volumetto la settimana. Ma perdere varie pagine significa che né nella prima né nella seconda bozza il libro non è stato guardato nemmeno dall’autore. Capisco che Corona «scriva a mano i suoi libri, su dei quaderni»: ma non legge nemmeno testi stampati?

sumFib

Vi ricordate di 2048, il gioco dove dovevate ottenere la maggior potenza di due possibile? Anche sumFib funziona allo stesso modo, ma dovete sommare due numeri di Fibonacci consecutivi, ottenendo quello immediatamente seguente. Ho fatto un paio di partite e deciso che il maggiore problema è che uno è convinto di poter sommare due numeri uguali :-)