Dario Franceschini ha toppato alla grande. La sua frase «Fareste educare i vostri figli a un uomo come Silvio Berlusconi?» è servita a ricompattare tutta la destra meglio ancora della mozione di sfiducia che Di Pietro non è riuscito a presentare per mancanza di sufficienti firme.
Un autogol davvero incredibile, inammissibile da chi dovrebbe conoscere gli italiani non foss’altro che per cercare il loro voto. Insomma, credo che la maggior parte dei miei connazionali avrebbe risposto di sì anche alla domanda «Lascereste andare la vostra figlia diciassettenne a casa di un uomo come Silvio Berlusconi?»
(ricordo che a diciassette anni l’età per il consenso sessuale è già stata raggiunta: se anche il signor B. si fosse fatto la fanciulla il comportamento non avrebbe rilevanza penale)
Dipendenti
Visto che il PresConsMin si è dimenticato di rispondere alle dieci domande fattegli da Repubblica, ieri al Giornale Michele Brambilla ha pensato bene di applicare la par condicio e fare dieci domande a Dario Franceschini.
Il problema, pardon l’opportunità, è che Franceschini ha immediatamente risposto: d’altra parte lui non deve mica governare una grande nazione, e quindi probabilmente ha molto più tempo a disposizione. Immediatamente – notate il numero d’ordine dell’articolo… – Brambilla ha commentato le risposte. Il bello di un giornale è cheil giornalista può sempre avere l’ultima parola: ma questo lo sappiamo tutti e quindi non conta. C’è però un piccolo particolare che stona. Brambilla ha costruito tutto il suo articolo sull’assioma “Franceschini e Repubblica stanno facendo il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo”. Partendo dall’assunto che il vicedirettore del Giornale non confonda Dario con Enrico Franceschini, che appunto è un giornalista di Repubblica, la logica conseguenza è che ritiene che il foglio scandalistico scalfariano sia a libro paga del PD. Non so, magari lo è davvero: ma allora perché lunedì l’ex capo di Brambilla Maurizio Belpietro si è così lamentato di essere stato definito “dipendente di Berlusconi”? Lo ritiene forse una tara da nascondere a tutti i costi?
Mamma, ho perso quindici deputati!
A quanto pare, il senatore PD Luigi Zanda avrebbe presentato un progetto di legge per ridurre a 500 il numero di deputati e a 250 quello dei senatori, oltre a “cosette” tipo separazione dei poteri delle due Camere, fiducia al premier data solo dalla Camera, e possibilità per il PresConsMin di revocare i suoi ministri in autonomia. Cose non molto lontane dalla riforma
elettorale costituzionale tentata dal centrodestra nel 2006 (anche se in quel caso il senato era “federale” e nominato dalle regioni, se non ricordo male) e bocciata dal referendum promosso dal centrosinistra. Solite stupide dialettiche politiche.
Quello che però mi ha lasciato parecchio perplesso è che secondo l’articolista di rep.it il numero attuale di deputati è 615. Sono andato a controllare sulla Costituzione. Articolo 56, comma 2: «Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.»
L’articolo è stato pubblicato alle 8:07 del mattino, e al momento in cui scrivo non è stato corretto. Ma tanto nessuno se ne accorgerà.
Lavoce.info e i treni
Su Lavoce.info c’è un articolo che in poche parole dice che i treni non devono essere sussidiati (rectius: «i dubbi sulla socialità del trasporto ferroviario sono ancora più evidenti» da cui poi l’articolista trae le conclusioni del caso). Vabbè. Ognuno può leggere l’articolo e farsi un’idea di quali affermazioni condivide e quali no.
Però c’è una frase che non mi torna; Ponti (nomen omen :-) ) spiega che uno dei motivi per cui non bisognerebbe sussidiare le ferrovie locali – detto in altro modo, il biglietto del treno dovrebbe costare di più – è che
la disponibilità di servizi ferroviari è necessariamente riservata ai residenti prossimi alle linee (meglio, alle stazioni) e con destinazioni anchesse in qualche misura servite dal treno, cioè una assoluta minoranza della popolazione. Questa minoranza con accessibilità privilegiata gode già di una rendita, proprio perché risiede in punti privilegiati del territorio, dove si generano maggiori valori immobiliari.
Se io vivo vicino a una stazione ferroviaria, comprare o affittare casa mi costa indubbiamente di più. Su questo non ci piove. Ma a meno che qualcuno non decida di costruire la stazione dopo che ho comprato casa, oppure che quella casa l’ho ereditata dal bisnonno, io non ho una rendita ma un costo ulteriore!
Lo sapete, io e l’economia non andiamo affatto d’accordo. Qualcuno mi può illuminare?
Eccellenza
Ho visto questo video di Ballarò. Occhei, ho ascoltato l’audio mentre facevo dell’altro.
Vedere Franceschini che, dopo che Sandro Bondi sempre più paonazzo gli urla di non dargli del tu, risponde serafico “Mi scusi. Eccellenza, Ella…” e dopo l’altro sfogo bondiano prosegue “Eccellenza è il termine che il protocollo riserva ai ministri” mi ha fatto capire perché è nato il PD. L’avete mai visto voi un segretario comunista-postcomunista-excomunista fare una battuta?
Attenzione: non è con le battute che si guadagnano consensi o si vincono le elezioni, a meno forse che non siano battute grevi. Chi apprezza battute così è poi una minoranza nemmeno troppo ampia, tranne forse tra i miei lettori; però lasciatemi almeno sorridere un po’.
Io la politica non la capirò mai
Quando leggo che Italia dei Valori intende chiedere una mozione di sfiducia contro Silvio Berlusconi, io penso che sia una tavanata galattica, visto che figuriamoci se la maggioranza blindata che ha lo farebbe fuori, e in questo modo il PresConsMin potrebbe dire che anche il Parlamento, non solo il popolo, è al suo fianco e quindi che lo lascino lavorare e trovare le sue amiche. Però posso immaginare che siamo in campagna elettorale, e magari Di Pietro pensa che qualche elettore di sinistra decida di votare lui perché è l’unico che alza la voce.
Ma quando Dario Franceschini propone una mozione perché il Cavaliere rinunci al lodo Alfano, davvero non lo capisco. Se l’è fatto preparare e votare proprio per questo processo, e ora dovrebbe rinunciare ad esso? Aspettate che vado a vedere se la fatina del dentino mi ha lasciato dei soldini pregressi!
Devono aver cambiato traduzione
Matteo 18,7: «Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!»
Monsignor Crociata, segretario della Cei: «Nessun giudizio» su Silvio Berlusconi e in particolar modo sul caso Noemi. «Ognuno ha la propria coscienza»:
_Arlecchino servitore di due padroni_ (teatro)
Mi sono dimenticato di raccontarvi della rappresentazione di un paio di settimane fa, che Anna e io ci siamo visti aggratis perché nel quadro della manifestazione Artigiana la community del Piccolo offriva dei biglietti. Non che fosse facile prenotare: un javascript assassino mi faceva sempre arrivare alla schermata “hai già cercato di prenotare, aspetta ancora mezz’ora”. Non so se per questo o per la concomitanza della partita dell’Inter, il Teatro Studio non era per nulla pieno, tanto che quando siamo saliti in piccionaia (terzo anello) coi nostri biglietti ci siamo trovati un inserviente che ci ha fatto l’upgrade in platea, anche in fila centrale.
Non ce lo ricordavamo così lungo, né così stretto di dialetto: soprattutto non ci ricordavamo che l’acustica dello Studio faccia così schifo, tanto che abbiamo perso varie battute (no, non era un problema, la trama la sapevamo già). Rispetto a cinque anni fa, Ferruccio Soleri non fa più le capriole, e ci credo anche, visti i suoi 79 anni. Chissà se sarà davvero la sua ultima recita milanese: mi sa che lo dica sempre ma ogni volta riprenda imperterrito. Commento? Mah, Anna ha detto che forse avrebbe fatto meglio a restarsene a casa, mentre io sento ormai questa commedia come una cara vecchia amica :)